Il ritardo accumulato, il mancato arrivo del visto per entrare in Pakistan e i continui attentati terroristici in Kabul costringono la spedizione Overland ad azionare il piano di fuga.
Il viaggio televisivo più amato dagli Italiani dal 1995 a oggi torna alle sue origini. Ispirandosi ai primi, leggendari viaggi di Overland che hanno generato clamore per la loro grandiosità, l'obiettivo che lo speciale Overland 18, in onda dal 5 luglio su Rai1, si propone è decisamente arduo: partendo dall'Italia, transiterà via terra in Nazioni politicamente molto complesse come Afghanistan, Iran, Turchia, i Balcani, Bielorussia, Ucraina dell'Est, sulle rotte tra le più pericolose.
Ormai siamo in Afghanistan da un mese: il ritardo accumulato, il mancato arrivo del visto per entrare in Pakistan e i continui attentati terroristici in Kabul costringono la spedizione Overland ad azionare il piano di fuga, pensato nei dettagli ma dal successo non garantito. Nella puntata in onda mercoledì 16 agosto, alle 23.45 su Rai1, ci separiamo dai mezzi e voliamo su Herat, sperando ci raggiungeranno incolumi il prima possibile: li affidiamo a un'organizzazione locale che farà in modo di recapitarceli in incognito, attraversando le zone sotto il controllo talebano. Nell'attesa visitiamo la città di Herat, che tanta storia ha avuto nel Grande Gioco tra le due potenze più grandi nel 1800, che si contendevano il Centro Asia: i Russi per aprirsi la strada verso le Indie, gli Inglesi per difendere le Indie e conquistare l'Afghanistan. Guardando le imponenti mura della Cittadella ricordiamo la storia dell'Eroe di Herat: l'ufficiale inglese Heldred Pottinger che durante l'assedio Persiano riuscì con una decisione eroica a salvare dalla capitolazione la città. Proseguiamo la visita tra la Moschea del Venerdì, un Mausoleo e le torri pendenti di Herat. Abbiamo tempo anche per scoprire l'arte delle piastrelle in ceramica e della musica, quest'ultima censurata durante il regime talebano e oggi ancora poco diffusa. Ecco la notizia tanto agognata: i nostri veicoli sono arrivati e possiamo proseguire il viaggio verso l'Iran. Dalla base militare Italiana a Herat che ci ha ospitato in questi giorni di attesa, si alzano in volo due elicotteri Mangusta, e ci segue una scorta militare afghana di terra per proteggere il nostro transito durante l'insidioso percorso fino al confine. Superata la dogana Iraniana, la nostra Stefania può tornare a guidare il suo veicolo: anche l'Iran è un Paese musulmano ma non vieta alle donne la guida. La spedizione si ritrova a Mashhad, città sacra per eccellenza, con una moschea che può contenere 500.000 persone e una serie di strutture religiose e di accoglienza. La più estesa nel Mondo. Un'oasi alle porte del deserto di Dash-e Kavir ci accoglie tra gustose frittelle, caratteristiche bambole e un allevamento di dromedari, in attesa di un avvincente off-road tra le dune sabbiose.
Si arriva a Bamiyan, nella terra degli Hazara, in Afghanistan, con la nuova puntata di "Overland" in onda mercoledì 9 agosto, alle 23.45, su Rai1. Qui la lingua parlata è il Dari, derivata da Turchi e Mongoli che da qui passarono e si insediarono. Nella valle di Bamiyan c'è il famoso sito buddista distrutto dai Talebani nel 2001, che ritenevano le statue oggetti sacrileghi. I Buddha che avevano superato anche la furia di Gengis Khan non sono riusciti a sopravvivere alla furia distruttrice dei Talebani, che presero 110 ostaggi Hazara e li obbligarono a demolirli. Uno dei sopravvissuti racconta i tragici momenti passati. Davanti allo splendore dei laghi di Band-e Amir si resta senza parole: una delle bellezze naturali al mondo meno conosciute e più spettacolari che gli spettatori difficilmente avranno visto in altri documentari. Il ritorno a Kabul obbliga la spedizione a una sosta forzata a un posto di blocco. Nella zona del tragitto da percorrere, durante la notte in un conflitto a fuoco sono morte delle persone ma si presume che i terroristi siano ancora in fuga nella valle. Per precauzione la squadra del programma viene invitata all'interno della base, dove può assistere alla festa di primavera. Dopo la cerimonia, il Governatore offre una scorta per intraprendere i 70 km di strada che porta a Kabul e che potrebbero riservare seri rischi. Si visiterà un centro dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che si occupa anche del rimpatrio dei profughi di guerra: con il loro contributo ben 370.000 persone scappate in Pakistan sono rientrate, nel 2016, per rifarsi una vita dove sono nate. Il programma di inserimento prevede anche l'insegnamento, specialmente ai bambini, per riconoscere i micidiali ordigni che possono sembrare giocattoli: le mine anti-uomo. Una "puntata" a Chicken Street nella fabbrica di pregevoli tappeti Afghani, che si distinguono per leggerezza e eleganza di manifattura, chiude la giornata che improvvisamente viene sconvolta dall'attentato a Kabul nel quartiere delle ambasciate. I visti per il Pakistan non sono arrivati: troppi problemi sul percorso consigliano vivamente di cambiare itinerario, proseguendo il viaggio direttamente in Iran. È necessario attivare una soluzione e letteralmente scappare da Kabul. Overland riuscirà a raggiungere indenne l'Iran?
Mercoledì 12 luglio alle 23.40 su Rai1 Speciale Overland 18 in viaggio nell' Ucraina dell'Est e in Russia.
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che ha autorizzato l' ingresso nella zona di conflitto nell'estremo Est ucraino, accompagna la spedizione di Overland 18 lungo un percorso tortuoso, battuto da ogni sorta di mezzi militari. L'arrivo nella zona rossa normalmente vietata al transito già presenta i segni di un disastro annunciato.
Si fa tappa a Stanytsia Luhanska, dove la guerra colpisce tutti i giorni. Fori di proiettile e mortai, case distrutte, bruciate o bombardate che impressionano solo all'idea che il disastro sia a due passi dall'Europa. Il viaggio continua affrontando l'inverno russo.
Mosca è diventata una delle più belle, ammirate, e richieste città europee: musei, opere d'arte e architettoniche di grandezza faraonica, la vita frenetica e la voglia dei giovani di uscire dalla chiusura mentale ereditata dal periodo sovietico. L'orgoglio del passato militare è celebrato da monumenti alle vittorie contro i Mongoli, i Francesi di Napoleone, e i tedeschi di Hitler, mentre l'animo socialista è rappresentato da falce e martello che svetta sulla statua in mano all'operaio e alla contadina.
Si prosegue verso il Mar Caspio, territorio dei Cosacchi, una popolazione legata alla tradizione e alla religione, qui ancora cristiana ortodossa. In fine le terre del "Grande Gioco" che si è sviluppato nel 1800 ed è proseguito con la Guerra Fredda e le strategie di potere che tutt'ora stravolgono i Paesi del Centro Asia, Afghanistan in primis.
La puntata di Speciale Overland in onda su Rai1 mercoledì 19 luglio alle 23.20 tocca il Kazakistan e offre la possibilità di viaggiare in fuoristrada.
Le belle strade russe sono un ricordo; la steppa e gli abitanti, quasi tutti dediti alla pastorizia e all'allevamento di bestiame, offrono uno scenario nuovo e, anche se atteso, un po' sorprendente. La frontiera con la Russia, separa non solo i due Stati, ma due etnie differenti che manifestano massimamente nella religione i principali ideali di riferimento nella loro esistenza. La mezzaluna alta sulle cupolette dei santuari sancisce che si è entrati nel mondo islamico. Questo mondo proseguirà fino in Turchia e anche parzialmente nei Balcani. Le trivelle che pompano il grezzo ricordano che il Kazakistan è uno dei più grandi produttori petrolio al mondo, una ricchezza che avvantaggia l'elite aumentando l'enorme disparità con le classi sociali minori.
Un allevamento di cammelli incuriosisce la carovana che oltre alle dovute coccole ai piccoli cammelli nati da pochi giorni, scopre che il latte di cammella è ottimo e nutriente. L'offerta di un pranzo seduti a terra, senza posate, nella casa di una famiglia locale riporta indietro nel tempo, alle origini nomadi di questa ospitale popolazione che dopo secoli di migrazioni, si è resa sedentaria, mantenendo tutti gli usi e i costumi degli avi.
Lasciata la steppa Kazaka, si passa in Uzbekistan e il primo incontro con il disastro ambientale del prosciugamento del lago Aral è la dimostrazione che quando l'uomo desidera soggiogare la natura e i suoi ritmi, alla lunga perde. Dagli anni 1960, il lago è ridotto al 10% dell'originale superficie. Le barche dei pescatori adagiate su un letto di sabbia e sale sono la testimonianza lampante di quanto successo.
Si entra nel vivo della cultura locale scoprendo come vengono costruite le yurte e passando una notte nelle grandi tende dei nomadi, dove si gusta la cena rigorosamente seduti sul pavimento, accompagnati da musica tradizionale. Una splendida serata, interrotta da un'infausta tempesta di sabbia! La spedizione prosegue verso Khiva, un gioiello di città fortificata che fu al centro del "Grande Gioco" creatosi in centro Asia tra la Russia degli Zar e l'Impero Britannico, che aveva già occupato l'India via mare.
Un insieme di strategie, complotti e inganni per conquistare il Centro asia senza mai lottare l'uno contro l'altro, ma mettendo contro Persiani, Afghani, Turchi, e i vari Kanati di Khiva, Bukhara, Samarcanda e Tashkent. Il percorso tocca la città di Khiva, perfettamente ricostruita nella sua parte storica. Dopo qualche contrattempo burocratico la carovana riprende la strada per Bukhara, Samarcanda e poi Afghanistan, nella prossima puntata.
Fonte descrizioni: rai.it
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