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Indiana Jones e il quadrante del destino, la conferenza stampa

Indiana Jones e il quadrante del destino è stato presentato in conferenza stampa al Taormina Film Festival 2023 con Harrison Ford e altri del cast.

Dopo essere passato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, ora Indiana Jones e il quadrante del destino (RECENSIONE) è pronto a fare il suo debutto in Italia. L’appuntamento è per domenica 25 giugno, nella splendida cornice del Teatro Antico di Taormina, uno dei luoghi centrali del Taormina Film Festival, dove il nuovo film di James Mangold viene presentato in anteprima italiana. In occasione di questa premiere di lusso, Harrison Ford, Phoebe Waller-BridgeMads Mikkelsen sono volati nella splendida città siciliana e hanno incontrato la stampa per parlare dei loro personaggi e di quello che ha significato tornare o entrare per la prima volta nel mondo dell’avventura firmata Indiana Jones. Ecco quello che ci hanno raccontato.

La conferenza stampa di Indiana Jones 5

Ad aprire le danze è stato, naturalmente, Harrison Ford, che ha avuto modo di parlare delle riprese italiane del film. Indiana Jones e il quadrante del destino, infatti, prevede alcune scene girate in Italia e, nello specifico, anche in Sicilia. L’attore, simbolo della saga stessa, ha allora spiegato:

“Sono molto felice di essere qui. Non vediamo l’ora di proiettare il film qui a Taormina e incontrare gli altri cineasti. […] Non sono un esperto di location. Non so dove mi hanno portato o cosa è successo dopo. Ma abbiamo avuto una grande opportunità di girare qui e questo ha sicuramente migliorato il valore visivo del film. Mi ricordo in particolare Siracusa che è presente brevemente nel film. E poi abbiamo girato in una bellissima grotta, ma non ho la minima idea di dove si trovasse.”

Dopo questa prima risposta, quanto meno fondamentale visto il luogo in cui si svolge il festival in cui i tre attori sono stati invitati a partecipare, ai tre interpreti è stato chiesto di parlare di come è stato lavorare insieme e costruire i rapporti tra i loro personaggi. A prendere per primo la parola è stato, di nuovo, Harrison Ford, che ha spiegato:

“Avevamo una sceneggiatura scritta meravigliosamente dalla quale partire per costruire i nostri personaggi. La sceneggiatura mi è piaciuta molto. I rapporti tra i personaggi sono ovviamente nel corso della scrittura particolarmente elaborati e gli abbiamo dato vita. Non abbiamo provato molto perché con il regista ci siamo consultati e abbiamo parlato e collaborato. Ci siamo presentati sul set con i briefing e a un certo punto qualcuno ha detto “cominciamo a girare” e così abbiamo fatto. Abbiamo avuto una sceneggiatura scritta davvero bene e i rapporti tra i personaggi erano chiari perché scritti e molto bene. È stato utile avere una sceneggiatura così ambiziosa e ben scritta.”

Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Mads Mikkelsen, che ha detto:

“Sono d’accordo. Quando hai una sceneggiatura scritta così bene, il tuo lavoro è più facile. Il mio obiettivo era quello di rendere la vita di Indiana Jones il più miserabile e infelice possibile.”

Phoebe Waller-Bridge (conosciuta soprattutto grazie alla serie Fleabag) ha poi preso la parola per spiegare come è stato lavorare sul set del film e su come si è rapportata al personaggio di Helena, che rappresenta un po’ il lato più “fragile” di Indiana Jones. L’attrice ha spiegato:

“C’è una complessità nel rapporto tra Indy e Helena. A volte quando si approccia per la prima volta un personaggio si parla con gli altri attori, ma poi si arriva a un punto in cui ci si dice: “Forse non abbiamo bisogno di parlare troppo”, perché l’alchimia è già tutta nella sceneggiatura. Bisogna fidarsi anche del regista. Abbiamo fatto qualche prova, ma l’energia era già fantastica sul set.”

La parola è poi tornata a Mads Mikkelsen: l’attore, in questo nuovo capitolo della saga di Indiana Jones interpreta l’antagonista. Il suo professore è un residuo di quei nazisti contro cui Indy ha sempre avuto un odio viscerale e anche comprensibile. All’attore, dunque, è stato chiesto come ha fatto a costruire un personaggio che fosse non solo cattivo ma anche legato a un’ideologia orribile come quella nazista. E lui ha risposto:

“Devi capire dove sono i limiti e superarle un po’. Però devi capire in che tipo di film ti trovi. Cosa che hanno fatto bene per quarantadue anni. Ho cercato di far sì che i miei cattivi siano sempre gli eroi del loro mondo. Non succede mai che qualcuno si sveglia e dice: “ah, oggi voglio fare il cattivo”.”

Un Indiana Jones più emotivo?

Durante la conferenza stampa di presentazione di Indiana Jones e il quadrante del destino è stato sottolineato anche come in questo capitolo il noto professore archeologo mostri un’emotività ancora superiore rispetto a quello che aveva mostrato nei capitoli precedenti. Su questo argomento e sulla sfida che possa aver rappresentato il dover mostrare una maggior vulnerabilità, l’attore ha detto:

“Non so come si possa esprimere un personaggio senza le emozioni. Ma credo sia una conseguenza del fatto che si trattasse dell’ultimo film ed era qualcosa che era importante da esprimere. Si tratta di una trama molto bella, ma anche molto complicata. E in più c’è questo rapporto pieno d’emozione con il personaggio di Phoebe. Che non è un rapporto sentimentale, ma platonico. Lei è la figlioccia di Indiana, un personaggio che lui sente di aver deluso come padrino e lei lo sottolinea e io cerco di sanare. Diciamo che questo è l’elemento emotivo principale della storia. Il primo Indiana Jones è stato fatto 42 anni fa e quell’indiana Jones era un uomo nel pieno dei suoi anni, con un fisico giovane, un archeologo pieno di entusiasmo. Nel 1944 vediamo un giovane Indiana Jones, grazie a un processo che non sono assolutamente in grado di spiegare. Ma il mio volto, nei primi venti minuti del film, è come ero quarant’anni fa negli studios. Ho lavorato per quarant’anni per Lucas Film, perciò avevano tantissimo materiale del mio viso, del mio passato. Quindi attraverso l’intelligenza artificiale sono andati a cercare per capire come la luce reagiva. Ma recitavo io. Quindi recitavo come al solito, con questi aggeggi sul viso. Poi ci spostiamo nel 1969 Indiana Jones si sta ritirando dall’università, sta avendo problemi nella sua relazione e di colpo arriva il personaggio di Phoebe e dunque iniziamo una nuova storia.”

Il futuro di Harrison Ford

A questo punto, dalla conferenza stampa, è stato chiesto a Harrison Ford se dopo questo ritorno di Indiana Jones e dopo l’aver interpretato di nuovo Han Solo (ed essere tornato – e questo lo aggiungiamo noi – anche nel mondo di Blade Runner con Blade Runner 2049) ha voglia di rivisitare qualche altro personaggio della sua carriera. A questo proposito il protagonista di Indiana Jones e il quadrante del destino ha spiegato:

“Io non rivisito i personaggi. Lo faccio solo se penso che stiano facendo un film che possa essere parimenti buono o meglio di quelli fatti in precedenza. È quello che abbiamo con Steven e George. Abbiamo sempre avuto l’ambizione di portare al personaggio qualcosa di nuovo e correlare quel nuovo aspetto a una nuova storia. Abbiamo, ad esempio, presentato mio padre. Stavolta, invece, introduciamo il momento del mio andare in pensione. Penso che tutti e cinque i film abbiano una bella conclusione.”

Per quanto poi riguarda il destino di Harrison Ford/Indiana Jones, una giornalista ha chiesto a Phoebe Waller-Bridge se, dopo l’esperienza nei panni di Helena, c’è la possibilità di vederla in futuro come protagonista, magari di una serie spinoff di Indiana Jones. In modo molto diplomatico, l’attrice ha risposto:

“Non è una domanda per me. Non è qualcosa che è in mio potere. Ma non credo si tratti di questo, non ragiono in questo senso. Indiana Jones è definito e vivrà per sempre nel modo in cui l’ha fatto Harrison Ford.”

Secondo me è un sì,” ha commentato poi Harrison Ford, facendo ridere tutti e dimostrando la bella atmosfera che davvero si è creata sul set di Indiana Jones e il quadrante del destino. L’ultimo capitolo dedicato al professore archeologo che George Lucas e Steven Spielberg ci hanno regalato per la prima volta nel 1981 con I predatori dell’arca perduta.

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