Nella casa: intervista a Emmanuelle Seigner
La protagonista Emmanuelle Seigner parla del thriller Nella Casa, dal 18 aprile nei cinema italiani, diretto da Francois Ozon; nel cast anche Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas, Yolande Moreau.
di Redazione / 18.04.2013
Vi proponiamo l'intervista integrale fatta a Emmanuelle Seigner, tra i protagonisti del nuovo film diretto da François Ozon, Nella Casa, in arrivo nelle nostre sale Giovedì 18 Aprile 2013 distribuito da BIM. Nel film, un ragazzo di 16 anni si insinua nella casa di un suo compagno di classe per trovare ispirazione per i suoi componimenti scolastici. Colpito dal talento e dall'indole insolita dello studente, il suo professore di francese ritrova il gusto dell'insegnamento, ma l'intrusione scatenerà una serie di eventi incontrollabili.
Come è avvenuto l'incontro con François Ozon?
Non è stato in occasione di questo film. Ci eravamo conosciuti nel 2007 per un altro progetto con un personaggio femminile un po' nello stile di Sotto la sabbia. Si trattava di una donna che si innamorava di un amico di suo figlio, un ruolo vicino a quello di Esther ma in un registro più drammatico. Amo molto il cinema di François, avevo davvero voglia di lavorare con lui ed ero rimasta delusa quando quel progetto non andò a buon fine.
Quale è stata la sua reazione quando ha letto la sceneggiatura di Nella Casa?
Mi è piaciuta moltissimo e ho trovato il personaggio di Esther divertente. Nella sceneggiatura è una donna difficile da identificare, misteriosa, fluttuante. Bisognava costruirla molto, a livello fisico.
E lei ha partecipato a questa costruzione fisica?
Io non costruisco mai niente, faccio quello che mi viene detto di fare. Non sono un'attrice che elabora i personaggi. Non dovrei dirlo, ma è la verità. Mi lascio guidare dal regista, aspetto di vedere che cosa vuole. Tanto, anche se un attore cerca di prendere delle decisioni, è il regista che sceglie le inquadrature, che ha il final cut, quindi tanto vale dargli subito quello che si aspetta! Un attore è al servizio del regista. Del resto, è proprio questo che spesso odio nel mestiere di attore ed è la ragione per cui faccio anche la cantante. Cantare mi permette di essere molto più tranquilla quando recito, di lasciare la presa.
Cosa si aspettava da lei François Ozon?
Che mettessi il vestito che voleva lui, che mi pettinassi come aveva deciso lui, che recitassi i miei dialoghi… Il mestiere di attore è molto più semplice di quanto immagini la gente. Quando ero più giovane, mi sforzavo di essere brava. Con l'esperienza e avendo acquisito maggiore sicurezza in me stessa, penso che meno si ha desiderio di fare, di dimostrare quello di cui si è capaci, meglio è.
Esther è un contro-ruolo per lei…
Sì, Esther è una donna completamente passiva, molto lontana da me. È simpatico incarnare una persona del tutto diversa da sé. Dopo la megera che ho interpretato in Ils se marierent et eurent Beaucoup D'enfants di Yvan Attal, Esther è probabilmente uno dei ruoli che mi ha maggiormente divertito nella mia carriera.
È credibile nei panni di una casalinga della classe media e tuttavia resta comunque sexy…
È molto gentile, ma io non mi sono trovata per niente sexy! Alla fine miglioro un po', ma quando ho visto il film sono rimasta scioccata, non mi sono affatto riconosciuta. Ma non ha importanza. Il controllo della propria immagine è in antitesi con la recitazione. Recitare non è fare un servizio fotografico di moda.
Come vede Esther?
Esther è una donna dolce, affettuosa e un po' desueta, ricorda in parte le casalinghe agiate degli anni '50 e '60. È totalmente devota alla famiglia e alla sua piccola casa. Vorrebbe lanciarsi nell'arredamento d'interni, ma non ha ambizioni. È la tipica massaia della classe media, come non ce ne sono più da quando le donne si sono emancipate, tranne che nelle serie televisive americane come Desperate Housewives.
Secondo lei Esther è felice o è la donna che si annoia di più al mondo?
Un po' tutte e due le cose. Sicuramente si annoia, ma ha un marito e un figlio e alla fine del film scopriamo che avrà un secondo figlio. Molte donne che hanno sacrificato tutto per la carriera sognano di avere una famiglia come quella di Esther. L'ideale sarebbe avere entrambe le cose, ma non tutte hanno questa fortuna. Se dovessi scegliere tra carriera e famiglia, anch'io sceglierei la mia famiglia.
Trova comprensibile che Claude sia affascinato dalla famiglia Rapha e in particolare da Esther?
Sì, i ragazzi non amano avere una vita sconclusionata, hanno voglia di essere come tutti, hanno bisogno di avere dei modelli rassicuranti, di un padre che lavora e di una madre a casa che prepara la merenda. È questa normalità che attrae Claude.
Esther è dolce e rassicurante e possiamo capire che Claude proietti il suo desiderio su di lei. Del resto, è quando la vediamo attraverso il suo sguardo che Esther diventa meno scialba e più interessante.
Ed Esther cosa trova di attraente in Claude?
È realmente attratta da Claude? Il bacio in cucina c'è veramente stato? Non è piuttosto un'invenzione di Claude? Non è François che gioca con le nostre menti?!
Come sono andate le riprese?
È stato un set molto piacevole. Il modo di dirigere di François mi si confà perfettamente: lavora in fretta, è allegro, ingegnoso, spiritoso. Non crea un'atmosfera di sofferenza, fortunatamente visto che la mia parte di masochismo è molto poco sviluppata! Per me, la vita è davvero troppo importante, troppo corta e a volte troppo dolorosa per cercare di farsi del male anche lavorando. Faccio un mestiere gradevole, tanto vale approfittarne. Recito in modo molto tranquillo, senza angoscia. Questo non vuol dire che non dia tutta me stessa. Cerco sempre di essere il più sincera possibile.
E l'incontro con Denis Ménochet?
È molto simpatico. Anche lui è alla ricerca del piacere, ci è piaciuto molto recitare insieme.
Per quanto riguarda Ernst Umhauer, anche se è un attore molto giovane, con poca esperienza, sapeva esattamente quello che faceva. È perfetto per il suo ruolo.