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Ma Loute di Bruno Dumont al cinema

Ambientato nell'Estate 1910, Ma Loute racconta di un gruppo di turisti scomparsi mentre si rilassavano nelle splendide spiagge della Channel Coast.

Dal 25 agosto al cinema arriva il film Ma Loute di Bruno Dumont con un cast d'eccezione che include Juliette Binoche, Fabrice Luchini e Valeria Bruni Tedeschi.

Ambientato nell'Estate 1910, Ma Loute racconta di un gruppo di turisti scomparsi mentre si rilassavano nelle splendide spiagge della Channel Coast. Gli ispettori Machin e il suo assistente Malfoy capiscono che l'epicentro delle misteriose sparizioni deve essere Slack Bay. Nel frattempo tra i Van Peteghem, borghesi in villeggiatura, e i Brefort, famiglia di pescatori della zona scatterà una soprendente scintilla…

"Volevo fare un film commedia ma non riuscivo a trovare la chiave, la tonalità giusta" racconta il regista Dumont. "Accantonai l'idea per parecchio tempo, girando altri film, affrontando altri generi. Poi l'emittente Arte mi chiese di dirigere una serie TV. Mi davano carta bianca, così decisi di imbarcarmi nell'avventura di una commedia poliziesca, a modo mio però, sperimentando. Intuivo che l'azione drammatica avrebbe dovuto essere la forza trainante dello humor. Ho iniziato così da ciò che sapevo fare, da ciò che conoscevo, aggiungendo una dimensione burlesca, addirittura grottesca. Il successo di P'tit Quinquin mi ha dato fiducia e ho deciso di voler prolungare questa esperienza trasferendola al cinema, sfruttando al massimo i vantaggi che il grande schermo offre in termini di narrazione ed immagini. Desideravo che Ma Loute avesse una qualità cinematografica e fosse al contempo spassoso. E volevo prendere le distanze dal così detto naturalismo che, mio malgrado, è da sempre attribuito alle mie opere. "

L'inizio del XX secolo vede la comparsa del ceto borghese, dell'industria, del capitalismo e, di conseguenza, della lotta di classe: "Si tratta di un racconto delle origini, un film primitivo sulla nostra epoca" racconta il regista. "Noi spettatori di oggi sappiamo che quel mondo verrà sconvolto, che la Prima Guerra Mondiale scoppierà quattro anni più tardi. Per la prima volta, mi sono trovato a dover ricreare un paesaggio ormai scomparso. Le cartoline dell'epoca mi hanno permesso di farlo. Poiché la storia ben presto va fuori controllo, volevo un'ambientazione che incarnasse tale follia. Mi sono ricordato del Typhonium a Wissant, una casa in stile neoegiziano costruita alla fine del XIX secolo, uno di quegli edifici, che nel Nord Passo-di-Calais veniva chiamata una "folie". Ho scritto la sceneggiatura con in mente quell'edificio. I proprietari erano riluttanti ad acconsentire alle riprese: all'inizio rifiutarono, ma un anno dopo acconsentirono. Gli esterni sono stati filmati nel Typhonium, gli interni in un'altra casa, altrettanto stravagante, pensata in stile Tudor da degli inglesi. La composizione finale dei set fonde quindi l'immaginazione con la realtà."

Il digitale oggi consente di spingersi oltre il 35mm, ma la nitidezza dell'immagine non è d'aiuto nel filmare il passato. Per il regista, lo spettatore odierno si è costruito un'immagine del passato – o, per lo meno, di ciò che pensa sia l'immagine del passato – che bisogna tenere in considerazione, per far sì che creda a quanto vede sullo schermo. Nel caso specifico di Ma Loute, il regista ha dichiarato di aver cercato di trovare toni e colori dell'immagine che corrispondessero al tempo narrato. Come materiale di riferimento aveva l'autocromia dei fratelli Lumière, tuttavia, voleva evitare di scivolare nell'immaginario, ritrovandosi a bilanciare il presente con il passato. Il digitale, inoltre, a causa dell'iperdefinizione dell'immagine, dona una sorta di iperrealismo alla rappresentazione di un'epoca ormai passata, una vera e propria modernità che, in un certo senso, le attribuisce un carattere di totale attualità.

Fabrice Luchini è stato il primo attore al quale il regista ha dichiarato di aver pensato per la parte di André Van Peteghem: "L'ho voluto incontrare subito per assicurarmi che avrebbe accettato la trasformazione fisica richiesta dal personaggio. Gli ho spiegato di non essere affatto interessato ai suoi film, solo alle sue doti attoriali. Il suo mestiere consiste nel diventare qualcosa di diverso da ciò che lui è nella vita, perciò gli ho proposto di diventare un altro". Luchini è stato truccato e trasformato fisicamente, in quanto il regista non ha voluto "che gli spettatori fossero in grado di riconoscerlo a prima vista". Il regista ha spiegato di aver usato lo stesso approccio con Juliette Binoche e Valeria Bruni Tedeschi, che ha letteralmente voluto "infastidire per rivelare i loro lati nascosti".

Altre curiosità sul film le potete trovare nella sezione 'Extra di Ma Loute'.

Ricordiamo che Ma Loute di Bruno Dumont sarà dal 25 agosto al cinema, grazie a Movies Inspired.

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