Sciopero degli attori di Hollywood: stop a promozioni e festival
Lo sciopero degli attori sta facendo tremare Hollywood e i festival internazionali: ecco le regole e quello che sta succedendo
di Erika Pomella / 14.07.2023
SAG-AFTRA, il sindacato che rappresenta gli attori di Hollywood, ha ufficialmente iniziato lo sciopero al fianco del sindacato degli sceneggiatori contro le compagnie cinematografiche e televisive, innescando il primo arresto dell’industria dell’intrattenimento in sessantatré anni. Qualche settimana fa gli attori – comprese, ad esempio, Meryl Streep e Jennifer Lawrence – avevano firmato una lettera destinata all’Alliance of Motion Pictures and Television Producers, in cui si chiedeva il riconoscimento del loro lavoro e dei diritti ad esso collegati. Le trattative non sembrano essere andate per il verso giusto, dal momento che ora Hollywood trema, visto che senza sceneggiatori e senza attori diventa difficile pensare al futuro dell’industria cinematografica.
Cosa succede con lo sciopero degli attori di Hollywood?
Dalla mezzanotte di giovedì 13 luglio 2023 decine di migliaia di attori del sindacato incroceranno le braccia a cesseranno qualsiasi tipo di lavoro coperto dai loro contratti. Uno stop che non riguarda solo il fatto che gli attori smetteranno di recarsi sui set, ma che ha conseguenze molto più gravi e, se vogliamo, a lungo raggio. Il sindacato SAG-AFRA, infatti, ha stilato una lista di regole a cui gli attori si devono attenere, per fare fronte unito e far comprendere il peso del loro lavoro. I membri del SAG-AFTRA, infatti, non possono partecipare ad anteprime (che siano mondiali o nazionali) delle pellicole a cui hanno preso parte, non possono rilasciare interviste, nemmeno per film che sono già stati completati. Ancora, non possono andare a premiazioni e celebrazioni, non possono partecipare a festival cinematografici o promuovere i loro progetti sui social media, mentre lo sciopero è ancora in atto. Non possono partecipare a convention – mettendo anche in crisi eventi come il San Diego Comic-Con – né possono promuovere qualsiasi lavoro, anche del passato, svolto sotto contratto SAG-AFTRA. Quello che i membri del sindacato stanno chiedendo con questo sciopero è un aggiustamento dei salari, la regolamentazione sia dello streaming che dell’intelligenza artificiale, oltre che un riallineamento delle provvigioni legate all’esclusività.
La AMPTP ha appena rilasciato, secondo la ricostruzione di Variety, una dichiarazione sullo sciopero in cui si legge:
“Uno sciopero non è certamente il risultato che speravamo, poiché gli studios non possono operare senza gli artisti che danno vita ai nostri programmi per la tv e ai film. L’Unione purtroppo ha scelto un percorso che comporterà difficoltà economiche e finanziarie per migliaia di persone che dipendono dal settore.”
La AMPTP ha inoltre asserito nello stesso comunicato riportato da Variety di aver messo sul tavolo delle offerte un accordo che potrebbe fare la storia. Ma a questa affermazione ha risposto il SAG-AFTRA per mezzo del loro mediatore Duncan Crabtree-Ireland, che durante una conferenza stampa ha asserito: “se pensate che questa sia una proposta storica, ripensateci.”
Le regole del SAG-AFTRA nel dettaglio
Di seguito vi riportiamo la nostra traduzione di tutte le note fatte dal sindacato per gettare le linee guida comportamentali che gli attori di Hollywood dovranno seguire nelle prossime settimane. Nella nota si legge:
Ad eccezione di quanto stabilito dal Notice To Members in merito al lavoro svolto e non incassato, tutti i servizi e i lavori di interpretazione coperti da contratti televisivi e cinematografici devono essere sospesi. Inclusi ma non limitati a:
Lavoro principale in camera, come:
• Recitare
• Cantare
• Ballare
• Stunt
• Pilotare aerei in camera
• Burattini
• Performance Capture o Motion CapturePrincipali lavori off camera
• Adr
• Trailer promozionali per la tv
• Trailer promozionali per il cinema
• Recitazione per mezzo della voce
• Cantare
• Voice Over e narrazione, compresi i servizi audiodescrittrivi, ad eccezione di quei servizi che potrebbero essere coperti da altro tipo di contratto collettivo di lavoro come riferito nel Notice to Members
• Coordinamento Stunt e servizi ad esso collegatiLavoro di Background
• Foto shooting
• Controfigure
• Prove costumi
• Test di trucco
• Prove
• Test in camera
• Interviste e audizioni (incluse quelle fatte con il self-tape)Promozione o pubblicità per lavori svolti sotto contratti televisivi o cinematografici, come:
• Tour
• Partecipazione fisica
• Interviste
• Convention
• Fan Expo
• Festival
• Eventi “for your consideration”
• Panel
• Anteprime
• Proiezioni
• Premiazioni
• Junkets
• Podcast
• Social media
• Showcases organizzati dagli studiosNegoziazioni
• Accordi per lavorare in servizi coperti da contratti nel futuro
• Ogni nuovo accordo legato a marchandising su progetti coperti dai contratti
• Creazione e uso di repliche digitali, incluso il ri-uso di lavori precedentiRecitare per i trailer di produzioni bloccare o per qualsiasi altro tipo di contenuto.
Lo sciopero avrà conseguenze per l’Italia?
Viste le regole dettate dal sindacato degli attori che prevedono anche la necessità di bloccare anche qualsiasi partecipazione a eventi e festival cinematografici, la più grande conseguenze per l’Italia è la possibilità che l’ottantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che avrà luogo dal 30 agosto al 9 settembre 2023, dovrà fare a meno del suo red carpet pieno di star.
Secondo fonti rimaste anonime riportate sempre da Variety, gli studios starebbero soppesando l’ipotesi di ritirare i propri film dai festival autunnali e spostare in avanti la data di uscita. Una decisione, questa, che colpirebbe soprattutto il Festival di Venezia, che storicamente è un festival glamour dove la qualità dei film non può fare a meno delle star che arrivano al Lido con le lance dell’hotel Excelsior. Inoltre, Venezia è anche un palcoscenico molto comodo per le produzioni, perché da sempre rappresenta anche un trampolino di lancio per la stagione dei premi e, quindi, per gli Oscar. Al momento, però, si è bloccati in una situazione da “staremo a vedere”. È difficile prevedere come evolverà lo sciopero e se le parti troveranno in fretta un accordo. Ma per quanto veloci possano essere c’è comunque il rischio che sia troppo tardi per il Festival di Venezia così come di quello di Toronto, che si vedrebbero privati di tappeti rossi, conferenze stampe e interviste, che toglierebbero glamour e attenzione mediatica ai festival e, senza dubbio, comporterebbero problemi anche per la promozione dei film per gli studios.
Bisognerà quindi vedere se gli studios decideranno di far partecipare i film senza gli attori, contando solo sui registi o se invece sceglieranno di ritirare del tutto le pellicole e ritardare la promozione, nella speranza di fare in tempo a fare qualcosa per gli Oscar. Questo significherebbe per il Festival di Venezia dover organizzare in fretta e furia una nuova edizione – la conferenza stampa di presentazione del programma è attesa il 25 luglio, tra soli undici giorni -, rinunciando a pellicole attese come Ferrari di Michael Mann o a Povere creature! di Yorgos Lanthimos, arrivando a un’edizione del festival che potrebbe somigliare a quella un po’ sottotono del 2020, quando la pandemia di Covid-19 rese impossibile a molte delegazioni di sbarcare al Lido. In quell’edizione, però, i talent potevano comunque rilasciare interviste via zoom e promuovere le pellicole. In questo caso, invece, si tratterebbe, nella migliore delle ipotesi, di vedere film alla presenza dei registi che potrebbero anche decidere di non voler sottoporsi alla macchina della promozione senza i loro attori a coprirgli il fianco. Oppure, appunto, si andrà incontro a un’edizione che non prevedrà nessun film statunitense, ma solo europeo. Resta chiaro che tutti gli attori non statunitensi – quindi, ad esempio, quelli europei – non ricadono sotto le stesse regole del sindacato di Hollywood.