Il Corriere – The Mule: 5 regie di Clint Eastwood da non perdersi

Ha debuttato ieri nelle nostre sale Il corriere – The Mule, il nuovo film diretto e interpretato da Clint Eastwood, colpevolmente lasciato fuori dalla corsa ai prossimi Academy Awards. In occasione dell'uscita nelle sale di questo film bellissimo, abbiamo deciso di indicarvi cinque tra i film più belli realizzati da Clint Eastwood nei panni di regista.

– I PONTI DI MADISON COUNTY
Chi si aspetta da Clint Eastwood solo film incentrati sulla violenza e la lotta ad essa attraverso un uso ancora maggiore di crudeltà, probabilmente rimarrà deluso da alcuni dei film che sono stati scelti per delineare questa sorta di top five. Soprattutto perché questa mini-classifica inizia proprio con un film che della violenza non ha nulla. Stiamo parlando de I Ponti di Madison County, pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Robert James Waller, e che vede Clint Eastwood dietro la macchina da presa, ma anche nei panni del fotografo Robert Kincaid che, per quattro giorni, in pieni anni '60, divenne l'amante di Francesca Johnson, una casalinga di origini italiane interpretata da Meryl Streep. Il film, dunque, non ha nulla di ciò che, immaginificamente, saremmo portati a pensare di Clint Eastwood. Niente tramonti che si estinguono all'orizzonte o speroni sulle scarpe. C'è piuttosto lo scroscio di pioggia che accompagna il momento delle decisioni importanti, la polvere di Madison County e due solitudini che, per un motivo o per l'altro, capiscono che l'unico modo che hanno per non sentirsi più tanto soli è quello di spingersi l'uno nelle braccia dell'altra. I ponti di Madison County è un film su due persone che si incontrano e che, inaspettatamente, si amano. Di un amore basato sul "troppo tardi", su ciò che poteva essere e invece non è. Si tratta di un film pieno di una dolorosa malinconia, che Clint Eastwood riesce a rendere alla perfezione.

– CHANGELING
Tratto da una storia vera, Changeling segue le vicende di una madre che, nel 1928, dopo aver denunciato la scomparsa del figlio, si vede portare dalla polizia un altro bambino e ogni suo tentativo di far notare la cosa viene data come falsa e assurda, tanto da far finire la donna in una clinica di sanità mentale. Christine Collins, tuttavia, non si arrenderà a destino che gli uomini hanno scelto per lei  e continuerà a combattere, finché le sue vicende non si legheranno a quelle di un uomo folle e spietato. A interpretare (benissimo) la protagonista c'è Angelina Jolie. Il film fu presentato al Festival di Cannes nel 2008 e dimostra la grandissima capacità di Clint Eastwood di creare personaggi forti, capaci di una grande empatia, con cui il pubblico si può facilmente riconoscere. Changeling è un film che colpisce lo spettatore come il proverbiale pugno nello stomaco, ma è assolutamente imperdibile.

– GLI SPIETATI
Difficile, per non dire impossibile, cercare di tracciare un percorso di qualità nella regia di Clint Eastwood degli ultimi trent'anni senza tener conto di uno dei suoi capolavori. Gli Spietati, wester del 1992, che vinse il premio Oscar come miglior film e come miglior regia, è in qualche modo il sunto della carriera di Clint Eastwood e, allo stesso tempo, anche una sorta di spartiacque. Non è un caso che il film sia dedicato a Don Siegel e a Sergio Leone, autori, amici e registi che hanno plasmato la carriera di Eastwood, rendendolo una figura iconografica. La storia è quella di un vecchio "pistolero", interpretato da Clint Eastwood, che, insieme al vecchio compare (Morgan Freeman) decide di prendere parte ad un ultimo colpo. Il che lo porterà a incontrare la strada dello sceriffo ed ex-pistolero Little Bill Daggett (Gene Hackman). Nel film, dunque, ritroviamo la figura quasi decadente a cui il Clint Eastwood western aveva abituato al suo pubblico e, in questo senso, Gli Spietati rappresenta il culmine più alto di quel cavaliere dagli occhi di ghiaccio che arrivava in città a riportare l'ordine dove l'ordine non era altro che un volto camuffato del caos. Ma, allo stesso tempo, rappresenta in qualche modo una svolta. Dopo il 1992 Clint Eastwood non tornerà più al western, o almeno non a come lo si intende culturalmente. Sebbene in altri suoi film tornino tempi ricorrenti – un caso su tutti è Mystic River – la cifra registica di Clint Eastwood si spostà più sulle città, sui labirinti che vi si nascondono in mezzo e sul male che attende sempre di essere portato alla luce, in un modo o nell'altro. Detto questo, Gli Spietati resta un film imprescindibile non solo nella filmografia di Clint Eastwood, ma soprattutto nella storia del cinema.

– MYSTIC RIVER
Tratto dal romanzo di Dennis Lehane, Mystic River è forse uno dei più bei film che Clint Eastwood abbia mai realizzato nel corso della sua carriera. Come dicevamo per quel che riguarda Gli Spietati, Mystic River potrebbe rappresentare un passo avanti nella "modernizzazione" del genere western. Le strade della Boston del film sembrano davvero strade cementate di un western dove è la legge della strada a fare la differenza. La pellicola inizia con un prologo ambientato nel 1975, quando un bambino sale in macchina con due sconosciuti e sparisce per quattro giorni, lasciandosi indietro i suoi due migliori amici. Venticinque anni più tardi, i tre amici si trovano di nuovo a causa di un lutto. Katie, la figlia maggiore di Jimmy (Sean Penn) viene trovata morta. Da quel momento in poi per Jimmy non ci sarà altro pensiero se non quello di trovare il responsabile della sua uccisione, mentre l'amico Sean (Kevin Bacon) indaga sull'omicidio. Le prove, tuttavia, portano verso Dave (Tim Robbins), colui che da bambino venne rapito.
Mystic River è un film che gioca moltissimo sulle attese del pubblico, ma anche sul gioco infame delle coincidenze. Un film scuro, freddissimo, che presenta una scala cromatica che volge quasi sempre al grigio. Una fotografia freddissima anche quando è all'aperto, in una giornata di sole, grazie all'utilizzo di filtri freddi. Il film venne presentato a Cannes dove – incredibilmente! – non ottenne alcun riconoscimento, ma vinse due premi Oscar per le straordinarie intepretazioni di Sean Penn e Tim Robbins.

– GRAN TORINO
Gran Torino rientra sicuramente tra i migliori film di Clint Eastwood. La storia si concentra sulla figura di Walt Kowalski, un reduce di sangue polacco che, dopo la morte della moglie, si trova a vivere da solo in un sobborgo di Detroit preso d'assalto da immigrati asiatici e da band di teppisti che portano disordine nelle strade. La sua quotidianità – piena di cenni di razzismo – cambia quando l'uomo è costretto quasi suo malgrado a entrare in contatto con la famiglia di asiatici che abita nella porta accanto e, soprattutto, con il giovane Thao che, dopo aver tentato di rubare la Gran Torino dell'uomo, accetta di lavorare per lui per una settimana. Il film parla di amicizia e di razzismo e lo fa con una dose di ironia, ma anche con un uso della violenza davvero intelligenti. Inoltre non si può non fare un cenno alla stupenda colonna sonora che accompagna le avventure di Walt e Thao.