Notre Dame de Paris
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Notre Dame de Paris, ritorna l’attesissimo musical dopo quattro anni


A quattro anni di distanza dall'ultimo tour italiano, l'opera popolare 'Notre Dame de Paris' è pronta a tornare a teatro con il ritorno di alcuni nomi storici all'interno del cast.

E' inevitabile che, quando si svolge questo mestiere, nel corso degli anni si anellano una serie pressoché infinita di conferenze e presentazioni per la stampa, durante le quali varie tipologie di artisti sottopongono il frutto del loro lavoro agli occhi non sempre benevoli dei giornalisti. Nonostante questa esperienza accumulata nel corso del tempo, può capitare che, un giorno, quasi inaspettatamente, una conferenza stampa diventi un vero e proprio spettacolo, per gli occhi e per il cuore. Nella locandina di esordio, quella che risale al 2002, la scritta quasi tridimensionale recitava: "La musica non è mai stata così spettacolare". Quasi quattordici anni dopo quella frase sembra più vera che mai.

Nella mattinata di oggi, nella sempre suggestiva cornice dell'Ara Pacis, affacciato sul Lungotevere di una Roma abbacinata da un sole nascosto dietro nuvole bianche, è stata presentata alla stampa il nuovo tour di Notre Dame De Paris, l'opera popolare di Riccardo Cocciante, con testi italiani di Pasquale Panella (versione originale firmata da Luc Plamondon). Una conferenza molto attesa dagli appassionati del musical ispirato all'opera di Victor Hugo sparsi in tutto il mondo; durante l'evento, infatti, sarebbero stati resi noti i nomi degli artisti che avrebbero prestato volto e voce ai vari personaggi dello spettacolo.

Per l'occasione era stato allestito l'auditorium dell'Ara Pacis, con una soffusa luce blu – da sempre il colore-simbolo dell'Opera – e un grande pianoforte a coda che prometteva già scintille.

Il produttore David Zard, in apertura, ha raccontato di essersi accorto di quanto il pubblico fosse ancora legato al musical:

Nonostante quattordici anni passati dal debutto a Roma avevo paura che quando sarebbero arrivati i giornalisti ci saremmo sentiti rispondere "ancora Notre Dame?" Eh, ancora Notre Dame. E' stato un ritorno, per dirla come gli americani, by public demand. Ogni volta che facevo qualsiasi spettacolo tutti quanti venivano da me e chiedevano "Signor Zard, quando riprenderete Notre Dame?"

Il produttore ha parlato dei trascorsi dello spettacolo, delle passate edizioni, del supporto sempre costante di collaboratori e pubblico, che non si sono mai tirati indietro davanti alla sfida di far vivere sempre qualcosa di meraviglioso e magico. Tant'è che anche la conferenza, di per sé, non era una semplice conferenza, ma qualcosa di unico.

David Zard, infatti, ha detto:

Questa vorrebbe essere una specie di celebrazione. Quindi vi riveleremo il cast e cercheremo di darvi qualcosa in più di una semplice conferenza stampa.

Perché Notre Dame de Paris è uno spettacolo che non si può accontentare di una semplice presentazione, fatta semplicemente di numeri e statistiche, di sponsor e sterili risposte a domande dall'odore stantio. Notre Dame de Paris è uno spettacolo che, proprio come ha detto lo stesso Zard, "è entrato nel dna degli italiani", con due milioni e mezzo di spettatori in circa mille repliche, in uno scenario che sa di primato, almeno nell'ambito dello spettacolo italiano. Tant'è che da quando l'avvento di un nuovo tour è stato annunciato, sono stati già venduti più di quarantamila biglietti.

David Zard, nel suo racconto, fa emergere l'emozione delle prime volte, quella di cui lui ormai dovrebbe essere privo, vista la sua lunga esperienza. Ma il produttore sembra ancora una matricola il primo giorno di scuola, con la voce che trema e le parole che sembrano sfuggirgli. E' un'emozione che viene trasmessa immediatamente anche alla platea stampa, che percepisce i brividi e la pelle d'oca e la paura che qualcosa possa andare per il verso sbagliato.

Alla fine del suo lungo prologo e dopo aver presentato Riccardo Cocciante e Pasquale Panella – con la frase "coloro che sono tutti" – David Zard esce di scena, lasciando i due sul palco, seduti al pianoforte.

Riccardo Cocciante ha detto:

Abbiamo pensato che non c'è niente di meglio di presentare uno spettacolo con uno spettacolo.

A quel punto le luci si abbassano e la voce sinuosa e graffiante di Pasquale Panella presenta uno ad uno i personaggi. Il primo ad essere presentato è il poeta Gringoire. Riccardo Cocciante accenna qualche nota, prima di partire a cantare Il tempo delle cattedrali, che subito vengono riprese dal suo interprete, Matteo Setti, che sale sul palco, facendo rivivere quel poeta che quattordici anni fa nessuno conosceva. Nessuno amava. L'attore/cantante, che nel corso di questi anni non si è fermato un attimo, tra tournée in America e persino una recente partecipazione al progetto Notre Dame de Paris in Lis. La canzone è quella che apre lo spettacolo, le prime note che si diffondono nel teatro dopo che il sipario si è alzato, ed è di quella da far venire i brividi per la nostalgia.

Il secondo ad essere presentato è Febo, il bel Febo, l'aitante cavaliere dal nome del Sole, diviso tra due donne, tra due modi di interpretare l'amore. La canzone che viene presentata alla stampa è Cuore in Me, in cui l'interprete Graziano Galatone spiega al pubblico la sua maledizione di avere un cuore spezzato a metà, tra il paradiso e l'inferno, tra il miele e il fiele, tra il dolore e il più basso piacere legato alla lussuria.

Subito dopo è la volta di Fiordaliso, la promessa sposa di Febo; sul palco l'interprete Tania Tuccinardi canta la difficile quanto splendida La Cavalcatura, nella quale la donna si rivolge al suo amato promettendogli un matrimonio pieno di carne e passione, a patto che la sua rivale venga messa fuori in gioco. Tania Tuccinardi è la vera new entry di Notre Dame De Paris, che arriva a calcare il palco di Sua Signora di Parigi dopo "essersi fatta le ossa" in Giulietta e Romeo.

Il quarto ad entrare è Frollo. Claude Frollo è un servo della cattedrale, il suo più fedele amante. Un uomo di scienza, un uomo di ragione, che ha costruito la sua intera esistenza con la precisione di torri di marmo che si innalzano verso il cielo e il Dio che serve con abnegazione. Un impegno che viene meno quando nella sua vita entra, come un fugace gioco pirotecnico, la bella Esmeralda. E' a lei e alla portata dei sentimenti che risveglia in lui che Frollo canta Mi distruggerai. A intonare le note piene di rassegnazione è la voce stentorea di Vittorio Matteucci, anche lui reduce da un altro musical, I promessi sposi. Matteucci è un vero e proprio punto fermo dell'Opera, più di quanto potrebbero essere alti: la sua è la voce che risveglia l'anima, che le dà fuoco, che le impone di stare divisa tra il rancore verso un uomo tiranno e la pietà verso una pecora smarrita.

Ed è proprio Esmeralda ad entrare subito dopo sul palco; quando Lola Ponce mostra il suo volto dietro le note di Zingara la platea esplode in un fragoroso applauso. Esmeralda è una ragazzina ingenua e, al tempo stesso, forte, che sopporta tutto, che combatte l'umiliazione, che combatte l'ingiustizia. E' una figura evanescente, che perde la propria identità a favore di un'entità evanescente che si concretizza solo attraverso lo sguardo di chi la ama.

Subito dopo ad entrare sul palco è Giò Di Tonno. Ancora una olta l'auditorium si riempie di applausi da spellarsi le proverbiali mani. Giò Di Tonno entra e, mentre le prime note di Dio ma quant'è ingiusto il mondo, nella platea cade un silenzio carico di cose non detto. Un silenzio che è fatto di una voce graffiante che artiglia ogni cosa le capita a tiro, che urla con la frustazione di un comune mortale che non può in nessun modo modificare la strada che il destino gli ha cucito addosso. Giò di Tonno torna ad essere Quasimodo e Quasimodo torna lentamente alla vita, emergendo da una terra che lo aveva inghiottito, deriso e schiacciato. E nella voce dell'interprete vincitore (insieme a Lola Ponce) del Festival di Sanremo con il pezzo Colpo di Fulmine, regala un innamoramento totale a tutti coloro che hanno l'onore di sentirlo.

A chiudere la carrellata del cast arriva Clopin, lo zingaro che aveva preso in "adozione" Esmeralda, quel fratello maggiore fatto di imbrogli e gelosia, di spavalderia e tragico eroismo. Clopin ha il volto – e il phisique du role – di Leonardo di Minno. La sua è una voce profondissima, nella quale si corre il rischio di perdersi, come se si cadesse in una sorta di tana di coniglio, un tunnel nero e interminabile, da dove entrano sporadici raggi di sole. L'interprete canta I clandestini, sulle cui note rientrano anche tutti gli altri.

Alla fine della presentazione tutto il cast è tornato sul palco, prima per cantare Bella e poi per riprendere Il Tempo delle Cattedrali, proprio come avviene a teatro quando, dopo i saluti, il cast torna alla ribalta per intonare insieme al pubblico il leitmotiv. Solo dopo quest'ultima esibizione ha avuto inizio la conferenza stampa standard.

David Zard, parlando di questo nuovo cast ha detto:

Noi debutteremo a Milano al teatro Ciak il 20 di Marzo, poi proseguiremo verso altre città arrivando fino a Roma e poi, per chiudere con questo cast, all'Arena di Verona. Come vedete abbiamo coloro che hanno iniziato e consacrato il successo di Notre Dame. Perché senza di loro non si dava inizio a questa grande scuola. Perchè di scuola si è trattato: dal modo di presentarsi in scena, di cantare, di danzare, di vivere il personaggio. E questa è la richiesta del pubblico che voleva rivedere Giò di Tonno, Lola Ponce, Vittorio Matteucci … Anche Graziano Galatone e Matteo Setti. E poi i nuovi, che non sono nuovi, Leonardo Di Minno e Tania Tuccinardi.

Soprattutto, però ci si è soffermati anche sulla "staffetta" dei protagonisti, con un cambio sul palcoscenico, dal momento che in questi mesi sono stati organizzati dei veri e propri casting.

Riccardo Cocciante ha detto:

Abbiamo chiesto agli artisti originali di venire, però è temporanea questa cosa. Abbiamo fatto delle audizioni e le faremo ancora. Perché prepareremo nel frattempo un cast che continuerà dopo di loro. E' un lavoro lungo: io faccio degli atelier per prepararli, per far sì che questi artisti siano pronti, che siano pronti a dare il meglio.

Pasquale Panella più tardi ha risposto sulla attualità dello spettacolo, su come alcuni testi delle canzoni nascondano al loro interno delle riflessioni che appaiono quanto meno contemporanee al contesto sociale nel quale ci troviamo a muoverci:

Questo è il bello. Questo è stato scritto da Victor Hugo un po' di tempo fa. E questo spettacolo è stato scritto da noi… be' sì anche da noi qualche tempo fa. Questo è il bello. Non è che noi si stia qui di qualcosa di profittevole. Ma è perché la clandestinità è un problema… non dico eterno, ma insomma… Ma è bellissimo note che lo conosceva benissimo Victor Hugo; lui si trovò a far dover passare questa massa che prima era massa informe, perchè era soggiogata da poteri monarchici, militari, religiosi … Lo sforzo continuo di Victor Hugo era di far passare la gente nella letteratura. Voglio dire, il passaggio della clandestinità è un tema passante. Forse ogni opera dovrebbe avere questo passaggio: il passaggio ad una vita migliore.

Subito dopo è stato chiesto a Riccardo Cocciante come si sente a tornare a questa avventura, soprattutto con gli interpreti originali:

Come avete visto, quando enro nella musica io sono sempre emozionato. Ero emozionato prima di cominciare e anche dopo … Risentirli dopo tanti anni mi da tante emozioni. Perchè un interprete che deve fare? Io chiedo sempre loro di rubare quello che ho composto. Un Quasimodo deve prenderlo e farlo suo. E ogni volta che loro salgono sul palcoscenico ricreano questo personaggio, questo scambio … ed io sono riconoscente di tutto questo.

E proprio agli artisti principali, vale a dire Giò di Tonno e Lola Ponce, è stato chiesto come si sono sentiti nel tornare a vestire i panni dei loro personaggi.

"Più stretto, perché sono ingrassato," ha esordito Di Tonno, prima di aggiungere:

Era un po' nell'aria da qualche anno, di rimettere su il primo cast. E sinceramente non mi sentivo pronto, perché avevo già dato credo tutto a questo spettacolo, perché io avevo fatto 550 repliche ed ero arrivato ad un livello di consunzione tale che non volevo rischiare di fare la caricatura di me stesso. Del Quasimodo che penso fosse ben riuscito. Adesso invece avevo propria voglia. E la stessa voglia è quella che ho trovato nei miei colleghi. Perché credo che sia stato lo spettacolo che mi ha dato di più sia artisticamente sia umanamente. E sentivo che questa magia in questi mesi si potesse ripetere. E ho voglia di questo e quindi sono qua.

Lola Ponce invece ha detto:

Io vorrei solo dire una cosa. Notre Dame de Paris non è solo uno spettacolo incredibile agli occhi di tutti voi, ma anche dietro. Ci sono centinaia di persone che lavorano e per me la cosa più incredibile è stato rincontrare tutte queste persone. Ed è una meraviglia. Perché Notre Dame espande l'amore. Espande la passione. Notre Dame è questa storia meravigliosa. Vi promettiamo che tutti noi vi stupiremo un'altra volta con i nostri personaggi nel 2016.

E, per parafrasare una frase dal pezzo Val d'Amore questa conferenza stampa ha restituito al pubblico la voglia di tornare a vedere lo spettacolo. Perché, d'altronde, come canta Matteo Setti/Gringoire: "Ci vieni un giorno e hai nostalgia di ritornare e tornerai".

Per tutte le informazioni sullo spettacolo vi consigliamo il sito www.ndpitalia.it mentre per l'acquisto dei biglietti invece potete affidarvi a ticketone. Infine, per vedere la registrazione video della conferenza nella sua interezza potete guardare il player qui sotto.

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