Il British Museum di Londra con il più famoso pittore giapponese di tutti i tempi, Hokusai, il Prado di Madrid con i sogni, gli incubi e gli animali esotici di Bosch, la Venezia di Canaletto, le pennellate di Loving Vincent con la passione di Van Gogh per il Giappone e l'arte eclettica di Julian Schnabel arrivano nelle sale da Autunno 2017.
È possibile scoprire l'arte al cinema? Immergersi nei quadri, identificare la composizione dei pigmenti, conoscere le vite degli artisti? La scommessa del progetto La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital è proprio questa, e torna con nuovi appuntamenti per la stagione 2017-18. La Grande Arte al Cinema ha portato in sala 190.000 spettatori solo in Italia con gli appuntamenti della stagione 2016-2017.
Da settembre 2017 a maggio 2018, Nexo Digital porta nelle sale italiane un nuovo calendario di eventi cinematografici che, grazie alla tecnologia del cinema digitale, fanno vivere su grande schermo tutta la ricchezza delle mostre, degli artisti e dei musei più importanti del mondo.
Dal Paese del Sol Levante si parte il 25, 26 e 27 settembre con Hokusai dal British Museum, un tour nella mostra del British Museum di Londra dedicata a Hokusai (1760-1849), l'artista che ha rivoluzionato l'arte occidentale folgorando gli impressionisti e lo stesso Van Gogh. Un'indagine, con riprese in 8K, sul più grande artista giapponese di tutti i tempi, autore di capolavori assoluti come la Grande Onda, xilografia della serie dedicata alle Vedute del monte Fuji. Esplorazioni nelle città di Tokyo, prestiti dalle più importanti collezioni europee e giapponesi, libri illustrati, dipinti e incisioni raccontano, grazie agli interventi di esperti, la nascita e lo sviluppo dello stile ukiyo-e e del mito assoluto di Hokusai.
Il 16, 17, 18 ottobre appuntamento con Loving Vincent, il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Realizzato elaborando le tele dipinte da un team di 40 artisti, il film è composto da migliaia di immagini, create nello stile di Vincent van Gogh (1853-1890), da pittori che hanno lavorato per mesi per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto. Opera dello studio Breakthru productions -vincitore dell'Oscar per il cortometraggio animato Pierino e il lupo- il film racconta, attraverso 120 quadri e 800 documenti epistolari, la vita dell'artista olandese fino alla morte misteriosa, avvenuta a soli 37 anni e archiviata come caso di suicidio. Loving Vincent è distribuito in collaborazione con Adler.
Il 7 e 8 novembre un salto indietro nel tempo e nella storia dell'arte con Bosch. Il giardino dei sogni. Il film ci conduce tra le sale del Museo del Prado per un'indagine sulle visioni surreali e strazianti del genio del rinascimento olandese e sul suo Giardino delle Delizie, l'opera in cui compaiono, tra l'altro, animali esotici come leoni e giraffe oltre a una ricca iconografia che attinge a quella dell'Antichità e dell'Asia medievale. Il documentario propone le musiche di Elvis Costello e Lana Del Rey e gli interventi di Ludovico Einaudi, Orhan Pamuk, Salman Rushdie, Cees Nooteboom… Artisti, scrittori, filosofi, musicisti e scienziati contemporanei discutono così sui significati del dipinto di Bosch (1453-1516) spostando il dibattito nell'era moderna. Non potrebbe essere altrimenti per un pittore che per certi versi seppe anticipare di secoli il surrealismo di Dalì.
Il 27, 28 e 29 novembre appuntamento con Canaletto a Venezia, il racconto che il pittore fece di Venezia viene percorso attraverso le opere conservate al Windsor Castle e a Buckingham Palace e grazie ad un tour cinematografico attraverso la laguna. La storia della vita dell'artista si snoderà così tra calli, piazze e canali che ne furono il principale scenario e che Canaletto (1697-1768) seppe immortalare come nessun altro pittore al mondo. Con i commenti e gli approfondimenti dei curatori del Royal Collection, il film spiega anche come le opere di Canaletto siano giunte da Venezia sino alle collezioni reali inglesi.
L'ultimo appuntamento dell'anno 2017 con l'arte contemporanea. Dalla Venezia di Canaletto ai tempi moderni con Julian Schnabel, un artista capace di fare da ponte fra Est e Ovest, assimilando culture diverse e aprendo nuove strade all'arte. Il 12 e 13 dicembre appuntamento con Julian Schnabel. A Private Portrait, la vita e le opere di un uomo che ha firmato capolavori cinematografici come Prima che sia notte (Leone d'argento al Festival di Venezia) e Lo scafandro e la farfalla (miglior regia al Festival di Cannes, due Golden Globe e la nomination come miglior regista agli Oscar). In un mix di video privati, aneddoti familiari e testimonianze degli amici (Jeff Koons, Al Pacino, Bono, Willem Dafoe…), il regista Pappi Corsicato traccia un profilo intimo e originale di Schnabe.
Ill 30 e 31 gennaio 2018 appuntamento con David Hockney dalla Royal Academy of Arts, il docufilm che racconta le due grandi mostre dedicate all'artista negli ultimi cinque anni dalla Royal Academy of Arts di Londra. Membro della Royal Academy dal 1991, David Hockney ha un rapporto unico con l'istituzione, per i cui spazi realizza le due mostre ad hoc. Le sue esposizioni a Londra, Parigi, New York attraggono sempre visitatori e ora gli spettatori avranno modo di conoscere anche sul grande schermo l'artefice di opere iconiche come A Bigger Splash e A Closer Grand Canyon, ascoltando l'intervista all'artista a cura di Tim Marlow, Direttore Artistico della Royal Academy of Arts. Hockney racconta il suo primo viaggio all'estero, in Egitto nel 1963, il dolore per la morte dell'amico Jonathan Silver e le tecniche innovative che sta usando in questi anni, come disegni e video realizzati con l'iPad. Ad arricchire il percorso anche i pareri dei critici d'arte Martin Gayford e Jonathan Jones, e quelli di Edith Devaney (Senior Contemporary Curator della Royal Academy of Arts) che posò due volte per l'artista.
Il 19, 20, e 21 febbraio 2018 appuntamento con Caravaggio – L'Anima e il Sangue, una delle prime produzioni in Italia realizzate in 8K. Dedicato a uno degli artisti più controversi e amati al mondo e prodotto da Sky e Magnitudo Film, il film fa intraprendere allo spettatore un viaggio attraverso la vita, le opere e i tormenti di Caravaggio, pittore geniale e contraddittorio, che più di ogni altro ha raccolto in sé luci e ombre, genio e sregolatezza, generando opere sublimi. "Caravaggio – L'Anima e il Sangue" è un excursus narrativo attraverso i luoghi in cui l'artista ha vissuto e quelli che custodiscono oggi alcune tra le sue opere più note: Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta. Un'approfondita ricerca documentale negli archivi che custodiscono traccia del passaggio dell'artista conduce lo spettatore sulle tracce del Merisi mentre le scene fotografiche e simboliche ambientate in un contesto contemporaneo ed essenziale mettono in scena gli stati d'animo di Caravaggio con un grande impatto emotivo. Ad accompagnare queste scene la voce interiore di Caravaggio affidata a Manuel Agnelli. La consulenza scientifica del film è invece affidata al prof. Claudio Strinati, storico dell'arte esperto di Caravaggio, che nel film racconta la figura dell'artista in stretta correlazione con le sue opere. Caravaggio – L'Anima e il Sangue è ulteriormente arricchito dagli interventi autorevoli della prof.ssa Mina Gregori, Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi, e della dott.ssa Rossella Vodret anche curatrice della mostra "Dentro Caravaggio" in corso a Palazzo Reale fino al 28 gennaio 2018.
Il 13 e 14 marzo, attraverso documenti e grandi mostre del passato e dei giorni nostri, si entra nell'ossessione nazista per l'arte, con Hitler contro Picasso e gli altri. Sono trascorsi 80 anni da quando il regime nazista mise al bando la cosiddetta "arte degenerata", organizzando nel 1937, a Monaco, un'esposizione pubblica per condannarla e deriderla e, contemporaneamente, un'esposizione per esaltare la "pura arte ariana". In quei giorni cominciò la razzia, nei musei dei territori occupati e nelle case di collezionisti e ebrei, di capolavori destinati a occupare gli spazi di quello che Hitler immaginava come il Louvre di Linz, rimasto poi solo sulla carta e a Carinhall, la residenza privata di Goering, l'altro grande protagonista del saccheggio dell'Europa. Il documentario raccoglie testimonianze dirette legate a storie che prendono il via dalle grandi mostre che a distanza di 80 anni, nel 2017, fanno il punto sull'arte trafugata, tra protagonisti di quegli anni, e ultime restituzioni: "21 rue La Boétie" la mostra parigina nata dalla volontà di esporre parte di un prezioso patrimonio recuperato, la collezione di Paul Rosenberg, uno dei più grandi collezionisti e mercanti d'arte di inizio '900, con quadri da Picasso a Matisse; "Looted Art ", la mostra olandese che espone i quadri provenienti dai depositi statali olandesi e dalle collezioni razziate dai nazisti; "Dossier Gurlitt", la mostra di Berna e Bonn che per la prima volta espone la collezione segreta di Cornelius Gurlitt, figlio di uno dei collezionisti e mercanti d'arte che collaborarono coi nazisti, fermato per caso dalla polizia doganale su un treno per Monaco nel 2012. Tra le tele della collezione trafugata capolavori di Chagall, Monet, Picasso e Matisse. Hitler contro Picasso e gli altri è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital.
Il 9, 10 e 11 aprile arriva al cinema Van Gogh. Tra il Grano e il Cielo, un tour cinematografico attraverso il lascito della più grande collezionista privata del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), che ai primi del Novecento giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni. La storia di questa passione sfociata in un'impressionante collezione d'arte è raccontata anche dalla mostra protagonista del film, Van Gogh. Tra il grano e il cielo, alla Basilica Palladiana di Vicenza fino all'8 aprile 2018, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni proventi dal Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda, dove oggi è custodita l'eredità di Helene. Un'esposizione che, con la curatela del critico d'arte Marco Goldin, presenza narrante anche nel film, oltre a raccontarci l'arte e il genio di Van Gogh, permette di capire l'importanza del disegno e di lunghi studi preparatori nella sua pratica artistica. Helene si innamorò dell'Italia, di cui visitò Milano, Firenze e Roma nel 1910 e nel 1913, e soprattutto delle sue opere d'arte, tanto da decidere, in seguito a questi viaggi, di dar vita a una sua collezione, ospitata nel Kröller-Müller Museum nelle cui sale pure si snoda il docufilm. Attraverso le voci di critici ed esperti, scrittori e direttori di musei si raccontano i tormenti e la parabola artistica del pittore, tramite brani di lettere al fratello Theo che scandiscono la mostra e con immagini dei luoghi della sua vita, da Parigi alla Provenza. Van Gogh. Tra il Grano e il Cielo è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital.
Chiude la stagione della Grande Arte al Cinema 2017-2018, l'8 e il 9 maggio, Cézanne – Ritratti di una vita, il documentario sul padre dell'arte moderna, colui che influenzò Fauves, cubisti e tutti gli artisti delle avanguardie. Cézanne – Ritratti di una vita conduce lo spettatore nella vita dell'artista attraverso le sue lettere personali e l'esplorazione degli spazi privati, includendo anche filmati girati nel sud della Francia, dove Cézannenacque e si spense. "Cézanne's portraits", che raccoglie per la prima volta da collezioni di tutto il mondo oltre cinquanta ritratti eseguiti dall'artista, in viaggio tra la National Portrait Gallery di Londra, il Musée d'Orsay di Parigi e la National Gallery of Art di Washington DC.
La Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l'Italia da Nexo Digital.
LA GRANDE ARTE AL CINEMA
Stagione 2017-2018
25, 26, 27 settembre
Hokusai dal British Museum
16, 17, 18 ottobre
Loving Vincent
7, 8 novembre
Bosch. Il giardino dei sogni
27, 28 e 29 novembre
Canaletto a Venezia
12 e 13 dicembre
Julian Schnabel. A Private Portrait
30, 31 gennaio 2018
David Hockney dalla Royal Academy of Arts
19, 20, 21 febbraio 2018
Caravaggio. L'anima e il sangue
13, 14 marzo 2018
Hitler contro Picasso e gli altri. L'ossessione nazista per l'arte
9, 10, 11 aprile 2018
Van Gogh Tra il Grano e il Cielo
8, 9 maggio 2018
Cézanne Ritratti di una vita
Hokusai, classe 1760, è l'artista giapponese che più di ogni altro ha rivoluzionato la storia dell'arte moderna occidentale. La sua opera più conosciuta, La Grande Onda, è così famosa da essere stata copiata e riprodotta quanto la Monna Lisa di Leonardo. Con La Grande Onda e la serie delle 100 viste del Monte Fuji, Hokusai ha infatti ispirato artisti come Monet, Van Gogh e Picasso e, con i suoi emoji, è stato e rimane a tutti gli effetti il padre del manga moderno, oltre che un'inesauribile fonte di spunti per gli artisti di oggi.
Hokusai dal British Museum, al cinema solo il 25, 26, 27 settembre, è il primo documentario inglese dedicato al celebre Katsushika Hokusai (1760-1849). Al fianco dello spettatore per guidare nella scoperta del pittore studiosi appassionati e artisti che hanno subito l'influenza di questo grande maestro, tra cui David Hockney e il pittore giapponese Ideguchi Yuki. Dopo una prima parte dedicata alla vita del pittore, il film evento guida lo spettatore in una visita esclusiva attraverso le sale della grande mostra del British Museum Hokusai: beyond the Great Wave (aperta sino al 13 agosto). Presentato dallo storico dell'arte Andrew Graham-Dixon con gli artisti Grayson Perry, Kate Malone e Maggi Hambling, il tour è stato creato appositamente per il pubblico del cinema.
L'evento cinematografico, co-prodotto con NHK (Japan Broadcasting Corporation) con riprese in 8K, viene distribuito nei cinema di tutto il mondo per raccontare l'arte di Hokusai attraverso dettagli rivelatori. L'arte di Hokusai viene indagata anche attraverso gli artigiani giapponesi che riproducono le xilografie e i dipinti su seta del pittore, mentre David Hockney celebrerà il lungo e intenso impegno di Hokusai, condividendo appieno la convinzione che i grandi artisti migliorano solo con l'età.
Girato in Giappone, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il documentario permette di conoscere Tim Clark, il curatore della mostra, e Roger Keyes, appassionato studioso che da quasi 50 anni si dedica allo studio delle stampe di Hokusai. Sfruttando le potenzialità del digitale e delle tecnologie più innovative, avremo così l'opportunità di esaminare stampe e dipinti in nuovi modi, grazie ad anni di approfondimenti. Nel corso del documentario i due storici propongono anche nuove interpretazioni di opere famose, indagando l'opera di Hokusai a 360 gradi.
Nessun altro artista al mondo ha dato vita a così tante leggende quanto Vincent van Gogh (1853-1890). Definito come un martire, un satiro lussurioso, un folle, un genio e un fannullone, e spesso anche travisato e oscurato dal mito e dal tempo, il vero Vincent viene improvvisamente svelato dalle sue lettere. Ispirandosi al suo ultimo scritto, quello in cui annotava "Non possiamo che parlare con i nostri dipinti", Loving Vicent ha scelto di partire dalle parole dell'artista, lasciando che fossero proprio i dipinti a raccontare la storia e l'opera del pittore olandese esposto nei più importanti musei del mondo, da Amsterdam a New York, da Londra a Mosca, da Parigi a Dallas.
Scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman, Loving Vincent è infatti il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Realizzato elaborando i quadri dipinti del pittore, il film è composto da migliaia di immagini create nello stile di Vincent van Gogh realizzate da un team di 125 artisti che hanno lavorato anni per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto. Un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura e si è aggiudicato il Premio del Pubblico all'ultimo Festival d'Annecy.
Del resto la forma d'arte di questo film è differente dalla pittura. Se la pittura fissa uno specifico momento della realtà, il film appare fluido, sembra muoversi tra lo spazio e il tempo. Per questo il Painting Design Team ha impiegato un anno per re-immaginare i quadri di van Gogh come se fossero un film. In Loving Vicent 94 quadri di van Gogh sono riprodotti in una forma simile a quella originale e più di 31 dipinti sono rappresentati parzialmente.
La narrazione – che riporta in vita opere come Caffè di notte, Campo di grano con volo di corvi, Notte stellata, ma anche ritratti e autoritratti di van Gogh- si apre in Francia, nell'estate del 1891. Armand Roulin, un giovane inconcludente e privo di aspirazioni, riceve da suo padre, il postino Joseph Roulin, una lettera da consegnare a mano a Parigi. Il destinatario è Théo van Gogh, fratello del pittore che si è da poco tolto la vita. Armand non è per nulla felice della missione affidatagli: è imbarazzato dall'amicizia che legava suo padre e Vincent, un pittore straniero che si è tagliato l'orecchio ed è stato internato in un manicomio locale. Ma a Parigi non c'è alcuna traccia di Théo. La ricerca condurrà Armand da Père Tanguy, commerciante di colori, e quindi nel tranquillo villaggio di Auvers-sur-Oise, a un'ora da Parigi, dal medico che si occupò di Vincent nelle sue ultime settimane di vita, il Dottor Paul Gachet. Conosceremo così la locanda dei Ravoux, dove Vincent soggiornò per le ultime dieci settimane e dove il 29 luglio 1890 morì per un proiettile nell'addome. Qui Armand incontrerà anche la figlia del proprietario, Adeline Ravoux, la domestica e la figlia del dottore e -presso il fiume dove Vincent trascorse i suoi giorni- anche il Barcaiolo che lo conobbe. Un viaggio attraverso strazianti rivelazioni per capire e apprezzare l'appassionante vita e la straordinaria opera di Vincent van Gogh.
Le sembianze dei personaggi del lungometraggio si ispirano a volti noti del mondo del cinema, abbinati ai dipinti che essi rappresentano:
• Douglas Booth (Jupiter: il destino dell'universo, Noah) nel ruolo di Armand Roulin
• Eleanor Tomlinson (Poldark, Il cacciatore di giganti) nel ruolo di Adeline Ravoux
• Jerome Flynn (Game of Thrones) nel ruolo del Dottor Gachet (il dipinto che ha detenuto il record di quadro col prezzo più alto per quattordici anni, il periodo di tempo più lungo di sempre)
• Saoirse Ronan (nomination Oscar per Brooklyn e Espiazione) nel ruolo di sua figlia Marguerite Gachet
• Chris O'Dowd (Le amiche della sposa, IT Crowd) è il postino Joseph Roulin
• John Sessions (Filth-Il lercio, Gangs of New York) nel ruolo del fornitore di pittura di Vincent, Père Tanguy
• Aidan Turner (Poldark, Lo Hobbit) è il Barcaiolo nel dipinto di Vincent, La riva dell'Oise ad Auvers
• Helen McCrory (Harry Potter) nel ruolo di Louise Chevalier, la domestica del Dottor Gachet
• L'attore di teatro Robert Gulaczyk riveste il ruolo del protagonista del film, Vincent van Gogh
Nell'agosto del 1516 si spegneva Hieronymus Bosch. Questo è l'unico fatto riguardante l'autore de "Il Giardino delle Delizie Terrene" che possiamo datare con precisione. Nato a s-Hertogenbosch, nelle terre dei duchi di Borgogna, Bosch proviene da una famiglia originaria di Aquisgrana, sette secoli prima sede della corte di Carlo Magno. Ed è proprio Bosch l'artista che più di ogni altro riesce a fondere la cultura figurativa fantastica ed esotica del Medioevo e le nuove istanze del rinascimento fiammingo.
Il racconto di questa sua doppia anima diventa oggi il protagonista di Bosch. Il giardino dei sogni, il film evento diretto da José Luís López Linares su uno dei dipinti più iconici al mondo. Negli ultimi cinquant'anni sono state date molteplici interpretazioni relative ai quadri del pittore, che è stato presentato alternativamente come membro di una setta esoterica, come alchimista oppure come artista così raffinato da includere nelle sue opere messaggi complessi e giochi di parole visivi basati sui testi biblici e della tradizione.
"Il Giardino delle Delizie Terrene" è un quadro che si rivolge a tutti. Il documentario è arricchito dagli interventi di artisti, scrittori, filosofi, musicisti e scienziati sui significati personali, storici e artistici dell'opera, riproponendo così ai giorni nostri la "conversatio" che iniziò 500 anni fa presso la corte dei duchi di Nassau a Bruxelles, quando l'opera fu commissionata a Bosch.
Nel corso del film lasciano infatti la loro testimonianza su "Il Giardino delle Delizie Terrene" scrittori come Salman Rushdie, Orhan Pamuk, Cees Nooteboom; artisti come Miquel Barceló; musicisti come Ludovico Einaudi. E ancora drammaturgi, illustratori, neuroscienziati e ovviamente storici dell'arte come Pilar Silva (curatore della mostra "Bosch, l'esposizione cinquecentenaria" al Museo Nazionale del Prado) e Xavier Salomon (Peter Jay Chief Curator della Frick Collection di New York).
Ci sono ancora molti misteri che circondano il trittico delle delizie, ma allo stesso tempo alcuni elementi rimangono inequivocabili: colori brillanti, un'azione complessa, la fusione tra commedia e tragedia, e ancora un mix di intrigo, suspense, peccato, vita, morte e, forse, anche redenzione.
Giovanni Antonio Canal, universalmente conosciuto come Canaletto, nacque nell'ottobre del 1697 a Venezia, la città di cui dipinse infinite vedute per le quali divenne noto già dal Settecento.
La precisione delle architetture e della prospettiva che spicca nelle sue opere deriva dalla formazione che, sin da giovanissimo, l'artista acquisì presso la bottega del padre Bernardo, specializzato nella produzione di scenografie per allestimenti teatrali veneziani. Ma Canaletto (1697-1768) fu molto più che un eccellente vedutista, com'è possibile comprendere studiando i suoi lavori e confrontandoli con le vedute reali.
Canaletto a Venezia, al cinema solo il 27, 28, 29 novembre, offre un accesso unico alle opere d'arte di Canaletto conservate presso la Royal Collection di Londra, molte delle quali esposte nella mostra "Canaletto e l'arte di Venezia", presso la Galleria della Regina a Buckingham Palace (fino al 12 novembre 2017). Il film offre inoltre l'opportunità di entrare in due residenze reali ufficiali – Buckingham Palace e Windsor Castle – per conoscere più da vicino l'artista e il suo principale agente Joseph Smith, Console britannico a Venezia che introdusse il pittore nel Regno Unito. Gli spettatori si avventureranno così in un singolare Grand Tour, visitando i luoghi amati dai contemporanei di Canaletto e da lui immortalati in vedute indimenticabili – dal Ponte del Rialto a Piazza San Marco, da Palazzo Ducale fino alla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, guidati dai curatori della Royal Collection Trust e dai maggiori esperti al mondo della storia di Venezia.
Nessun altro artista ha catturato Venezia come ha saputo fare Canaletto. Nonostante il rapporto intimo del pittore con la città in cui nacque, visse e morì, la più grande collezione delle sue opere è conservata nel Regno Unito, all'interno della Royal Collection. Nel 1762, Re George III acquistò infatti quasi tutti i lavori dell'artista collezionati da Joseph Smith. Molte opere di questa collezione sono esposte ora nella mostra "Canaletto e l'arte di Venezia" che, dopo Londra, approderà nelle grandi città italiane per esplorare le origini dell'arte dell'artista veneziano.
Il gruppo di oltre 200 dipinti, disegni e stampe in esposizione, offre una visione della maestria di Canaletto e dei suoi contemporanei, oltre che della città di cui il pittore divenne simbolo. Sebbene le sue opere appaiano fedeli rappresentazioni di Venezia, infatti, l'abilità di Canaletto viene dalla sua manipolazione della realtà. L'artista, infatti, cambiava la posizione degli edifici o apriva nuove vedute per creare la composizione perfetta, partendo dal reale. Per questo i suoi dipinti furono ricercati con particolare ardore e collezionati dai protagonisti del Grand Tour.
L'immaginazione giocosa del pittore veneziano si estese in un nuovo genere nel quale Canaletto eccelse: il 'capriccio', che converte la combinazione di realtà e architetture inventate in nuove vedute immaginarie. In questo senso, Canaletto è da considerarsi un vero e proprio maestro della narrazione.
Diretto da David Bickerstaff, che lo ha scritto assieme a Phil Grabsky, il film in HD e 4K, è distribuito in Italia da Nexo Digital: un modo per visitare la mostra, ma anche un'opportunità di avvicinarsi a Canaletto e alla città che lo ispirò, intraprendendo un viaggio nella vita e nell'arte del celebre pittore veneziano.
Dopo il successo di Loving Vincent, che ha portato in sala 130 mila spettatori in 3 giorni, la stagione della Grande Arte al Cinema prosegue con L'Arte viva di Julian Schnabel, firmato dal regista Pappi Corsicato. Il film evento, nelle sale solo il 12 e 13 dicembre 2017, racconta la storia personale e la carriera pubblica del celebre artista e regista Julian Schnabel. Scritto e diretto da Pappi Corsicato e prodotto da Buena Onda con Rai Cinema, L'Arte viva di Julian Schnabel ripercorre la formazione di Schnabel, nato a Brooklyn e cresciuto a Brownsville, Texas: dagli esordi della vita professionale nella New York City di fine anni Settanta all'ascesa negli anni Ottanta fino al raggiungimento dello status di superstar nel panorama artistico di Manhattan.
Il film descrive l'approccio estroverso e anticonvenzionale di Schnabel nei confronti del lavoro e della vita: l'amato pigiama di seta, la dimora di Montauk a Long Island e quella nel palazzo in stile veneziano nel West Village di Manhattan. Schnabel è ritratto intento a dipingere, ad allestire una nuova mostra in giro per il mondo e in parallelo nella sua vita privata, in vacanza con i familiari. Ci sono poi gli approfondimenti sulla sua passione cinematografica che lo porta a realizzare film come Basquiat nel 1995, oltre al pluri-premiato Prima Che Sia Notte (2000, Leone d'argento – Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia) e Lo Scafandro e la Farfalla (2007, Miglior Regia al Festival di Cannes, due Golden Globe e la nomination come miglior regista agli Oscar). Con a disposizione una miscela multicolore di materiale tratto dagli archivi personali di Schnabel, riprese nuove dell'artista al lavoro e nel tempo libero e le testimonianze di amici, familiari, attori ed artisti, tra i quali Al Pacino, Mary Boone, Jeff Koons, Bono e Laurie Anderson, Corsicato crea un ritratto affascinante e rivelatore di uno dei pittori più anticonformisti e irrequieti del panorama contemporaneo.
Il 30 e 31 gennaio nelle sale italiane David Hockney dalla Royal Academy of Arts, il docufilm che racconta le due grandi mostre dedicate all'artista negli ultimi cinque anni dalla Royal Academy of Arts di Londra. Membro della Royal Academy dal 1991, David Hockney è uno degli artisti britannici più famosi al mondo, simbolo della pop art inglese. Il suo rapporto con la Royal Academy è unico, tanto che per i suoi spazi Hockney realizza le due mostre ad hoc protagoniste di questo film. Le sue esposizioni a Londra, Parigi, New York. Artefice di opere come A Bigger Splash e A Closer Grand Canyon. Nel docufilm, l'intervista all'artista a cura di Tim Marlow, Direttore Artistico della Royal Academy of Arts, in cui Hockney racconta il suo primo viaggio all'estero, in Egitto nel 1963, il dolore per la morte dell'amico Jonathan Silver e le tecniche innovative che sta usando in questi anni, con disegni e video realizzati con l'iPad. Ad arricchire il percorso anche i pareri dei critici d'arte Martin Gayford e Jonathan Jones, e quelli di Edith Devaney (Senior Contemporary Curator della Royal Academy of Arts) che posò due volte per l'artista.
Pittore sempre pronto a sperimentare e ad innovare il proprio linguaggio, gioioso nel suo modo di dipingere irrequieto, imprevedibile e vitale, Hockney dà vita a un'arte ricca di immediatezza, capace di regalare un senso di energia e vigore a tutti i soggetti trattati. Nel film il suo mondo viene raccontato attraverso due mostre: A Bigger Picture 2012 e 82 Portraits and One Still Life 2016, entrambe della Royal Academy of Arts. A Bigger Picture 2012 è stata la prima grande mostra di nuovi dipinti paesaggistici di David Hockney, caratterizzata da opere di grandi dimensioni ispirate al paesaggio dello Yorkshire. 82 Portraits and One Still Life 2016 è invece la raccolta incentrata sull'arte del ritratto, rielaborato ed espresso con rinnovato vigore creativo grazie a dipinti che offrono un'istantanea sulla vita privata dell'artista e sul mondo dell'arte attraverso la rappresentazione di amici, colleghi o persone che hanno incrociato il suo percorso tra il 2014 e il 2015.
Al cinema il film evento che offre un nuovo sguardo su Van Gogh (1853-1890), attraverso il lascito della collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), la donna che ai primi del Novecento, ammaliata da un viaggio tra Milano, Roma e Firenze, e sull'esempio del mecenatismo dei Medici, giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni. A partire dall'Italia tanto amata da Helene e dalla mostra di Vicenza con già quasi 350.000 i visitatori a oggi, a un mese dalla chiusura, nasce Van Gogh. Tra il grano e il cielo. Il film evento, diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Matteo Moneta con la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin, è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital e sarà nelle sale solo il 9, 10 e 11 aprile, per raccontare l'unione spirituale di due persone che non si incontrarono mai durante la loro vita (Helene Kröller-Müller aveva 11 anni quando Van Gogh morì nel 1890), ma che condivisero la stessa tensione verso l'assoluto, la stessa ricerca di una dimensione religiosa e artistica pura, senza compromessi. Due universi interiori dominati dall'inquietudine e dal tormento, che entrambi hanno espresso attraverso una vera e propria mole di lettere: fonti storiche insostituibili ed elemento suggestivo che punteggia la narrazione del documentario. La colonna sonora originale del film è firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino.
Van Gogh. Tra il grano e il cielo è diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Matteo Moneta con la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin. Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital, con la partecipazione straordinaria di Valeria Bruni Tedeschi e la colonna sonora originale firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino, nelle sale solo il 9, 10 e 11 aprile 2018.
Sul grande schermo l'8 e 9 maggio Cézanne. Ritratti di una vita, il docufilm che vede protagonista le opere del padre dell'arte moderna, colui che influenzò Fauves, cubisti e tutti gli artisti delle avanguardie. Ambientato a Londra, Parigi, Washington D.C. e in Provenza, quel sud della Francia in cui Cézanne nacque e si spense, il film è un viaggio attraverso gli spazi e le lettere private che segnarono l'esistenza di Cézanne e che aiutano lo spettatore ad avvicinarsi ancor di più all'animo e al pensiero di colui che per Picasso e Matisse fu "il padre di noi tutti".
La macchina da presa mostra così le immagini di "Cézanne's portraits", l'esposizione che raggruppa ben cinquanta ritratti del pittore di Aix-en-Provence: opere che hanno viaggiato dalla National Portrait Gallery di Londra, al MoMA di New York, alla National Gallery of Art a Washington DC, fino al Musée d'Orsay a Parigi. Curatori ed esperti legati a queste istituzioni hanno prestato il volto e la voce per arricchire i contenuti del film, guidando lo spettatore all'interno della mostra e della vita di Cézanne.
Oltre a quadri come quelli dedicati alla Montagna Sainte Victoire o alle sue amate mele, Cézanne ha realizzato circa 200 ritratti: le persone che fecero parte alla sua vita sono immortalate proprio lì, con il suo tratto e le sue pennellate, e molte di loro furono scelte come soggetto più di una volta, poiché condivisero con l'artista momenti diversi della sua esistenza. Assieme ai ritratti veri e propri, si contano poi una trentina di autoritratti: un numero davvero impressionante nella storia dell'arte.
Anche il pronipote del pittore, Philippe Cézanne, ha preso parte al progetto Cézanne. Ritratti di una vita costituito da opere, luoghi e voci di esperti e familiari.
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