Mine, thriller hollywoodiano firmato da due registi italiani
Il 6 ottobre esce al cinema Mine, un thriller psicologico ad alta tensione con protagonisti Armie Hammer e Annabelle Wallis.
di Redazione / 23.08.2016
Dal produttore di Buried – Sepolto, arriverà nelle sale cinematografiche il 6 ottobre Mine, un thriller psicologico ad alta tensione, distribuito da Eagle Pictures.
Dallo spazio chiuso di una bara a quello sconfinato del deserto afgano, un luogo che, per un giovane soldato costretto a rimanere immobile per non saltare letteralmente in aria, diventerà improvvisamente claustrofobico e dove per sopravvivere toccherà fare i conti non solo con la natura ostile ma con tutti i pericoli che la mente può provocare.
Protagonista di Mine è Armie Hammer, gia' visto in The Social Network e Operazione U.N.C.L.E, che in una situazione ai limiti della sopravvivenza, si lascia a visioni, paure e rimpianti, anche per l'amore lasciato a casa, che ha il volto di Annabelle Wallis, già protagonista della serie I Tudor e del film horror Annabelle.
Mine è un film hollywoodiano frutto di due registi italiani, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, che proprio con questo film debuttano sul grande schermo dopo aver scritto e prodotto True Love, venduto in oltre 70 paesi.
A seguire il trailer di Mine.
MINE è il primo film che vede Fabio Guaglione e Fabio Resinaro come registi oltre che sceneggiatori. È il loro esordio come autori ed è un progetto che li ha quindi molto coinvolti personalmente e per un lungo periodo. Da tempo stavano cercando una storia che li rappresentasse e potesse metterli nelle condizioni migliori per esprimere la loro visione ed il loro modo di raccontare storie. Dopo diversi progetti non andati in porto, si sono focalizzati sul definire un progetto che avesse una forte idea di base e che permettesse di trovare un attore protagonista di richiamo, grazie alla scrittura di un ruolo principale molto impegnativo, che diventasse una sfida stimolante da accettare. Dopo aver visto numerosi film ambientati in uno spazio chiuso sempre più angusto (una casa, una stanza, una seggiovia, una cabina telefonica), i due registi hanno sentito l'esigenza di trovare un concept che permettesse un'unità di tempo e luogo in maniera alternativa, soprattutto perché – rimanendo in questo genere – sarebbe stato impossibile essere più estremi e originali di Buried – Sepolto, un film ambientato tutto nello spazio chiuso per eccellenza, una bara.
Nonostante si trattasse di un film high concept, l'intento originario era quello di svilupparlo comunque in una storia che valesse la pena di essere raccontata. Bisognava capire quali fossero i temi che l'immagine simbolica dell'uomo bloccato tra la vita e la morte potesse suggerire, nel tentativo di creare una storia universale che potesse parlare al maggior numero di persone possibile, coinvolgendole in un vero e proprio viaggio dell'anima.
Ai registi interessava raccontare una storia in cui il mondo a cui danno vita, ed in cui lo spettatore si immerge, altro non è che il riflesso dello stato d'animo del protagonista e dello spettatore, che accetta di partecipare a questo viaggio attraverso un processo empatico che bisogna costruire con immagini, suoni e passaggi narrativi. In quest'ottica, Mine è stato concepito, scritto e girato facendo molta attenzione all'uso dei simboli, poiché sono loro e soltanto loro che riescono a comunicare attraverso l'inconscio con gli spettatori, in ogni tipo di storia. Ecco allora che ogni elemento della storia assume un duplice significato: il soldato, la mina, il deserto, la linea tra cielo e terra, la sabbia, il giocattolo, l'uniforme, la missione, il pozzo, le creature nella notte. È un uso psicomagico della narrazione, che cerca così di raggiungere lo spettatore nel suo profondo, oltre al primo livello di lettura del film che sta guardando.