Rupert Wyatt ci racconta L’Alba del Pianeta delle Scimmie
Il regista del film L’alba del pianeta delle scimmie, Rupert Wyatt, ci racconta come l’ambientazione di un film del Pianeta delle scimmie al giorno d’oggi ha posto produttori e regista del film di fronte ad una sfida interessante: come ci si può aspettare che degli scimpanzè trasmettano tutte le emozioni necessarie a rendere credibile la […]
di Redazione / 18.07.2011
Il regista del film L’alba del pianeta delle scimmie, Rupert Wyatt, ci racconta come l’ambientazione di un film del Pianeta delle scimmie al giorno d’oggi ha posto produttori e regista del film di fronte ad una sfida interessante: come ci si può aspettare che degli scimpanzè trasmettano tutte le emozioni necessarie a rendere credibile la scimmia protagonista di questa rivisitazione? Wyatt ci ha svelato la tecnologia utilizzata.
Nel 1968 l’avventura fantascientifica del Pianeta delle scimmie aprì il pubblico al pianeta Terra di un lontano futuro, in cui le scimmie erano la specie dominante e gli esseri umani ridotti a sottoclasse in schiavitù.
Nel 2011 assistiamo alla genesi di questo cambiamento di status, se consideriamo che L’alba del pianeta delle scimmie racconta la moderna rivolta di un gruppo di animali intellettualmente avanzate e decise a rivendicare il comando sul pianeta. Il regista Rupert Wyatt crea una nuova svolta su un franchise che da 43 anni affascina e appassiona il pubblico. Ecco cosa ci dice in merito:
“Tutti gli altri film del franchise trattano di scimmie che si sono evolute nel corso di oltre 3000 anni, perché l’originale Pianeta delle scimmie era ambientato a più di 3000 anni a partire da oggi. Trattavano di una civiltà che si era già evoluta in modo tale che quelle scimmie parlassero e fossero degli animali sociali e hanno ricreato un mondo che si adattasse a questa realtà.
Questa storia è molto più sulle scimmie così come le conosciamo oggi. Non avremmo mai potuto fare realisticamente ciò che Rick Baker o i precedente make-up artists hanno fatto in altri film delle scimmie, cioè travestire e truccare gli attori da scimmie. Non avrebbe mai potuto funzionare. Se avessimo fatto così, si sarebbe avuto stilisticamente l’intento sbagliato “.
La vera e propria sfida è stata quella di trovare un modo nuovo e attuale di rappresentare le intelligentissime scimmie. Wyatt continua:
“Avevamo due opzioni. La prima era quella di utilizzare scimmie vere, una possibilità che era scartato per diversi motivi, non ultimo il fatto che non ci sembrava di poter ottenere tutto quello che desideravamo e di far recitare le scimmie nel modo che precisamente volevamo. L’altra opzione era utilizzare la tecnica della Computer Generated Imagery o CGI. “
“Quando hai l’opportunità di lavorare con la Weta e con quello che riesce ad ottenere con la tecnologia del motion capture lo fai senza neanche pensarci. Siamo all’alba di un’epoca nuova in questo campo e stiamo usando questa tecnica per raccontare un’intera storia sull’alba di una nuova civiltà, il che è davvero eccitante”.
I produttori si sono così serviti della neozelandese Weta Digital, la compagnia specializzata in effetti speciali digitali, divisione del colosso cinematografico del regista Peter Jackson nonchè di film quali Il Signore Degli Anelli e King Kong.
Joe Letteri della Weta, che ha vinto quattro premi Oscar per il suo lavoro nella trilogia de Il Signore Degli Anelli e per Avatar di James Cameron, dice chequesto film si è presentato come una nuova sfida che era semplicemente troppo eccitante da rifiutare. Letteri riconosce a Rupert Wyatt il merito di avere avuto la fiducia necessaria per portare questa tecnologia in un mondo nuovo.
Per realizzare il personaggio principale, lo scimpanzé Cesare, Wyatt si è rivolto ad un veterano del motion capture come Andy Serkis, che non solo ha creato il Gollum oscuro e contorto per Il Signore Degli Anelli. La decisione di “reclutare” Serkis aveva tanto, se non di più, a che fare con il suo talento non solo come attore, ma anche per la sua familiarità con la performance capture. “Non avevo mai lavorato con Andy prima che iniziasse questo film”, dice Wyatt.
L’alba del pianeta delle scimmie ha reso evidenti i progressi del motion capture che sono stati realizzati da quando, dieci anni fa, Serkis portò Gollum sullo schermo per la prima volta. Dice Joe Letteri:.
Mentre Wyatt lavorava agli ultimi ritocchi a L’alba del pianeta delle scimmie prima della sua uscita, ha dichiarato
“E’ notevole quello che abbiamo ottenuto: non solo in termini di natura fotorealistica di ciò che si può ora creare, ma anche in termini di velocità e di efficienza del numero di scatti, e di esperienza di questi ragazzi.
Joe Letteri mi ha detto che quando abbiamo iniziato eravamo anni luce avanti a KING KONG rispetto a dove potevamo arrivare.
La Weta ha davvero tirato fuori qualcosa che possa realmente ingannare l’occhio su ciò che è reale e ciò che non lo è. “