Melaverde, puntata di domenica 15 aprile 2012

Domenica 15 aprile 2012 a mezzogiorno su Retequattro nuovo appuntamento con Melaverde. In questa puntata di Melaverde, Edoardo Raspelli è a Moena, un piccolo paese del Trentino, che si trova nel punto di incontro tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme, mentre Ellen Hidding ci condurrà nel bel mezzo delle Dolomiti.

Raspelli si occupa di un formaggio particolare dal profumo intenso, il Puzzone di Moena. Melaverde ci porta nel caseificio sociale dove nasce questo formaggio per seguirne tutte le fasi di produzione: dalla prima lavorazione del latte, alla messa in forma, fino al suo arrivo nelle stanze di stagionatura dove, custodito e curato, acquista il suo carattere deciso. Immancabili le ricette e l’assaggio in cucina di piatti tipici trentini, che hanno questo formaggio come ingrediente principale. Poi si passa nella stalla di un giovane allevatore che conduce l’attività di famiglia, allevando e mungendo le vacche dalle quali si ricava il latte per produrlo. Edoardo Raspelli ci accompagnerà poi alla scoperta del territorio intorno a Moena e ci guiderà in un bosco attraverso un percorso sensoriale, dove – a contatto con la Natura – è possibile riscoprire i propri sensi.

Ellen Hidding ci porta, invece, a conoscere le vette che circondano la Val di Fassa, nel bel mezzo delle Dolomiti, dove milioni di anni fa l’evoluzione terrestre fece emergere diverse cime di rara bellezza, risparmiando solo alcuni fazzoletti di terra fino a valle. Nonostante le difficoltà, l’uomo è arrivato fin quassù per conquistare questi territori e diventarne il custode. A Moena, seguiremo l’attività dell’Unità cinofila della Polizia di Stato, una squadra straordinaria che – con l’aiuto dei cani – soccorre chi viene sorpreso da valanghe e chi, per motivi diversi, si trova in difficoltà.

Melaverde proporrà una testimonianza che dimostra come la tenacia e la passione dell’uomo possano portarlo a realizzare progetti giudicati impossibili: un rifugista che – sfidando l’opinione di tutti – ha deciso di trasformare la baita di famiglia in un piccolo rifugio, diventato un punto di riferimento e di accoglienza per migliaia di appassionati di montagna, che qui possono anche assaggiare piatti tradizionali di questo territorio.