Hollywood - scritta
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Sciopero a Hollywood: ecco perché le comparse hanno paura di perdere il lavoro


Lo Sciopero a Hollywood continua a tenere sotto scatto il mondo del cinema: ora anche le comparse svelano le proprie preoccupazioni

A Hollywood lo sciopero di attori e sceneggiatori non accenna a fermarsi. Nonostante i recenti incontri tra i rappresentanti – ad esempio – del sindacato degli sceneggiatori (WGA) con i rappresentanti dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), un accordo sembra ancora molto difficile da trovare e la salute del cinema – che viene dalle terribili conseguenze della pandemia da COVID-19 – sembra ancora decisamente a rischio. Questo perché, ovviamente, con lo sciopero, si sono fermate tutte le grandi produzioni o, comunque, tutti quei progetti che includevano le compagnie che fanno parte dell’AMPTP (e, dunque, non le produzioni completamente indipendenti).

Nelle scorse settimane, da quando, cioè, abbiamo cominciato a raccontare quello che accade nella terra dei sogni hollywoodiani, abbiamo riportato soprattutto le dichiarazioni delle grandi star: vi abbiamo raccontato le preoccupazioni di Tom Cruise e le parole dette da Stephen Amell, la star dell’Arrowverse. Vi abbiamo raccontato della posizione di Will Smith e di quella, ad esempio, di Meryl StreepMa i grandi nomi di Hollywood sono scesi in strada, accettando lo sciopero, non solo per i loro diritti, ma anche per fare fronte unito. Un’attrice come Meryl Streep, ad esempio, ha una fama che le concede un fortissimo potere contrattuale, per cui le compagnie sono sempre pronte a scendere a patti pur di averla. Ma gli attori giovani, quelli che non sono famosi, quelli che non hanno questo potere, sono costretti a combattere con molto più impegno. Ecco perché anche le star stanno partecipando allo sciopero: vogliono “coprire” le spalle ai colleghi meno ricchi (e, da qui, le tante donazioni fatte al fondo per i lavoratori dello spettacolo) e meno conosciuti. Quelli che non lavorano tanto e spesso e che non hanno introiti fissi. Come, ad esempio, le comparse.

La preoccupazione degli extra durante lo sciopero

sciopero
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E sono proprio le comparse quelle che hanno più ragione di temere che il loro lavoro se non proprio la loro esistenza nel mondo di Hollywood venga cancellata del tutto col proliferare dell’intelligenza artificiale, che permetterebbe alle produzioni di avere tantissime comparse con un spesa minima.

NPR, ad esempio, riporta il caso di Alexandria Rubalcaba, che ha lavorato come comparsa (gli attori di sfondo, i background actors nella definizione originale) nella bellissima serie targata Disney WandaVision. Il suo lavoro è durato quattro settimane, fino a quando gli addetti alla produzione l’hanno chiamata insieme ad altre comparse per farli posare davanti a una serie di macchine da prese che avevano degli anelli metallici dietro le lenti. Alle comparse è stato chiesto di fare varie espressioni facciali. A quel punto la produzione ha scannerizzato i loro volti e i loro corpi per circa quindici minuti, per creare delle repliche digitali, che ad oggi sono uno dei punti nevralgici dello sciopero. Rubalcaba non sapeva né in che modo né in che misura il suo “avatar” sarebbe stato usato sullo schermo. E, in aggiunta, non sarà pagata per questo. L’uso della sua immagine, per la Disney, è di fatto gratis, senza che lei abbia potuto contrattare alcunché. L’attrice, che viene pagata 187 dollari al giorno per il suo lavoro di comparsa, ha detto che nessuno le ha chiesto il permesso. E ha dichiarato:

“Che succede se non volessi apparire in MarioVision o SarahVision? Ho paura che l’AI stia tagliando ancora più fuori le comparse cinematografiche. Non avranno più alcun bisogno di noi.”

Secondo quanto riporta ComingSoon, Disney non ha voluto commentare questa notizia.

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