Un giro del mondo tra anteprime mondiali, europee e italiane, alla ricerca di storie d'identità, appartenenza, bellezza e ispirazione. Una finestra sulla Storia, sul presente e sul futuro. A Michele Placido e Valerio Mastandrea i Premi alla Carriera. Omaggio a Bernardo Bertolucci.
La diciassettesima edizione dell'Ischia Film Festival si è tenuta dal 29 giugno al 6 luglio 2019, realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, della Regione Campania, del Comune d'Ischia, e con il sostegno di Campari, BPER Banca, Artisti 7607 e Mini.
Nel concorso internazionale le sezioni dedicate ai lungometraggi di finzione, ai documentari e ai cortometraggi. Una selezione che i due direttori arstistici, Michelangelo Messina e Boris Sollazzo, e il comitato di selezione hanno scelto tra gli oltre 700 film che sono arrivati quest'anno da tutto il mondo. E proprio quello di abbracciare quante più culture possibili è stato uno dei criteri fondamentali della selezione, com'è nella natura stessa dell'Ischia Film Festival, la cui filosofia è proprio quella di esplorare, conoscere, scoprire, luoghi e le storie a questi legate.
Storie grandi e piccole, storie di donne, tante quest'anno, come quella di Celeste, madre e vedova segnata dalla vita, con Radha Mitchell, in anteprima italiana nel concorso lungometraggi. Mentre in anteprima mondiale è stato presentato Angela, opera terza del cineasta colombiano Agamenon Quintero, racconto di come nascere donna possa essere una tremenda condanna. Una protagonista adolescente, come la coppia di Fiore Gemello di Laura Luchetti, un road movie come In viaggio con Adele, anche qui con due protagonisti, Sara Serraiocco e Alessandro Haber, in cerca di loro stessi. Tanto cinema italiano in concorso, anche quello che va all'estero, come Vinicio Marchioni nel noir svizzero Cronofobia, e Giovanni Pompili, tra i produttori giovani più interessanti, che ha trovato in Belgio i partner per Coureur (tra gli interpreti un magnifico Fortunato Cerlino). L'Italia in concorso è rappresentata anche da Nico Cirasola e il suo Rudy Valentino e dal solitario resistente Sergio Rubini di Il bene mio di Pippo Mezzapesa. Ma i cineasti italiani dicono la loro anche nei concorsi documentario e cortometraggi, con, tra gli altri, Christian Carmosino e la sua riflessione sulla guerra in Kobarid, Life is but a dream, lo sguardo di Margherita Pescetti su una famiglia di coloni israeliani in uno sperduto avamposto in Palestina, fino al premiatissimo corto di Vito Palmieri Il mondiale in piazza.
Dal Burkina alla Cina, dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Australia all'Argentina, passando per l'Iran, la Polonia, la Spagna. Forse mai come quest'anno l'Ischia Film Festival ha esteso la sua esplorazione del mondo, alla ricerca di luoghi che raccontato storie e persone.
Allahu Akbar (Stati Uniti, 2019 – ANTEPRIMA EUROPEA) di Farhat Qazi
Ángela(Colombia, 2019 – ANTEPRIMA MONDIALE) di Agamenon Quintero
Il bene mio(Italia, 2018) di Pippo Mezzapesa
Celeste (Australia, 2018) di Ben Hackworth
Club de jazz(Cuba, 2018) di Esteban Insausti
Coureur (Belgio e Italia, 2019) di Kenneth Mercken
Cronofobia (Svizzera, 2018) di Francesco Rizzi
Fiore Gemello (Italia, 2018) di Laura Luchetti
In viaggio con Adele (Italia, 2018) di Alessandro Capitani
Kazantakis (Grecia, 2017 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Yannis Smaragdis
Major Arcana (Stati Uniti, 2018 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Josh Melrod
Rudy Valentino (Italia, 2018) di Nico Cirasola
IN CONCORSO – Documentari
Burkinabè Bounty: Agroecology in Burkina Faso (Burkina Faso, 2019) di Iara Lee
El cuarto reino (Stati Uniti, 2019 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Alex Lora Cercos
A Donkey called Geronimo (Germania, 2018 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Arjun Talwar
A family in the Sinkhole (Cina, 2017 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Zubiao Yao
Kobarid (Italia, 2019) di Christian Carmosino Mereu
Life is but a dream (Italia, 2018) di Margherita Pescetti
Lost reactor (Germania, 2018 – ANTEPRIMA ITALIANA) diAlexandra Westmeier
La nostra pietra (Germania e Italia, 2018) di Alessandro Soetje
Sa femina accabadora, la dama della buona morte (Italia, 2018) di Fabrizio Galatea
So sempe chille (Italia, 2019 – ANTEPRIMA MONDIALE) di Romano Montesarchio
Storia dal qui (Italia, 2018) di Eleonora Mastropietro
Stupor Mundi (Italia, 2019 – ANTEPRIMA MONDIALE) di Gian Luca Bianco
Summa (Polonia, 2018 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Andrei Kutsila
Tara's footprint (Argentina, 2018 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Georgina Barreiro
IN CONCORSO – Cortometraggi
Le avventure di Mr. Food e Mrs. Wine(Italia, 2018) di Antonio Silvestre
Bosa (Spagna, 2019) di Aitana Serrallet
Cold fish(Australia, 2018) di David Hay
The day of duty(Iran, 2018) di Ali Farahani
Difficult people (Stati Uniti, 2018) di Sohil Vaidya
Maelstrom (Stati Uniti, 2018 – ANTEPRIMA EUROPEA) di Juhee Jane So
Man stands still(Austria, 2018 – ANTEPRIMA EUROPEA) di David Lindinger
Matchstick Willie(Stati Uniti, 2018 – ANTEPRIMA EUROPEA) di D. R. Garrett
Il mondiale in piazza(italia, 2018) di Vito Palmieri
L'ora di porto (Italia, 2018) di Dario Di Viesto
Rear wiew mirror(Australia, 2019 – ANTEPRIMA ITALIANA) di jonathan Terence may
Slaughter (Iran, 2019 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Saman Hosseinpuor
Storia triste di un pugile scemo(Italia, 2018) di Paolo Strippoli
Vivi la vita (Italia, 2019) di Valerio Manisi e Giovanni Siliberto
Sono Michele Placido e Valerio Mastandrea i Premi alla Carriera della diciassettesima edizione dell'Ischia Film Festival 2019. Dopo Gabriele Salvatores, premiato l'anno scorso, e altri nomi del cinema internazionale, come John Turturro, Peter Greenaway e il Maestro Giuliano Montaldo, ecco due attori, poi anche registi, che insieme contano quasi cinquant'anni di storia del cinema italiano.
Michele Placido, classe 1946, dalla piccola Ascoli Satriano, in provincia di Foggia, a diciotto anni va a Roma, per entrare in polizia. Ma la sua passione era recitare, e dopo essersi diplomato all'Accademia d'arte drammatica, debutta in teatro con Luca Ronconi, in una trasposizione dell'Orlando Furioso che sarebbe entrata nella Storia. Così come un pezzo di storia della televisione sarebbe stato il suo commissario Cattani, il protagonista de La piovra, la serie che lo fece entrare nelle case e nei cuori degli italiani negli anni Ottanta. Nel mezzo tanto cinema, da Monicelli a Rosi, Bellocchio e Comencini. Nel 1990 il suo esordio alla regia con Pummarò, un film ancora oggi attualissimo. Negli ultimi trent'anni si è destreggiato dietro e davanti la macchina da presa, senza risparmiarsi, con lo stesso coraggio dei primi passi, realizzando un cinema coraggioso e al contempo popolare, e passando come interprete dal dramma alla commedia con la maestria che solo un attore di razza possiede. Per celebrarlo, l'Ischia Film Festival ha voluto portare in anteprima mondiale Stupor Mundi, documentario in cui Placido ci accompagna per scoprire la figura di Federico II di Svevia, uomo moderno e amante delle arti.
Valerio Mastandrea è nato il giorno di San Valentino del 1972. Forse per questo è così innamorato del cinema, dove esordì grazie a un altro, compianto, attore e regista dalla rara sincerità, Piero Natoli. Ladri di cinema era il film, e Mastandrea non ha più smesso di rubare, ai registi e agli attori con cui ha diviso il set negli ultimi venticinque anni, imparando tutto quello che doveva per poi usarlo nel modo migliore. Sono stati tanti, da Davide Ferrario a Toni Servillo, Virzì, Moretti, Scola, Daniele Vicari, che lo ha diretto in Velocità Massima e L'orizzonte degli eventi e che per lui scrisse il soggetto di Trevirgolaottantasette, il cortometraggio con cui ha scoperto di voler fare il regista. Ci vorranno altri tredici anni per il lungometraggio, ma quando arriva sono solo complimenti per Ride, che sarà parte dell'omaggio che l'Ischia Film Festival gli dedica. Nel mentre, quattro David di Donatello, a sottolineare che Valerio Mastandrea è uno degli attori italiani più importanti della sua generazione. Sarebbe piaciuto tanto a Risi, Monicelli e molti di quelli che il nostro cinema lo hanno reso grande in tutto il mondo.
L'attore romano ha ritirato il premio alla carriera e ha avuto tre film in cartellone, a partire dalla sua opera prima da regista, Ride, che ha presentato al pubblico insieme alla protagonista, Chiara Martegiani, un'opera, ha detto Mastandrea "in cui c'è tanto rispetto per il pubblico, una storia piccola, silenziosa e molto autentica". Un film difficile per entrambi, essendo una coppia nella vita. "Lavorare in coppia non mi era mai successo, la notizia che la volevo protagonista del film gliel'ho data proprio a Napoli, a cena, lei era commossa e io avevo i conati di vomito per il nervosismo. Siamo una coppia e abbiamo un rapporto schietto e privo di filtri. Sul set si sono divertiti tutti, tranne noi". Una preoccupazione che aveva anche l'attrice, ma per altre ragioni. "Ce la farò? è stato il primo pensiero, e me lo chiedo ancora. Il personaggio era complesso e tutti i giorni dovevo confrontarmi con Valerio che mi chiedeva molte cose, era difficile stargli dietro. Ne abbiamo parlato molto, mi ha chiesto di affrontare la mia Carolina in maniera istintiva, ma sapendo bene chi fosse lei, che aveva molte oltretutto molte cose in comune con Valerio e dovevo rubare da lui per fare mio il personaggio". Un fillm che l'attore voleva fare da tempo. "Ride lo avevo in mente da 15 anni, avevo letto tante interviste a donne che avevano perso qualcuno per un incidente sul lavoro, quando la stampa aveva iniziato a parlarne quasi tutti I giorni. Il lavoro e morire di lavoro è una costante nella nostra cultura. Il concetto stesso di lavoro è cambiato, una volta era affermazione, oggi è come andare in guerra, per il precariato e per lo scarsissimo interesse verso l'essere umano. L'attuale media di morti bianche è di 3,12 al giorno, quando girai il primo cortometraggio sul tema era 3,87".
Dopo Ride, Mastandrea ha introdotto anche Domani è un altro giorno in compagnia del regista Simone Spada, commedia di amicizia e malattia in cui divide la scena con Marco Giallini, un film "dedicato proprio a Marco, mi sono messo al servizio di questa storia facendo assist a lui. E fare un assist è più bello che segnare. Volevo fare questo viaggio con lui per capirne l'importanza non solo a livello professionale". Spada ha aggiunto: "Domani è un altro giorno è il remake di un bellissimo film spagnolo, Truman, ma con Valerio e Marco abbiamo sconvolto il copione per renderlo nostro. Loro sono attori particolari che vanno sull'istinto. C'è molto di loro dentro, soprattutto un aspetto malinconico ironico che in truman non 'è. E almeno un paio di scene del film sono venuti fuori da loro due, senza che io dovessi fare niente".
C'è stata anche la proiezione evento del film La Banda Grossi di Claudio Ripalti. Storia vera del brigante ottocentesco Terenzio Grossi e della sua banda di fuorilegge, la cui trasposizione cinematografica è stata fortemente sostenuta dalla Regione Marche, dalla Marche Film Commission e dalla Fondazione Cultura Marche. "È importante" ha commentato Rosanna Rosi delle Attività Produttive, Lavoro, Turismo e Cultura della Regione Marche "che le istituzioni valorizzino i territori attraverso il cinema, non solo finanziando la produzione cinematografica, ma anche proponendo itinerari turistici per vivere da protagonisti le storie più affascinanti dei film ambientati in un determinato territorio. Questo lo stiamo facendo da diverso tempo con la Regione Marche". Una grande sfida, quindi, nel campo del cineturismo, come grande è stata anche quella di Camillo Marcello Ciorciaro. "Interpretare Terenzio Grossi" ha raccontato l'attore alla platea "è stato un' esperienza bella e speciale, anche per avere scoperto una terra meravigliosa come le Marche".
ISCHIA FILM FESTIVAL 2019: LOCATION NEGATA
Location Negata è una sezione a cui l'Ischia Film Festival tiene molto. Perché i film che ne hanno fatto parte nel corso degli anni raccontano di luoghi perduti o sperduti, che ci saranno, o che non dovrebbero esistere nel loro negare l'essenza stessa dell'essere umani. I direttori artistici Michelangelo Messina e Boris Sollazzo e i componenti del comitato di selezione ne hanno scelti di molto diversi. Si va dal Rwanda del genocidio dei Tutsi del 1994, all'assordante silenzio di Aleppo devastata dalla guerra, dalla California sulle coste del Portogallo, alla Napoli contemporanea raccontata nei Selfie #nofilter di due ragazzi in cerca di un futuro. Negata è la patria per chi è costretto a lasciarla e non gli viene data l'opportunità di avere una nuova casa dove poter mettere radici, come accade alla giovane protagonista di Mama. Location Negata è la fotografia di una realtà contemporanea dura, contraddittoria, dolorosa, come quella raccontata ne Il sorriso del gatto di Mario Brenta e Karine de Villers o con gli strani pesci di Giulia Bertoluzzi. La fotografia di un mondo che si sta perdendo, e che attraverso il racconto dello stesso si cerca di salvare.
IN CONCORSO – Location Negata
Aleppo: The silence of the war (Iran, 2019) di Amir Osanlou
Anything for the ones we love (Canada, 2019) di Louise Marie Beauchamp
California (Portogallo, 2018) di Nuno Baltazar
Children of spring (Germania, 2019) di Dusan Solomun
Footstep (Turchia, 2018) di Haydar Demirtas
Frontiera (Italia, 2018) di Alessandro Di Gregorio
Mama (Spagna, 2018) di Eduardo Vieitez
Rwanda (Italia, 2018) di Riccardo Salvetti
Selfie (Italia, 2019) di Agostino Ferrente
Silence (Iran, 2018) di Mahdi Borjan
Il sorriso del gatto (Italia, 2019) di Mario Brenta e Karine de Villers
Strange fish (Italia, 2018) di Giulia Bertoluzzi
The unsung (Bangladesh, 2018) di Md Ashraful Alam
Ischia Film Festival ha reso un omaggio a Bernardo Bertolucci, il Maestro scomparso lo scorso 26 novembre 2018. La manifestazione ha dedicato prima di tutto la mostra di quest'anno al regista premio Oscar per L'ultimo imperatore. Nel cinquecentesco Carcere Borbonico del Castello Aragonese di Ischia, l'exhibition realizzata da Antonio Maraldi del Centro Cinema Città di Cesena: ventitre gigantografie con i più suggestivi set cinematografici di Bernardo Bertolucci, da Il conformista a L'ultimo Imperatore, passando per Novecento e Ultimo tango a Parigi. All'Ischia Film Festival anche la proiezione di Ultimo tango a Parigi, non a caso proprio sullo schermo del Carcere Borbonico, un modo per sottolineare il carattere rivoluzionario di un film che è una pietra miliare nella storia del cinema. A raccontarne la storia e l'importanza al pubblico è stato chiamato Augusto Sainati, professore di Storia del cinema all'Università Suor Orsola Benincasa e critico cinematografico.
A Ischia i vincitori del concorso internazionale del 2018, Luca Bellino e Silvia Luzi, come giurati. Il primo nella stessa competizione che hanno vinto con Il Cratere, la seconda nei documentari, proprio per la loro capacità di riscrivere la grammatica del cinema de reale. Dal concorso dell'anno scorso anche Sanya Borisova, un'attrice bulgara, protagonista del film Knockout, in concorso all'Ischia Film Festival 2018 e per cui ha vinto il premio come miglior attrice al Festival Internazionale del Cinema dei Castelli Romani di Roma. A chiudere la giuria della competizione principale, Peppino Mazzotta, l'Ispettore Fazio di Montalbano ma anche interprete teatrale e capocomico, tra i protagonisti del film italiano Anime Nere.
Per i documentari con Silvia Luzi l'attore Corrado Fortuna (My Name is Tanino e Caterina va in città di Paolo Virzì, I più grandi di tutti di Carlo Virzì, Baarìa di Tornatore e presente anche nel film italiano di Woody Allen To Rome With Love). A chiudere il trio Stefano Russo, sceneggiatore di razza di serie iconiche che ha codiretto il cortometraggio Il Paradiso con Paolo Sorrentino.
Con il regista Pietro Marcello, vincitore a Torino con l'esordio La bocca del lupo e applaudito con Bella e perduta a Locarno (e che vinse il Nastro d'Argento), in Location Negata due organizzatori di festival, Giorgio Gosetti (Giornate degli Autori, Noir in Festival, i primi anni della Festa del Cinema di Roma) oltre che direttore della Casa del Cinema di Roma, e Laura Aimone, collaboratrice di iniziative festivalieri.
I Casa Surace di youtube si occupano di Scenari Campani, il concorso dell'Ischia Film Festival più giovane e "outsider".
Per I Cortometraggi una giuria mista tra studenti di Liceo e il Forum Cinema Giovani: Piero Barbieri, Claudio Cervera, Filomena Di Iorio, Salvatore Di Meglio, Giovanni Ferrandino, Davide Laezza, Adriano Mattera, Giuseppe Migliaccio, Chiara Pilato, Ester Scotti, Giulia Scotti, Andrea Taglialatela, Marianna Trani.
Un riconoscimento a un attore che "negli ultimi anni ha letteralmente incarnato il cinema italiano, con una professionalità e una passione non comuni". David di Donatello quest'anno per aver vestito i panni di Stefano Cucchi nel film di Alessio Cremonini Sulla mia pelle, che il Festival ha proiettato come omaggio al suo interprete. A Ischia, l'attore romano ha incontrato il pubblico: "Grazie per essere qui, perché il tempo dedicato al cinema è sempre tempo ben speso" ha dettto Borghi. Dopo quest'esordio, è stato il co-direttore artistico Boris Sollazzo ad affrontare la genesi dello Stefano Cucchi cinematografico, a partire dalla difficoltà del ruolo. E Borghi: "Naturalmente è stato difficile, e l'ho preparato nel momento professionale più intenso della mia vita. Quando ho iniziato a dimagrire per entrare nel ruolo di Stefano stavo girando Il primo re, e continuavo a pensare come avrei dovuto affrontare il ruolo e il film. Poi a un certo punto ho smesso e tutto è venuto fuori. Credo che Sulla mia pelle sia un film bellissimo, mi ha cambiato la vita e la percezione di questo mestiere, ed è arrivato nel momento in cui mi sentivo maturo per affrontare questa storia, anche per la sua responsabilità sociale. Dopo è successo di tutto, dalle proiezioni clandestine al processo, m è avere sempre visto persone sedersi vicine per condividere un pensiero, anche se non era lo stesso, mettendo tutto sul tavolo alla fine. Perchè per essere umani bisogna solo essere messi al mondo, il giudizio sulle persone porta solo cose negative".
"La paura in questo mestiere ha un ruolo fondamentale, perchè mi fa esigere un certo grado preparazione e me lo fa superare, senza accontentarmi e arrivando sempre al massimo delle mie possibilità. In questo modo affronto ogni ruolo sereno" ha proseguito Borghi, aggiungendo: "Nella testa di ogni attore si innesca un meccanismo di autodifesa. Il mio è quello di avere deciso di fare solo cose che ritengo belle per me. Da qui arrivano Stefano Cucchi, Il più grande sogno, Fortunata. E arrivano tutti dalla prima lettura della sceneggiatura, dalla prima impressione che ho del personaggio che sarà identico a come lo porterò sul set. Faccio questo mestiere da tredici anni e per dieci ho fatto televisione brutta, che è poi la maggior parte della televisione italiana. Ma è stata una palestra, oggi sono in forma perfetta per fare solo cose belle. Non faccio mai cose studiate a tavolino. Mi chiedono spesso perché non faccio commedie. Quando troverò una commedia che mi piace alla prima lettura la farò". Scelte che vengono dettate anche da un vissuto non comune, e che hanno portato a trasformarsi in Stefano Cucchi. "Mi sono chiesto come fosse, e quante persone come lui ho conosciuto. Tantissime, mi sono detto. Stefano è cresciuto in posti che ti costringono a vivere in una maniera e a convivere con molti sbagli, gli stessi posti dove sono cresciuto io, e molti amici me li sono persi per strada. Da tutte queste esperienze è nato il mio Stefano Cucchi, pensando di avere la possibilità di riportarlo in vita per un'ora e quaranta minuti. Ma dovevo conoscerlo, essere lui. E mi ci sono immerso, anche rischiando, finchè non mi sono visto e sentito pronto. Ma di avercela fatta l'ho capito solo al primo ciak".
Amici persi, amici trovati, sui set di questi anni. "Sono Valerio Mastandrea, Luca Marinelli, sono persone come me. I miei genitori sono i miei eroi da sempre, anche perché mi hanno permesso di crescere a contatto con la strada senza commettere errori, nonostante avessi molti esempi molto vicini di ciò che ti porta su una strada da cui non torna indietro. Guardarli da una certa distanza mi ha salvato e mi ha fatto capire come funzionano quelle dinamiche, e quando lo capisci, puoi interpretare qualunque ruolo. Non è difficile interpretare un borghese, è difficile interpretare quelli che vengono allontanati da tutti".
Anche Claudio Caligari era stato allontanato da tutti, e un gruppo di amici ci ha regalato Non essere cattivo. "Un regalo che non so chi ci ha fatto. Incrociare Claudio per gli ultimi sei mesi della sua vita è stata una benedizione. Non essere cattivo ce lo portiamo addosso. In questi mesi qualcuno ha fatto un documentario sulla vita di Claudio. Luca era a Londra per lavoro, io a Roma, Valerio era già qui a Ischia, ne abbiamo visto qualcosa stando separati ed è stata un'emozione indescrivibile. E anche per questo mi dico grazie a Dio non succederà mai più, perché deve restare tutto così, è stato il più grande gesto d'amore che ho ricevuto nella mia vita".
Dopo Stefano Cucchi, il desiderio di smuovere le coscienze con il cinema è cresciuto in Alessandro Borghi. "So che sarà difficile fare un altro film come Sulla mia pelle. Non posso entrare nei dettagli, ma per esempio quello che è successo con la Sea Watch è situazione identica a un fatto accaduto durante la seconda guerra mondiale e su cui sto lavorando. E poi, voglio fare un film sulla vicenda di Giulio Regeni, perché non mi va giù. Giulio l'hanno fatto sparire e nessuno se ne assume la responsabilità in nome della diplomazia. Ma la diplomazia va meritata. Ho girato tanti produttori, ho anche detto che sono disposti a produrlo io stesso, ma ho trovato una situazione difficile, almeno in questo momento. Ma abbiamo già dimostrato quale può essere la forza del cinema e sono sicuro che ci saranno tante altre persone che proveranno a raccontare queste storie. Non c'è niente con il potere di empatia immenso del cinema e può raccontare la verità".
Concorso Lungometraggi
Giuria: Sanya Borisova, Luca Bellino, Peppino Mazzotta
Miglior Scenografia | Il bene mio di Pippo Mezzapesa
Miglior Fotografia | Kazantzakis di Yannis Smaragdis
Miglior Attore | Vinicio Marchioni per Cronofobia
Miglior Attrice | Radha Mitchell per Celeste
Miglior Regia | Josh Melrod per Major Arcana
Miglio Film | Club de jazz di Esteban Insausti
Motivazione: Per la capacità rara di coniugare emozione e riflessione in un prezioso equilibrio tra estetica e narrazione. La musica diventa il bisturi capace di sezionare i corpi e i destini dei singoli elevandoli a metafora universale.
Concorso Documentari
Giuria: Silvia Luzi, Corrado Fortuna, Stefano Russo
Miglior Documentario | A family in the Sinkhole di Zubiao Yao
Motivazione: Per la scelta coraggiosa di tuffarsi in un sinkhole, e di trascinarci in questo cratere sprofondato che pullula di vita. Zubiao Yao racconta con poesia e ironia il senso di appartenenza e la necessità di una rivoluzione, e quella lotta per la sopravvivenza che riguarda tutti noi.
Concorso Cortometraggi
Giuria: Claudio Cervera, Davide Laezza, Chiara Pilato, Ester Scotti, Giulia Scotti, Piero Barbieri e i ragazzi del Forum Giovani Ischia
Menzione speciale | Man Stands Still di David Lindinger
Motivazione: Per un uso insolito, ma molto originale e apprezzabile della luce, che diventa, all'interno di questa deliziosa storia, uno strumento scenico che funge anche da elemento narrativo, la giuria giovani ha deciso di premiare con una menzione speciale la fotografia del cortometraggio Man stands still
Miglior Cortometraggio | Cold fish di David Hay
Motivazione: Grazie a una regia sapiente, a una recitazione impeccabile, una fotografia perfetta, ma soprattutto grazie a un uso dell'ambiente circostante che lo rende a tutti gli effetti un protagonista della storia, la giuria giovani con voto unanime conferisce il premio come miglior cortometraggio a Cold Fish
Concorso Location Negata
Giuria: Pietro Macello, Laura Aimone, Giorgio Gosetti
Menzione speciale | Aleppo: The silence of the war di Amir Osanlou
Motivazione: La giuria assegna anche una menzione speciale al film Aleppo: the silence of the war di Amir Osanlou per aver ritratto una location negata nel modo più convincente e poetico, evitando accuratamente forme retoriche o scandalistiche. Si tratta di un film che coglie declinazioni diverse di mancanze, frammenti di cose ed esistenze rubati alla vita e alla morte.
Miglior film | Selfie di Agostino Ferrente
Motivazione: La giuria decide di assegnare il premio come miglior film a Selfie di Agostino Ferrente, per la rara capacità del regista di utilizzare la naturalezza del documentario per dar vita a costruzioni narrative complesse. Forte di un montaggio impeccabile, il film offre uno spaccato immersivo di una realtà di quartiere difficilmente accessibile dall'esterno. Molto ben equilibrato, riesce al contempo ad essere ironico e a sferrare pugni che colpiscono dritti allo stomaco.
Concorso Scenari Campani
Giuria: I ragazzi di Casa Surace
Menzione Speciale | 'O p'nneon di Mauro Di Rosa
Motivazione: Dedicato a tutti coloro che con sacrificio, passione e dedizione cercano di portare avanti le tradizioni dei propri paesi convinti che si possa costruire un futuro più solido solo riscoprendo la forza delle proprie radici come i due protagonisti del 'O p'nneon.
Menzione Speciale |Così in terra di Pier Lorenzo Pisano
Motivazione: Per la capacità di raccontare con estrema leggerezza gli effetti distruttivi di una calamità naturale che hanno lasciato macerie non solo nei luoghi ma anche nell'animo umano. Ci è sembrato giusto incoraggiare quest'opera che racconta, in poche immagini, il messaggio che casa Surace cerca di portare avanti. Partire dai piccoli paesi di tutta Italia per costruire un'identità collettiva attraverso una nuova prospettiva che guarda uno stivale non più in verticale ma in orizzontale.
Miglior Film | Un giorno all'improvviso di Ciro D'Emilio
Motivazione: Per come illustra con assoluta lucidità e profondità il contesto di una periferia disagiata nella quale si consuma il dramma di una madre e soprattutto di un figlio che, nonostante l'indifferenza e la superficialità del contesto sociale in cui vivono, tenta di emergere attraverso i valori della famiglia e del lavoro. Per noi che cerchiamo di promuovere tutta la bellezza del nostro territorio abbiamo scelto di premiare uno scenario degradato e su cui c'è ancora tanto da fare ma che contiene in sé quella grazia che restituisce la speranza di rinascita.
Premio del pubblico
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