Iron Man 3
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Iron Man 3: dietro le quinte del film Marvel


Dietro le quinte del film Marvel Iron Man 3: Tony Stark e Pepper Potts; le armature di Iron Man 3; le scenografie di Iron Man 3; i Costumi di Iron Man 3 e molto altro.

Mentre il regista e sceneggiatore Shane Black e lo sceneggiatore Drew Pearce di Iron Man 3 davano gli ultimi ritocchi alla sceneggiatura, i produttori iniziavano i preparativi per avviare la produzione, prevista per il 23 maggio 2012 presso gli EUE/Screen Gems Studios a Wilmington, North Carolina. La produzione ha utilizzato tutti e i 10 set degli studios e si sono insediati lì per i primi tre mesi delle riprese.

Tony Stark e Pepper Potts

"Fin dagli eventi accaduti in The Avengers, Tony si isola sempre più dal mondo" spiega Robert Downey Jr. "Passa sempre più tempo nel suo laboratorio, costruendo e perfezionando la sua armatura, cosa che ha forti ripercussioni su tutti gli aspetti della sua vita, compresa la sua relazione con Pepper Potts".

"Se vivi con Tony Stark ci sono sempre discussioni" afferma il produttore Kevin Feige. "Tony passa tutto il suo tempo ad armeggiare e costruire nuove armature e sta per completare la Mark 42. È il suo modo di distrarsi e chiaramente il rapporto personale tra Pepper e Tony non procede particolarmente bene a causa della sua ossessione per le armature. Quando gli vengono strappate tutte via nell'attacco, deve decidere se continuerà con questa sua ossessione o se cercherà di superare tutto questo".

Il produttore esecutivo Louis D'Esposito approfondisce i problemi vissuti da Tony Stark. "Tony soffre di attacchi di panico, che nel film risultano piuttosto comici perché lo vediamo ridotto in ginocchio da queste paure apparentemente irrazionali. Vi è anche una traccia di disturbo post-traumatico da stress derivante dalla sua battaglia contro gli alieni in The Avengers. Viene presentato con un po' di umorismo, ma c'è anche una vaga sensazione di gravità, che mostra lo stato mentale di un supereroe che ha attraversato questi eventi drammatici nel corso di tre film e ora deve affrontare la realtà di ciò che tutto questo ha significato".

Mentre Tony Stark e Pepper Potts lottano per orientarsi tra le crescenti sofferenze vissute nel loro rapporto, la chimica che si avverte in scena tra Robert Downey Jr. e Gwyneth Paltrow continua a mantenersi forte come sempre.

"Credo che la ragione per cui Tony Stark è un eroe cinematografico tanto popolare stia nella sua vulnerabilità" afferma Gwyneth Paltrow. "Robert interpreta questo aspetto in modo così eccezionale perché è un attore che sa suonare tantissime note nello stesso momento ed è meraviglioso osservarlo e lavorare con lui. C'è una scena in cui utilizza da remoto un'armatura di Iron Man che finge di essere lui. È la classica cosa da uomini 'Non ho voglia di affrontare la mia ragazza', ma credo che sia davvero Tony che non vuole vivere questa intimità. È una barriera tra loro che Tony non vuole necessariamente oltrepassare. Credo che sia doloroso per lui impegnarsi con lei completamente, con tutto il suo cuore, perché c'è molto nel suo cuore e sta ancora lottando per riuscire a conviverci".

Robert Downey Jr. aggiunge: "Naturalmente il rapporto tra Tony e Pepper è al centro del film, e Gwyneth e io ci siamo sempre trovati molto bene a lavorare insieme. In questo film inizio a pensare a cosa provano i miei compagni attori e a cosa continua a renderlo interessante per Gwyneth. Questa volta lo affrontiamo ed è un'evoluzione notevole per un'eroina femminile in questo genere cinematografico. Quindi questa è una delle cose di cui sono maggiormente entusiasta. Senza rivelare troppo, diciamo solo che il suo personaggio ha un'evoluzione piuttosto incredibile in questo film".

Le armature di Iron Man 3

Con l'ossessione crescente di Tony Stark nel progettare nuove armature per Iron Man, significa che i produttori e tutti gli artisti e i tecnici di Legacy Effects sono stati molto occupati a sviluppare le nuove armature per il film Marvel Iron Man 3, compresa la nuova armatura Mark 42.

"La cosa divertente di questo franchise sta nel fatto che Tony è uno sperimentatore e aggiusta le cose in base ai progressi della sua tecnologia" dichiara il produttore esecutivo Stephen Broussard. "In The Avengers abbiamo visto un lieve progresso nella tecnologia delle armature quando precipita e richiama qualcosa parlando al suo polso e un dispositivo enorme e gli va incontro volando e finisce per avvolgersi intorno a lui, quella che sarà la Mark 7. Ha portato ancora più avanti l'idea all'inizio di Iron Man 3, dove è in possesso di quella che chiama un'armatura prensile, il che significa che ogni singolo pezzo dell'armatura può volare in modo indipendente e agganciarsi a lui".

"Non funziona in maniera perfetta, ma è un grande progresso perché, teoricamente, può chiamarla e quella arriva" aggiunge il produttore esecutivo D'Esposito. "Ne abbiamo dato un piccolo assaggio ai fan l'anno scorso al Comic-Con con un poster omaggio che Ryan Meinerding aveva realizzato, in cui si vede che mette un guanto e uno stivale e deve lottare contro uno squadrone di cattivi ragazzi solo con uno stivale e un guanto. Spesso sono i limiti o i difetti dell'armatura a regalare il maggiore divertimento".

"All'inizio del film vediamo che Tony indossa la Mark 42 e l'ultima volta che lo avevamo visto indossava la Mark 7 e ci rendiamo subito conto che Tony è stato molto occupato tra The Avengers e Iron Man 3" afferma il produttore Kevin Feige. "Le armature sono diventate la sua ossessione e ogni possibile idea che gli viene sulla tecnologia delle armature viene realizzata e archiviata nella sua Hall of Armor. E infine, dopo averne parlato per quattro film, riusciamo a vedere uno scorcio della Hall of Armor".

Nella storia, dopo gli eventi accaduti in The Avengers, il governo statunitense ha bisogno di un'arma a cui affidarsi per proteggere il paese, quindi si rivolge a James "Rhodey" Rhodes per animare l'armatura modernizzata di War Machine, che è stata riconfigurata, verniciata di rosso, bianco e blu e rinominata Iron Patriot.

"Qualche anno fa nei fumetti hanno creato un'armatura chiamata Iron Patriot, un'armatura da Iron Man avanzata verniciata di rosso, bianco e blu con una stella davanti" racconta il produttore Kevin Feige. "La indossava e l'ha usata un altro personaggio, ma ci è piaciuta tanto e abbiamo pensato che fosse un'immagine che faceva colpo; così abbiamo pensato che sarebbe stato divertente se gli Stati Uniti ne avessero avuto una loro versione personale e che fosse stata assegnata a Rhodey".

"È una strategia di immagine per il governo statunitense" aggiunge Louis D'Esposito. "Vogliono mostrare al popolo americano che non hanno bisogno dei Vendicatori per mantenere la pace nel mondo. L'idea e il nome sono piuttosto divertenti per Tony, come si può immaginare. Non perde mai l'occasione di rinfacciare simpaticamente a Rhodey di avergli rubato l'armatura. Rhodey ribatte sempre che è la sua armatura adesso e questo aggiunge una dinamica divertente tra i due. Quando abbiamo visto per la prima volta l'armatura di Iron Patriot sul set, tutti quanti abbiamo esclamato 'Wow. È un'armatura davvero forte'".

Per l'attore Don Cheadle, i primi pensieri che gli sono passati per la testa dopo aver visto Iron Patriot per la prima volta sono stati molto più pratici. "Quando ho visto l'armatura per la prima volta la prima cosa che ho pensato è stata 'Wow, sembra pesantissima' e non mi sbagliavo" racconta ridendo Cheadle. "È una di quelle esperienze per cui dici 'Oh wow, sto per indossare l'armatura Iron Patriot, che emozione'. Poi inizi a metterla e 45 minuti dopo, quando te la stanno ancora fissando addosso, inizi a pensare 'Ho firmato per questo?'".

Mentre l'armatura di Rhodey può essere all'avanguardia e assolutamente immacolata, Tony Stark deve affrontare sfide incommensurabili con la sua. Quando la Stark Mansion viene attaccata e distrutta, Tony riesce a malapena a scappare, ma la sua armatura viene gravemente danneggiata e finisce per atterrare violentemente in una cittadina nelle campagne del Tennessee, dove, con l'aiuto di un ragazzino di nome Harley, Tony inizia a mettere insieme ciò che è successo e pianifica come riprendersi la sua vita senza l'aiuto dell'armatura di Iron Man.

"Alla fine di questo atto, tutto ciò che resta a Tony è un'armatura prototipo che funziona a malapena e che, dopo la fuga dalla Stark Mansion, non funziona affatto. Così Tony si ritrova nel bel mezzo degli Stati Uniti, nelle campagne del Tennessee, completamente fuori dal suo elemento" spiega Kevin Feige. "Un ragazzo che vive a Malibu e si sposta tra Monaco e Manhattan, si ritrova in una cittadina con una strada sola, dove deve provare a inserirsi mentre indaga su un cattivo chiamato il Mandarino e cerca di capire chi è, dove si trova e quale sarà la sua prossima mossa".

Le scenografie di Iron Man 3

Per i produttori non era possibile creare in uno studio la cittadina dove Iron Man atterra dopo che la sua casa viene distrutta, così la produzione si è spostata a Rose Hill, North Carolina, una piccola città a nord di Wilmington, salita agli onori della cronaca per avere la più grande padella del mondo, del diametro di circa 4,5 metri e il peso di due tonnellate, dove si possono cuocere contemporaneamente 365 polli. La padella è persino coperta da uno speciale gazebo nella strada principale. Per lo scenografo Bill Brzeski, trasformare il centro con un solo semaforo in un set di Hollywood ha rappresentato una vera sfida, ma ne è valsa davvero la pena. "Rose Hill, North Carolina, era una cittadina perfetta delle dimensioni perfette per il nostro film" dice Brzeski. "C'erano solo poche attività commerciali ancora aperte e tutto il resto era chiuso con assi di legno in attesa che qualcuno arrivasse a ridargli vita. Così abbiamo riportato in vita la città".

Un'altra sfida per Brzeski e l'intero team di produzione nella sequenza a Rose Hill è stata rappresentata dal fatto che l'intero film si snoda durante le vacanze di Natale e la produzione stava girando nel bel mezzo dell'estate. "Non c'è niente come girare scene invernali in esterna con la neve e 32 gradi e un'umidità elevata" racconta ridendo il produttore esecutivo Broussard. "Fortunatamente, la maggior parte delle sequenze a Rose Hill era girata di notte, almeno le temperature non superavano i 40 gradi. Devo fare i miei complimenti alle comparse locali, perché era davvero caldo e umido e loro indossavano pesantissimi abiti invernali e non si sono lamentati nemmeno una volta. Inoltre Bill e il suo team hanno fatto un lavoro grandioso per trasformare la città e riportarla in vita con una fantastica sensazione di vacanza tipica delle piccole città".

Il regista Shane Black spiega perché ama ambientare i suoi film durante le vacanze. "Visivamente, le vacanze creano il loro piccolo evento circoscritto nel tempo, quindi si ha la sensazione che ci sia unità tra la gente" spiega il regista. "È qualcosa che si avverte costantemente sullo sfondo. È come un aroma e c'è la sensazione di essere tutti uniti, cosa che è sempre positiva in un action movie dove hai bisogno di rimanere con i piedi per terra". "All'inizio ho pensato 'Oh, va bene, Shane sta facendo il film, quindi deve esserci un tema natalizio'" commenta Robert Downey Jr. "Ma poi ho realizzato che era il periodo perfetto dell'anno per ambientare Iron Man 3, perché è l'inverno dell'evoluzione del personaggio di Tony Stark all'interno del franchise ed è un rimando emotivo".

Mentre la prima unità di produzione sudava nelle calde notti estive a Rose Hill, la seconda unità del film era impegnata a girare una delle sequenze d'azione più imponenti del film. "In pratica l'idea nel film era di lanciare tredici persone da un aereo e incaricare Jarvis di dire a Tony che ne poteva portare solo quattro" spiega Feige. "Quindi come diavolo potrà Iron man salvarli tutti mentre precipitano verso il suolo?". "Quindi se ne sono usciti con questa idea del Barile di Scimmie, un gioco della Hasbro, nel quale colleghi tutte le scimmie una all'altra e vedi quante di queste piccole scimmie di plastica riesci ad agganciare per le dita. E Tony inizia a volare verso il basso e inizia ad afferrare le persone e dice a queste di agganciarsi alla persona vicina. E improvvisamente, grazie a questo incredibile lavoro di squadra, ci sono 13 persone agganciate l'una all'altra con Iron Man che accende i suoi repulsori per arrestare la caduta" conclude Feige.

Se da un lato la sequenza era elettrizzante sulla carta e come concetto, pensare al modo di realizzarla in modo sicuro e scorrevole ha rappresentato una sfida difficile per i produttori. "Ci sono molti modi e metodi per realizzarla e con qualcosa di complicato come delle persone che cadono da un aereo, il nostro primo approccio è stato 'Facciamolo sul set con lo sfondo verde dove possiamo semplicemente appendere gli attori e avere il massimo controllo'" dichiara il produttore esecutivo Louis D'Esposito.

I Costumi di Iron Man 3

Il passo successivo era costruire costumi su misura che nascondessero i paracadute. Per gestire questo passaggio delicato, i produttori hanno coinvolto Jake Lombard, esperto in questo tipo di lavoro dai tempi di Moonraker: Operazione Spazio, dove James Bond salta da un aereo senza il paracadute. Lombard e il suo team hanno passato circa due mesi a creare e testare i paracadute nascosti. Per Iron Man è stata progettata una tuta su misura con gli stessi colori dell'armatura, in modo tale che qualsiasi riflesso ci fosse stato sulla prima persona salvata da Iron Man sarebbe stato del colore giusto.

Un elemento che ha reso il tutto più difficile è stato il fatto che il team saltava sopra l'oceano, anche se vicino alla costa; la produzione quindi ha dovuto mettere a disposizione barche di salvataggio e subacquei nel caso in cui qualcuno non riuscisse ad atterrare sulla spiaggia. (Fortunatamente tutti sono atterrati proprio sulla spiaggia, come programmato.) . Il giorno delle riprese, il team degli stunt e i ragazzi e le ragazze della Red Bull Skydive Team hanno fatto un salto dopo l'altro e l'unità di fotografia aerea ha potuto catturare ogni singolo momento mozzafiatoper la sequenza. In aria, i produttori sono riusciti a girare filmati incredibili da angolazioni che normalmente non si vedono in sequenze di questo tipo. "Alla fine avevamo fatto 62 imbarchi e oltre 500 salti con paracadute nascosti, molto più di qualsiasi altra sequenza mai realizzata" commenta Habberstad.

Mentre Habberstad e il suo team di stunt realizzavano l'elemento aereo della sequenza, dovevano completare anche la parte finale della sequenza, cosa che ha portato gli abitanti del centro di Wilmington a chiedersi cosa stesse succedendo mentre guardavano 14 stunt allacciati l'uno all'altro lanciarsi giù da un'enorme teleferica 50 metri sopra il fiume Cape Fear.

"Mi piace avvicinarmi a una sequenza così impegnativa partendo dall'aspetto più semplice possibile" dichiara Jim Churchman. "A causa dell'elevato numero di persone in aria, non volevo complicare ulteriormente l'assemblaggio perché avrebbero potuto andare storte troppe cose. L'ho progettato in modo da approfittare della gravità, così c'era una linea legata a una gru a 50 metri d'altezza e la parte finale a 27 metri. Una volta che funzionava si trattava solo di organizzarsi e assicurare che tutto fosse allineato correttamente in modo che niente potesse intrecciarsi e causare problemi. È andato tutto liscio ed è stato divertente progettarlo. Credo che siano rimasti tutti soddisfatti del risultato".

Anche i produttori sono rimasti entusiasti del risultato e del fatto che Smrz e il suo team siano riusciti a girare così tanto della sequenza dal vero. "Nei nostri film ci sono determinate cose che puoi fare dal vero, tutto il resto è CG" afferma il produttore Feige. "Anche se amiamo la CG e non saremmo stati in grado di fare un film senza di essa, se c'è qualcosa che puoi fare dal vero è sempre meglio provarci. Questa sequenza è di gran lunga la più grande scena acrobatica dal vero mai girata".

Per simulare il volo sopra Miami, i produttori hanno interpellato Digital Domain per creare gli ambienti di sfondo per la scena, usando il digital mapping. Il produttore esecutivo Victoria Alonso spiega: "Quasi tutto degli ambienti che si vedono nella scena del Barile di Scimmie è stato creato in CG. Abbiamo scelto uno scorcio che ci piaceva e Digital Domain è partita da lì per creare quei bellissimi sfondi opachi con i terreni adatti a ogni altezza, perché passiamo da circa 9.000 metri al livello del mare".

"Tutte le persone coinvolte nella sequenza hanno fatto un lavoro fantastico e si vede benissimo nel film" conclude Stephen Broussard. "È incredibilmente spaventoso e terrificante da vedere e una delle cose più forti è che gli attori sull'Air Force One erano le stesse persone che hanno effettuato il lancio. Quindi quando vedi le persone che precipitano, sono le stesse facce che hai visto quando gli attori si spostavano sul set dell'Air Force One. Quindi c'è questo collegamento reale e il pubblico lo capirà e sarà davvero una sequenza mozzafiato".

La crezione del Mandarino

Un altro momento cruciale per i produttori è stata la prima volta che Ben Kingsley è arrivato sul set dopo essere stato trasformato nel Mandarino dal grande talento del team di hairstyle e make up.

"Ben Kingsley aveva un aspetto assolutamente minaccioso e credo che tutto il cast e il personale abbiano provato la stessa cosa quando è arrivato sul set per la prima volta" afferma il produttore esecutivo Louis D'Esposito. "È un look fantastico e credo davvero che il pubblico adorerà il modo in cui interpreta il personaggio. Penso che sorprenderà molti con la sua interpretazione".

Una sfumatura del Mandarino di Kingsley che è rimasta un mistero fino al momento in cui è arrivato sul set era la voce del personaggio. I produttori avevano ricevuto una breve anteprima prima che l'attore arrivasse e inizialmente non erano sicuri di cosa farne. Il produttore esecutivo Stephen Broussard ricorda quel giorno: "Avevamo chiesto a Sir Ben di doppiare alcune battute per un pezzo di Comic-Con che avevamo preparato e quindi come prima cosa quella mattina, prima di passare da trucco, è arrivato nella roulotte di Shane per registrare e ha detto 'Sto lavorando a questa voce, posso provarla?'. Ha fatto la prima registrazione e noi tutti non sapevamo cosa pensare in un primo momento perché era molto diversa da quello che ci aspettavamo, ma poi abbiamo iniziato a inserirla nel pezzo e abbiamo detto 'Wow. È fantastico'. È una voce affascinante e non riesci ad afferrarla appieno, proprio come la figura del Mandarino in questo film".

Ben Kingsley, per arrivare a quella voce ha applicato lo stesso approccio con cui si avvicina ai suoi ruoli; lascia che le cose si manifestino naturalmente. "La voce mi è semplicemente venuta fuori un giorno che stavo lavorando ed ero arrabbiato e continuavo a camminare avanti e indietro nella mia camera d'albergo" spiega Kingsley. "La reception ha chiamato la mia stanza a causa del rumore e me ne sono uscito con un paio di improperi in stile Mandarino e li ho freddati".

Commentando il look particolare del Mandarino, Kingsley dice: "Mi sembra che il look e gli abiti del personaggio siano un'evoluzione logica di quanto è scritto nella sceneggiatura e di quello che i fan hanno adorato per anni. Tutte le sue manifestazioni in questo film derivano dalla collaborazione di Marvel, Shane Black, Drew Pearce e Louise Frogley [costumista] e spero che la nostra versione risponda alle aspettative e riesca anche a sorprendere".

Dopo che la produzione ha girato la maggior parte delle scene con il Mandarino a Miami nell'arco di tre settimane, è arrivato il turno dello scenografo Bill Brzeski di creare il mondo visivo del Mandarino, partendo dal suo ambiente a Miami. Per realizzarlo i produttori hanno girato gli esterni sui 4 ettari di terreno del Vizcaya Museum and Gardens, un monumento nazionale costruito nel 1916 dall'industriale James Deering. Gli interni sono poi stati girati in una residenza privata affacciata sul mare a South Beach.

"Abbiamo trovato una casa con una sala da ballo costruita sul lato dell'edificio principale negli anni Trenta o Quaranta e l'abbiamo affiancata al Vizcaya, un complesso molto famoso risalente agli anni d'oro, costruito dalla famiglia Deering" afferma lo scenografo Bill Brzeski. "C'era questo enorme edificio fantastico all'inizio del Novecento e non ho parole per descrivere la bellezza della lavorazione delle pietre e i meravigliosi giardini lussureggianti. Con la tecnologia digitale siamo riusciti a mettere il Vizcaya proprio davanti all'ingresso della casa. Questo ci ha dato lo spazio per costruire una grotta al di sotto, una prigione sotterranea e tutta la serie di cose strane che succedono nella casa nel terzo atto, così tutti pezzi si incastrano perfettamente".

Per gli interni della casa del Mandarino, la ciliegina sulla torta è stata trovare l'artista locale della Florida Ales Bask Hostomsky, che ha creato un'opera unica presente in tutto l'ambiente del Mandarino.

Per Bask, appassionato dichiarato di Marvel da tutta la vita, essere cercato per creare delle opere per il film Marvel Iron Man 3 è stata un'incredibile sorpresa. Quando gli chiediamo che tipo di arte realizza, Bask ammette di non riuscire a spiegarlo bene a parole, perché la sua arte è "un processo in costante evoluzione". "Se dovessi descriverla, credo che la base potrebbe essere la pop art, ma fusa con tutte le influenze che ho subito crescendo, fumetti, graffiti, vandalismo e copertine di gruppi punk rock" dichiara Bask.

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