Iris: serata Pasolini con ‘Medea’ e ‘Mamma Roma’
Con un eccezionale omaggio ad uno dei maggiori intellettuali del XX secolo – Pier Paolo Pasolini – prosegue l'estate di culto di Iris. Poeta geniale. Artista versatile e tormentato. Saggista inesauribile e voce scomoda. Autentico cantore della società moderna, il cineasta di origini bolognesi firma sceneggiatura e regia delle pellicole proposte per la prima e […]
di Redazione / 14.07.2012
Con un eccezionale omaggio ad uno dei maggiori intellettuali del XX secolo – Pier Paolo Pasolini – prosegue l'estate di culto di Iris. Poeta geniale. Artista versatile e tormentato. Saggista inesauribile e voce scomoda. Autentico cantore della società moderna, il cineasta di origini bolognesi firma sceneggiatura e regia delle pellicole proposte per la prima e la seconda serata di domenica 15 luglio: Medea e Mamma Roma.
Apre l'appuntamento "Medea" (1969), basata sulla tragedia omonima di Euripide il film brilla per la sua straordinaria protagonista, la "divina" Maria Callas (Medea). Con la musa e amica del regista, anche il saltatore olimpico Giovanni Gentile (Giasone), Massimo Girotti (Creonte) e Laurent Terzieff (il Centauro). Secondo l'autore:
"Il confronto dell'Universo arcaico, ieratico e clericale con il Mondo di Giasone, razionale e pragmatico".
Girato principalmente tra Turchia e Siria, il film fa 'esplodere' in lunghe sequenze dominate dall'assenza di dialogo, la forza drammatica della fotografia di Ennio Guarnieri e le musiche suggestive selezionate da Pasolini e da Elsa Morante. Da segnalare, le scenografia curate da Dante Ferretti.
A seguire è di scena il caposaldo del "neorealismo pasoliniano": Mamma Roma (1962). Seconda produzione cinematografica dell'eclettico regista, l'opera vinse il Premio della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema alla XXIII Mostra di Venezia.
Riflessione in bianco e nero sulla responsabilità collettiva, sulla debolezza del sottoproletariato e l'impossibilità d'avanzamento sociale, Mamma Roma vede protagonista l'insuperabile Anna Magnani nei panni di una prostituta che sogna il riscatto sociale per sé e il figlio.
Celebre la drammatica scena finale: alla notizia della morte del figlio in carcere – fotogrammi esplicitamente ispirati al Cristo morto di Mantegna – mamma Roma inizia una folle corsa verso casa inseguita da una folla urlante, la stessa che la salverà dal tentativo di togliersi la vita.