

Giffoni 2012: intervista ad Anita Caprioli
Trucco acqua e sapone e abito bianco di un candido che sembrava irreale, Anita Caprioli ha incantato i giovani giurati questo pomeriggio al Giffoni Experience. "Il rapporto con i giovani mi entusiasma e mi arricchisce. Non sempre è facile poter vivere momenti come questo che sto vivendo ora io grazie al Gff. Credo che sia […]
di Redazione / 19.07.2012
Trucco acqua e sapone e abito bianco di un candido che sembrava irreale, Anita Caprioli ha incantato i giovani giurati questo pomeriggio al Giffoni Experience.
"Il rapporto con i giovani mi entusiasma e mi arricchisce. Non sempre è facile poter vivere momenti come questo che sto vivendo ora io grazie al Gff. Credo che sia importante il confronto con i giovani perchè loro non hanno paura di dire la verità. Io ho iniziato il teatro con i ragazzi ed è stata un'esperienza molto formativa nel mio percorso di artista".
Lei, che ha lavorato con registi molto importanti, dice che:
"ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Penso a Salvatores, che ho incontrato dopo tanto teatro e che mi ha trasportato in questo mondo; penso a Verdone, il maestro della commedia, uomo di grande generosità umana e professionale. Mi sono sempre trovata bene con tutti".
Per la Caprioli,
"recitare significa lavorare sui personaggi e sulle varie caratterialità. Mi piace molto sperimentare perchè mi aiuta a conoscermi dentro e per questo sono affascinata da personaggi che sono lontani da me".
Sulla felicità, tema di questa 42esima edizione, racconta che lei "si alza felice sin dalla mattina", mentre il lavoro cinematografico che l'ha divertita di più è sicuramente "Non pensarci" dove recitava il ruolo di addestratrice di delfini.
La Caprioli, tra i tanti ruoli che ha interpretato, è stata anche una donna lesbica, Eva in "Tutti pazzi per amore".
"Non ho avuto problemi a recitare in questo ruolo. Per me l'amore non ha una sessualità, non ha preclusioni quindi non ho trovato nulla di strano nel recitare nel ruolo di una donna che ama un'altra donna. Viviamo, però, in un Paese che non ha attenzione per l'uomo in quanto essere umano. Nel nostro Paese molto dipende dalla religione. Abbiamo una religione che crea del razzismo verso un amore che, se non è standardizzato, crea pregiudizio. Oggi, invece, l'attenzione dovrebbe essere per i problemi veri, non l'amore indirizzato verso l'altro".
E sulla situazione attuale che vive il nostro Paese, la Caprioli è convinta che:
"l'Italia è succube di questa crisi che coinvolge anche il cinema e il teatro. Ci sono un sacco di film che quest'anno non sono stati fatti perchè non ci sono i soldi. È importante che la gente e soprattutto i giovani si alimentino di cose belle per uscire dalla mediocrità e quindi festival come questo sono fondamentali per la crescita umana e intellettuale di ognuno di noi".