Giffoni 2017: Lodovica Comello, Claudio Amendola e King Danza
Al Giffoni 2017 ospiti Claudio Amendola, il wrestler King Danza e Lodovica Comello.
di Redazione / 19.07.2017
Al Giffoni 2017 ospiti Claudio Amendola, il wrestler King Danza e Lodovica Comello.
La giornata di Claudio Amendola al Giffoni 2017 è iniziata con un'ovazione e una standing ovation da ragazzi della Masterclass subito dopo la proiezione di Il Permesso – 48 ore fuori, sua seconda prova dietro la macchina da presa ma esordio nel doppio ruolo di attore a regista.
"Me l'avevano detto che nessun altro festival dà le emozioni del Giffoni, ma dal vivo è davvero incredibile. Se questo è l'inizio avevano proprio ragione" ha commentato l'attore. "Per la mia famiglia sei come il Natale: ci ritroviamo tutti al cinema per vedere i tuoi film".
A Giffoni Masterclass 2017, Amendola ha rivissuto la carriera da attore, doppiatore e regista, iniziata per un favore alla madre, Rita Savagnone: "Ho smesso di studiare presto, ma ai miei tempi non avevamo la paura di non trovare lavoro come voi. Feci un provino per caso e quasi a mia insaputa mi sono ritrovato attore".
La carriera di Claudio Amendola è iniziata iniziata di fatto con i film di Vanzina negli anni '80 ma poi ecco la svolta presto: "Ero destinato a una soddisfacente carriera cinepanettoniana quando arrivò la telefonata del produttore Claudio Bonivento, anche lui fino ad allora alle prese con commedie neanche troppo sofisticate". Con Marco Risi, arrivarono poi Soldati – 365 all'alba (1987) e Mery per sempre (1989) ma il film di cui è più soddisfatto in assoluto nella sua carriera è Domenica (2001): "Se il primo mi ha fatto annusare il mestiere, Mery per sempre mi ha fatto decidere di fare l'attore. Insieme a Ultrà di Ricky Tognazzi, i film di Risi mi hanno aperto un altro cinema".
Amendola adesso punta alla regia: "Avevo voglia di dirigere perché volevo mettere in pratica tutto quello che ho rubato sui set per tanti anni, stando a occhi aperti e bocca chiusa. E anche per soddisfare il mio egocentrismo: essere circondati da 80 persone che vogliono risposte da te è una figata".
Dopo Il Permesso – 48 ore fuori, Amendola ha in programma di realizzare un terzo film, anche se non sa quando: "Ho scritto di getto un progetto. Per ora vi dico solo questo, 'Nino': Ricordatevene, ne sentiremo parlare".
Amendola ha poi confessato di avere avuto un peso nell'interruzione de I Cesaroni: "Quella serie non aveva davvero più nulla da dire".
Non smetterà di parlare delle carceri, protagoniste anche de Il Permesso: "A 19 anni ho fatto una sciocchezza e ho passato una notte a Regina Coeli. Mi è bastata per capire un'enormità di cose: la prima è che non ci sarei voluto tornare mai più, perché la libertà è sacra ed esserne privato è la cosa peggiore che possa accadere a una persona. Ma ho imparato anche che in nessun altro posto c'è così tanta solidarietà: l'affetto e la comprensione che ho avuto dai miei compagni di cella non l'ho avuta mai più in vita mia. Le condizioni delle carceri italiane è da quinto mondo, ma noi ce ne dimentichiamo troppo facilmente", dice con amarezza e la voglia di scuotere le coscienze dei ragazzi in sala. Intanto li ringrazia di cuore: "Con le vostre domande avete dimostrato grande intelligenza e libertà di pensiero. Spero siate i cineasti di domani perché così il cinema non finirà mai".
Alla Cittadella del Cinema ospite anche il wrestler Giuseppe "King" Danza, accolto dai giurati della categoria Generator +13: "Il Giffoni Film Festival è sempre stato uno dei miei obiettivi. Sono un salernitano – ha sottolineato – e poter partecipare oggi come ospite a questa eccellenza che rappresenta la mia Terra ovunque mi riempie di soddisfazione".
Da piccolo, King Danza sognava l'America nella sua cameretta e immaginava la sua vita su quel ring che rappresenta la sua dimensione perfetta: "La magia è in tutto quello che ci fa innamorare di qualcosa e io sono completamente innamorato del mio lavoro e dell'energia di questi ragazzi. Spero di lasciare un po' di me in ognuno di loro. Mi sono innamorato del wrestling dopo aver guardato per la prima volta a 9 anni il film Man of the Moon di Miloš Forman. Promisi a me stesso che sarei diventato un lottatore, e oggi posso dire che non ho deluso le mie aspettative".
I giffoners si sono poi lasciati a domande dettagliate sul mondo del wrestling che si intreccia con quello del cinema.
Il cinema lo affascina e non poco. "La passione che ho messo sul ring e gli anni di pratica per raffinare e affinare il mio personaggio hanno fatto si che i registi mi chiamassero. Tiger Boy è stata la mia prima esperienza, avevo un ruolo piccolo, con Ispettore Coliandro ho cominciato a capire meglio i ritmi e la disciplina dei set cinematografici. In un mondo così brutto sono contento di interpretare il cattivo sul ring, posso dare la speranza che anche i cattivi possono perdere".
A chi definisce il mondo del wrestling come "cattivo, da tenere lontano dai bambini", King Danza risponde: "La violenza è sbagliata in qualsiasi ambito, ma vanno fatte le giuste differenze. Fa paura quello che non si conosce, nel wrestling la violenza è simulata. Il wrestling è un film, uno spettacolo teatrale, un fumetto".
Il wrestler ha spiegato poi che il suo nome è un omaggio a Elvis Presley e una provocazione: "La famiglia esorta i propri figli a studiare, a laurearsi e diventare dottore. Io invece che farmi chiamare dottore, ho scelto di diventare il re perché l'importante è inseguire e realizzare un sogno a prescindere da quale esso sia".
A Giffoni Film Festival ospite poi Lodovica Comello, accolta con una speciale versione di Singing in the car con giochi, canzoni dal vivo e karaoke. Lodovica ha anche chiamato sul palco una bambina, Ludovica, che le ha chiesto di condividere con loro i segreti dello show.
In molti hanno chiesto a Lodovica Comello se avesse avuto paura ad inseguire la passione per la recitazione: "Mai avuto ripensamenti e vi consiglio di fare lo stesso perché non bisogna arrendersi e inseguire sempre i propri sogni. E semmai una porta si chiude da qualche parte se ne apre un'altra. Dopo la fine di Violetta ero incerta su quale sarebbe stato il mio futuro, invece ho ricevuto la telefonata per Italia's Got Talents che mi ha aperto nuove e inaspettate prospettive, è stato questo il mio 'momento magico', come dice anche il tema di Giffoni quest'anno".
Il posto del cuore di Lodovica Comello? "A casa dei miei genitori, in provincia di Udine. Anche se ormai vivo da anni a Milano, quando torno da loro e coccolo la mia nipotina che amo alla follia sono contentissima… e poi mi faccio riempire di cibo. Un altro pezzo del mio cuore invece lo avrà sempre Francesca, il personaggio di Violetta che mi ha regalato quattro anni incredibili. Ci ho messo una settimana a preoccuparmi di come sarebbe andata all'inizio, ma poi ho imparato lo spagnolo in due mesi ed è andato tutto benissimo".
Già da piccola Lodovica Comello aveva la passione per la musica: "Ho deciso di fare la cantante quando avevo 6 anni, ma prima volevo diventare veterinaria, poi etologa, la persona che avevo scoperto essere la persona che si occupa di studiare gli animali nel loro habitat naturale, come ad esempio gli elefanti nella savana".