Oggi, 9 novembre, facciamo gli auguri a Giovanna Mezzogiorno, volto di alcuni dei film italiani di maggior successo degli ultimi anni, da poco passata anche dietro alla macchina da presa.
Giovanna Mezzogiorno nasce il 9 novembre del 1974 a Roma, figlia degli attori Vittorio Mezzogiorno e Cecilia Sacchi; quando lei è ancora una bambina, la famiglia si trasferisce a Milano, dove Giovanna completerà gli studi superiori prima di spostarsi a Parigi, presso il laboratorio teatrale di Peter Brook, definito spesso “il miglior regista teatrale esistente”, che aveva già collaborato con suo padre Vittorio. È proprio Brook a far debuttare Giovanna Mezzogiorno a teatro nello spettacolo Qui est là, basato sull’Amleto shakespeariano, nel ruolo di Ofelia; durante la sua permanenza nella capitale francese l’attrice inoltre acquisterà una padronanza della lingua che metterà a frutto anche al cinema, recitando più in là nei film Il club delle promesse (2004) e Les murs porteurs (2005).
La giovane attrice fa il suo esordio sul grande schermo in Italia, da co-protagonista, nel film Il viaggio della sposa (1997), diretto e interpretato da Sergio Rubini, rara pellicola (per il cinema italiano) in costume, ambientata tra l’Abruzzo e la Puglia nel XVII secolo; per il film lei vince un Globo d’oro come Miglior attrice rivelazione, lanciando così ufficialmente la sua carriera. La prima fase del suo percorso prosegue con drammi apprezzati dalla critica, come Del perduto amore (1998) di Michele Placido, per cui Giovanna vince un Nastro d’argento e il Premio Pasinetti alla Mostra del cinema di Venezia, Un uomo perbene (1999), film biografico sul giornalista e presentatore televisivo Enzo Tortora scritto da sua figlia Silvia (interpretata nel film proprio dalla Mezzogiorno), mentre ottiene meno successo nella commedia, con il film Asini (1999), scritto e interpretato da Claudio Bisio.
La consacrazione arriva quando Giovanna Mezzogiorno e Stefano Accorsi (che si erano fidanzati nella vita reale dopo aver lavorato assieme al film per la tv Più leggero non basta, nel 1999) sono scelti da Gabriele Muccino per il suo film L’ultimo bacio, nel ruolo di Giulia e Carlo, coppia in procinto di diventare genitori per la prima volta che affronta una crisi con il tradimento di lui; il film ottiene un grandissimo successo, epocale nel panorama del cinema italiano, perché non solo rivela una nuova generazione di attori che avranno tutti, o quasi, delle brillanti e lunghe carriere, ma anche perché sottolinea il trionfo di un cinema popolare e d’autore insieme, che fa parlare di sé anche al di là del lato filmico: la storia diventa il paradigma di una generazione di trentenni in crisi, in chiave di ritratto sociologico e culturale. A quasi dieci anni dall’uscita del film, Muccino riunirà gran parte del cast originale per il seguito, Baciami ancora (2010), ma la Mezzogiorno declina di tornare nel ruolo, venendo dunque sostituita da Vittoria Puccini.
Un’altra tappa importantissima per la sua carriera è segnata da La finestra di fronte (2003), dramma che unisce sentimento e memoria storica, che oltre a registrare ottimi incassi, le fa vincere un David di Donatello, un Nastro d’argento, un Globo d’oro oltre a premi anche internazionali, dato che il film viene presentato in diversi Festival in giro per il mondo; Giovanna tornerà, anni dopo, a lavorare con lo stesso regista Ferzan Özpetek in un altro film, Napoli velata (2017), che unisce anch’esso l’aspetto sentimentale a uno o più misteri da svelare.
La carriera di Giovanna Mezzogiorno è quindi maggiormente legata ai suoi ruoli in drammi sentimentali e familiari nell’ambito del cinema d’autore, da L’amore ritorna (2004) di Sergio Rubini, per cui lei vince un Nastro d’argento, a La bestia nel cuore (2005) di Cristina Comencini, che invece le porta la Coppa Volpi alla Migliore interpretazione femminile al Festival di Venezia, mentre la sua seconda collaborazione con la regista, Tornare (2019), avrà un esito artisticamente meno fortunato; Giovanna è anche fra i protagonisti di Lezioni di volo (2007) di Francesca Archibugi, film di formazione ambientato prevalentemente in India, di una produzione internazionale come L’amore ai tempi del colera (2007) di Mike Newell, al fianco di Javier Bardem, adattamento dell’omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez che si svolge in Colombia, e anche di Palermo shooting (2008), progetto di Wim Wenders dal cast eterogeneo e internazionale. Tra i drammi familiari da lei interpretati, ricordiamo anche I nostri ragazzi (2014) di Ivano De Matteo tratto dal romanzo La cena di Herman Koch, La tenerezza (2017) di Gianni Amelio, dal romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone, Lacci (2020) di Daniele Luchetti, dal romanzo di Domenico Starnone, Gli indifferenti (2020) di Leonardo Guerra Seràgnoli, dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia.
La Mezzogiorno ha frequentato meno la commedia, ma ricordiamo la sua partecipazione a Basilicata coast to coast (2010) di Rocco Papaleo, un successo sia di pubblico che di critica, ma anche Come diventare grandi nonostante i genitori (2016) di Luca Lucini, basato sulla serie di Disney Channel Alex & co, e più di recente, ha avuto un ruolo nella commedia grottesca, tutta al femminile, Amanda (2022) di Carolina Cavalli, con protagonista Benedetta Porcaroli.
Tra i suoi progetti troviamo poi alcuni biopic drammatici che affrontano eventi storici e politici della Storia italiana, recente e non: è lei la protagonista di Ilaria Alpi-Il più crudele dei giorni (2003), dedicato alla giornalista Rai morta nel 1994 in Somalia in circostanze ancora mai del tutto chiarite; per Marco Bellocchio, invece, ha dato volto, in Vincere (2009) a Ida Dalser, compagna di Benito Mussolini (per cui ha vinto un altro Nastro d’argento) e lo stesso anno ha interpretato La prima linea (2009) di Renato De Maria, film sugli anni di piombo in cui lei è la brigatista Susanna Ronconi.
Di recente, inoltre, Giovanna Mezzogiorno è passata dietro alla macchina da presa per un progetto molto personale, perché si ispira a eventi vissuti sulla sua pelle: il cortometraggio Unfitting, presentato nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, interpretato da Carolina Crescentini, Ambra Angiolini e Fabio Volo: si tratta della storia di un’attrice criticata per aver messo su peso, e riflette l’esperienza vissuta dalla stessa Giovanna, che ha dichiarato, specialmente dopo la nascita dei due gemelli di cui è mamma, di essere stata emarginata dal mondo dello spettacolo per il cambiamento del suo aspetto fisico, denunciando il bullismo subìto sui set e non solo.
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