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Invincibili, quarta ed ultima puntata

Ultimo appuntamento stagionale con “Invincibili mercoledì 29 giugno 2011 in prima serata su Italia 1. Termina il programma condotto da Marco Berry, che racconta le storie di persone comuni che hanno saputo “rinascere” in seguito traumi acuti nel passato, e come sempre, ospiti in studio Toni Capuozzo, Erri De Luca, L’Aura e Franz Di Cioccio.

Tra i protagonisti della quarta puntata troviamo Fabiano Lioi, 33 anni, afflitto da osteogenesi imperfetta. Fabiano è natoa Santiago del Cile e si è trasferito a Roma dove attualmente risiede e lavora. Tra il 2000 al 2005 studia la musica ed entra a far parte della band “Ladri di Carrozzelle” come artista polistrumentista e realizza la docufiction “Una Vita da Ladri“. Nel 2006 a causa di un brutto incidente stradale perde anche la sensibilità del tatto. Superato il difficile momento Fabiano partecipa a film, cortometraggi, videoclips, servizi fotografici. Oggi, oramai da 12 anni, Lioi, suona la chitarra elettrica e il pianoforte suonando in vari locali con dei gruppi ed ha scritto una sceneggiatura di un cortometraggio che racconta di come i disabili vengono visti dalle persona e delle barriere che non di riescono a superare.

La seconda storia è quella di Abdul Jeelani, nato Gary Cole nel 1954 a Bells; successivamente cambia il proprio nome diventando famoso nel mondo del basket come “La mano di Maometto”. Dopo aver chiuso la sua carriera legata al basket, nel 1987 Abdul venne colpito da un cancro alla prostata e dal diabete che lo portarono a gravi conseguenze anchea livello lavorativo Diventò uno dei tanti senza tetto che vagano per gli Stati Uniti perchè tutti i soldi rimasti li ha utilizzati per cuurare se stesso e la madre, anch’essa malata. Il presidente della Lazio basket, Simone Santi, una volta preso atto della situazione di Abdul, lo invito’ a fare da allenatore dei bambini. Un’occasione che ha permesso a Abdul Jeelani di ricominciare la sua vita, insegnando il basket là dove c’è più bisogno.

Infine, la terza storia è quella di Stefano Viglione, 40 anni; il quale nel dicembre del ’91 ha un brutto incidente sulla Torino-Savona con conseguenza alla colonna vertebrale. La madre manda Stefano allo Stoke Mandeville Hospital, il primo ospedale al mondo per la riabilitazione delle paraplegie, dove in cinque mesi impara a essere una persona totalmente autonoma: si laurea, pratica tutti gli sport, anche quelli più estremi e nel 2007 viene eletto sindaco di Mondovì.

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