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Netflix: prezzi in aumento dopo lo sciopero degli attori?


Netflix potrebbe a aumentare i prezzi degli abbonamenti al termine dello sciopero degli attori SAG-AFTRA: ecco quello che sta succedendo e quello che sappiamo finora

Come abbiamo ripetuto in vari articoli nel corso di queste settimane, lo sciopero degli attori che sta avendo luogo a Hollywood da metà luglio è uno sciopero che sta avendo ripercussioni su ogni aspetto dell’industria dell’intrattenimento. Lo sciopero, ora, sembra aver coinvolto anche gli abbonamenti Netflix. Stando a un reportage divulgato dal Wall Street Journal, infatti, pare proprio che il colosso dello streaming on-demand abbia intenzione di aumentare il costo degli abbonamenti privi di pubblicità non appena lo sciopero del sindacato SAG-AFTRA contro la AMPTP verrà considerato concluso. Secondo questo primo report parte che Netflix abbia intenzione di rivedere le sue tariffe nel mercato internazionale, ma è plausibile aspettarsi che i primi cambiamenti avverranno prima negli Stati Uniti, poi in Canada e infine nel resto del mondo.

Aumento del prezzo degli abbonamenti Netflix: tutto quello che sappiamo finora

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La notizia che Netflix starebbe accarezzando l’ipotesi di un aumento di prezzo per gli abbonamenti senza pubblicità avviene a seguito di varie decisioni prese dal servizio on-demand nel corso degli ultimi mesi, se non proprio anni. Come, ad esempio, la scelta che ha fatto discutere di bloccare la condivisione delle password. In questo modo agli abbonati è stato chiesto di scegliere un’abitazione che risultasse come domicilio personale, di modo che gli altri utenti che condividevano la password si sono trovati costretti a pagare un abbonamento aggiuntivo qualora volessero proseguire la visione dei contenuti targati Netflix. Naturalmente Netflix, così come le altre piattaforme, sono aziende che puntano ad essere il più remunerative possibili e dunque non dovrebbe sorprendere né lo stop alla condivisione delle password né questa notizia riguardo l’aumento del costo degli abbonamenti. La domanda lecita da farsi, dunque, non è tanto se questi aumenti siano giusto o meno, leciti o meno. Un’azienda cercherà sempre di portare il maggior numero di acqua al suo mulino. La vera domanda da porsi sarà se l’offerta di intrattenimento di Netflix sia di una qualità che possa giustificare, nell’utente, la scelta di continuare a pagare un abbonamento sempre più alto. Nel corso degli ultimi anni, infatti, in molti hanno lamentato una quasi totale mancanza di qualità nella maggior parte di prodotti original che Netflix porta sullo schermo.

Al momento, comunque, non ci sono dettagli specifici su questo atteso cambiamento. Dal report del Wall Street Journal non si evince quando questi aumenti vedranno la luce. Allo stesso modo, non c’è ancora nessuna indicazione sulle cifre che verranno chieste dalla piattaforma rossa per poter accedere ai contenuti. L’unica cosa che appare certa, finora, è che questa strategia di mercato non verrà messa in atto finché SAG-AFTRA e AMPTP non troveranno un accordo soddisfacente che potrà mettere la parola fine agli scioperi. Ricordiamo che tra i nodi portati al pettine dagli attori in sciopero c’è anche la volontà di partecipare agli introiti derivanti dai film che realizzano per le piattaforme streaming e che spesso sono dei veri e propri successi. Possibile, forse, che l’aumento dei prezzi per gli abbonati sia legato anche a questo aspetto. Infine, il report che abbiamo già citato più volte nel corso di questo articolo, sottolinea il fatto che molte piattaforme stanno cambiando il loro piano di abbonamenti: alcune, infatti, hanno scelto di fare dei “pacchetti” a seconda di ciò che si vuole vedere, includendo anche gli eventi sportivi. Un po’ come, in Italia, sta già facendo Sky e NOW da anni. Come avviene sempre, in questi casi, l’unica cosa da fare è aspettare e vedere come cambierà il mercato dello streaming on demand nel corso dei prossimi mesi.

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