Tim Burton - RomaFF16
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Buon compleanno, Tim Burton: uno sguardo alla vita e alla carriera del regista americano


Il 25 Agosto facciamo gli auguri a Tim Burton, uno dei registi più iconici e amati degli ultimi decenni, cantore ideale delle storie di freaks ed emarginati che ha messo in scena con il suo stile poetico, gotico e visionario, tra dramma, commedia, musical e horror.

Tim Burton nasce il 25 Agosto del 1958 a Burbank, in California, proprio lì dove hanno sede molte famosissime società e case di produzione, reti televisive e studios cinematografici. È lo stesso Tim a essersi descritto come un ragazzino introverso, non particolarmente amante della scuola né del luogo in cui viveva, ma fra i suoi interessi ben presto arrivano il disegno e la pittura, e l’interesse per i vecchi film di serie B, specialmente horror, dilettandosi anche a realizzare piccole pellicole casalinghe in Super8, facendo così i primi passi dietro la cinepresa; dopo il diploma, prosegue gli studi al California Institute of the Arts, una rinomata università fondata anche da Walt Disney, dove il giovane Burton realizza dei cortometraggi animati, che gli fanno ottenere un posto come apprendista proprio nel settore animazione della Disney: come lui stesso ha raccontato in seguito, però, non riesce mai davvero ad adattarsi allo stile disneyano, avendo invece una predilezione per le immagini più bizzarre, imperfette, cupe e malinconiche che più avanti diventeranno il suo marchio di fabbrica.

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Gli esordi dietro la cinepresa

Tim Burton debutta come regista di un film live-action con una versione della celebre fiaba dei fratelli Grimm Hansel and Gretel recitata interamente da attori giapponesi, uno special televisivo per la notte di Halloween trasmesso da Disney Channel nel 1983. Successivamente dirige il mediometraggio Frankenweenie (1984), una favola dark che prende ispirazione dal Frankenstein di Mary Shelley, girata in bianco e nero e che vede nel cast Barret Oliver (il Bastian de La storia infinita), Shelley Duvall (Shining), e Daniel Stern (il ladro Marv di Mamma ho perso l’aereo), film che però mette la parola fine alla sua collaborazione con la Disney, che lo giudica inadatto a un pubblico di famiglie.

I primi successi cinematografici di Tim Burton

Il suo esordio alla regia di un lungometraggio per il cinema avviene con Pee Wee’s Big Adventure (1985), con protagonista il popolare personaggio interpretato dall’attore (recentemente scomparso) Paul Reubens, che in questa commedia d’avventura gira l’America alla ricerca della sua amatissima bicicletta che gli è stata rubata: il film è apprezzato sia dalla critica che dal pubblico e diventerà negli anni un titolo di culto, ma nell’immediato serve comunque a lanciare la carriera di Tim Burton come regista cinematografico.
Dopo arriva la commedia horror Beetlejuice (1988) (dal maldestro e fuorviante sottotitolo italiano Spiritello porcello), che vede tra i protagonisti Alec Baldwin, Geena Davis, Michael Keaton, Catherine O’Hara e una giovanissima Winona Ryder; il film, che contiene già molti di quegli elementi e quello spirito che contraddistingueranno il cinema di Tim Burton, è un successo, diventando un piccolo classico (di cui spesso si ricorda specialmente la scena accompagnata dalla celebre Day-Oh The Banana boat song di Harry Belafonte).

Beetlejuice, trailer (edizione 4k)
Beetlejuice, trailer (edizione 4k)

Batman e l’ingresso nel mondo dei comic movies

Burton, considerato ormai un regista di successo su cui puntare, viene ingaggiato dalla Warner Bros. per un progetto molto ambito e potenzialmente rischioso: Batman (1989) vede Michael Keaton protagonista nei panni del famoso vigilante dalle ali di pipistrello, anche se molta dell’attenzione va al Joker interpretato da una leggenda del cinema come Jack Nicholson; il film è un successo e diventa il blockbuster dell’anno, e Burton è così confermato alla regia del sequel, Batman- Il ritorno (1992), in cui, a Keaton, si aggiungono nel cast Michelle Pfeiffer, Danny DeVito e Christopher Walken, tra gli altri. Anche questo film sbanca i botteghini ma entrambi i capitoli sono spesso criticati come “troppo dark” (anche se, come è stato più volte notato in seguito, sono quelli considerati più affini al tono assunto dalla saga, ad esempio, con la trilogia su Batman firmata da Christopher Nolan). Anni dopo, Burton sarà contattato per dirigere un nuovo Superman con protagonista Nicolas Cage, ma dopo molte discussioni il progetto sfumerà, con grande frustrazione da parte del regista.

Batman (1989) | Modern Trailer Recut | DC
Batman (1989) | Modern Trailer Recut | DC

Tim Burton, i grandi legami artistici

Oramai è difficile pensare alla carriera di Tim Burton senza pensare, quasi istintivamente, anche al nome di Johnny Depp: tra il regista e l’attore è infatti nato un fortissimo sodalizio umano prima di tutto, ma anche artistico, che li ha portati a lavorare insieme più e più volte, dando vita ad alcuni titoli che sono entrati a pieno diritto nella storia del cinema; la loro collaborazione è iniziata con Edward mani di forbice (1990), la delicata fiaba a tinte dark per cui il Burton ha preferito Depp ad attori del calibro di Tom Cruise, affidandogli con successo il ruolo del malinconico Edward che con le sue lame al posto delle mani intaglia cespugli e statue di ghiaccio, osteggiato e ostracizzato da una società che non accoglie il diverso (film tuttora considerato come uno dei più rappresentativi della poetica del regista).

Edward mani di forbice, trailer
Edward mani di forbice, trailer

Poi arriva Ed Wood (1994), film sull’omonimo regista, definito “il peggiore di tutti i tempi” e per questo diventato di culto: si tratta di un progetto particolarmente caro a Burton, e che nelle sue mani diventa un anomalo biopic, girato in bianco e nero, tra realtà e re-immaginazione dei fatti, che riceve il plauso dalla critica ma rimane un prodotto di nicchia al box-office.
Sempre Johnny Depp è il protagonista di Il mistero di Sleepy Hollow (1999), horror gotico ispirato a un racconto di Washington Irving, ambientato alla fine del ‘700, e che rende omaggio anche visivamente ai gloriosi vecchi horror tanto amati dal regista, come quelli a marchio Hammer, e che vede come protagonista femminile un’altra giovane ma già veterana del genere, Christina Ricci. Il film ha successo di pubblico, ma va ancora meglio la successiva collaborazione Burton-Depp, La fabbrica di cioccolato (2005), dall’omonimo classico per l’infanzia di Roald Dahl, una favola con punte di cinismo che è anche una festa per gli occhi, grazie alle coloratissime ed elaborate scenografie che ritraggono il mondo di dolci e zuccheri del misterioso Willy Wonka; il film ha anche un pizzico di musical, con le canzoni degli Umpa Lumpa, e Burton si tuffa completamente nel genere poi con Sweeney Todd-Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Stephen Sondheim e Hugh Wheeler, di cui Depp è protagonista a fianco di Helena Bonham Carter, una storia cupissima di vendetta ambientata nella grigia Londra vittoriana.

Sleepy Hollow, trailer
Sleepy Hollow, trailer
La fabbrica di cioccolato, trailer
La fabbrica di cioccolato, trailer

Depp riveste il ruolo del Cappellaio Matto in Alice in Wonderland (2010), adattamento del romanzo di Lewis Carroll; il film, sebbene non abbia convinto del tutto la critica, ha avuto un grande successo economico (anche grazie all’utilizzo del 3D) e ha contribuito al rilancio dei live-action di celebri fiabe e fantasy.

Alice in Wonderland, trailer
Alice in Wonderland, trailer

Ha avuto un’accoglienza contrastante anche Dark shadows (2012), una commedia horror adattata da una popolare e omonima soap opera degli anni ’60, un film considerato uno dei titoli minori della cinematografia del regista, coerente con il suo stile visivo ma dalla trama poco incisiva.

Dark Shadows - Trailer Italiano
Dark Shadows - Trailer Italiano

Altra collaborazione molto importante è stata quella con l’attrice Helena Bonham Carter, per anni compagna di vita del regista, che l’ha diretta per la prima volta nel fantascientifico Il pianeta delle scimmie (2001), remake del classico del ’68 a sua volta tratto dall’omonimo romanzo; Tim l’ha voluta poi, in un doppio ruolo, nel successivo Big Fish (2003), uno dei titoli più amati del regista, che al tempo ha rappresentato un parziale cambio di genere e stile per lui, cimentatosi con questa storia di legami familiari a metà fra il realismo e il racconto fiabesco. Helena appare anche nei successivi film del regista fino a Dark shadows.
Ci sono poi anche altri attori e attrici che hanno lavorato più volte con il regista, tra cui possiamo citare Micheal Keaton, Danny De Vito, Eva Green, Christopher Lee, solo per fare qualche nome, mentre tra i suoi collaboratori più stretti figura sicuramente anche il compositore Danny Elfman, autore delle colonne sonore di quasi tutti i suoi film, le cui musiche dall’impronta spesso riconoscibile sono diventate uno degli elementi più apprezzati dai fan.

Big Fish (2003) Trailer
Big Fish (2003) Trailer

Tim Burton, la passione per l’animazione

Tim Burton ha sempre avuto un particolare legame con il mondo dell’animazione, specialmente quella a passo uno, la cosiddetta stop-motion: uno dei suoi primi cortometraggi è stato Vincent (1982), un racconto ispirato a Edgar Allan Poe e narrato da uno degli idoli del regista, l’attore Vincent Price, leggenda del cinema horror; poi c’è la sua firma (anche se non ne ha curato la regia) su Nightmare before Christmas (1993), piccolo capolavoro i cui personaggi sono tuttora iconici, una fiaba dark e romantica che è anche un musical (la voce italiana del protagonista Jack è di Renato Zero), mentre poi Burton dirige anche (insieme a Mike Johnson) La sposa cadavere (2005), racconto gotico-sentimentale liberamente ispirato a una storia folkloristica. Inoltre lo stesso Burton ha diretto, nel 2012, il lungometraggio in stop-motion basato sul suo Frankenweenie di ventotto anni prima.

Frankenweenie (2012) trailer
Frankenweenie (2012) trailer

Le storie per i più giovani (e non solo)

Negli anni più recenti la carriera di Burton è stata orientata verso film rivolti prevalentemente a un pubblico molto giovane: oltre al già citato Alice in Wonderland, ha diretto Miss Peregrine-La casa dei ragazzi speciali (2016), tratto da un romanzo per ragazzi, che ha per protagonisti un gruppo di adolescenti dai poteri paranormali, a cui è seguito il live-action di un altro classico della Disney, Dumbo (2019), ancora una volta una storia dedicata ai freaks da Tim tanto amati. Inoltre il regista è stato anche, indirettamente, uno dei protagonisti della scorsa stagione televisiva, essendo produttore esecutivo e regista di quattro episodi di Mercoledì, la serie Netflix dedicata alla figlia adolescente della famiglia Addams dalle trecce scure e il carattere ancora più cupo, che è stata uno dei trionfi di pubblico e anche di critica dello streaming, diventando subito un cult, con le immagini del ballo scolastico di Jenna Ortega (la protagonista) che per settimane hanno impazzato sui social.

Progetti futuri

È attualmente in fase di realizzazione il sequel di Beetlejuice, in cui ritornerà parte del cast originale, con l’aggiunta proprio di Jenna Ortega, nel ruolo della figlia di Lydia (Winona Ryder) del primo film, e anche della nostra Monica Bellucci a impersonare la moglie di Beetlejuice. Inoltre è stata già confermata una seconda stagione di Mercoledì, anche se ancora non si conosce nei dettagli un eventuale coinvolgimento di Burton nelle riprese.

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