Pandorum – Universo Parallelo: la forza negativa fonte di terrore
Anno 2174: mentre la Terra è prossima al collasso, l'astronave Elysium si dirige verso il pianeta Tanis carica di 65.000 uomini. Appena risvegliati dall'ibernazione, gli astronauti Payton e Bower scoprono però che la nave è infestata da mostruosi umanoidi.
di Redazione / 17.02.2021
Il film "Pandorum – L'universo parallelo" diretto dal regista tedesco Christian Alvarst e prodotto dal regista di Resident Evil e Mortal Kombat Paul W.S. Anderson è la proposta della prima serata di Rai4 di mercoledì 17 febbraio, in onda dalle ore 21.20.
Due astronauti, il tenente Payton e il Caporale Bower si risvegliano nella loro nave spaziale Elysium che è stata lanciata nel 2174 avendo come meta il pianeta Tanis. La Terra è ormai sovrappopolata e le risorse sono minime e fatte oggetto di lotta per la sopravvivenza. Su Tanis sembra sia possibile ricominciare. I due, che avrebbero dovuto far parte di un turno di operatività, si ritrovano però soli nell'immensa astronave. Bower inizia un'esplorazione che lo porta a una terribile scoperta: pochi umani sono sopravvissuti come tali. Gran parte dell'equipaggio e di quella che avrebbe dovuto essere una sorta di Arca di Noè di terrestri si sono trasformati in mostri assetati di sangue.
Di ispirazione alla storica saga di Alien, Pandorum vanta un cast che comprende Ben Foster, Dennis Quaid, Cam Gigandet, Antje Traue, Cung Le e Eddie Rouse.
Curiosità dal film
C’è una forza negativa che grava minacciosa nel corso di tutta la storia e che è la fonte del terrore di Pandorum. Questa entità malefica si manifesta in differenti modi, sia fisicamente che psicologicamente, nel corso di tutto il film. E si palesa già nel prologo a dir poco apocalittico, dove veniamo a sapere che l’umanità ha distrutto la Terra e che per questa ragione ora ha bisogno di un posto nuovo dove poter vivere.
Ben Foster in proposito:
“Il modo in cui ci comportiamo e in cui trattiamo l’ambiente è a dir poco scandaloso. Pandorum rappresenta solo una delle realtà che potrebbero verificarsi se continuiamo a comportarci così”.
Nel film, la parola “pandorum” significa Sindrome da Disfunzione Orbitale, una patologia causata dal senso di vastità, di profonda solitudine e di isolamento che si provano nello spazio profondo.
“Questa disfunzione si manifesta con una specie di Complesso di Dio”, spiega il produttore Bolt, “incapacità di distinguere tra il bene e il male, allucinazioni, sanguinamento dal naso e tremore”.
Il dipartimento degli effetti speciali ha avuto il compito di creare visivamente il modo in cui questi effetti psicologici si manifestano, divenendo l’entità malvagia della storia: ossia gli Hunters. Gli Hunters, in origine, erano gli esseri umani inviati su un altro pianeta allo scopo di colonizzarlo e creare una nuova civiltà, facevano parte del viaggio spaziale fallito, in seguito hanno subito una mutazione e nel corso di 125 anni si sono trasformati in mostri terrificanti. Piuttosto che ispirarsi ai soliti zombi o agli alieni, i filmmaker volevano rappresentare queste creature in modo che apparissero più misteriose, per evitare che il pubblico potesse sottovalutarle a prima vista.
Kulzer:
“La nostra idea era di creare una creatura muta-forma. Il pubblico tenterà di capire cosa siano. Si chiederà se si tratta di alieni oppure di esseri sovrannaturali. Quando alla fine riusciranno ad identificarli rimarranno veramente sbalorditi”.
Per rafforzare l’effetto di queste creature sugli spettatori i filmmaker volevano farle apparire il più realistiche possibile ma, allo stesso tempo, volevano anche ridurre al minimo l’uso dell’Animazione in Computer Grafica. Dopo un lungo casting, sono stati scelti quattro attori per interpretare i quattro Hunters principali, i cui nomi sono Heflin, Weasel, Hunter Shape e Hunter Brute. In totale, sono stati utilizzati 17 attori per il ruolo degli Hunters, e per i quattro giorni di riprese ambientate nell’incubatoio degli Hunters, 70 comparse sono state trasformate in mutanti. Per il makeup delle creature, i filmmaker si sono rivolti ai famosi Stan Winston Studio.
Il look è molto elaborato, spiega McGowan, il makeup includeva anche la pittura del corpo, le maschere per la testa, per le mani e i piedi, i denti finti e le lenti per gli occhi. Un’attenzione particolare è stata data al makeup necessario per l’Hunter bambino, interpretato da una ragazzina di nome Luna, che nella realtà è la figlia di 8 anni di Alvart.
Poiché le ore lavorative dei bambini attori sono limitate, i dipartimenti di makeup e costumi hanno dovuto trovare dei compromessi per completare il loro lavoro nel modo più efficiente possibile rispettando al contempo gli orari stabiliti. L’artista del makeup Arjen Tuiten, che ha lavorato in film come Il Labirinto del Fauno e Hellboy 2: The Golden Army, è stato capace di ridurre il tempo necessario per il make up a due ore. “Luna è stata adorabile”, dice McGowan.
Il regista Alvart rivela infatti,
“A dire il vero, questo è solo il primo capitolo di una trilogia di film che spero di poter continuare a fare, per continuare ad esplorare l’universo di Pandorum”.