Ipersonnia, lo sceneggiatore Enrico Saccà parla del film con Stefano Accorsi
Ipersonnia è un thriller psicologico ambientato in un futuro prossimo, in Italia, con i detenuti che scontano la pena in un sonno profondo che li rende inoffensivi: l'ipersonno.
di Redazione / 02.02.2023
Dal 30 gennaio su Prime Video è disponibile Ipersonnia, thriller psicologico con Stefano Accorsi diretto da Alberto Mascia e da lui cosceneggiato insieme ad Enrico Saccà (Tre giorni dopo, 2018), membro della Writers Guild Italia. Il film vede nel cast anche Caterina Shulha, Astrid Meloni, Andrea Germani, Paolo Pierobon, Sandra Ceccarelli ed è prodotto da Andrea Paris, Matteo Rovere, Stefano Sardo e Ines Vasiljevic.
Ipersonnia è "un thriller dell'anima", come definito dal co-sceneggiatore Enrico Saccà, ambientato in Italia in un futuro prossimo dove le vecchie carceri congestionate e violente sono solo un ricordo: ora i detenuti scontano la pena in uno stato di sonno profondo che li rende inoffensivi. L'ipersonno è un sistema economico ed efficiente, perché ha drasticamente ridotto il tasso di recidiva criminale. Ma non tutto funziona come dovrebbe: un giorno David Damiani (Stefano Accorsi), psicologo carcerario, si trova di fronte a un detenuto aggressivo di cui sono andati persi tutti i dati. L'imprevisto innescherà una catena di eventi che costringeranno lo stesso David a confrontarsi con i fantasmi del proprio passato, e con una cospirazione che coinvolgerà anche Viola (Caterina Shulha), l'amore della sua vita, e che lo porterà a scoprire che niente è ciò che sembra.
Spiega lo sceneggiatore Enrico Saccà:
"Sia io che Alberto Mascia amiamo molto tutti quei tipi di narrazione che fanno dell'ambiguità interpretativa la loro cifra distintiva, storie perturbanti in grado di suscitare inquietudine. Quindi siamo partiti dall'idea del ricordo ossessivo di qualche cosa di perduto, per realizzare quello che volevamo fosse un thriller dell'anima. Non volevamo fare a tutti i costi un film di fantascienza. Ipersonnia resta un thriller, una storia d'amore molto sofferta in un thriller psicologico che usa la cornice fantascientifica. È una storia che gioca sull'ambiguità del sogno, fatta di rimorsi e rimossi, in cui i piani narrativi continuamente sorprendono o smentiscono ciò che è appena accaduto".
Se guardando Ipersonnia saltano alla mente film come Memento oInception di Christopher Nolan, oppure eXistenZ o Spider di David Cronenberg, non ci si sbaglia. Infatti, Saccà rivela:
"Li avevamo ben presenti in fase di sceneggiatura, avendoli amati e studiati tanto e ci siamo lasciati suggestionare cercando di non copiarli. Abbiamo tenuto presente le loro opere, ma poi ci siamo fatti prendere dalla storia più che dalla soggezione".
Sul ruolo del protagonista affidato a Stefano Accorsi, Saccà commenta:
"Quello con Stefano è stato un lungo corteggiamento dall'esito positivo, frutto di una fortunata congiuntura astrale. Quando Matteo Rovere e Andrea Paris, che avevano lavorato tantissimo con Accorsi da Veloce come il vento, gli hanno parlato del progetto, lui si è fidato e a sua volta ha creduto nel film. Stefano Accorsi è una persona che si mette molto in gioco e quando dà qualche contributo lo fa con cognizione di causa e in maniera molto collaborativa; pur essendo una star, non si impone".
Ipersonnia affronta anche il della detenzione in Italia. A tal proposito, Mascia e Saccà hanno studiato a fondo la situazione delle carceri, elaborando una storia ambientata in un futuro non troppo lontano:
"Abbiamo cavalcato l'idea di parlare di un'Italia prossima, ma in realtà non così tanto distante dall'oggi e abbiamo ipotizzato un sistema punitivo, meramente punitivo, che non riesce a essere in alcun modo riabilitativo. Non volevamo affrontare il tema in modo diretto, ma attraverso il grave problema delle carceri, delle ingiustizie e della disumanità abbiamo voluto raccontare anche una certa collusione del sistema di potere che lo rende responsabile di scelte sbagliate".
Il film è una produzione Ascent Film, Nightswim, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura.
Intervista per gentile concessione dell'ufficio stampa Writers Guild Italia