Paulette: intervista Alain Goldman, produttore del film


Intervista fatta ad Alain Goldman, produttore del film francese Paulette, interpretato da Bernadette Lafont e diretto da Jérome Enrico.

Vi proponiamo l'intervista fatta ad Alain Goldman, produttore del film francese Paulette, interpretato da Bernadette Lafont e diretto da Jérome Enrico.

Jérôme Enrico ha rivelato che il suo agente ha fatto le poste alla sede di Légende productions con la sceneggiatura di Paulette
Io ho un ricordo diverso! Dopo che mi hanno descritto il progetto, l'ho letto. In effetti, per decidere di fare un film, devo averne voglia due volte. Nella prima, che precede la lettura della sceneggiatura, chiedo che mi si racconti brevemente la storia e reagisco esattamente come uno spettatore. Il tema mi interessa, mi diverte, mi commuove o no? In caso positivo, leggo la sceneggiatura e una volta che la storia è terminata, se ne ho ancora voglia, vado avanti in fretta!

E cosa le ha fatto venire voglia di leggere la sceneggiatura di Paulette
In primo luogo l'idea: «una vecchia signora che vende droga» era sufficiente per incuriosirmi. Dopo aver letto la sceneggiatura, mi è piaciuta la dimensione sociale del progetto. Alla Légende, eravamo tutti d'accordo: era molto buffa, ma non solo. Come con ogni buon soggetto di una commedia, si sarebbe potuto realizzare un film drammatico con questa vicenda. La storia mi ha aperto gli occhi sul duplice abbandono di cui sono vittime le persone anziane. Lo Stato non ha i mezzi per sostenerli, le famiglie si sfaldano e tutto questo si avverte sui luoghi che dovrebbero essere destinati alla solidarietà nella nostra società. A mio avviso, la loro solitudine e precarietà può essere spiegata con il fatto che la Francia è diventata una società in cui possono sopravvivere soltanto le persone attive. Non solo, gli anziani così come i bambini, non producono, ma sono anche fonte di imbarazzo. Una donna anziana che ci mette tanto tempo a pagare il pane, è come un bambino che gioca in treno: un fastidio. E' un fenomeno che non esiste né in Africa, né in Asia, dove rispettano ancora l'esperienza e valorizzano l'attesa.

Ha sentito parlare della 'vera' Paulette, quella che ha ispirato gli sceneggiatori?
No, ma il fatto che la storia si ispirasse a un fatto di cronaca e quindi fosse ancorata alla realtà, mi ha colpito e divertito: in seguito, ho scoperto che ovunque esistono delle Paulette, non solo in Francia. Ho letto che negli Stati Uniti è stata messa in prigione una Mà Dalton di settant'anni, che controllava 400 spacciatori in 5 stati. Lei riusciva a gestire tutti i 'giovani' che lavoravano nell'organizzazione! Peraltro, credo che fin dall'inizio io e Jérôme Enrico avessimo la stessa visione del progetto. Non si trattava di fare un film sulla droga, ma sulla precarietà della terza età.

Non era un soggetto molto glamour, questo le faceva paura?
Decisamente no. Intanto, la sceneggiatura era molto divertente, poi avevo visto il primo lungometraggio di Jérôme Enrico, quindi ero consapevole delle sue doti, del suo sguardo e della sua bravura come regista. Per quanto riguarda i nostri partner (le catene delle sale cinematografiche, il distributore, ecc.), abbiamo la fortuna di avere la loro fiducia. Realizziamo solo due o tre film all'anno, quindi conoscono perfettamente il nostro entusiasmo e il nostro coinvolgimento personale. Se produciamo un film, significa che ci crediamo completamente, come in questo caso. Peraltro, abbiamo raccolto i finanziamenti per Paulette più rapidamente di quello che speravamo all'inizio.

Jérôme Enrico afferma che le riprese sono state fantastiche. Il produttore conferma?
Certo! E non si tratta di una difesa d'ufficio, glielo assicuro. Quando vedo il lavoro fantastico di Bernadette Lafont, il rigore e l'entusiasmo del regista, il trasporto di tutte le persone coinvolte, è impossibile non essere un produttore felice.

Lei è abituato ai successi al botteghino (I fiumi di porpora, 99 francs, La vie en rose, Vento di primavera, Case départ, ecc.). Ritiene che Paulette abbia le stesse possibilità con il pubblico?
Voglio rassicurarla, non abbiamo realizzato solo dei successi! D'altronde sarebbe impossibile. E' difficile predire il successo o il fallimento di un film atipico come Paulette, ma in un certo senso, non mi importa. Ne sono fiero, come sono fiero del lavoro svolto su questo film. Ora, se come mi è capitato personalmente, anche gli spettatori si avvicineranno al film pensando semplicemente di farsi quattro risate e usciranno dalla sala avendo cambiato un po' la loro visione delle persone anziane, oltre a esserne fiero, ne sarei commosso… e felice!

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