Intervista a Raul Arevalo, regista del film La Vendetta Di Un Uomo Tranquillo
Abbiamo intervistato Raul Alvarado, regista del film La Vendetta di un uomo tranquillo, questa sua opera prima dietro la macchina da presa, una movie spietato che fa della crudezza la sua colonna portante per un motivo ben preciso.
di redazione / 21.03.2017
Ancora pochi giorni e sarà disponibile nelle sale italiane il pluripremio Goya La Vendetta di un uomo tranquillo, opera prima dell'attore Raul Alvarado qui nelle vesti di regista. Un esordio davvero ottimo, quello del giovane attore spagnolo che con questo suo primo film (qui la nostra recensione) porta sul grande schermo un revenge movie spietato e che fa della crudezza la sua colonna portante per un motivo ben preciso.
Come ci dice l'attore in un'intervista "Questo è un film che vuole essere crudo per mantenere il più alto realismo possibile, senza fronzoli od espedienti che possano esaltare la finzione." Fondamentale in questo caso l'aiuto di Davi Pulido, psicologo nella vita qui nelle vesti di sceneggiatore "Il suo aiuto è stato fondamentale per dare credibilità ai personaggi. Questo è un film di attori, la storia non è originale, ce ne sono a migliaia di film così, però la cosa più importante era creare un'empatia definita tra i due personaggi principali senza mai cadere nel banale. E per farlo, chi meglio di uno psicologo? Il suo aiuto è stato necessario per dare una completa e totale impronta credibile e per trasmettere ciò che io ho respirato sin dalla tenera età: la periferia ed i piccoli paesi castigliani."
Impossibile non azzardare paragoni con registi già ben affermati come Refn e Tarantino, proprio per l'accurato stile di ripresa e soprattutto per la storia. Un film di vendetta che pone a confronto due persone opposte le quali si aiuteranno a vicenda ma solo per convenienza ma per Arevalo non sono loro la sua fonte di ispirazione: "Ho avuto molte influenze, non solamente una. Volevo fare un film completamente spagnolo, senza troppe influenze hollywoodiane, affinché si potesse creare una certa empatia e riconoscimento tra lo spettatore ed i personaggi. Lo stampo identitario era necessario per me. Più che un solo regista, ho unito molti stili che vanno dai fratelli Dardenne fino a Garrone con il suo Gomorra".
L'esordio alla regia, il passaggio al di qua del set cinematografico, spesso non è semplice come si possa pensare soprattutto per un attore giovanissimo classe '79. Non per Raul Arevalo: "Dirigere un film è sempre stato il mio sogno, ancor più che recitare. Pensavo di incontrare difficoltà perché solitamente vado nel panico molto spesso, basta una lettera di una banca a mandarmi nel pallone…però stavolta è andato tutto benissimo, riuscivo a risolvere ogni problema che si veniva a creare in pochissimo tempo. L'unico momento difficile è stato il montaggio, un momento che mi ha reso molto inquieto perché mi trovavo faccia a faccia con i miei errori in un momento molto delicato. Questo mi ha tolto il sonno, letteralmente. Però sono ben soddisfatto della riuscita del film."
Il futuro sembra essere spianato per Arevalo: il suo esordio alla regia La Vendetta di un uomo tranquillo conta gia' ben quattro premi Goya, tre dei quali molto importanti, come miglior esordio alla regia, miglior film e miglior sceneggiatura. Arevalo ha molti progetti in cantiere e spera, così come noi, che ci possa mettere meno tempo per trovare finanziatori: "Ci sono voluti ben 8 anni per trovare una produzione che mi potesse aiutare a fare il film ma stavolta spero possa metterci meno tempo. Spero soprattutto di poter essere libero di agire così come lo sono stato per questo film. Esordire alla regia e vincere premi mi mette addosso una pressione relativa; alla fine so che prima o poi riceverò critiche negative ma va bene così".
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