Il Segno delle Donne, Rai Storia racconta Margherita Sarfatti, Ondina Valla, Adele Faccio, Vera Vergani, Chiara Lubich e Lalla Romano
Rai Storia racconta donne italiane vissute a cavallo tra '800 e '900 che hanno lasciato un segno profondo nella storia culturale, politica e sociale del nostro Paese: Margherita Sarfatti, Ondina Valla, Adele Faccio, Vera Vergani, Chiara Lubich e Lalla Romano.
di Redazione / 09.11.2020
Sei donne italiane vissute a cavallo tra '800 e '900 che hanno lasciato un segno profondo nella storia culturale, politica e sociale del nostro Paese: Margherita Sarfatti, Ondina Valla, Adele Faccio, Vera Vergani, Chiara Lubich e Lalla Romano. Personalità e storie che, tra vita pubblica e privata, rivivono in "Il Segno delle Donne", una coproduzione originale Rai Storia – Anele, che Rai Cultura propone da martedì 6 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.
Una serie docu-fiction che fa riemergere i caratteri e le personalità delle sei protagoniste attraverso i "faccia a faccia" tra la storica e critica d'arte Rachele Ferrario e sei attrici che danno loro voce e volto: Sonia Bergamasco, Eleonora Giovanardi, Monica Nappo, Matilde Gioli, Anita Zagaria, Pamela Villoresi. Le interviste sono realizzate mettendo in scena parole realmente usate dalle protagoniste, accuratamente selezionate e storicamente verificate, grazie all'uso di fonti dirette come lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici, portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici. Rafforzano il racconto immagini inedite provenienti dagli archivi di famiglia, filmati di repertorio e testimonianze tra cui Romano Prodi, Emma Bonino, Francesco Rutelli, Maria Voce, Gianfranco Spadaccia, Martina Corgnati, Lorena Bianchetti, Giuliano Montaldo, Vera Pescarolo, Fiammetta Scimonelli, Paola Pigni, Andrea Buongiovanni e molte altre.
Il Segno delle Donne – Sonia Bergamasco
Nella prima puntata, in onda il 6 ottobre alle 21.10 su Rai Storia, Sonia Bergamasco impersona Margherita Sarfatti, primo critico d'arte donna in Europa, scrittrice e giornalista legata sentimentalmente a Mussolini. Nella prima puntata, intervengono Magalì Sarfatti Larson, nipote di Margherita Sarfatti; Francesca Barbi Marinetti, critico d'arte e nipote di Filippo Tommaso Marinetti; Gabriella Belli, storica dell'arte; Stefano Folli, giornalista; Monica Cioli, storica; Ippolita Gaetani, nipote di Margherita Sarfatti; Emilio Gentile, storico.
Il Segno delle Donne – Ondina Valla
Nella seconda puntata, in onda il 13 ottobre alle 21.10 su Rai Storia, Eleonora Giovanardi impersona Ondina Valla, prima donna italiana a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi, a Berlino nel 1936.
E' l'attrice Eleonora Giovanardi a far rivivere il carattere e la personalità della campionessa olimpica Ondina Valla, tra vita pubblica e privata, rispondendo alle domande di Rachele con parole realmente usate in lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici.
Si ripercorrono le tappe della vita e dell'impresa sportiva di Ondina Valla, realizzata nel contesto storico sociale del Fascismo, in cui una donna per discostarsi dai classici ruoli femminili del tempo non poteva che essere straordinaria. Il doc contiene anche immagini inedite provenienti dagli archivi di famiglia, filmati di repertorio e testimoni come il figlio Luigi De Lucchi, la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972 Paola Pigni, il giornalista sportivo Andrea Buongiovanni, l'ex capo ufficio stampa del CONI Simonetta Scimonelli.
La favola di Trebisonda Valla, detta Ondina, inizia nel 1927 quando, a Bologna, un militare mandato dal governo per cercare giovani sportivi per la Coppa Littoria nota la ragazza che, nel cortile della propria scuola, si distingue tra le sue compagne nei 50 metri piani, nel salto in alto e nel salto in lungo. I suoi successi nell'atletica leggera la porteranno nel 1936 all'Olympiastadion nell'XI edizione delle Olimpiadi moderne. Ondina vince sia la semifinale, stabilendo il primato mondiale nella gara degli 80 metri ostacoli sia la finale, in una gara serratissima in cui è necessario il fotofinish per decretare l'ordine di arrivo delle prime quattro atlete, fra cui la sua collega e rivale di sempre, Claudia Testoni, che arriva quarta. Questa vittoria è un evento storico per lo sport femminile azzurro: è infatti il primo oro olimpico conquistato da una donna italiana. La Valla continua a competere e a vincere fino ai primi anni Quaranta, quando è costretta ad abbandonare l'attività agonistica per problemi alla schiena. Nel 1944 sposa il chirurgo Guglielmo De Lucchi e si trasferisce a L'Aquila, dove, dopo la nascita di suo figlio Luigi, si dedica alla famiglia e lavora nella clinica ortopedica aperta da lei e Guglielmo.
Il Segno delle Donne – Vera Vergani
Nella terza puntata, in onda il 20 ottobre alle 21.10 su Rai Storia, Matilde Gioli è l'attrice teatrale e cinematografica Vera Vergani, tra le più importanti del suo tempo, che si è distinta per la sua recitazione semplice e spontanea.
Nel 1905, sul palcoscenico di un teatro a Cividale del Friuli, Vera Vergani debutta in una rappresentazione di "Così va il mondo bimba mia" di Giacinto Gallina. Vera ha allora appena dieci anni, ma il suo futuro nella recitazione appare già una certezza. È cresciuta tra gli artisti che frequentavano la casa della sua famiglia, i Podrecca, e sa bene quale strada vuole percorrere. Un frequentatore abituale di casa Podrecca è il capocomico Ferruccio Benini, che nel 1912 propone alla diciassettenne Vera Vergani di entrare a far parte della sua compagnia. Ha inizio così, dunque, la carriera di Vera. Il talento della Vergani la porta in seguito a recitare per le compagnie di Ruggero Talli dal 1914 e di Dario Niccodemi dal 1920. Il sodalizio artistico con quest'ultimo le porta innumerevoli successi: è l'attrice di Pirandello e di D'Annunzio, viene apprezzata dalla Duse e amata dal pubblico. Vera Vergani incarna a pieno il mito del divismo degli anni Venti. È una donna coraggiosa e anticonvenzionale, che conquista spettatori in tutto il mondo. Durante una traversata oceanica si innamora di Leonardo Pescarolo, comandante del transatlantico su cui viaggia, e decide di lasciare per sempre al teatro per dedicarsi alla famiglia. È ancora bella, all'apice del successo, ma il 13 gennaio del 1930, dal palcoscenico del Teatro Manzoni di Milano, saluta il suo pubblico per l'ultima volta.
Il Segno delle Donne – Adele Faccio
Nella quarta puntata, in onda il 27 ottobre alle 21.10 su Rai Storia, Monica Nappo impersona Adele Faccio, militante del Movimento di Liberazione della Donna e deputata del Partito Radicale dalla seconda metà degli anni '70, alla quale si deve la promulgazione della Legge 194.
Monica Nappo fa rivivere il carattere tenace di una delle attiviste più importanti del suo tempo e che si è distinta per l'impegno profuso nella lunga battaglia per la liberalizzazione dell'aborto, rispondendo alle domande di Rachele Ferrario sempre con parole realmente usate in lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici. Per ripercorrere le tappe della sua vita e della sua carriera, anche immagini inedite provenienti dagli archivi di famiglia, filmati di repertorio e testimoni come il segretario particolare di Adele Massimo Gazzè, Emma Bonino, Francesco Rutelli, la storica Paola Stelliferi e l'ex Parlamentare del Partito Radicale Gianfranco Spadaccia.
Adele Faccio, classe 1920, filologa di formazione e ribelle per passione, è stata tra le prime propugnatrici del diritto all'autodeterminazione delle donne e convinta sostenitrice della disobbedienza civile come l'arma più forte per il riconoscimento dei propri diritti. Da piccola, quando sua madre diceva "siete dei ribelli!", per lei quella parola significava orgogliosamente "due volte belli". Staffetta partigiana nella lotta contro il nazifascismo, all'inizio degli anni '50, a Barcellona, si unisce alla Resistenza antifranchista catalana diventando editrice di una rivista clandestina. In prima linea nella battaglia contro l'aborto clandestino, il suo fondamentale attivismo ha portato alla promulgazione della Legge 194, grazie alla quale oggi l'interruzione di gravidanza non è più né un reato né un rischio di vita per le donne. Per ottenere questo risultato, non ha esitato a farsi arrestare. Adele Faccio è riuscita a stare al fianco dei politici pur restando indipendente ed è stata un'antesignana di un femminismo che andava al di là del genere e che lasciava le donne libere di essere madri e di esserlo con o senza un compagno.
Il Segno delle Donne – Chiara Lubich
Nella quinta puntata, in onda il 3 novembre alle 21.10 su Rai Storia, Anita Zagaria è Chiara Lubich, prima donna ad aver fondato un movimento cattolico, il Movimento dei Focolari.
Una donna rivoluzionaria, dal carattere tenace, che ha imposto una forte presenza femminile nella Chiesa, attraverso un'idea nuova di fede, di comportamento e di stile, capace di farsi amare dai cattolici di tutto il mondo e di farsi ascoltare da musulmani, buddisti, induisti, ortodossi e atei, rispondendo alle domande di Rachele Ferrario sempre con parole realmente usate in lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici. Per ripercorrere le tappe della sua vita e della sua carriera, anche immagini inedite provenienti dagli archivi di famiglia, filmati di repertorio e testimoni come il presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce, la nipote Agnese "detta Lella" Graziadei, l'economista e politico Romano Prodi, la conduttrice televisiva Lorena Bianchetti e la storica del cristianesimo Maria Lupi.
Chiara Lubich, all'anagrafe Silvia, ha fondato nel 1943 il Movimento dei Focolari a Trento dopo che lei e le sue amiche, a poco più di 20 anni, lasciano le famiglie per occuparsi dei poveri e bisognosi, un concetto di accoglienza e calore familiare ripreso dal nome del movimento stesso. Con lo scorrere degli anni la politica inizia a entrare nel Movimento, non come elemento fondante, ma come uno degli aspetti in cui il laico si può impegnare mantenendo quella che era l'ispirazione spirituale. Con il passare del tempo il Movimento inizia a includere persone con una storia e una provenienza sempre più diversa e negli anni '60 Chiara fonda le prime "Mariapoli", ossia i primi raduni, fino al costituirsi delle "Cittadelle" in cui si vive un periodo di noviziato, rispettando i precetti del Movimento. Nel frattempo l'opera di Chiara Lubich si va sempre più internazionalizzando: dopo l'Europa, si allarga all'America, all'Africa, all'Asia e all'Australia, arrivando a essere diffuso in 182 Paesi e 90 lingue e idiomi e riuscendo ad ampliare sempre più il dialogo interreligioso.
Il Segno delle Donne – Lalla Romano
Nella sesta puntata, in onda il 10 novembre alle 21.10 su Rai Storia, Pamela Villoresi dà il volto a Lalla Romano, tra le figure più significative del Novecento letterario italiano.
Pamela Villoresi fa rivivere il carattere tenace, severo e rigoroso di una donna che ha rivoluzionato la voce femminile nella letteratura del Novecento con la sua libertà di giudizio, rispondendo alle domande di Rachele Ferrario sempre con parole realmente usate in lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici. Per ripercorrere le tappe della sua vita e della sua carriera, anche immagini inedite provenienti dagli archivi di famiglia, filmati di repertorio e testimoni come il giornalista e marito di Lalla Romano, Antonio Ria, la storica della letteratura Mirella Serri, la storica d'arte Martina Corgnati lo storico della letteratura Giulio Ferroni.
Lalla Romano è stata pittrice, poetessa, traduttrice, insegnante e soprattutto scrittrice: vince il Premio Strega nel 1969 con il romanzo "Le parole tra noi leggere", che ha come protagonista il difficile rapporto con il figlio Piero, ribelle e anticonformista, sullo sfondo delle rivolte giovanili molto sentite in quegli anni. Vince con la sua "lingua pura, eletta e selettiva" in cui "non c'è mai un errore di gusto", come diceva Pasolini. Il suo non è un romanzo qualunque perché con quella eleganza, quella "sapienza da orefice", come scriveva di lei Vittorini, rompe un tabù: è la prima scrittrice italiana a parlare delle contraddizioni della maternità, del dramma che può nascondersi nel rapporto con un figlio, a dichiarare che il sentimento d'amore può convivere con quello del rifiuto. Una donna libera e indipendente, un'intellettuale che sfugge a qualsiasi tendenza e non appartiene a nessun gruppo, che attraverso la letteratura inventa la sua stessa vita e che quel giorno del '69 entra a fare parte dei classici del Novecento.
La serie "Il Segno delle Donne", in 6 puntate da 50 minuti ciascuna, va in onda ogni martedì alle 21.10 su Rai Storia. In replica su RaiPlay.
"Il Segno delle Donne" è, una co-produzione Anele e Rai Storia, realizzata da Anele e prodotta da Gloria Giorgianni. Soggetto di Gloria Giorgianni, Massimo Favìa e Andrea Martelli. Testi di Mariangela Barbanente, Laura Bernaschi e Dario Sardelli con la collaborazione di Rachele Ferrario, Andrea Martelli, Marco Spagnoli, Daniele Pini. Consulenza storica di Silvia Salvatici. Regia di Marco Spagnoli (Adele Faccio, Ondina Valla, Vera Vergani) e Andrea Martelli (Chiara Lubich, Lalla Romano, Margherita Sarfatti).