Oggi, 3 dicembre, facciamo gli auguri a Julianne Moore, una delle interpreti più premiate e apprezzate del grande e del piccolo schermo, con una filmografia ricchissima e raffinata che alterna cinema d'autore e grandi blockbuster.
Julianne Moore (il cui vero nome è Julie Anne Smith) nasce il 3 dicembre del 1960 nella base militare di Fort Bragg, in North Carolina, poiché suo padre Peter era un colonnello e giudice militare, che aveva prestato servizio come paracadutista per l’esercito degli Stati Uniti durante la guerra in Vietnam; sua madre Anne, invece, era una psicologa e assistente sociale di ascendenze scozzesi; durante la sua infanzia Julie Anne, insieme al fratello Peter e alla sorella Valerie, trasloca spesso da uno Stato americano all’altro, a seguito del lavoro del padre, finché la famiglia si trasferisce a Francoforte, in Germania, dove lei frequenta la scuola superiore americana, dove comincia a recitare in alcuni spettacoli teatrali; dopo che un insegnante la incoraggia a perseguire una carriera da attrice, Julie Anne si iscrive alla facoltà di Belle Arti dell’università di Boston dove conseguirà un diploma in Teatro.
Quando si trasferisce a New York, dove inizia a lavorare regolarmente come attrice, Julie Anne deve scegliere un nome d’arte, dato che il sindacato attori conta già una donna con il suo stesso nome: è così che sceglie Julianne Moore, usando il secondo cognome di suo padre; oltre a prendere parte ad alcuni spettacoli teatrali off-Broadway, arriva per lei la televisione, con ruoli nelle serie Ai confini della notte (1984), la soap opera Così gira il mondo (1985), il poliziesco Detective Stryker (1990), e il film tv Omicidi e incantesimi (1990). Al cinema, invece, ottiene il suo primo ruolo ne I delitti del gatto nero (1990). A questo seguono ruoli secondari in film come Body of evidence (1993), criticato thriller erotico con protagonista Madonna, la commedia Benny and Joon (1993) con Johnny Depp e il thriller d’azione Il fuggitivo (1993) con Harrison Ford, gran successo commerciale.
Un’occasione di svolta per la sua carriera arriva quando il grande regista Robert Altman viene a conoscenza del suo lavoro a teatro e la sceglie nel cast ricchissimo del suo America oggi (1993), un insieme di storie ispirate a racconti di Raymond Carver; la Moore è al centro di una delle scene che verranno maggiormente ricordate del film, che la vede recitare seminuda, e nonostante nel cast sia affiancata da nomi già più noti e affermati, il ruolo le dà attenzione, e lo stesso Altman la richiamerà più avanti per il suo La fortuna di Cookie (1999).
Julianne Moore ha ricevuto cinque candidature all’Oscar, vincendone uno: la prima nomination, come Miglior attrice non protagonista, è per Boogie Nights-L’altra Hollywood (1998) di Paul Thomas Anderson, pellicola corale che descrive l’industria pornografica della San Fernando Valley californiana fra gli anni Settanta e Ottanta, a cui segue una nomination da protagonista per Fine di una storia (1999) dramma romantico di Neil Jordan tratto dal romanzo di Graham Greene, in cui è una donna coinvolta in un’appassionata storia extraconiugale con Ralph Fiennes; ottiene poi una doppia nomination nello stesso anno, una per Lontano dal paradiso (2002), l’omaggio di Todd Haynes ai mèlo anni ’50 e una per The Hours (2002), dramma al femminile con Nicole Kidman e Meryl Streep, che ruota intorno alla figura e alle opere della scrittrice Virginia Woolf. Infine, ha portato a casa una meritata statuetta dorata per il dramma Still Alice (2014), con il ruolo toccante di una donna, madre, moglie e affermata professoressa universitaria, che scopre di essere affetta da una forma precoce ed ereditaria di Alzheimer.
Un altro dei suoi ruoli più premiati, ma stavolta per il piccolo schermo, che le ha fatto portare a casa, tra le altre cose, un Golden Globe, un Emmy e uno Screen Actors Guild Award, è quello della politica Sarah Palin, candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti con John McCain, nel film per la tv Game Change (2012).
Nel corso della sua carriera la Moore si è affermata soprattutto per il suo lavoro nel cinema d’autore, con alcune collaborazioni ricorrenti: la più importante è probabilmente quella con il regista e sceneggiatore Todd Haynes il quale, oltre a Lontano dal paradiso, l’ha diretta anche in Safe (1995), thriller psicologico su una donna affetta da una misteriosa malattia, Io non sono qui (2007), biopic musicale incentrato sulla figura di Bob Dylan, La stanza delle meraviglie (2017), dramma familiare in costume, e l’ultimo May December (2023) di prossima uscita in Italia. Un altro connubio senza dubbio fondamentale per Julianne Moore è quello con suo marito, il regista Bart Freundlich: hanno lavorato per la prima volta insieme nel dramma familiare I segreti del cuore (1997), sul cui set si sono conosciuti e innamorati, e in seguito lui l’ha diretta anche in World traveler (2001), nel corale Uomini & donne (2005), in Dopo il matrimonio (2019), remake del film danese di Susanne Bier, e in With/In volume 1 (2021), film antologico ambientato durante la pandemia.
Tra gli altri registi citiamo Paul Thomas Anderson (oltre a Boogie Nights, l’indimenticabile dramma corale Magnolia), il francese Louis Malle (Vanya sulla 42esima strada, 1994), James Ivory (Surviving Picasso, 1996), Steven Spielberg (Il mondo perduto-Jurassic Park, 1997), i fratelli Coen (Il grande Lebowski, 1998), Gus Van Sant (il remake di Psycho, 1998), Ridley Scott (in Hannibal, 2001 per cui eredita il ruolo di Jodie Foster ne Il silenzio degli innocenti), Alfonso Cuaròn (I figli degli uomini, 2006), il brasiliano Fernando Meirelles (Blindness-Cecità, 2008), Rebecca Miller (La vita segreta della signora Lee, 2009 e Il piano di Maggie-A cosa servono gli uomini, 2015), Tom Ford (A single man, 2009), Atom Egoyan (Chloe, 2009), David Cronenberg (Maps to the stars, 2014), George Clooney (Suburbicon, 2017), il cileno Sebastiàn Lelio (nel remake del suo Gloria Bell, 2018), Julie Taymor (The Glorias, 2020).
Julianne è dunque un volto del cinema impegnato ma non ha disdegnato, anche da attrice già affermata e pluripremiata, anche ruoli in grandi blockbuster o comunque in film d’intrattenimento più leggero: dagli action thriller come Assassins (1995) con Sylvester Stallone, Next (2007) con Nicolas Cage, Non-Stop (2014) con Liam Neeson, o il fantasy Il settimo figlio (2014), all’horror di Shelter-Identità paranormali (2010), il remake di Carrie-Lo sguardo di Satana (2013) ma anche la miniserie La storia di Lisey (2021), entrambi tratti da opere di Stephen King, ai franchise come Hunger Games: il canto della rivolta (2014-15) e Kingsman-Il cerchio d’oro (2017).
Oltre a una raffinatissima filmografia, Julianne Moore ha messo alla prova il suo talento artistico anche nel campo della letteratura: è l’autrice, infatti, di una saga di libri per bambini dal titolo Freckleface strawberry, una storia semi-autobiografica (essendo lei rossa naturale di capelli, e dalla pelle molto lentigginosa); i suoi romanzi sono entrati nella classifica dei best-seller del New York Times e sono anche stati adattati in un musical per il teatro.
Sarà la protagonista della miniserie in costume Mary & George, ambientata ai tempi di re Giacomo I, mentre per il cinema sarà nel cast del thriller drammatico Echo Valley, con Sydney Sweeney e Domhnall Gleeson, e di Stone Mattress al fianco di Sandra Oh, ambientato su una nave da crociera.
Un weekend ricco di emozioni su Netflix: dai film natalizi alle sfide di pugilato, fino…
Canale 5 cambia il palinsesto: il Grande Fratello di Alfonso Signorini torna con due appuntamenti…
The Voice Kids torna su Rai 1 con Antonella Clerici e una giuria d’eccezione. Scopri…
Maria De Filippi risponde alle accuse sull’eredità di Maurizio Costanzo: la conduttrice racconta la sua…
Le ultime novità su Ballando con le Stelle: Milly Carlucci e il suo team si…
C'è una domanda che in molti si pongono: quanto guadagna Alfonso Signorini al Grande Fratello?