Interviste al cast del film Il cacciatore di giganti: il regista Bryan Singer, il produttore Neal H. Moritz, il protagonista Nicholas Hoult e molti altri ci raccontano come nasce Il cacciatore di giganti.
Fee… Fye… Foe… Fumm.
Non chiedere da dove provenga il tuono. Tra il cielo e la terra vi è un luogo pericoloso, casa di una spaventosa razza di giganti.
Come tutte le persone di tutte le età, in tutto il mondo, anche il regista e produttore Bryan Singer è cresciuto ascoltando storie di terrore e di avventura, del bene e del male e di viaggiatori temerari che si imbarcavano in imprese spaventose alla ricerca della fortuna o che combattevano spietatamente per salvarsi la vita in un mondo dominato da bestie e mostri. Tra queste storie c’è anche quella di Jack, un ragazzo che si trova davanti ad un gigante orrendo che intende frantumargli le ossa per ridurle in polvere.
“Quello che mi ha attratto di questa storia al tempo, come anche adesso, è il suo modo di essere estremamente semplice, e nello stesso tempo fantastica e ricca di potenziale,” afferma Singer. È una storia che viene raccontata da generazioni. Conosciuta con nomi diversi in una miriade di culture e tradizioni e risalente indietro nel tempo fino al 12esimo secolo, i particolari che la arricchiscono si sono sviluppati in base alle caratteristiche locali, ma il suo potere risiede sempre nel modo in cui riesce a far nascere in noi un senso di affetto verso gli eroi e un senso di paura profonda. In questo contesto così fertile, si è sviluppata l’avventura per il grande schermo dal titolo Il cacciatore di giganti, una storia antica in una dimensione nuova, con personaggi totalmente rinnovati che introducono il pubblico nel mondo del pericolo e del fato.
Spiega Singer, che ha applicato la tecnologia più avanzata per realizzare questo film, descrivendo graficamente l’interazione tra l’uomo e il gigante, e creando il ricco contesto nel quale si svolge la storia con l’impatto e la completezza che merita:
“Per me lo stimolo è stato quello di portare in vita una leggenda, proprio in senso fisico. Prendere quella che era una fantasia di bambino o delle illustrazioni in un libro di favole e trasformare la loro portata e la loro dimensione, inserendo l’azione e la trama e portando il tutto a dei livelli mai raggiunti prima. Stiamo raccontando la nostra storia, basandoci in larga misura su favole del tipo Jack e la pianta di fagioli e la più antica e dark Jack the Giant Killer, che si svolgevano nel contesto delle leggende di re Artù, racchiudendo elementi di entrambe e introducendo il nostro racconto in modo da riproporre il contesto e la storia e portare in vita questi personaggi e questo mondo in modo dinamico, con un nuovo livello di realismo.”
Il produttore Neal H. Moritz fa notare:
“Sapevamo di avere qualcosa di speciale con il nostro copione, ma questo è solo uno degli aspetti di tutta la vicenda. Siamo stati fortunati a poter contare sulle capacità e sulla visione di Bryan che ci hanno permesso di arrivare ad un livello superiore rispetto alla semplice percezione che si tratti di una storia per bambini. Quando le persone vedranno queste immagini, penso che si renderanno conto che si tratta di un viaggio enorme, epico, con giganti immensi e temi immensi, umorismo e sentimento, azione sorprendente ed effetti visivi spettacolari che chiunque potrà apprezzare.“
Spiega Nicholas Hoult, che ha lavorato per la prima volta con Singer in X-Men: L’inizio, e che recita nel ruolo che dà il titolo al film:
“In sostanza, c’è tutto quello che ci ricordiamo dall’infanzia, ed anche di più,”Nel film si utilizzano balestre, teleferiche pericolose su abissi stratosferici, liane che oscillano ed alberi in fiamme che i giganti sradicano e ci scagliano contro. Non si sa mai quello che accadrà dopo.“
La versione di Singer inizia fedelmente con la storia tradizionale di un povero ed ordinario bracciante che accetta l’improbabile baratto di una manciata di fagioli in cambio del suo cavallo ed in breve tempo si trova a possedere una pianta di fagioli magica – una strada vivente, verticale, che lo porta in una terra abitata da giganti. Nonostante sia impreparato nei confronti dei pericoli che lo aspettano in tale luogo, si arrampica e accetta la sfida, affidandosi non solo alla sua forza ma anche al suo estro ed al suo coraggio per affrontare quei mostri terribili e divorauomini da incubo.
“È importante che sia una persona con cui il pubblico possa identificarsi,” afferma il produttore David Dobkin, che ha curato anche la storia insieme allo sceneggiatore Darren Lemke, e da molto tempo è fan di quelli che definisce “gli elementi di Davide e Golia della storia.“. E continua:
“Penso che la maggior parte delle persone si consideri perdente. Tutti pensiamo che le forze della vita siano più forti di noi e spesso possono sovrastarci senza che si possa fare molto per contrastarle. Jack non è un supereroe, è un uomo come tanti; ha i suoi sogni e le sue ambizioni e una certa idea di cosa riesca a fare o non fare, ma fino ad ora non è mai stato messo alla prova. Quindi siamo dalla sua parte perché vogliamo che riesca nel suo intento e ci dimostri che tutto è possibile.“
“Superando gli ostacoli che gli si presentano davanti, Jack dimostra, ripetutamente, che non si nasce eroi ma ci si diventa, e che – come la pianta di fagioli stessa – da un inizio piccolo possono svilupparsi cose grandi e significative,” aggiunge Lemke.
Ma chi è Jack? da dove viene e cosa ha in serbo il futuro per lui se i giganti verranno sopraffatti? Che cosa può spingere un uomo ad arrampicarsi verso il cielo su una pianta così precaria?
Nel rispondere a queste domande veniamo spinti nel paesino medievale di fantasia chiamato Cloister, la sua casa. Qui il nostro personaggio si muove insieme alla fiammeggiante principessa Isabella, uno dei vari personaggi nuovi introdotti in questo film, interpretata da Eleanor Tomlinson. I due creano immediatamente tra di loro un legame molto forte e quindi quando Isabella viene portata nel mondo dei giganti, Jack non esita neanche un momento ad unirsi ad Elmont, Ewan McGregor, per salvarla.
“Bryan è l’attore che ogni regista vorrebbe,” afferma Moritz. “Entra veramente nel personaggio ed aiuta anche gli altri ad impersonarsi nello spirito e nell’anima dei vari interpreti dello schermo. Penso che il rapporto tra Jack e Isabelle – e l’alchimia tra Nick Hoult e Eleanor Tomlinson nei rispettivi ruoli – sia un elemento essenziale ed in questo Bryan è stato molto bravo.“
Altrettanto importante è il rapporto di Jack con quello che sarà il suo mentore, Elmont, che segue un suo percorso divertente, che alla fine lo premierà. Inizia offrendo a Jack un assaggio di quello che Ewan McGregor descrive come “il tipo di lavoro che avrebbe desiderato se avesse avuto mai l’opportunità di raggiungere quel tipo di status nel suo mondo,” e finisce con la promessa di un’amicizia sincera, dopo che i due ne hanno passate di tutti i colori.
Singer poi sguinzaglia i giganti, e lo fa in un modo che non ha precedenti. Non gli stupidoni un po’ ritardati dei libri per bambini, si tratta di individui calcolatori e svelti. Guidati da Bill Nighy nella parte dell’ambizioso Generale Fallon, sono anche sorprendentemente disposti a vivere gli stessi tipi di rivalità, vanità e scontri violenti che tormentano gli umani mortali, proprio quelli che loro intendono divorare.
È questa la terra attraverso la quale Jack si trova a muoversi, dove non solo la sua vita è in pericolo ma anche quella della donna che ama, di ogni anima del regno e forse del mondo intero. È una pressione forte per uno che desidera solo fare il contadino, ed una sfida in cui Singer si è divertito molto.
“Bryan ama i grandi impegni,” afferma Patrick McCormick, uno dei produttori del film insieme a Singer, Moritz, Dobkin e Ori Marmur. “Ma sa che quando lavori su un film come questo e crei un mondo mai visto prima, la storia e i personaggi sono di fondamentale importanza. Non puoi avere successo senza pianificare bene questi dettagli.“
Riconoscendo il carattere senza età di tali elementi, Il cacciatore di giganti si svolge in un posto che potrebbe essere un posto qualsiasi, indefinito. Anche se ovviamente è ambientato in un passato lontano dell’Inghilterra, il look e l’atmosfera del film rappresentano una movimentata combinazione di cerimoniali medievali con una sensibilità contemporanea, che si riflettono in dettagli quali l’atteggiamento dei cittadini ed il modo in cui si vestono e parlano, che pongono i confini di Cloister nell’immaginario di chiunque.
E, come tutte le storie buone, Il cacciatore di giganti racchiude una serie di temi universali e più grandi quali per esempio la perseveranza e il valore, il sacrificarsi per i propri amici, e altre cose che si fanno in nome dell’amore. Dan Studney, che ha curato la sceneggiatura insieme a Darren Lemke e Christopher McQuarrie, fa notare, “Parla della crescita, e la pianta dei fagioli è una metafora perfetta per tale argomento. Arrampicarsi e scalarla vuol dire affrontare le proprie paure, ciò che è sconosciuto e poco familiare, per poi poterlo apprezzare.“
Girato interamente in 3D, Il cacciatore di giganti unisce live action, location vere e proprie ed effetti tradizionali con personaggi CG creati con una motion precisa e una tecnica perfetta per catturare i movimenti del viso, usando il sistema Simul-Cam di ultima generazione sviluppato per Avatar per integrare in tempo reale la parte live con la parte virtuale mentre le macchine da presa sono in funzione.
Racconta Singer,
“Nel film vi è molto materiale spaventoso, ed alcuni momenti scioccanti. I giganti sicuramente non sono buoni e provano molta soddisfazione nel divorare le persone, partendo dalla testa. ma il tutto avviene con un tono divertente, facendo l’occhiolino al pubblico. Il mio scopo era quello di realizzare un film che potesse divertire il pubblico adulto senza mai perdere di vista il fatto che fosse sempre basato su una storia che avevamo letto tutti da bambini, ambientata in un mondo sopraelevato“.
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