Jack Reacher - La Prova Decisiva vanta una splendida sequenza di inseguimento in auto, attraverso il centro e i vicoli di Pittsburgh, dove la storia è ambientata.
Come nella tradizione dei più grandi thriller classici degli anni ’70, come Bullitt e la French Connection, anche Jack Reacher – La Prova Decisiva, vanta una splendida sequenza di inseguimento in auto, attraverso il centro e i vicoli di Pittsburgh, dove la storia è ambientata.
Il direttore della fotografia e candidato all’Academy Award, Caleb Deschanel, ha assorbito il richiamo di thriller anni ’70 come “Il colpo della metropolitana (un ostaggio al minuto)“. Con questo in mente, il direttore della fotografia ha deciso di girare in widescreen anamorfico, come erano stati girati molti dei classici del genere, e al fine di evitare qualsiasi risultato troppo lucido e moderno per Reacher e McQuarrie. Per questa ragione, il film è stato girato in esterni a Pittsburgh, Pennsylvania, il che, ha donato alla produzione ‘un aspetto industriale’, secondo Granger.
“Pittsburgh evoca quel senso di città costruita durante la rivoluzione industriale, con la ricca presenza di acciaio, argilla rossa e colori caldi della terra. Questo è evidente nel modo in cui Jim Bassell ha scenografato il film, e nel modo in cui Susan Matheson ha realizzato i costumi per i personaggi, in particolare quello di Reacher. Abbiamo voluto presentare la nostra versione della quintessenza del nuovo eroe americano nella quintessenza della città americana“.
Caratteristica classica nei film d’azione americani, è l’inseguimento automobilistico, una delle poche cose per cui, Jack Reacher, che non guida spesso, non è preparato. In origine, la scena dell’inseguimento in macchina, era stata programmata per essere girata in cinque notti, ma Cruise ha suggerito a McQuarrie di espandere la sequenza e renderla la firma dell’intero film. Ricorda McQuarrie:
“Tom ha detto: ‘Voglio che tu lo faccia. Voglio che tu pensi a tutte le tue scene preferite di inseguimenti automobilistici. Dimmi quello che desideri e faremo in modo che si realizzi“.
Mc Quarrie si è incontrato con il regista della seconda unità e coordinatore stuntmen, Paul Jennings, per tracciare ed organizzare una tale sequenza, “Chris ed io ci siamo messi a parlare in una stanza e abbiamo iniziato a pensare al modo in cui rendere differente e nuova quella sequenza“, ricorda Jennings. “Ma al tempo stesso, volevamo mantenere uno stile classico, basato su gli inseguimenti in macchina che conoscevamo e amavamo. Ragionavamo sul modo in cui tutti pensano a rendere affascinante un inseguimento automobilistico: la scelta dell’inqudrature, della velocità delle scene in fase di montaggio. E abbiamo pensato, ‘Sai una cosa? In quel film hanno appena guidato molto velocemente, ed è per questo che sembrava così fresco’“.
McQuarrie e Jeggins, hanno inoltre realizzato quanto Cruise fosse un esperto e professionale guidatore. “Chris ed io, abbiamo deciso di usare Tom in ogni inquadratura possibile“, dice Jennings. “E se la cinepresa non era in pericolo, voleva dire che non valeva la pena girare quella scena…“. Cruise ha completamente abbracciato questa filosofia, e nei seguenti due mesi ha lavorato con Jeggins e McQuarrie per pianificare meticolosamente ogni passaggio dell’inseguimento, inclusi i passaggi ad alta velocità e le collisioni. Più importante, Cruise e McQuarrie erano d’accordo sul fatto che sarebbe stato lo stesso Cruise a guidare l’auto, nell’intero inseguimento. Ma la sfida più grande era rappresentata dalla perfetta pianificazione.
Spiega McQuarrie:
“Inizialmente avevamo programmato cinque giorni per girare tutta la scena. Ora era tutto molto più grande. Ma Tom era determinato a rispettare i tempi di produzione e i limiti del budget. Questo ha richiesto che lavorasse 24 ore al giorno, senza giorno di riposo. Un pisolino di 30 minuti tra l’intera giornata trascorsa con l’unità principale e la notte con l’unità dell’azione. Nessuno avrebbe potuto farlo. Nessuno“.
Da quel punto, ci siamo focalizzati sul come rendere perfette per l’azione, le competenze di guida di Cruise. Prima delle riprese della lunga scena d’inseguimento, Cruise si è allenato a Los Angeles con uno stuntman esperto di guida, allenamento che è poi proseguito sul luogo delle riprese, al volante di una delle nove Chevrolet Chevelles del 1970, ottenute dalla produzione (prese da Ohio, Michigan, Pennsylvania e da un rivenditore del Connecticut). Granger ricorda il giorno in cui “è passato per vedere la macchina all’opera“.
“C’era un parcheggio di fronte al fiume, dove si stava allenando, da solo con uno dei guidatori stuntman. Tom andava su e giù, e faceva i percorsi delineati dai coni. ‘Dai, vieni’, ha detto. Quando sono entrato, ha messo la cintura a cinque chiusure, mentre io una semplice cintura poco sicura. Ha iniziato a compiere derapate, tre-sessanta, donuts, mandando la macchina su di giri; io non sono più voluto tornare su quella macchina. Era stato abbastanza per me“.
Ma tutto ciò che viene da una pratica attenta porta i suoi frutti. Cruise ha voluto guidare la macchina per l’intera sequenza d’inseguimento, dice Granger:
“dall’inizio alla fine. Vi dirò questo. Non so se qualcuno mai, potrà girare di nuovo, una tale scena d’inseguimento, per le seguenti ragioni; innanzi tutto bisognerebbe trovare qualcuno come Tom che voglia mettersi alla guida della macchina, lanciandosi a 100km/h contro altre macchine. In secondo luogo, quel qualcuno dovrebbe essere addestrato a farlo. Non conosco nessun altro come Tom, che aderisca perfettamente a questi requisiti“
Commenta Cruise:
“Senza fare errori, è stato divertente guidare quelle macchine. Il suono dei motori, il potenziale delle auto che vediamo realizzato sul grande schermo… Non erano su delle piattaforme, non abbiamo usato il green screen, ma abbiamo programmato tutto, per quanto possibile, seppur non si possa mai sapere, al 100%, cosa potrebbe accadere a causa delle condizioni della strada. Stiamo parlando di manti stradali bagnati, pneumatici freddi, temperature che cambiano, una macchina che ondeggia parecchio, e nessuna gabbia a proteggermi. In sostanza, ho semplicemente avuto una cintura di sicurezza a cinque chiusure. Abbiamo istallato un sedile da corsa e gli stabilizzatori ma c’era ancora molto impatto, in più avevamo due cineprese montate, una all’interno e una all’esterno della vettura. È stato un lavoro di grande precisione ed è stato sensazionale, guidare quelle auto e veder fin dove avrei potuto spingermi“.
Jennings, il regista della seconda unità, dice,
“Ho imparato molto su pistole, medicina legale e automobili. Ogni film che fai ti insegna qualcosa. Durante l’inseguimento in auto, abbiamo dovuto girare in un modo completamente diverso e nuovo, perchè abbiamo cercato di riprendere l’attore nella macchina, diversamente da come succede di solito, quando alla guida c’è uno stuntman. È stato un modo nuovo di filmare un’inseguimento, ed è stato emozionante“.
Per aderire perfettamente ad un eroe non convenzionale come Reacher, il film, vanta un inusuale stile di combattimento, il metodo di combattimento Keysi, creato in Spagna, questo stile è stato scelto in quanto riflette al meglio l’essere di Reacher, crudo e brutale nei combattimenti da strada, frutto delle tecniche acquisite durante gli anni d’allenamento. Il Keysi è una tecnica di autodifesa basata principalmente sugli istinti naturali. Si utilizzano i gomiti, le ginocchia, le leve di peso; tutte caratteristiche preferite da Jack Reacher. Questo stile è anche indicato nei combattimenti contro più avversari. Cruise ha cominciato ad allenarsi con Jennings e l’assistente coordinatore degli stuntmen, Robert Alonzo, sette giorni a settimana per quattro mesi, fin quando quello stile di combattimento non diventò puro istinto.
Intanto, Cruise, McQuarrie, Alonzo, Jennings e il direttore della fotografia Deschanel, lavoravano faticosamente alle coreografie delle tre grandi scene di combattimento nel film. Come per l’inseguimento automobilistico, non ci sarebbe stato nessun artificio, facile squotimento delle cineprese, o uso di un montaggio rapido, per creare e mostrare energie e movimenti falsi. Al contrario, la cinepresa sarebbe rimasta ai margini della scena, per forzare Cruise e i suoi avversari ad assestare veri colpi. I combattimenti sarebbero stati più brevi, ma fisicamente più estenuanti, e i colpi più devastanti. Ciò che appare sullo schermo e qualcosa di molto vicino alla realtà, qualcosa che mancava al cinema da molto tempo.
Il coreografo dei combattimenti, Alonzo, spiega:
“I combattimenti in Jack Reacher-La Prova Decisiva sono stati progettati su un background militare e tattico. Non volevo che il risultato finale fosse troppo coreografato, così ho insegnato a Tom, come combattere in quel particolare stile. Ho lavorato con lui per circa due mesi, più o meno tutti i giorni, e l’ho aiutato ad impegnarsi in quei movimenti reazionari. L’ho allenato come un combattente, in modo che, in qualsiasi momento avrebbe dovuto lottare, lo avrebbe fatto veramente, e non eseguendo una coreografia“.
Cruise si preparò, per affronare le ardue acrobazie create per Jack Reacher-La Prova Decisiva, durante la pre-produzione, e ha continuato il suo estenuante programma di prove, allenamenti e formazione, anche nel corso delle riprese. Era importante per Cruise padroneggiare quelle scene, perchè “Chris ed io parlavamo sempre di come un combattimento dovesse sembrare reale, per far avanzare la narrazione della storia”.
In quanto tale, una sequenza chiave di combattimento, o meglio, l’approccio di Reacher ad essa, rivela la natura, propria di Reacher stesso. In una scena chiave, un gruppo di teppisti sfida Reacher e, più e più volte, li avvertirà che quel combattimento finirà male, per loro. Dice Cruise:
“Reacher è qualcuno che desidera soltanto la sua libertà, vuole vivere la sua vita come vuole, ma viene risucchiato in queste situazioni perchè possiede un forte senso di responsabilità e di giustizia. Il combattimento fuori del bar, ne è un grande esempio. Lui non vuole battersi, resiste, ma viene spinto in una posizione in cui dovrà per forza battersi. Ha livelli unici di integrità e di umanità“.
Jack Reacher-La Prova Decisiva con Tom Cruise, Richard Jenkins, Robert Duvall, Kristen Dalton, Rosamund Pike, Werner Herzog, Nicole Forester, David Oyelowo, Scott A. Martin, James Martin Kelly, Michael Raymond-James, Alexia Fast, Joseph Sikora, arriva nei cinema italiani giovedì 3 Gennaio 2013 distribuito da Universal Pictures.
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