First Man: la biografia di Neil Armstrong che ha ispirato Damien Chazelle
E' uscito lo scorso 23 Ottobre per Rizzoli 'First Man - Il primo uomo', biografia autorizzata che James R. Hansen ha dedicato alla figura ormai iconica di Neil Armstrong, primo uomo a camminare sul suolo lunare, entrando di fatto nella Storia dell'umanità. Racconto, questo, che ha ispirato anche l'immaginazione di Damien Chazelle per il suo ultimo film, 'First Man'
di Erika Pomella / 29.10.2018
E' uscito lo scorso 23 Ottobre per Rizzoli First Man – Il primo uomo, biografia autorizzata che James R. Hansen ha dedicato alla figura ormai iconica di Neil Armstrong, primo uomo a camminare sul suolo lunare, entrando di fatto nella Storia dell'umanità. Racconto, questo, che ha ispirato anche l'immaginazione di Damien Chazelle per il suo ultimo film, First Man, che debutterà nelle nostre sale cinematografiche mercoledì 31 Ottobre, dopo aver avuto l'onore di aprire la 75° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Nel film è Ryan Gosling ad interpretare il ruolo protagonista, mentre a Claire Foy è stato affidato quello della moglie di Neil, un personaggio messo in ombra dalle aspirazioni del marito.
Ad aprire la biografia edita da Rizzoli è proprio la voce dello scrittore che, in una prefazione, si domanda su quali sarebbero le parole più adatte per aprire le danze sulla vita di un uomo che, volente o nolente, è riuscito a intrufolarsi nell'immaginario di tutto il mondo, finendo col diventare non più un essere umano ma un personaggio; non più un essere fatto di carne e sangue, ma un'entità astratta di cui il mondo si è appropriato, dopo che l'astronauta era riuscito a regala la luna ad un'America e, più in generale, ad un'umanità che aveva bisogno di scoperte e meraviglie, di qualcosa che andasse al di là della politica e delle problematiche legate a guerre e povertà. Ed è su questo che Hansen si interroga, all'inizio della nuova edizione della sua biografia. In occasione del cinquantesimo anniversario dell'Apollo 11, James Hansen si pone questo interrogativo e, allo stesso tempo, prova a indovinare quello che avrebbe potuto rispondere Neil Armstrong: "Jim, è il tuo libro. L'autore sei tu, non io. Devi presentarlo nel modo che ti sembra più appropriato". E già da questa affermazione solo supposta si può già intuire la persona di Neil Armstrong: non quella del grande uomo che ha reso lo spazio un po' più vicino, ma dell'essere umano, di colui che ha sempre evitato i riflettori e le luci della fama per dedicarsi al suo lavoro e alla sua famiglia. Un uomo fatto di dedizione e timidezza, che si arrabbiava quando veniva fatto il suo nome per mero esercizio commerciale o per vanità.
Chi da First Man – Il primo uomo si aspetta il racconto emozionante e adrenalinico del lancio del 16 Luglio del 1969 iniziato a Cape Kennedy e conclusosi sulla Luna, probabilmente rimarrà deluso. Ovviamente il primo allunaggio ha un ruolo molto importante nella storia di Armstrong e James Hansen ha lasciato che questa consapevolezza serpeggiasse per tutte le 606 pagine che compongono il libro. La sua attenzione, tuttavia, si è concentrata irrimediabilmente sull'uomo che ha suscitato il suo interesse. Grazie a più di cinquantacinque ore di interviste e tre anni di conversazioni e lavori (la prima edizione del libro risale al 2005), James Hansen ha potuto offrire al proprio pubblico un ritratto sincero, impersonale e preciso di Neil Armstrong.
A uscirne fuori è il ritratto di un uomo che ha intrapreso avventure straordinarie, pur rimanendo confinato nell'ordinario della vita che aveva scelto di vivere. Paradossalmente, nonostante il nome di Neil Armstrong campeggi in ogni angolo della storia moderna, avrebbe comunque potuto entrare in un qualsiasi supermercato, o locale, o negozio e non venir mai riconosciuto. Lo scopo di Hansen, dunque, sembra non essere quello di parlare al mondo della grandiosa impresa che ha portato Armstrong a lasciare la sua impronta nell'immaginario collettivo, quanto quello di restituire la dimensione umana a un uomo che non ha mai chiesto la ribalta e che, in più di un'occasione, aveva dichiarato come fosse stato un caso il fatto che fosse stato proprio lui il primo a mettere piede sulla luna.
Ne emerge allora il ritratto di un bambino timido, di poche parole, che cercava di guadagnare qualche soldo tagliando l'erba in un cimitero, lasciandosi influenzare dalla sua regione d'origine, l'Ohio, che sembra diventare quasi un personaggio aggiunto, una sorta di grillo parlante che non bisbiglia consigli saggi e coscienziosi, ma che rimane a galleggiare nella coscienza di Neil Armstrong, come una specie di marchio di fabbrica. Hansen segue le tappe fondamentali della crescita di Neil, riempie le pagine di aneddoti insoliti e sconosciuti, permettendo al lettore di entrare maggiormente nella vita di un uomo che ha sfiorato e plasmato la leggenda. Allo stesso tempo, naturalmente, non viene in alcun modo sottovalutato il peso che la scienza, lo spazio e la NASA hanno avuto nella vita di Neil Armstrong. Il ritratto che ne emerge è quella di un uomo più determinato che ambizioso, un uomo che vuol seguire il proprio cammino, ma senza pestare i piedi a nessuno. Un uomo che avanza nella vita così come ha sempre fatto nel suo lavoro: con impegno, dedizione e attenzione. Concentrandosi più su quello che c'era da fare, rispetto a quello che c'era da dire.
Perché se c'è una cosa certa che emerge dal racconto di Hansen è il fatto che Neil, pur non essendo affatto parco di informazioni e disponibilità, era comunque un uomo di poche parole, taciturno e tranquillo. E la cosa assolutamente meravigliosa di questa biografia è il modo in cui Hansen riesce a far coincidere questi due volti della stessa persona, questa timidezza silenziosa con la determinazione a raggiungere la luna, a sfidare ogni limite conosciuto e sconosciuto.
Nonostante la mole della biografia, la lettura scorre liscia come il proverbiale olio, grazie alla capacità di James Hansen di "giocare" con la curiosità del lettore, con quell'indole un po' da voyeur che spinge chiunque a voler dare una sbirciatina nella vita di personaggi famosi. Hansen usa questa consapevolezza, però, non per del semplice gossip o per un triste e freddo elenco di dati aridi. No. L'autore usa quella curiosità come trampolino di lancio e la sfrutta per ridare a Neil Armstrong una dimensione più umana, facendo sì che il lettore dimentichi presto di avere a che fare con qualcuno che è stato davvero in grado di cavalcare la storia e concentrandosi sulla vita straordinaria di un uomo che non avrebbe potuto apparire più ordinario.
Oltretutto, pur cercando di rimanere il più imparziale possibile nel racconto degli studi e delle missioni che hanno visto Neil Armstrong protagonista, è impossibile non avvertire la stima dell'autore, la sua simpatia per l'uomo che ha intervistato e con cui ha vissuto a così stretto contatto. Questo fa sì che la lettura si faccia anche molto più partecipe, sentita. First Man è una biografia eccellente, che riempie le lacune e accende la curiosità, che fa commuovere e fa riflettere. Che diverte e che porta a riflessioni non solo sul mondo, ma anche su noi stessi. Non è difficile intuire il motivo per cui Chazelle, dopo averla letta, abbia deciso di trasporre questa storia di umanità e grandezza sul grande schermo.