L’Evocazione – The Conjuring, intervista a Patrick Wilson
L'intervista a Patrick Wilson, protagonista del film L'Evocazione - The Conjuring diretto da James Wan, al cinema da Mercoledì 21 agosto 2013.
di Redazione / 01.07.2013
Vi proponiamo l'intervista fatta a Patrick Wilso, protagonista del film L'Evocazione – The Conjuring diretto da James Wan e in uscita al cinema Mercoledì 21 agosto distribuito dalla Warner Bros.
Hai appena ultimato le riprese del tuo terzo film horror assieme al regista James Wan [Insidious 1 e 2, The Conjuring], ti preoccupa il fatto che potresti essere identificato con questo genere, d'ora in poi?
PATRICK WILSON: James ed io ne abbiamo parlato, all'inizio. Mi hanno mandato la sceneggiatura e quando l'ho vista gli ho detto, 'Un altro horror, James? Non sono tanto convinto.' C'è voluto molto tempo prima che mi venisse voglia di fare un altro film horror. Ho ricevuto alcune sceneggiature nel corso del tempo, ma i personaggi non erano mai al centro della storia, mentre a James è proprio questo che interessa. Quando mi ha raccontato di questo film, la prima cosa che gli ho chiesto è stata, 'Pensi che faremo un sequel di Insidious? Tu ci sarai? E io ci sarò?' Perché all'epoca non sapevo se avrebbe avuto un peso la mia presenza nel film. Inoltre, non volevo essere etichettato. E lui mi ha detto, 'Etichettato tu? Puoi uscire di qui quando vuoi e fare altri 10 film di genere diverso. Pensi che io voglia fare solo degli horror?' E io ho risposto, 'Ottima argomentazione.' [Ride]
Una volta abbiamo parlato dell'importanza di Ed e Lorraine Warren per questo genere cinematografico. Sono ipiù grandi investigatori del paranormale, non c'è nessuno più grande di loro. In quel mondo, loro rappresentano la crème de la crème. Disse che c'era dietro uno studio e che aveva intenzione di mettere i personaggi al centro della storia. Inoltre, all'epoca, il sequel di Insidious non era ancora stato approvato, quindi non voleva che rinunciassi a questo film per la possibilità di fare l'altro. Siamo stati molto sinceri l'uno con l'altro.
Poi, quando ho capito che Ed [Warren] era totalmente diverso come personaggio, e che lo avrei potuto interpretare, mi sono sentito più a mio agio. Poco dopo, ho Saputo che avrebbero contattato Vera [Farmiga]. Questo mi ha fatto capire che ci stavano davvero dietro a questo progetto, e che stavano cercando di mettere assieme il gruppo giusto.
Tu e Vera interpretate i Warren, delle persone assolutamente normali poste di fronte a delle situazioni straordinarie. Come hai trovato il tono del tuo personaggio?
PATRICK WILSON: Ci affascinavano molto i momenti dedicati ai personaggi e alle loro eccentricità. Ed è sorprendentemente sedentario quindi voleva sfatare questo mito. Era una persona molto pratica. E poi c'è Lorraine [Warren], che abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare. A causa delle sue doti di chiaroveggenza e della sua natura psichica, Lorraine era una persona davvero originale. Ci affascinava molto il suo personaggio. Il modo in cui parlavano, il loro dialetto, il modo in cui parlavano tra di loro, l'abbigliamento, le basette che ho dovuto mettere … [ride]. Ci dicevamo, 'Spingiamo un po' e vediamo fino a dove possiamo arrivare.'
Lorraine ti ha mai preso da parte per darti delle informazioni personali sul modo di essere di Ed?
PATRICK WILSON: Mi ha parlato del suo humour e del suo amore per lei. Ho visto un anello che indossava e ho cercato a lungo qualcosa di simile da indossare. E poi i suoi dipinti, ne ho messo qualcuno nel film. Lei parlava del suo senso dell'umorismo e della sua forte presenza fisica. E' stato molto utile — non l'ho certo reso divertente, ma gli ho dato la possibilità di ridere ogni tanto, e di avere dei momenti assieme alle sue figlie. Sembrerebbe scontato, ma in un film di questo genere non c'è quasi mai occasione di ridere. Mentre io volevo inserire dei momenti di leggerezza nella mia performance. Inoltre, Ed era molto protettivo nei suoi confronti e lei ne era molto consapevole, ne ha anche parlato assieme a me.
Com'è stato avere degli attori bambini su un set come questo?
PATRICK WILSON: James ed io amiamo scherzare, divertirci e mantenere un'atmosfera leggera. Quando ci sono dei bambini, in un film come questo, ti devi assicurare che i genitori e i tutori gli offrano un forte sostegno. James ha l'energia di un bambino, quindi è bello osservare il modo in cui si comporta e ottiene il meglio da loro. Offre un grande sostegno e sa creare un ambiente sicuro, anche in presenza di cose davvero spaventose. Mi preoccupo sempre di quale possa essere l'effetto sui bambini, ma le ragazze del nostro film capivano perfettamente il tipo di film che stavano facendo.
Ci sono dei momenti che preferisce in questo film?
PATRICK WILSON: Io e Ron [Livingston] ce l'abbiamo messa tutta per far sì che la scena del carburatore venisse bene, perché è l'unico momento in cui parliamo assieme. Ci sono loro due [Ed Warren e Roger Perron], e poi c'è un tizio che arriva e inizia a fare delle cose. Volevamo che fosse una buona scena perché desideravamo molto vedere questi due uomini creare un legame, anche se era solo un minuto. Sono questi i momenti di recitazione che fanno sì che il pubblico si affezioni: i momenti seri e quelli divertenti. Sono questi, anche se piccoli, ad avere l'impatto maggiore.
Riesci a scrollarti di dosso le emozioni alla fine della giornata?
PATRICK WILSON: Ho imparato a farlo. Quando sono lì, do tutto me stesso, ma non appena suona la campanella ne sono fuori. Voglio tornare a casa dalla mia famiglia. Cerco di non leggere troppo le mie battute a casa, perché per me è logorante con tutto il lavoro di recitazione che faccio.
Poiché è meglio guardare questo film senza saperne troppo, ha preferito omettere il fatto che sia divertente con amici e parenti?
PATRICK WILSON: Si, mia moglie non sa quasi niente di questo film [ride]. C'è sempre un elemento di sorpresa in un film horror, che preferisci non rivelare troppo. Credo che sia un film molto buono, perciò il passaparola sarà essenziale per riuscire a far sì che attragga tutto il pubblico che merita.
James raggiunge delle vette nuove con questo film. Cosa pensi sia successo alla sua tecnica di regista?
PATRICK WILSON: Questo film ha una portata più drammatica ed è più bilanciato rispetto ai suoi precedenti. Il cast conta su un'esperienza teatrale, con questo non voglio sminuire gli attori dei suoi film precedenti. Credo che James sappia che il pubblico ami i personaggi e le storie, e non sempre ottiene quello che vuole.
Questo film ha potuto contare su un insieme di fattori: Il supporto dello studio, il fatto di avere i migliori attori disponibili, una sceneggiatura che mette al centro i personaggi, e tanti ruoli diversi da sviluppare in una trama ben congeniata.
Disse che sapeva come costruire i momenti di paura, mentre non si può fare lo stesso con le scene di personaggi e di recitazione. Credo che finalmente stia ricevendo la fiducia che merita dallo studio, dagli sceneggiatori e persino da se stesso. E' per questo che amo lavorare con lui. Scherziamo sempre, chiedendoci, 'Cosa farò dopo?'; perché non vedo l'ora di sapere cosa faremo assieme in film di generi diversi.