Paolo Borsellino - i 57 giorni
Paolo Borsellino - i 57 giorni

Paolo Borsellino – i 57 giorni questa sera su Raiuno


A 20 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio che sconvolsero l’Italia, questa sera va in onda su Raiuno Paolo Borsellino – i 57 giorni in prima serata un film di Alberto Negrin con Luca Zingaretti nel ruolo di Paolo Borsellino. 23 maggio 1992, la strage di Capaci – la morte di Giovanni Falcone, […]

A 20 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio che sconvolsero l’Italia, questa sera va in onda su Raiuno Paolo Borsellino – i 57 giorni in prima serata un film di Alberto Negrin con Luca Zingaretti nel ruolo di Paolo Borsellino.

23 maggio 1992, la strage di Capaci – la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro
19 luglio 1992, l’attentato di via d’Amelio – la morte di Paolo Borsellino e degli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Due date alle quali, a distanza di vent’anni, Rai dedica un film, diretto da Alberto Negrin e scritto da Francesco Scardamaglia. Gli ultimi giorni del magistrato della Procura di Palermo e di Giovanni Falcone. Un racconto di come Borsellino ha affrontato, nei rapporti con la moglie e con i figli, un viaggio verso la morte per un assoluto senso di responsabilità rispetto al suo compito.

Per interpretare Borsellino, Zingaretti si è sottoposto a lunghe e impegnative sedute di trucco in modo da assumere le sembianze di un uomo deluso e affranto per i tanti tradimenti, per la morte dell’amico e di molti suoi colleghi. Nel cast, Lorenza Indovina, Enrico Ianniello, Davide Giordano, Rori Quattrocchi e Andrea Tidona.

Nella sceneggiatura non c’è soluzione di continuità tra il Borsellino “privato” e quello “pubblico”: l’uomo rimane sempre fedele a se stesso e alla sua visione della vita. Il regista Negrin racconta:

C’è un indissolubile intreccio tra le due realtà che produce, senza alcun artificio, una crescente sequenza di momenti di alta commozione, a volte di tensione e a volte di allegria e comicità perché Paolo Borsellino era un uomo dai sentimenti delicatissimi, estremamente allegro, ironico e generoso, sempre“.

Per la preparazione del film i produttori e il regista hanno incontrato ripetutamente il Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso e il Giudice Antonio Ingroia, ma anche la famiglia. Molti dei luoghi in cui è stato ambientato il film sono gli stessi in cui aveva agito Borsellino: il Palazzo di Giustizia di Palermo, via Cilea, la barberia e la chiesa nella quale, spessissimo, si recava.

A questo punto l’unico giudice di cui temo la sentenza è la famiglia di Paolo Borsellino, una famiglia che ci ha aiutati in ogni modo e che spero possa essere ricompensata da questo nostro omaggio alla memoria di un marito e di un padre assolutamente esemplari, perché fino al suo ultimo istante ha dimostrato di essere anche un giudice e un funzionario dello Stato pronto a perdere anche la vita pur di compiere il proprio dovere“.

La storia vent’anni dopo – Dal luglio del 1992 sono stati fatti vari processi per la strage di via D’Amelio, ma in vent’anni la verità ancora non è stata trovata. Di recente le rivelazioni di un nuovo pentito hanno scagionato alcuni di coloro che erano stati condannati. Per questo motivo la Procura di Caltanissetta ha avviato il processo di revisione.Le indagini su depistaggi e mandanti esterni sono tutt’ora in corso. Altri hanno raccolto l’obiettivo di Borsellino e di Falcone e continuano a combattere oggi la stessa loro battaglia contro le mafie e l’illegalità.

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