Le Iene: interviste a Giovanni Tredici e Stefano Feltrin sul doping nel ciclismo
Enrico Lucci intervista il Professor Giovanni Tredici e Stefano Feltrin in merito alle dichiarazioni sul doping nel ciclismo rilasciate da Danilo Di Luca, che hanno scatenato molte polemiche nel mondo del ciclismo.
di Redazione / 28.01.2014
Mercoledì 29 gennaio 2014 all'interno del secondo appuntamento con Le Iene show, Enrico Lucci intervista il Professor Giovanni Tredici, Responsabile Medico del Giro d'Italia e Stefano Feltrin, di Lega Ciclismo, in merito alle dichiarazioni sul doping nel ciclismo rilasciate settimana scorsa alle Iene da Danilo Di Luca, che hanno scatenato molte polemiche nel mondo del ciclismo.
A seguire alcuni stralci dell' intervista al Professor Giovanni Tredici, da 30 anni medico del Giro d'Italia.
Professor Giovanni Tredici: Non deve passare assolutamente il concetto che il doping sia privo di rischi. Il doping è pericoloso.
Lucci: Perché è pericoloso il doping?
Professor Giovanni Tredici: Perché altera gli equilibri tra cellula e cellula tra organi e organi. Può provocare dei danni irreversibili e si vedono a distanza di tempo.
Lucci: Quali?
Professor Giovanni Tredici: Le neoplasie, i tumori.
Lucci: Secondo lei c'è qualcuno che vince senza essersi dopato?
Professor Giovanni Tredici: Io sono convinto di sì, il campione nasce campione.
Lucci: Lei ha fatto 30 anni di Giro d'Italia. Non ha visto la situazione raccontata da Di Luca?
Professor Giovanni Tredici: Non è tutto cosi come dice Di Luca.
Lucci: Se lei vedesse cose strane, buste di sangue, fiale, cose che non vanno bene, lei denuncerebbe?
Professor Giovanni Tredici: Non è compito del medico.
Lucci: Ma se lei vedesse queste cose non le denuncerebbe?
Professor Giovanni Tredici: No, perché il medico è tenuto ad una privacy.
Lucci: E' come il prete che sa il peccato…
Professor Giovanni Tredici: Sì, certo. Il mio compito è un altro. Devo convincerlo a non doparsi.
Lucci: Sì, però lei verrebbe a conoscenza di un illecito. Non dovrebbe denunciarlo?
Professor Giovanni Tredici: Io non posso e non devo.
Lucci: E le sono capitati casi simili in cui s'è accorto che qualcuno si dopava?
Professor Giovanni Tredici: Non rispondo a una domanda del genere perché non è corretta.
Lucci: E non ce lo dice se le è capitato qualche caso?
Professor Giovanni Tredici: No, non lo dico.
A seguire alcuni passaggi dell' intervista a Stefano Feltrin, Lega Ciclismo:
Enrico Lucci: Secondo te una denuncia come quella di Di Luca può avere una funzione positiva?
Stefano Feltrin: Fatta in maniera qualunquistica come è stata fatta, secondo me, no. Io dico che il ciclismo ha vissuto negli anni dei momenti molto bui, che però sono il passato.
Lucci: Il presente è già differente rispetto al passato?
Feltrin: Assolutamente sì. Il ciclismo ha fatto degli sforzi enormi. È lo sport con maggior numero di controlli, sangue, urine. Il passaporto biologico permette di controllare tutti, sempre, in qualsiasi momento. I ciclisti 365 giorni l'anno hanno 24 ore su 24 la reperibilità completa. Non è possibile dire che non ci sono i bari oggi. Ci sono, e infatti vengono scoperti, ma è molto importante che non passi un messaggio in cui si dice in maniera qualunquistica che tutti lo fanno. Non è vero che tutti lo fanno e io non ho alternative e lo devo fare. Non è vero.
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