Il corto ‘Ho tutto il tempo che vuoi’ sul fenomeno ‘Hikikomori’ in anteprima su RaiPlay
Il corto, che affronta il tema dell'isolamento sociale volontario, debutta su RaiPlayin occasione della 5a Giornata Nazionale sulle Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo.
di Redazione / 24.11.2021
"Hikikomori" è un termine giapponese che indica chi ha scelto di ritirarsi dalla vita sociale, giungendo a livelli estremi di isolamento, con abbandono della scuola nella fascia 15-19 anni. Affronta questo tema "Ho tutto il tempo che vuoi", cortometraggio diretto da Francesco Falaschi (Quanto Basta) proposto dal 27 novembre su RaiPlay in occasione della 5a Giornata Nazionale sulle Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo, accessibile anche attraverso l'audiodescrizione per i non vedenti ed i sottotitoli per i non udenti grazie a Rai Pubblica Utilità.
Prodotto da Associazione culturale Storie di Cinema in collaborazione con Rai Cinema, il corto nasce per far luce sul fenomeno "hikikomori" tanto delicato e attuale quanto pericoloso per la sua diffusione tra i più giovani: studi recenti stimano che in Italia riguarda oltre un milione di ragazzi tra i 14 e i 30 anni, spesso iperconnessi. E il lockdown del 2020 altro non ha che contribuito alla diffusione di questo fenomeno.
Al centro del racconto – della durata di 26 minuti circa – c'è la storia tra un'educatrice e un adolescente isolato dal mondo, rispettivamente interpretati dall'attrice e paroliera Cecilia Dazzi (La Porta Rossa, Habemus Papam) che interpreta Sara Melli, e il giovane attore Luigi Fedele (Io ti cercherò, Quanto Basta) che veste i panni del diciassettenne Matteo.
Il progetto per la realizzazione di "Ho tutto il tempo che vuoi" è nato nell'ambito della collaborazione tra la Scuola di cinema e il Coeso Società della Salute di Grosseto, che hanno sentito l'urgenza della messa in scena di questo racconto per la connessione tra ritiro sociale e dipendenze digitali. Le riprese sono avvenute nel febbraio 2020, prima del lockdown dovuto alla pandemia. La regia del corto, a cura di Francesco Falaschi, si è configurata come un workshop con gli allievi della Scuola di cinema di Grosseto (anno 2019-2020). Anche la sceneggiatura, dello stesso Falaschi e di Alessio Brizzi, è stata scritta all'interno di un'esperienza laboratoriale dei corsisti della stessa Scuola di Cinema (2019). Prodotto anche con il contributo di Coeso Società della Salute Grosseto.