Michael R. Roskam: Le Fidèle è il mio demone personale


Alla 74a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia abbiamo avuto l'occasione di scambiare due chiacchiere con il regista belga Michael Roskam, che dopo essersi avventurato nel mercato statunitense con 'The Drop', porta alla laguna 'Le fidèle', uno dei suoi film più intimi, in cui ritrova il suo attore feticcio Matthias Schoenaerts.

Guardando i suoi film precedenti – il fiammingo Bullhead e l'americano The Drop – era facile immaginarsi il regista Michael Roskam come un personaggio burbero, chiuso, cupo come i personaggi che dipinge all'interno della sua filmografia. Invece, quando entriamo nello spazio Jaeger Lecoultre dell'hotel Excelsior del Lido di Venezia, l'uomo che ci viene incontro, con le infradito ai piedi e un sorriso caloroso sul volto, sembra distare anni luce dall'immagine che ci eravamo fatti di lui guardando i suoi film. Con lo sfondo del mare a fargli da cornice, Roskam appare immediatamente un tipo alla mano, che ti guarda negli occhi quando ti parla, che sembra essere davvero interessato a quello che hai da dire. E' una di quelle persone capaci di metterti subito a tuo agio, facendoti quasi dimenticare che sei lì per lavoro.

Arrivato in laguna per presentare, fuori concorso, il suo ultimo lavoro Le Fidèle, dove ritrova il suo attore feticcio Matthias Schoenaerts, Roskam è un regista pieno di passione, di curiosità e le sue idee sono decisamente chiare riguardo cosa voglia dire amare il cinema e raccontarlo da un punto di vista decisamente personale. Si presenta con la mano tesa e un accento inglese che tradisce le sue origini fiamminghe ed anche il suo amore per la lingua francese. Gesticola molto quando parla e non rinuncia a fare delle battute, di quando in quando, che rallentano appena la conversazione per concederci il lusso di ridere insieme, quasi fossimo vecchi amici.

Ci fa accomodare al suo fianco con un gesto cavalleresco della mano e noi non abbiamo nemmeno il tempo di cominciare l'intervista che subito veniamo bloccati da Matthias Shoenaerts, con un maglioncino grigio che sembra sfidare le temperature alte della giornata lagunare e che, prima di dare il via alle sue di interviste, viene a salutarci, sorridente e carismatico. Prende in giro Roskam, lo abbraccia, ci scherza. Roskam, a sua volta, si finge un fan scatenato dell'attore, recitando la parte di un fanboy elettrizzato all'idea di aver incontrato finalmente il suo idolo. I due, che si sono conosciuti durante la lavorazione del primo corto del regista, sono evidentemente amici e il legame tra i due si avverte anche durante la visione della pellicola. Poi Matthias va a sedersi nella sua postazione e, anche a distanza, i due si punzecchiano: Roskam lo rimprovera di fare silenzio perché lo distrae, salvo poi ordinargli di parlare a voce alta quando all'attore viene chiesto come sia lavorare con il regista. Per qualche momento veniamo travolti dall'energia di questi due uomini: assistiamo allo show tra i due come uno spettatore potrebbe assistere ad una piéce presentata in qualche teatro d'eccellenza. Poi, però, il lavoro ci richiama all'ordine e al motivo per cui ci troviamo seduti su un piccolo sofà bianco.

Le Fidèle racconta la storia di Gino aka Gigi (Shoenaerts), un rapinatore di banche con la paura dei cani, che si innamora all'istante di Benedicte aka Bibi (Adéle Exarchopoulos). Tra i due è amore a prima vista: lui dice di vendere macchine, lei è una pilota professionista con buone prospettive di successo. Tuttavia il destino beffardo si mette sulla strada dei due amanti, fino a stravolgere la loro esistenza e la loro possibilità di stare insieme. Un film, questo, in cui Roskam crede tantissimo, tanto da averlo definito come il suo fantasma personale, tra la passione per il melodramma e spunti autobiografici. Ecco quello che ci ha raccontato:

D: Cosa c'è di speciale nel lavorare con Matthias?
R: E' davvero una bella persona e un ottimo attore. E' pieno di talento, ma anche molto sensibile, il che naturalmente non guasta. Ci divertiamo moltissimo insieme. Proprio come avete appena visto. Ed è così anche sul set. Sempre. Voglio dire, quando lavora è concentrato al duecento per cento, ma tra un "taglia" e un "azione!" è un continuo tra scherzi e risate. Amiamo lavorare insieme. In fiammingo abbiamo questo modo di dire, E' una bestia. E penso sia uno dei complimenti più veri e sinceri che si possano fare. Matthias è davvero una bestia. E' capace di fare tutto e non si tira mai indietro. E' davvero grandioso guardarlo interpretare i miei personaggi.

D.: Perciò ha avuto sempre in mente Matthias per questo film così come per gli altri?
R.: Sì, assolutamente. Per Le Fidèle non ci ho pensato su nemmeno per un attimo. Avevo già in mente lui quando ho cominciato a scrivere. Ma penso che sia inevitabile. Ormai conosciamo l'uno il lavoro dell'altro e lavorare insieme è qualcosa che ormai è nel nostro DNA. Oltretutto credo sia molto importante avere la possibilità di lavorare con qualcuno con cui sei così profondamente connesso. E più invecchiamo, più andiamo avanti, più questa connessione si fa forte. Ormai non abbiamo più neanche bisogno di parlare troppo sul set e ci capiamo al volo. Certo mi rendo conto che magari invecchiando le cose potrebbero farsi più difficili. Insomma, se avessi in mente di scrivere di un personaggio di vent'anni sarebbe complicato farlo interpretare a Matthias. Anche se lui probabilmente ci riuscirebbe. Probabilmente riuscirebbe a rendere credibile anche la parte di una vecchia di ottantacinque anni.

D.: Di certo sarebbe interessante da vedere
R.: Vero?

D.: Quello che è interessante notare è che Matthias è un tipo pieno di energia, simpatico e alla mano. Eppure, nei suoi film, tutti i personaggi che interpreta sono oscuri, profondi, pieni di traumi …
R.: Questo è perché li scrivo io. E' colpa mia. Io metto sempre molto di me nei miei film e, dunque, nei miei personaggi. Ma devo ammettere che Le Fidèle rappresenta il mio demone personale. Questo film rappresenta la mia ricerca per l'amore assoluto, ma è pieno anche di me e delle mie fragilità. Quindi sono spaventato da morire. Sono molto nervoso, perché è davvero un film molto intimo. Perciò mi mette ansia pensare a come la gente potrebbe reagire a questo film. Sia che vada bene, sia che vada male.

D.: Come definirebbe Le Fidèle se le venisse chiesto di farlo?
R.: E' una love story, naturalmente. Ma è anche la storia di un amore assente. Mi piaceva l'idea di giocare sul genere crime, ma senza cadere negli stereotipi. Avevo in mente un gangster che non fosse solo l'uomo misterioso e traumatizzato, ma nemmeno uno tutto fascino e sorrisi. Quindi sì, mi sono ispirato un po' al gangster movie e alla tradizione noir. Ma la realtà è che Le Fidèle è un melodramma. E' la mia occasione di girare un melodramma, genere che ho sempre amato. E lo dico senza vergogna, perché amo quel genere di film pieni di emozioni, che ti spingono a piangere tutte le tue lacrime. Al centro della mia storia c'è, appunto, l'assenza. L'assenza di un amore che sembrava a portata di mano. E sono convinto che l'amore sia qualcosa che possa fare davvero, davvero male. Quindi, in un certo senso, è come se nel film volessi dire di stare attenti a ciò che si desidera, perché a volte è ciò che desideriamo ciò che ci fa più male. Ecco qual è la tragedia: l'amore da la vita, ma l'amore può anche uccidere.

D.: E quali sono le sue influenze cinematografiche per quel che riguarda il genere del melodramma?
R.: Io sono belga, ma soprattutto sono fiammingo. Quindi devo ammettere che la maggior parte dei film che vedevo da ragazzino e che ho amato non erano pellicole anglofone, ma erano invece strettamente legate alla cultura fiamminga. Ma ci sono grandi autori francesi che amo… Come ad esempio Audiard.

D.: E per questo film in particolare? Ci sono delle influenze?
R.: Io amo guardare film, amo il cinema. Penso che nel mio lavoro ci siano tantissime influenze, anche recenti. Come, per esempio, il lavoro di Christopher Nolan. Oppure il film di Kechiche, La Vita di Adele. E' stato dopo aver visto quel film che ho capito che Adéle (Exarchopoulos, ndr) era l'attrice perfetta per il mio film. Dopo quel film ho deciso che la volevo assolutamente in Le Fidèle. Tanto che, all'inizio, il personaggio di Bibi doveva essere molto più grande. Oltre la trentina. (A questo punto Roskam ride, perché Matthias Schoenaerts, a pochi passi di distanza, sta facendo il suo personale show. Il regista si avvicina al nostro microfono e, ridendo, sottolinea: "Stiamo avendo un po' di problemi a causa di Matthias, sappiatelo".). E' davvero un'attrice bravissima. Sono andato al mio pc, alla mia sceneggiatura e ho corretto 33 anni con 23. Facile, no? In realtà non è stato così facile, perché poi ho dovuto cambiare molte cose. Anche perché a quell'età hai una certa ingenuità che quando cresci irrimediabilmente perdi. Il personaggio di Bibi ha proprio quella naivité che noi siamo abituati ad associare alla giovinezza, e Adéle era perfetta per interpretare questa sensazione di ingenuità e purezza.

D.: E come lavora lei sul set? Che tipo di regista è?
R.: A me piace stare bene sul set. Mi piace l'idea che il mio set sia un ambiente sereno. Per questo, quando vedo che c'è qualcosa che non va o vedo qualche atteggiamento che potrebbe farmi arrabbiare, aspetto la sera e prendo l'attore o chi per lui da parte per poter affrontare la questione in privato. Ovviamente se c'è da rimproverare qualcuno lo faccio. La mia filosofia é: la prima volta te lo dico gentilmente, la seconda un po' meno gentilmente e alla terza sei fuori. Questa è la mia idea.

D.: E ascolta i suggerimenti degli attori? O lascia che sia la sceneggiatura a decidere?
R.: Io penso, al contrario di alcuni miei colleghi, che la sceneggiatura e il copione siano solo l'inizio della conversazione, non la fine. Si parte da lì. Quindi sì, diciamo che io ho le mie idee, ma non sono mai rigide. In questo film, ad esempio, c'è una battuta che all'inizio avrebbe dovuto dire Adéle, ma quando l'abbiamo girata ci siamo resi conto che non funzionava. Matthias ha suggerito di cambiare l'ordine delle battute et voilà, di colpo era perfetta.

Venezia 2017
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