Joy dopo 25 anni ricorda la strage dell’Heysel attraverso uno speciale Pazza fede ultra


Il 29 maggio ricorreranno i 25 anni dalla strage dell’Heysel, Joi (Digitale Terrestre di Mediaset Premium) ricorda le vittime di quella tragedia, quindi proporrà una sorta di viaggio nella “Pazza fede ultrà“, tra amore e disperazione. Non tanto per analizzare le cause di quel disastro, già ampiamente scandagliate, quanto per raccontare in modo inconsueto cosa […]

Il 29 maggio ricorreranno i 25 anni dalla strage dell’Heysel, Joi (Digitale Terrestre di Mediaset Premium) ricorda le vittime di quella tragedia, quindi proporrà una sorta di viaggio nella “Pazza fede ultrà“, tra amore e disperazione. Non tanto per analizzare le cause di quel disastro, già ampiamente scandagliate, quanto per raccontare in modo inconsueto cosa si nasconde dietro la “fede sportiva“.

Un pò di storia: Le cause di quel massacro (39 morti e 600 feriti) sono state ampiamente scandagliate; tuttavia, al di là della ricostruzione degli avvenimenti e dell’assegnazione delle responsabilità, una strage di queste proporzioni impone – specialmente nel giorno del ricordo – una riflessione profonda sui meccanismi psicologici che spingono persone comuni, in tutto e per tutto “normali”, ad aderire ad una passione sportiva e ai colori di una squadra senza alcuna riserva critica o limite morale, fino a uccidere in loro nome, qualora lo si ritenga necessario.

Lo farà attraverso uno speciale, curato dalla testata “Extra“, che ha realizzato una serie di interviste a giornalisti sportivi e scrittori esperti di calcio: da Alberto Brambilla (docente universitario e scrittore) a Giovanni Bruno (direttore dei progetti editoriali speciali di Sky), da Luigi Guelpa (giornalista sportivo, tra i pochi esperti del calcio praticato nei paesi islamici) a Giorgio Terruzzi (autore teatrale, scrittore e vicedirettore di Sport Mediaset), con l’aggiunta di Fabio Bastianello, regista e autore di “Secondo tempo“, un film ambientato tra gli ultrà.

Quindi verranno proposte 4 storie legate al tema, e precisamente:

  • i cortometraggi “Rodilla” e “Completition”;
  • il film britannico “Hooligans”, di Lexi Alexander, con Elijah Wood, Charlie Hunnam e Claire Forlani (1991);
  • il film “Appuntamento a Liverpool”, di Marco Tullio Giordana, con Isabella Ferrari (1988).

Ne risulterà un percorso fuori dai luoghi comuni, dove l’esperienza del tifo estremo, prima ancora che come una debolezza o il segno di un’inclinazione a delinquere, verrà letta come l’espressione di un amore assoluto: per la squadra e per il gruppo di appartenenza, per un codice di valori che impone di sacrificarsi per i compagni e non ammette il dubbio e tanto meno il tradimento.

La differenza tra un tifoso e un ultrà emerge in maniera netta già dalle parole che Bastianello ha voluto consegnare a Extra:

Ai tifosi importa il risultato, agli ultrà interessa solo la squadra“, ovvero che tutti – pubblico, giocatori e club – si dimostrino “degni della maglia”. Prima ancora di diventare un’ossessione e favorire possibili devianze sociali, l’identificazione totale e totalizzante degli ultrà con la squadra è – come ha osservato Terruzzi – una romantica “coincidenza di calendari”, per cui le partite scandiscono le vite, si fissano nella memoria e innescano, anche a distanza, i ricordi (quello che, al tempo, uno ha fatto: l’uomo o la donna che era).
Il tifo estremo degli hooligans e degli ultrà è – a detta della maggior parte degli intervistati – un’esperienza potenzialmente trasformativa: un vero e proprio “rito di passaggio” che – come tutti i riti autentici – può funzionare o fallire.

Quando funziona, l’esperienza ultrà lascia buoni ricordi in chi l’ha superata e, per certi versi, può contribuire al processo di crescita e maturazione di un individuo, trattandosi di un’esperienza fortemente identitaria. Quando però il rito non funziona, c’è il rischio di restare intrappolati per tutta la vita in gesti ripetitivi, espressione di gioie o furori bambineschi; e nella perpetuazione di stati d’animo sereni o incupiti, fiduciosi o depressi, a seconda di come vada la squadra. Il che, ovviamente, è molto triste.

L’appuntamento è per sabato 29 maggio, alle 22.30 circa, su Joi, canale pay del digitale terrestre Mediaset Premium.

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