Good Time con Robert Pattinson
Good Time con Robert Pattinson

Good Time con Robert Pattinson al cinema


Good Time è un thriller ipnotico che indaga con franchezza la tragica influenza della famiglia e del destino.

Dopo Heaven Knows What, i registi Josh e Benny Safdie tornano sulle violente strade di New York City con Good Time, un thriller ipnotico che indaga con franchezza la tragica influenza della famiglia e del destino. Il film arriva nelle sale italiane dal 26 ottobre.

Dopo che una maldestra rapina in banca fa finire in prigione il fratello minore, Constantine "Connie" Nikas (Robert Pattinson) intraprende una complicata odissea nei bassifondi della città nel tentativo, sempre più disperato e pericoloso, di fare uscire di prigione Nick (Benny Safdie). Nel corso di una nottata carica di adrenalina, Connie si trova a lottare contro il tempo per salvare il fratello ma anche se stesso, consapevole che le loro vite sono appese a un filo.

Per il loro frenetico quinto lungometraggio, i fratelli registi newyorchesi Josh e Benny Safdie (Heaven Knows What, Daddy Longlegs) tornano alle violente strade della loro città natale per raccontare la storia di due fratelli nelle ore immediatamente successive a un colpo mal riuscito nel Queens. Incorniciato da scene del fratello minore Nick (interpretato dal co-regista Benny Safdie) che si fa strada nella burocrazia istituzionale mentre il fratello maggiore Connie (Robert Pattinson) si batte per salvare se stesso e il fratello, Good Time è un thriller spietato ma anche divertente, che esplora le dinamiche famigliari spinte alle estreme conseguenze.

A partire da una serie molto organica di film "di strada", iniziata nel 2008 con The Pleasure Of Being Robbed, i Safdie ampliano la loro galleria di newyorchesi emarginati, sfortunati, sociopatici, drogati, criminali, fannulloni e perdenti – comunicando allo spettatore l'improbabile libertà che deriva da una vita disordinata e improvvisata. Lavorando per la prima volta con attori famosi – tra cui Pattinson (The Twilight Saga, Cosmopolis, Civiltà Perduta), Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight) e Barkhad Abdi (Captain Phillips), questi ultimi entrambi nominati agli Oscar, i registi si sono spinti verso obiettivi più ambiziosi ed elaborati nel loro coerente percorso creativo.

I Safdie hanno consolidato il loro coerente stile di regia con Heaven Knows What del 2015, un racconto di tossicodipendenza e di vagabondaggio basato sul libro di memorie della sua vita in strada, Mad Love in New York City, di Arielle Holmes, una tossicodipendente diventata poi attrice. Heaven presentava spazi urbani realistici, scene girate di rapina, spesso senza permesso, e indimenticabili attori presi dalla strada, non professionisti e sconosciuti, tra cui Buddy Duress, collega di Holmes e co-protagonista, che vediamo anche in Good Time. 

Lavorando nuovamente con il direttore della fotografia Sean Price Williams (Iris, Listen Up Phillip), i Safdie ottengono una struttura visiva interna alla città — quella che i registi definiscono "l'opera della strada" — proveniente dalle persone e dai luoghi della loro New York City, ritrovando un'urgenza poetica nelle loro battaglie – quotidiane, orarie e persino minuto per minuto – di abitanti svantaggiati. Grazie all'immaginario urbano di Williams, evocativo e spesso ipnotico, Good Time segue Connie e Nick in traiettorie distinte durante un'indimenticabile notte nel ventre di New York, mentre Connie lotta disperatamente per liberare entrambi da una vita misera e monotona sotto l'ala protettrice della loro nonna greco-americana che non parla inglese.

Spinto dall'impulso di far vivere situazioni "normali" al fratello disabile mentale, Connie convince Nick ad aiutarlo a organizzare una rapina in banca nei primi, concitati minuti del film. Con indosso maschere di gomma e dandosela a gambe con 20.000 dollari in contanti, i fratelli si ritrovano d'un tratto con il loro piano che va a gambe all'aria in un momento di caos. Good Time diventa così il racconto dei loro tentativi di salvarsi dal sistema. Amplificando il ritmo già disperato di Heaven Knows What, che raccontava minuto per minuto la battaglia di un gruppo di tossici che se ne vanno in giro per la città alla ricerca della prossima dose, Good Time punta ancora più in alto grazie ad un più ampio ritratto urbano e a un maggiore approfondimento dei personaggi, impostando obiettivi più ambiziosi per ogni singola mossa dei suoi protagonisti.

"Siamo ossessionati dai personaggi che vivono nel presente" dice Josh. "Il tempo è il nemico – sempre – e il presente esiste al di fuori del tempo. I nostri personaggi non sanno mai che cosa succederà domani o tra un'ora. Sono persone trascurate, dimenticate che possono sparire in un secondo e questo è parte della loro bellezza e del loro fascino".

Come molte delle loro storie, il quinto film dei Safdie si dipana con coerenza, attraverso differenti incarnazioni man mano che prende forma. "In Good Time la nostra ossessione per gli emarginati si sposta verso un tipo diverso di americani dimenticati, il cui senso dell' "adesso" è più dettato dalla trama e dalla struttura narrativa", precisa Josh. "Più consideravamo fattori come il pericolo, l'urgenza e lo scopo, più ci trovavamo a fare un pulp thriller neogrindhouse". 

Impostazioni privacy