Giornata della Memoria: La Musica mi ha salvato su TIMvision
Il film racconta la vita di Alice Herz-Sommer, la più anziana pianista e superstite della Shoah in tutto il mondo.
di Redazione / 27.01.2015
Nel 2013, all'età di 109 anni, Alice Herz-Sommer era la più anziana pianista e superstite della Shoah in tutto il mondo: a salvarla è stata la musica, come lei stessa racconta in questo film emozionante La Musica mi ha salvato, che debutta su TIMvision, la Tv on demand di Telecom Italia.
La Musica mi ha salvato racconta la storia di Alice Herz-Sommer, nata a Praga nell'allora Austria-Ungheria del 1870. La sua era una famiglia di commercianti e sua madre venne educata nei circoli letterari dell'alta borghesia della Belle Époque della Praga mitteleuropea, infatti la famiglia parlava tedesco, i domestici ceco e a casa della nonna parlava in yiddish. Visse l'infanzia e la giovinezza nella sua casa del settimo distretto e da bambina incontrò il compositore Gustav Mahler e lo scrittore Franz Kafka. Alice e suo marito vennero inviati a Theresienstadt nel 1943 dopo che non erano riusciti a racimolare i soldi per il viaggio fino in Palestina, poi suo marito venne poi inviato a Auschwitz e morì a Dachau nel 1944. Tornata a Praga nel 1945, nel marzo del 1949 emigrò in Israele e lavorò come insegnante di musica a Gerusalemme, nel 1986 si trasferì a Londra assieme al figlio nella zona di Hampstead. Fino all'età di 97 anni ha praticato nuoto e fino all'età di 107 anni ha suonato pianoforte per due ore e mezza ogni giorno.
Diretto dall'inglese Malcolm Clarke (già vincitore di un Oscar per "Tu non devi morire") e prodotto con un budget bassissimo, autofinanziato, malgrado la lunga durata della lavorazione (oltre tre anni), il film parte dalla piccola casa al numero 6 a Londra. È qui che Alice vive. E da sola. Un po' per colpa dell'uomo. Un po' per colpa del destino. Suona Bach e Beethoven per molte ore al giorno. Tant'è che, sostiene, "sono ebrea, ma Beethoven è la mia religione". E, di fronte alla telecamera, ripete spesso: "La musica mi ha salvato la vita e continua a farlo anche ora".
Nel 1943 la mamma e il marito di Alice vennero messi su un treno con viaggio di sola andata verso Auschwitz da dove non rientreranno mai più. Lei, insieme al figlio, divennero invece prigionieri del campo di Theresienstadt. All'interno del lager nazista Alice si esibì al pianoforte quasi 150 volte: "Attraverso la musica venivamo mantenuti in vita. I concerti, le persone sedute, la gente anziana desolata e malata che veniva a vederci: questa musica per loro era come il cibo, la musica era il nostro cibo". Alice e il figlio riuscirono a sopravvivere e si trasferirono in Israele fino al 1986 e, successivamente, a Londra in un appartamento al "number 6" di un edificio dove si è spenta all'età di 110 anni, dieci giorni prima della serata degli Oscar quando il film venne premiato.
"Il film non è un documentario sull'Olocausto ma un film sulla la vitalità di Alice, la sua forza morale, il suo senso dell'umorismo e il suo amore incondizionato per la musica", hanno detto gli autori.
Il film (titolo originale "The Lady in Number 6: Music saved my life"), ha vinto il premio Oscar 2014 come miglior cortometraggio documentario e sarà disponibile su TIMVision per tutto il mese di gennaio, anche in occasione della Giornata della Memoria.