Mytho, il gene anti-età che consente di invecchiare meglio
Una ricerca internazionale guidata dal nostro Paese ha permesso di individuare Mytho, un gene che se attivato può consentire agli esseri umani di avere una vecchiaia migliore e godere di una qualità della vita più soddisfacente: tutti i dettagli. Uno degli obiettivi della ricerca scientifica è senza dubbio quello di riuscire a trovare il ‘segreto’ […]
di Roberto Naccarella / 22.06.2024
Una ricerca internazionale guidata dal nostro Paese ha permesso di individuare Mytho, un gene che se attivato può consentire agli esseri umani di avere una vecchiaia migliore e godere di una qualità della vita più soddisfacente: tutti i dettagli.
Uno degli obiettivi della ricerca scientifica è senza dubbio quello di riuscire a trovare il ‘segreto’ di lunga vita, ovvero come cercare di estendere il più possibile l’aspettativa di vita garantendo però una vecchiaia priva di fatiche. Uno studio pubblicato di recente ha scoperto che nel nostro DNA c’è un gene che consente di vivere a lungo e di invecchiare nella maniera giusta. La ricerca internazionale guidata dall’Italia, pubblicata sul Journal of Clinical Investigation, vede come protagonista un gene che prende il nome di Mytho.
Il lavoro svolto da Marco Sandri, docente del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, e Eva Trevisson, genetista del Dipartimento di Salute della donna e del bambino dell’Ateneo veneto, è durato ben nove anni e ha visto la collaborazione anche di scienziati appartenenti a centri italiani ed esteri.
Mytho, il gene che può migliorare la qualità della vita
La coautrice principale di questo studio, Anais Franco Romero (assieme a Valeria Morbidoni), ha provato a spiegare all’Adnkronos come è stato individuato il gene. La ricerca aveva come focus iniziale i possibili geni presenti nel genoma umano in grado di giocare un ruolo nel controllo della qualità delle proteine.
Durante lo studio i professionisti si sono poi concentrati su Mytho, un gene davvero molto interessante. La sua inibizione, infatti, fa sì che le cellule smettano di replicarsi, di fatto rendendo più breve la vita. Al contrario, se Mytho viene attivato ecco che la qualità della vita migliora parecchio e il soggetto in questione può avere una vecchiaia decisamente più soddisfacente.
Ma cosa fa esattamente Mytho? Come spiegato dagli scienziati, questo gene è responsabile della regolazione dell’autofagia, ovvero di quel processo biologico che consente di rimuovere proteine e organelli che hanno subito danni. Per farla breve, grazie all’attivazione di Mytho l’omeostasi cellulare è decisamente migliore.
La maggior parte del nostro codice genetico è ancora tutta da scoprire
Si tratta sicuramente di un grosso passo avanti sia per studiare nuove soluzioni per migliorare l’invecchiamento degli individui che per capire ancora più a fondo il genoma umano.
Tuttavia, come precisa il docente Marco Sandri, larghi tratti del nostro codice genetico restano ancora da decifrare. Proprio l’esperto fa notare che su 20.000 geni che codificano le proteine un quarto di questi (circa 5.000) è ancora completamente ignoto.