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Il gioco del Suggeritore, Donato Carrisi torna in libreria

Torna in libreria, con 'Il gioco del suggeritore', Donato Carrisi, premio David di Donatello per la regia de 'La ragazza nella nebbia', opera cinematografica tratta dal suo omonimo romanzo. Continua la vicenda legata alla misteriosa figura del suggeritore, in un thriller che vi farà dormire con la luce accesa.

Esce oggi in tutte le librerie italiane, grazie a Longanesi, Il gioco del suggeritore, nuova fatica dello scrittore Donato Carrisi che, a dieci anni di distanza dal suo libro di esordio Il suggeritore torna a raccontare le vicende di Mila Vasquez, poliziotta affetta da alessitimia (ossia l'incapacità i provare il sentimento di empatia), che si occupa dei casi di persone scomparse nel Limbo, zona del dipartimento di polizia dove le fotografie e i volti delle persone che non sono state ritrovate osservano pazienti coloro che dovrebbero occuparsi di loro. E Mila ha questa capacità: non dimentica mai il volto di una persona che è scomparsa.

Tuttavia quando Il gioco del suggeritore si apre scopriramo che la vita di Mila è cambiata radicalmente: ha lasciato la polizia, accontentandosi di una vita da civile in una casa al lago dove sta cercando di crescere sua figlia Alice lontana dal buio che semba sempre rincorrere sua madre, secondo il mantra del E' dal buio che vengo ed è al  buio che ogni tanto devo ritornare. Tuttavia il passato che Mila pensa di essersi lasciata alle spalle torna a irrompere nella sua vita quando la Sutton, sua vecchia conoscenza, la richiama per aiutare le indagini legate a un omicidio brutale. Omicidio che, tuttavia, ha una particolarità: non ci sono i corpi della famiglia brutalmente assassinata. Da questo punto in poi per Mila inizierà un vero e proprio incubo ad occhi aperti, un viaggio dantesco nei gironi peggiori dell'inferno, dove il male non può essere tenuto incatenato ma è, al contrario, pronto a spezzare ogni barriera per riversarsi sulla vita della donna. Nelle indagini Mila sarà accompagnata dal fidato amico Simon Berish e dal leale Hitch, mentre il tempo che passa rischi di trasformarsi in una condanna per Alice.

La forza immaginifica di Donato Carrisi torna al suo massimo splendore a un anno dall'agghiacciante L'uomo del labirinto. Tornando a descrivere le indagini e le problematiche legate al personaggio di Mila Vasquez, Donato Carrisi riesce in qualche modo a tornare a un luogo che gli è familiare, riuscendo comunque a stravolgerlo, proprio come fa con le ambientazoni dei suoi romanzi. Anche Il gioco del suggeritore – come negli altri, se si esclude la saga legata a Marcus e ai Penitenzieri che è chiaramente ambientato a Roma – si fa forte di una location che rimane sospesa sopra qualsiasi tentativo di mapparla all'interno di una cartina dai confini prestabiliti. Tutti i luoghi che vengono descritti – la metropoli caotica, la villa nei pressi di un lago, bar di periferia e fattorie in campagna – vengono direttamente dall'immaginario che noi tutti condividiamo. Ma su di essi Donato Carrisi fa cadere le sue ombre, i suoi sospetti, un manto di fuliggine che non ha a che fare con polvere e sporcizia, ma solo con il male che sembra trasudare dalle sue pagine, come un continuo avvertimento.

E allora si finisce con il sentirsi proprio come Mila, condividendo il suo percorso e la sua visione, in una lettura che finisce con l'essere percepita come un racconto in soggettiva, sebbene Donato Carrisi faccia sempre ricorso alla terza persona singolare che concede alla storia un respiro più ampio e più completo.

E alle atmosfere spettrali si contrappone una costruzione narrativa che fa della tensione il suo marchio di fabbrica. La curiosità del lettore nel voler scoprire come stanno le cose si accompagna ad un stto costante di ansia, di brividi sulla pelle e rischi di passare la nottata in bianco per l'accumulo di spavento e inquietudine. Sentimenti, questi, che non hanno solo a che fare con il lato più spaventoso della storia – con rapimenti e omicidi brutali – ma che si sposa anche con la visione che Donato Carrisi fa di un mondo dominato dalla rete e dall'utilizzo intensivo dei social network. Una critica, dunque, a come questi mezzi di comunicazione vengono utilizzati, come sfogatoio generale, landa deserta in cui il male può proliferare nell'anonimato più completo.

Una lettura spaventosa e intensa, ricca di colpi di scena e tenuta su dalla scrittura sempre egregia di Carrisi, che riesce ad essere evocativo ed agghiacciante nello stesso paragrafo, senza mai tirarsi indietro dal descrivere l'orrore e tutte le componenti che fanno del male un nemico tanto difficile da sconfiggere.

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