Il Museo delle Promesse Infrante
Il Museo delle Promesse Infrante

Il Museo delle Promesse Infrante, un romanzo sul passato e la rinascita


'Il Museo delle Promesse Infrante' è un romanzo cupo, a tratti angosciante, che riflette sull'importanza del passato ma anche dell'accettazione del fallimento

Il passato può essere un alleato: ci ricorda chi siamo, da dove siamo partiti e quali sfide abbiamo dovuto affrontare per arrivare dove ci troviamo. Ma il passato può essere anche un avversario, un famelico nemico che è pronto a ferirci, ad aprire crepe nelle nostre speranze, così come nei nostri sogni. Il passato è, spesso, una promessa che non è stata mantenuta, un progetto che non è stato portato a termine, ma che invece è stato abbandonato come un cantiere mai concluso. Ed è da questa riflessione che si potrebbe far partire la trama del romanzo cupo Il Museo delle Promesse Infrante, libro firmato da Elizabeth Buchan e giunto in libreria lo scorso 9 Gennaio grazie alla casa editrice Nord.

Il Museo delle Promesse Infrante
Il Museo delle Promesse Infrante

Laure ha aperto a Parigi uno strano museo, dove le opere d'arte conservate sotto le teche di vetro non sono il lascito di grandi artisti con il desiderio di rendere immortale il proprio talento. Ciò che Laure mette in mostra è, invece, il fallimento delle promesse, il lato meno raccontato dell'umanità, quello fatto di persone che hanno perso una partita contro il proprio passato. E se c'è una persona che conosce bene il sapore amaro delle promesse infrante quella è proprio Laure, che vive in un appartamento troppo piccole e con armadi carichi di scatole. La sua scorza dura e quasi sfuggente, però, comincia ad incrinarsi quando nella sua vita entra una giornalista arrivata direttamente dagli Stati Uniti che, nell'atto di raccontare la storia del museo, mira invece a raccontare il percorso esistenziale di Laure.

Perché questa donna che ha inventato una nuova forma d'arte basata sul passato e sul fallimento è a sua volta perseguitata dal ricordo di ciò che non è stato mantenuto, di ciò che è andato smarrito. Ed è così che la donna rischia di perdersi nel passato, nel ricordo di un'estate infuocata del 1986 quando, come ragazza au pair, visse in una Praga che non ha nulla della bellezza gotica a cui siamo abituati oggi, ma che invece era ancora assoggettata al regime comunista. Ed è in questo clima afoso ma pieno di fervente desiderio di ribellione che Laure incontra Tomas, un cantante e un artista di un teatro di burattini, di cui la ragazza si innamora perdutamente e con il quale spera di poter avere un futuro. Ma forse è proprio questo il problema con il futuro: quando lo vedi da vicino è già diventato passato.

Il Museo delle Promesse Infrante è un romanzo che si dipana su tre linee temporali: la Parigi contemporanea, la Praga del 1986 e la Berlino del 1996, quando la città stava ancora rialzandosi dopo la caduta del Muro. Tre linee cronologiche che l'autrice dispiega con consapevolezza, creando una storia dal ritmo di un thriller, in cui lo spettatore è preso per mano e viene condotto lungo cuniculi e passaggi in cui la curiosità di sapere cosa è successo fa da motore trainante per la lettura, rendendola una vera e propria esperienza.

Sebbene ci sia una forte componente sentimentale, però, c'è da dire che la relazione tra Laure e Tomas è quasi un elemento di contorno, una nota aggiuntiva in un affresco in cui la vera protagonista è Laure, con i suoi dubbi e le sue fragilità, con il suo desiderio di essere amata e quello di essere rispettato. Il romanzo di Elizabeth Buchan è, dunque, un romanzo che potrebbe quasi definirsi di formazione per la sua indole a mostrare al suo pubblico un essere umano in divenire, costretto a svestirsi delle ingenuità di una prima fanciullezza agiata e costretta a guardare in faccia il mondo e la realtà, con tutto ciò che esso comporta.

E intorno a Laure si muove un mondo di personaggi e scenari che entrano dentro la mente di chi legge come veri e propri tableaux vivants, tanto da dare l'impressione di sentire sulla propria pelle il caldo torrido di Praga, la sensazione di occhi che si posano sulla carne in attesa di scorgere un difetto o un'imperfezione. Tutto ciò, unito alla sapiente ricostruzione storica, fa sì che Il Museo delle Promesse Infrante – che si presenta con una copertina che fa pensare ad un romanzo leggere, quasi onirico – sia invece una lettura piena, a tratti difficili da affrontare nell'agiatezza in cui ancora viviamo nell'Occidente. Una lettura che ti scava dentro e che nella mente apre scenari difficili da gestire ma importanti da affrontare. Ed è per questo che Elizabeth Buchan ha scritto un romanzo che noi non abbiamo paura di definire imperdibile.

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