Into Darkness: dentro l’oscurità di Star Trek
Conosciamo il processo di produzione di Into Darkness - Star Trek di J.J. Abrams, dalla scelta delle riprese IMAX alla sceneggiatura.
di Redazione / 06.05.2013
Sulla scia di una tradizione che ha dato vita a quattro serie televisive, 11 film a soggetto e innumerevoli sogni 'stellari', il nuovo Into Darkness – Star Trek di JJ Abrams inaugura il mondo di Star Trek in tre dimensioni; nel film del 2009 un gruppo di esploratori spaziali tanto validi quanto ribelli, appena usciti dall'Accademia, si imbarcavano in un avvincente viaggio inaugurale verso le stelle. Si trattava della prima grande prova del loro talento, abilità e reciproca lealtà, in cui sfidavano le proprie personalità conflittuali, ma era pur sempre solo l'inizio della loro avventura. Forte di quella esperienza, l'equipaggio della U.S.S. Enterprise stavolta varcherà i confini dell'oscurità tornando sulla Terra del 23esimo secolo, mentre sinistre forze di guerra minacciano sia la sacralità del proprio mondo che di realtà ancora sconosciute.
Into Darkness – Star Trek, la nascita della storia
Con Into Darkness – Star Trek, J.J. Abrams torna alla sua visione umana dell'universo di Star Trek, rendendo il suo omaggio particolare ad una serie che fa ormai parte della cultura popolare, inoltrandosi stavolta in un territorio inesplorato.
Il primo film è stato apprezzato per aver mescolato l'umorismo irriverente, i personaggi carismatici e la fantasia della serie televisiva degli anni '60 con il ritmo e l'azione del 21esimo secolo, dando vita ad una storia fresca e ricca di emozioni che racconta come tutto ebbe inizio. Sulla scia delle intenzioni di Gene Roddenberry, lo Star Trek di Abrams parlava agli amanti delle stelle in tutti noi rendendo tangibile l'infinito.
In seguito al successo di quel film, Abrams non era però disposto a riposare sugli allori. Tenendo fede al 'dictum' di Star Trek, in questo secondo viaggio ha voluto approfondire ogni aspetto del film, esplorando con coraggio le dinamiche dei personaggi di Star Trek e rendendo la loro missione ancora più avvincente. Questo ha comportato una serie di incredibili nuove sfide per i filmmakers. L'Enterprise si è spinta oltre i confini dell'immaginabile, sono stati ideati e costruiti interi nuovi mondi. E per spingere la storia verso una nuova frontiera, Abrams ha preso la decisione di girare il film sia in IMAX e che in un 35mm anamorfico, presentandolo in 3D.
Tuttavia, le maggiori difficoltà sono quelle affrontate da Kirk, Spock, Uhura, Bones, Scotty, Sulu e Chekov. Quando la Flotta Stellare viene scossa da un terribile attacco, non solo dovrà fronteggiare il lato oscuro al suo interno ed un temibile nuovo nemico, ma dovrà dubitare persino dell'unica cosa di cui ci si dovrebbe fidare all'interno di un universo imprevedibile: i propri compagni.
Spiega Abrams:
"Questo film supera il primo film in ogni suo aspetto: vedremo pianeti vulcanici, inseguimenti spaziali ed incredibili effetti speciali, sullo sfondo di una storia più sfumata L'equipaggio dell'Enterprise stavolta sarà coinvolto in una vicenda in cui emergono dilemmi morali e personali, e dovrà affrontare problemi relativi alla fiducia, alla lealtà e a ciò che accade ai propri principi quando si viene messi a dura prova. Il nostro obiettivo era conservare la commedia, l'umanità e l'esuberanza dei personaggi nonostante si avventurino in un territorio più oscuro e complesso. Per il Capitano Kirk, ciò che inizia come una missione di vendetta, sarà un viaggio alla scoperta di se stesso, di cosa vuole dire essere un capitano di valore".
"Per riuscire a far proseguire la storia, questo film doveva essere più ambizioso dell'altro. L'azione e le dimensioni sono anni luce più avanti. Introdurre la tecnologia IMAX e il 3D trasporterà il pubblico ad un altro livello di intrattenimento. Ma allo stesso tempo, a prescindere dal formato, ciò che più ci interessava era riuscire a raccontare una storia ancora più eccitante ed emozionante".
Una storia che ancora una volta è stata scritta dagli sceneggiatori e produttori Robert Orci e Alex Kurtzman, insieme a Damon Lindelof; il processo di scrittura si è trasformato in un vero e proprio brainstorming continuo. "Non saprei dire quanti meeting abbiamo fatto per parlare della storia", racconta Abrams. "Abbiamo collaborato costantemente, apportando modifiche, cercando di capire cosa inserire. Sono stato davvero fortunato a poter lavorare di nuovo con Bob, Alex e Damon. Sono stati infaticabili, e hanno creato una storia che dà di volta in volta spazio ad ognuno dei personaggi principali, che emerge con la sua vita e i suoi ideali".
Bryan Burk, produttore e co-fondatore della Bad Robot, osserva che il copione si basava anche sull'idea che i membri dell'equipaggio di Star Trek si stanno trasformando in un inseparabile, seppur talvolta disordinato, gruppo di amici. Spiega:
"Il copione di 'Into Darkness' è iniziato con una domanda: in che modo possiamo mettere la squadra dell'Enterprise in una situazione di grave minaccia e conflitto? Abbiamo pensato che mentre il primo film racconta di come questa squadra si unisce, il secondo film doveva invece raccontare di come questi personaggi crescono e diventano adulti. Un'idea ricca di energia e di potenzialità".
Into Darkness – Star Trek, la tecnologia IMAX
Per portare l'intensa energia drammatica del film al successivo livello visivo, Abrams ha usato la tecnologia IMAX ed una accurata conversione in 3D che ha avuto luogo durante la post produzione, per riuscire a superare il risultato ottenuto in precedenza. Non è stata una decisione che il regista ha preso a cuor leggero, perché comunque la sua priorità riguarda sempre l'autenticità, anche nella storia più fantastica. Ma dopo aver esaminato con attenzione i più sofisticati film 3D e IMAX degli ultimi anni ed aver lavorato con il regista Brad Bird, che ha usato IMAX in Mission Impossible: Protocollo fantasma, Abrams si è convinto che era arrivato il momento giusto per coniugare questa moderna tecnologia con la grande storia di Star Trek.
"Quando un film è girato in IMAX, è tutta un'altra cosa", dice il regista. "La risoluzione è incredibile e si viene letteralmente ingoiati dal film. Ma non avevo ancora mai visto un'avventura spaziale presentata in questo modo. Christopher Nolan è stato molto disponibile e mi ha fatto vedere le scene de 'Il cavaliere oscuro – Il ritorno' con l'IMAX. Vedendo quelle immagini pazzesche, ho capito che sarebbe stato assurdo privare il nostro film dell'opportunità di girare in IMAX".
I risultati rivelano che è valsa la pena affrontare le enormi difficoltà logistiche. "Siamo finalmente in grado di trasmettere l'ampia scala della storia non solo nello spazio ma anche sulla Terra e all'interno delle navi spaziali. Sono convinto che sarà davvero elettrizzante", dice Abrams.
Aggiunge Roger Guyett, il supervisore visivo della Industrial Light & Magic che torna anche lui a far parte della squadra del film: "Con un'idea che assomiglia a un 'Lawrence d'Arabia' nello spazio, IMAX è stato un mezzo magnifico con cui J.J. rivela i grandi scenari esplorati dall'Enterprise".
L'uso della fotografia IMAX in una porzione del film, ha svolto anche una funzione creativa. "Molti dei nostri set sono più verticali che orizzontali, e con IMAX le dimensioni sembrano aumentare", spiega Abrams. "Lo abbiamo usato per la giungla del pianeta vulcanico Nibiru all'inizio del film, per il pianeta dei Klingon, Kronos, e specialmente alla fine, nella scena dell'inseguimento sulle strade di San Francisco. La regola è stata che per le azioni all'esterno, abbiamo girato con IMAX, mentre all'interno abbiamo usato un 35 anamorfico".
Nel creare un'esperienza in 3D con cui mostrare la suggestione e la velocità del mondo di Star Trek, Abrams e la sua squadra si sono spinti persino oltre. All'inizio i filmmakers erano reticenti ad utilizzarlo, fino a quando non si sono resi conto di poterlo fare in un modo adatto ad esprimere le loro ambizioni visive. "Non abbiamo mai usato il 3D in nessuno dei nostri film prima d'ora", osserva Burk. "Ma quando abbiamo visto gli ingredienti di 'Star Trek', e cioè battaglie epiche, prospettive planetarie a perdita d'occhio e una grande azione, abbiamo pensato: se 'Star Trek' non è adatto al 3D, allora quale film lo è? Ma volevamo che la nostra prima esperienza in 3D fosse assolutamente speciale e diversa".
Questo processo è iniziato con la premessa che non basta aggiungere semplicemente il 3D; è una tecnica che va utilizzata per elevare il racconto o per dare vita a mondi inediti. "James Cameron ha compiuto dei grandi progressi con 'Avatar' mostrandoci qualcosa che non avevamo mai visto prima. Ma il fatto di girare semplicemente un film in 3D non lo rende 'Avatar', così come abbiamo avuto modo di vedere nei numerosi film usciti successivamente", continua Burk. "Quindi abbiamo pensato che se lo avessimo fatto, lo avremmo fatto nel migliore dei modi".
A tal fine si sono rivolti allo stereografo Corey Turner, che ha collaborato in alcuni dei migliori film in 3D degli ultimi anni, incoraggiandolo ad utilizzare le sue tecniche per creare profondità e dettagli avvolgenti che il pubblico non aveva ancora mai visto. La magia delle immagini è stata il punto focale anche nella collaborazione fra Abrams e il direttore della fotografia Dan Mindel, il cui innovativo uso delle lenti, delle luci e degli angoli aveva già caratterizzato "Star Trek" del 2009. Al di là della fantasia visiva del film, Abrams preferisce comunque creare tutto ciò che può attraverso la cinepresa. Usa schermi verdi e CG solo quando è necessario per trasportare il pubblico nelle galassie sconosciute ma gli piace un'azione drammatica intima e realistica, e questa duplicità crea un forte contrasto.
Abrams osserva che nell'esplorare un nuovo territorio visivo ed emotivo, si è sentito un po' come il Capitano Kirk alla volta di un cosmo sconosciuto… per il quale è meglio essere preparati. "In un film del genere, ogni giorno si è messi alla prova ad ogni livello, per riuscire a migliorare", spiega. "Ma così come fa Kirk in questa nuova storia, anche io ho apprezzato questa opportunità".
Conclude Burk: "Con il primo film volevamo sfidare le aspettative del pubblico rispetto a Star Trek. Ora penso che J.J. abbia raggiunto un livello successivo di complessità e che la gente uscirà dal cinema pensando 'Wow, era davvero un film di Star Trek?'"
Girato nella sofisticata alta risoluzione IMAX e presentato in una dettagliata conversione 3D di ultimissima generazione, il film Into Darkness – Star Trek di JJ Abrams da Giovedì 13 Giugno 2013 regalerà una visione inedita dell'universo di Star Trek.