Filmmaker Festival 2021
Filmmaker Festival 2021

Filmmaker Festival 2021, i vincitori della 41a edizione (12-21 novembre)


Aperto dal film 'Atlantide' di Yuri Ancarani e chiuso dal film 'L'età dell'innocenza' di Enrico Maisto, Filmmaker Festival 2021 ha premiato 'A River Runs, Turns, Erases, Replaces' di Shengze Zhu, 'Etour À Reims' di Jean-Gabriel Périot, 'The Kennel' di Demetrio Giacomelli, 'Faya Dayi' di Jessica Beshir, 'Arimo' di Nicolò Braggion e Jacopo Mutti, 'My Sunset Room' di Virginia Garra.

Dopo l'edizione in streaming dello scorso anno, FILMMAKER, il festival del cinema documentario e di ricerca, è tornato in presenza dal 12 al 21 novembre nei cinema Arcobaleno e Beltrade di Milano. Sette le sezioni in programma per un totale di 71 film provenienti da 14 paesi e 3 continenti, 22 prime mondiali e 12 prime italiane. Al centro della manifestazione il cinema documentario e – più in generale – "di ricerca".

VINCITORI FILMMAKER FESTIVAL 2021

Con la premiazione dei vincitori da parte delle Giurie dei Concorsi Internazionale e Prospettive e della Giuria Giovani, domenica 21 novembre alle 21.30 all'Arcobaleno Film Center, si è chiusa l'edizione 2021 del Festival Filmmaker.

CONCORSO INTERNAZIONALE
La Giuria del Concorso Internazionale composta da Alessandro Bertante, Raffaele De Berti, Federica Di Giacomo ha assegnato:
Premio Filmmaker 2021 – € 3000
A RIVER RUNS, TURNS, ERASES, REPLACES di Shengze Zhu con la motivazione: "Per aver restituito con un linguaggio visivo estremamente potente la contemporaneità di un paese alle prese con una rimozione del passato, evidenziando i guasti e le conseguenze di un capitalismo distruttivo e predatorio. La storia personale della regista cadenza il ritmo della narrazione offrendo immagini di grande portata metaforica sul futuro della civilizzazione."
Premio della Giuria – € 1500
RETOUR À REIMS di Jean-Gabriel Périot con la motivazione: "Per l'utilizzo virtuoso di un imponente e creativo lavoro d'archivio che partendo dal secondo dopoguerra fino alla contemporaneità ripercorre la storia del movimento operaio francese interpretandone le problematicità e l'involuzione del pensiero politico."
Menzione speciale
THE KENNEL di Demetrio Giacomelli con la motivazione: "Per aver costruito un discorso politico in una forma narrativa esplosa nella quale convivono linguaggi diversi. Un flusso di coscienza che gioca con un ironico sguardo autobiografico."

La Giuria Giovani composta da Stefano Cavaliero, Rosa Cinelli, Arianna Ferrari, Elena Marcon, Arianna Tremolanti, Linda Venturini ha assegnato:
Premio della Giuria Giovani – € 1500
FAYA DAYI di Jessica Beshir con la motivazione: "Per il peculiare equilibrio tra stile e contenuto, capace di conciliare la creazione di un immaginario mistico e la restituzione di un paradiso reso amaro dalle diseguaglianze economiche e sociali. Faya Dayi si distingue per l'intersezione tra il racconto delle migrazioni e della condizione alienata dei giovani in Etiopia e la storia personale mai preponderante della regista. La circolarità della visione, che si allinea al ritmo ripetitivo della musica, coinvolge lo spettatore in un'esperienza sensoriale atmosferica e ipnotica. "

CONCORSO PROSPETTIVE 
La Giuria del Concorso Prospettive composta da Francesca Bonfanti, Lorenzo Donghi, Perla Sardella ha assegnato:
Premio Prospettive 2021 – €1500
ARIMO di Nicolò Braggion, Jacopo Mutti con la motivazione: "Il Premio Prospettive 2021 va ad Arimo di Nicolò Braggion e Jacopo Mutti. Un'opera che si sviluppa e cresce per tutta la sua durata dimostrando uno sguardo consapevole, efficace ma mai invadente. Nella sua coralità indisciplinata, Arimo raccoglie diverse voci riuscendo a creare dei momenti di racconto personale e sociale estremamente potenti."
Premio della Giuria – €1000
MY SUNSET ROOM di Virginia Garra con la motivazione: "La giuria attribuisce il Premio della Giuria Prospettive 2021 a una giovane autrice, in vista di un percorso di maturazione dello sguardo che già risulta chiaramente posizionato e personale. Per questo motivo, il Premio della giuria va a My Sunset Room di Virginia Garra, che ha saputo raccontare con attenzione discreta il piccolo universo confuso di due ventenni alla periferia di Milano."
Menzione speciale
L'EPOCA GENIALE di Tommaso Donati con la motivazione: "Tra la molteplicità di sguardi e la ricchezza di proposte riscontrate nella sezione Prospettive, la giuria ha deciso di segnalare L'epoca geniale di Tommaso Donati, per il rigore compositivo e la raffinatezza espressiva con cui l'autore ha saputo restituire il rapporto, a tratti misterioso, tra i movimenti dei corpi dei giovani protagonisti e il luogo che li ospita."

Il Programma

ATLANTIDE DI YURI ANCARANI FILM D'APERTURA
Apertura affidata ad Atlantide, il film – già passato nel concorso Orizzonti alla Mostra di Venezia, designato Film della Critica 2021 dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI, nelle sale il 22, 23 e 24 novembre con I Wonder Pictures – che segna il ritorno al festival di Yuri Ancarani: un film di aria e di vento, ambientato nella laguna di Venezia, tra i canali illuminati dalle luci dei barchini su cui i ragazzi sfrecciano a folle velocità e musica al massimo (la colonna sonora è del rapper Sick Luke) cercando di acciuffare la vita. Una storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un naufragio psichedelico.

Yuri Ancarani è regista e videoartista, vincitore con The Challenge a Locarno, inserito dal New York Times tra i 9 nuovi registi al mondo da conoscere. "Atlantide – dice il regista Yuri Ancarani – è un film nato senza sceneggiatura. I dialoghi sono rubati dalla vita reale, e la storia si è sviluppata in divenire durante un'osservazione di circa quattro anni, seguendo la vita dei ragazzi. Questo metodo di lavoro mi ha dato la possibilità di superare il limite di progettazione tradizionale nel cinema: prima la scrittura e poi la realizzazione. Così il film ha potuto registrare in maniera reattiva questo momento di grande cambiamento di Venezia e della laguna, da un punto di vista difficile da percepire, attento allo sguardo degli adolescenti. Il desiderio di vivere così da vicino le loro vite, dentro i loro barchini, ha reso possibile tutto il resto: il film si è lentamente costruito da solo".

CONCORSO INTERNAZIONALE
A River Runs, Turns, Erases, Replaces di Zhu Shengze si fa palcoscenico di memorie sepolte sotto la polvere dei cantieri urbani. Uomini, storie, macchine. Garage, des moteurs et des hommes in cui Claire Simon registra il lavoro di un'officina, fra corpi metallici e mascolinità a confronto. Zinder di Aicha Macky, esplorazione della cultura della violenza fra le gang dei distretti più poveri del Niger. Faya Dayi di Jessica Beshir, riflessione critica e mistica sulla gioventù etiope fra spiritualismo sufi, allucinazioni e economia locale. Il lavoro è al centro anche del lavoro d'archivio di Jean-Gabriel Périot che in Retour à Reims (Fragments), dal libro di Didier Eribon con la voce narrante di Adèle Haenel, ricostruisce la storia intima e politica della classe operaia francese dagli anni '50 a oggi. Train Again di Peter Tscherkassky, omaggio a Kurt Kren in forma di esplosivo disaster movie d'avanguardia. How Do You Measure a Year?, il Boyhood di Jay Rosenblatt, che intervista la figlia per 18 compleanni consecutivi alla ricerca del mistero del tempo, della crescita, dell'amore. Herr Bachmann und seine Klasse di Maria Speth (Orso d'Argento Premio della Giuria all'ultima Berlinale 2021), ritratto di un insegnante e della sua classe multietnica alle prese con i temi dell'integrazione sociale. Tre film italiani completano il quadro. Fra cinema itinerante e improvvisazione, Giovanni Maderna con The Walk si ispira a La passeggiata di Robert Walser dando corpo (Lino Musella) e vita a un illuminante piano sequenza. The Kennel di Demetrio Giacomelli, nuova testimonianza della forza iconoclasta del suo sguardo. Infine un alieno, The Parents' Room di Diego Marcon, che fra video arte, musical e horror sembra ricordare che nulla è più reale della paura di fronte agli spiazzamenti del cuore.

FUORI CONCORSO
Cinque i percorsi Fuori concorso di questa edizione. Il film di chiusura, L'età dell'innocenza di Enrico Maisto, che dopo La convocazione torna a confrontarsi con un momento di svolta nella vita della madre, magistrato della Corte di Assise di Milano, e tra memorie di infanzia, feste famigliari e frammenti di un privatissimo presente si avventura con umorismo, autoironia e dolcezza, nelle piccole e grandi lacerazioni della vita, nei cambiamenti, nella meraviglia e nella paura di ogni scoperta.

Da Radu Jude, Orso d'oro all'ultima Berlinale, arrivano i film brevi Caricaturana e Plastic Semiotic, per cui il regista rumeno è partito da materiali preesistenti per inventare delle narrazioni che vengono enunciate o suggerite, ma non sviluppate. Una negazione dell'azione e del movimento in favore della giustapposizione, procedendo quadro per quadro. In Caricaturana sono le litografie del pittore Honoré Daumier ad alternarsi sullo schermo, Jude si diverte nel riprendere un progetto filmico di Eisenstein, mai realizzato, dove il protagonista è Robert Macaire, prototipo del truffatore senza scrupoli morali ma dall'irresistibile simpatia. Le tappe che costituiscono la storia individuale e i grandi temi della storia tout court vengono ricostruiti, in miniatura, tramite l'utilizzo di giocattoli in Plastic Semiotic. Nelle composizioni ad opera del regista emerge il concentrato di stereotipi che si deposita sulla superficie e sui sorrisi di bambole, bambolotti, modellini e così via, inquietanti nella loro volontà di rassicurare il fanciullo sulla positività dell'esistenza e di fornirgli ruoli preconfezionati.

Dopo la serie di film Le passeggiate, mostrate a Filmmaker negli ultimi tre anni, Mauro Santini torna al festival con Il canto della terra. Stavolta non c'è movimento, né alcuna gioia dell'incontro imprevisto; piuttosto con la sua unica inquadratura ripetuta, la macchina da presa cerca di cogliere sempre più da vicino il mistero che avvolge l'altura, tenendo insieme l'aspetto concreto e spirituale della scalata. Come nel romanzo Il Monte Analogo di René Daumal, la cima sembra possedere uno status di realtà piuttosto dubbio. Le nubi si addensano e confondono i confini tra terra e cielo, le immagini ingrandite al massimo delle possibilità mostrano ombre, sfumature.

Francesco Ballo presente quest'anno al festival con un programma di nuovi esperimenti: tra immagini vecchie e nuove, formati di ripresa differenti (MiniDV e 4K) scorrono gli esercizi sulla sparizione (Riverberi di freddo), le capacità primitive del segno (Selva), una domanda sul passato e l'identità (Accostare), una rapsodia di linee di confine ("Nuovo" Ortogonali) e altro ancora, fino al cielo all'imbrunire che chiude l'ultimo frammento di Esperimenti (Raccolta 14). Nell'indugiare sulle punte degli alberi, tra interno ed esterno, si può cogliere cosa sia il cielo se accanto non si ha alcun riferimento terrestre?

CONCORSO PROSPETTIVE
La sezione Prospettive vuole essere un laboratorio di idee, un momento d'incontro e di scontro tra visioni e punti di vista desiderosi di mettersi in gioco, uno spazio che possa essere capace di stimolare riflessioni e provocazioni. È, sin dal nome e dai suoi esordi, una sezione che rischia e scommette. Sui film che presenta, ma soprattutto sui loro autori. Ha lasciato molte conseguenze la pandemia del Covid19 anche nelle storie con le quali i giovani registi under 35, i protagonisti di Prospettive, si sono confrontati. Della pandemia già presente nei lavori dell'anno scorso, quest'anno torna trasformata e nascosta in forme più elaborate ed astratte.

Ora sono foresta di Irene Dorigotti, dove due voci apparentemente in armonia raccontano una lotta che diventa violenza. Riverdì di Desirée Braida, Patrick Frunzio, Astrid Ardenti, Pietro Bellini e prodotto dalla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Il mare che non muore di Caterina Biasiucci. Italia, teorie per un film di famiglia di Mario Blaconà,"cronaca" di un rapporto tra madre e figlio nel quale il susseguirsi delle stagioni della vita ha stravolto i ruoli. kouchetame di Federico Francioni e Gaël de Fournas. Cortocircuito di Valentina Manzoni. Nel paese delle meraviglie di Alice Re. Tutto esaurito di Emanuele Cantò. Arimo di Nicolò Braggion e Jacopo Mutti. J'ai faim di Martina Melilli. My sunset room di Virginia Garra. L'epoca geniale di Tommaso Donati. Mavka sdi Vitaliia Fedorova.

FUORI FORMATO – AMOS VOGEL UN SECOLO DI SOVVERSIONE
Fuori Formato è la sezione del festival dedicata al cinema sperimentale. Rende omaggio quest'anno ad Amos Vogel, agitatore culturale, critico, programmatore, distributore, anima di Cinema 16 a New York e poi fondatore del New York Film Festival.

"Pensai: se io sono interessato a questo tipo di film e non posso vederli, devono esserci altre persone in una città grande come New York che saranno ugualmente interessate. Forse dovrei raccogliere alcuni di questi film e cercare di mostrarli in pubblico." Così Vogel raccontava la semplice intuizione, la scintilla che innescò l'esperienza di Cinema 16, "il più grande cineclub d'America", che fondò e gestì insieme alla moglie Marcia e con l'aiuto di Jack Goelman dal 1947 al 1963, riunendo film che all'epoca erano esclusi dagli schermi cinematografici e persone desiderose di vederli, riempiendo sale da migliaia di posti, creando il primo catalogo di distribuzione di film sperimentali e ponendo una pietra angolare per lo sviluppo dell'avanguardia e della cultura cinematografica americana nel dopoguerra.

Nel centenario della nascita, Fuori Formato rende omaggio alla sua pratica e alla sua visione con tre programmi che cercano di rendere almeno in parte questa varietà eclettica ed esplosiva, selezionando in prevalenza titoli proiettati da Cinema 16, organizzati in tre programmi tematici. Il primo è dedicato all'idea di sovversione e alle radici dada e surrealiste che all'epoca animavano tanta produzione di avanguardia e presenta film di Dick Roberts, Jacques Vausseur, Theodor Erismann, Ivo Kohler, Pontus Hulten, Hans Nordenström, Robert Breer, Sidney Peterson, Joseph Cornell, Larry Jordan, Maya Deren. Il secondo programma, citando al contempo un regista come Dušan Makavejev e uno studioso come Wilhelm Reich, entrambi molto cari a Vogel, è ispirato ai "misteri dell'organismo", all'interesse che Vogel mostrò sempre per i film medici e in particolare per quelli ostetrici, alla sua ricerca dei limiti di accettazione e di infrazione dei tabù visivi che riguardano il sesso, la nascita e la morte. Peter Weiss, autore di Marat-Sade, Kenneth Anger, Georges Franju e Stan Brakahge alcuni dei filmmaker in proiezione. L'ultimo programma riporta invece lo sguardo di Vogel in un contesto italiano, con due film sopra le righe, il primo documentario sul tarantismo di Gianfranco Mingozzi e Capricci di Carmelo Bene, animati da visioni estatiche e da un movimento incessante.

FILMMAKER OVER
Filmmaker over è una sezione di sovrapposizioni, revisioni, espansioni della visione capaci di allargare i confini dei film fin dal momento della loro proiezione. Se Michelangelo Frammartino presenta ampi stralci del non montato di Il buco, premiato a Venezia, Antonio Di Biase e Davide Perego allargano i confini del loro un/Hook attraverso un'improvvisazione audiovisiva che coinvolge gli autori e i musicisti del film, mentre Franco Maresco racconta e ragiona su due film da fare, mostrandone le prime immagini e facendoci immaginare lo sviluppo possibile.

TEATRO SCONFINATO
Nata nel 2020 per mettere in rilievo una linea di ricerca che Filmmaker segue con coerenza e curiosità da sempre, tra cinema, scena, performance e danza, la sezione Teatro Sconfinato vuole esplorare non la mera documentazione (il fatale teatro filmato) ma le possibili collisioni e connessioni tra gesto cinematografico e azione teatrale, due arti spesso considerate "cugine" che, pur lavorando entrambe sul tempo, sono poi essenzialmente opposte. Filmmaker propone Sei ancora tu di Chiara Caterina e Diteggiatura di Riccardo Giacconi. Il primo s'incrocia con lo spettacolo Party Girl di Francesco Marilungo e la sua riflessione sul processo di oggettivazione del corpo femminile visto attraverso la figura della sexworker; il secondo con il lavoro della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli, una delle più antiche e famose del mondo, attiva da quasi tre secoli. E poi Fuori dai teatri di Rä di Martino, che lavora in modo creativo sull'archivio, affidando alle reinterpretazioni di Lino Musella e Anna Bellato le testimonianze dei fondatori del Centro di Sperimentazione e Ricerca Teatrale di Pontedera, una delle realtà più radicali della scena di ricerca del secondo Novecento italiano. Fedeli d'amore di Marco Martinelli, nato dall'omonimo spettacolo teatrale e concentrato sull'immagine e il corpo di Ermanna Montanari (premio Ubu 2018), celebra l'anno dantesco in modo inventivo e profondo, in una scoperta continuamente rinnovata del gesto teatrale nel linguaggio del cinema. 

EUROPA 2021 – DANCING IN THE DARK
Alcuni cineasti regalano un frammento, una visione, un pensiero che in qualche modo riflette o getta una luce sul nostro presente , segnato da una mutazione profonda e dai contorni sfumati.  Il titolo è preso da Europa 51 di Roberto Rossellini, film che "registra" la ricomposizione della classe dominante in Europa dopo gli sfaceli della Seconda Guerra Mondiale. "Dancing in the dark" arriva invece dal capitolo 6 della serie Frammenti Elettrici di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, un montaggio delle Feste dell'Unità nell'Emilia Romagna del 1989, anno della caduta del muro di Berlino, altro momento fatidico dell'Europa post 1945. 
Ad aprire questo programma è Prologo, corto di Béla Tarr del 2005, girato per il progetto Visions of Europe che comprendeva diversi autori. Negli altri lavori, i pensieri e le voci di una tavolata di bambini milanesi filmati mentre discutono sull'avvento della pandemia in Secondo me di Marianna Schivardi. Fabrizio Ferraro nel suo Recovery Found presenta sequenze dei suoi ultimi film. Lech Kowalski si concentra sulla riapertura post lockdown di un cinema di provincia in Francia, nel suo Pas de porte. La "fede" nel cinema è alla base de Il battello ebbro di Tonino De Bernardi, un film breve che contiene tutti gli amori, le visioni e le speranze di salvezza del cineasta torinese. Per Franco Maresco invece non c'è salvezza possibile, neanche per ipotesi, non c'è nessuno spazio in un presente dove tutto è già rovinosamente (ac)caduto e quindi regala un frammento del secolo scorso, Io e Franco, con il poeta e teatrante Franco Scaldati. Infine un montaggio dei Motus con momenti del loro nuovo lavoro teatrale Tutto Brucia, visione nera in cui convivono rumore e melodia, una riflessione lucida sul nostro presente a partire da Le troiane, tragedia che narra un mondo appena distrutto, rilette attraverso Euripide, Sartre, Judith Butler, Ernesto De Martino, Edoardo Viveiros de Castro.

La programmazione Giorno per giorno

SABATO 13 NOVEMBRE 2021
Ad aprire il Concorso torna a Filmmaker Claire Simon, presenza costante del festival che nel 2008 le ha dedicato una retrospettiva e un libro monografico. In Garage, des moteurs et des hommeslo spopolamento di un villaggio rurale della Francia del sud ci viene restituito attraverso lo sguardo partecipe della regista che proprio lì, a Claviers, è cresciuta. Il vuoto e la malinconia legati a un profondo cambiamento sociale vengono compensati da un luogo pieno di vita: l'officina meccanica. In quello spazio stretto, pieno di arnesi e veicoli, scorrono davanti ai nostri occhi le più svariate dinamiche relazionali: la trasmissione di competenze, il racconto dei propri guai, il rapporto di coppia. La quotidianità lavorativa di Christophe, il proprietario dell'officina, si mescola al contributo che ogni avventore consegna alla macchina da presa.

Prende il via anche Prospettive con Il mare che non muore di Caterina Biasiucci e Italia, teorie per un film di famigliadi Mario Blaconà. Nel primo, utilizzando l'archivio (il film è prodotto con AAMOD e Home Movies – Archivio nazionale del film di famiglia) come un "luogo della memoria" la regista esplora un arco temporale che va dagli anni Quaranta a oggi; il diario della nonna mai conosciuta, i ricordi della madre, un lessico famigliare che si mescola a frammenti di altre narrazioni, restituiscono un immaginario femminile insieme intimo e universale. Mario Blaconà, programmatore presso il Centro Culturale San Fedele di Milano, critico cinematografico e redattore del magazine online Filmidee, con Italia, teorie per un film di famiglia racconta la relazione tra un figlio e una madre nel momento in cui lo scorrere degli anni rovescia i ruoli. Ne emerge una visione della vita disturbante, la dolce schiavitù dell'essere stati generati da qualcun altro è anche una perenne privazione di libertà.

Completa il calendario della giornata Europa 2021 – Dancing in the Dark, raccolta di schegge e frammenti video di Béla Tarr, Lech Kowalski, Franco Maresco, Marianna Schivardi, Tonino De Bernardi, Motus e Fabrizio Ferraro. Ad aprire il programma il corto Prologo (2005) di Béla Tarr seguito da Pas de porte di Lech Kowalski, Io e Franco di Franco Maresco, Secondo me di Marianna Schivard,Il battello ebbro di Tonino De Bernardi, Everything Burns_Traces di Motus, Recovery Found di Fabrizio Ferraro.

DOMENICA 14 NOVEMBRE
Ad aprire la programmazione di domenica due film del Concorso Internazionale. Retour à Reims di Jean-Gabriel Périot, dall'omonimo libro di Didier Eribon, ricostruisce la storia della classe operaia francese dagli anni '50 a oggi. La voce narrante di Adèle Haenel guida in questo viaggio parlando dell'impegno politico, delle speranze riposte nel comunismo, fino al tradimento di Mitterrand e del suo partito una volta giunto al potere nel 1981, per poi passare all'oggi, alle ragioni del razzismo che agita la classe lavoratrice e al suo progressivo spostamento verso il Front National. The Walk di Giovanni Maderna, ispirato a La passeggiata di Robert Walser: la luce del primo mattino, le strade vuote, un tempo ancora sospeso; un uomo cammina con serenità, come se quel percorso appartenesse alle sue abitudini. Al tempo stesso ne scopre con meraviglia nuovi dettagli, quasi li vedesse per la prima volta. Intanto il paesaggio cambia, le vie si riempiono di persone, turisti, rumori. L'uomo osserva quanto accade per poi riprendere i suoi passi disegnando traiettorie invisibili, forse possibili storie.

Tre le proiezioni di Teatro Sconfinato. Sei ancora tu di Chiara Caterina, con una riflessione sul processo di oggettivazione del corpo femminile visto attraverso la figura della sexworker, Diteggiatura di Riccardo Giacconi, che segue per oltre un anno il lavoro della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli, una delle più antiche e famose del mondo, attiva da quasi tre secoli con una collezione di quasi tremila marionette. Infine Fuori dai teatri di di Martino, con le reinterpretazioni di Lino Musella e Anna Bellato delle testimonianze dei fondatori del Centro di Sperimentazione e Ricerca Teatrale di Pontedera, una delle realtà più radicali della scena di ricerca del secondo Novecento italiano.

LUNEDÌ 15 NOVEMBRE
Fuori Formato – Amos Vogel un secolo di sovversione ad aprire la quarta giornata del festival. Agitatore culturale, critico, programmatore, distributore, anima di Cinema 16 a New York e poi fondatore del New York Film Festival: nel centenario della nascita, Amos Vogel è protagonista della retrospettiva di Filmmaker con tre programmi tematici selezionati da Cinema 16 "il più grande cineclub d'America" che Vogel fondò e gestì insieme alla moglie Marcia e con l'aiuto di Jack Goelman dal 1947 al 1963, riunendo film che all'epoca erano esclusi dagli schermi cinematografici e persone desiderose di vederli, riempiendo sale da migliaia di posti, creando il primo catalogo di distribuzione di film sperimentali e ponendo una pietra angolare per lo sviluppo dell'avanguardia e della cultura cinematografica americana nel dopoguerra.
Il primo programma, dal titolo Un'educazione sovversiva, è dedicato all'idea di sovversione e alle radici dada e surrealiste che all'epoca animavano tanta produzione di avanguardia e presenta lavori di Dick Roberts, Jacques Vausseur, Theodor Erismann, Ivo Kohler, Pontus Hulten, Hans Nordenström, Robert Breer, Sidney Peterson, Joseph Cornell, Larry Jordan, Maya Deren.
La retrospettiva è a cura di Tommaso Isabella e in collaborazione con Forum Austriaco di Cultura a Milano.

Prosegue il concorso Prospettive con Arimo di Nicolò Braggion e Jacopo Mutti. Nel lessico infantile "arimo" significa "tregua", è il segnale che interrompe il gioco quando qualcuno si fa male. Arimo è anche il nome di una comunità per minori alla periferia di Milano che ospita ragazzi allontanati dalle famiglie, chi ha commesso dei reati, stranieri non accompagnati. I registi seguono i giovani ospiti della struttura per un anno, dividendo con loro il quotidiano e costruendo una relazione che passa attraverso il cinema.

Infine, due film del Concorso Internazionale: How Do You Measure a Year? di Jay Rosenblatt e The Kennel di Demetrio Giacomelli. Nel primo, Jay Rosenblatt realizza il suo personale Boyhood intervistando la figlia Ella per 18 compleanni consecutivi alla ricerca del mistero del tempo, della crescita, dell'amore. A ogni nuovo appuntamento scopriamo una Ella differente, che dalla bimba con gli occhioni azzurri e i boccoli biondi dei primi anni ci svela la ragazza alle prese con gli interrogativi sul futuro.  Nel secondo, The Kennel, lo sguardo di un cane, ormai anziano, diviene un mezzo per osservare il mondo. In un sincretismo di formati diversi (immagini generate con i videogiochi, riprese, estratti di vecchi film) emergono riflessioni sul rapporto con la morte, la psicoanalisi e la sessualità, fino al senso dell'utopia. Demetrio Giacomelli arriva così al concorso principale di Filmaker con una nuova testimonianza del suo cinema iconoclasta.

MARTEDÌ 16 NOVEMBRE
Apre il programma di martedì 16 novembre Zinder di Aicha Macky (Concorso Internazionale), un'indagine sulla cultura della violenza nei sobborghi del Niger, tra le strade dove crescono le gang. Zinder è la seconda città del Paese, un posto in cui sopravvivere è una sfida quotidiana specie per i giovani del ghetto di Kara Kara, quartiere in cui venivano relegati i lebbrosi e le persone socialmente più disagiate e ora luogo senza legge in cui i ragazzi sfogano con rabbia l'assenza di futuro. Aicha Macky, regista e attivista, filma volti e storie guadagnando la fiducia di un mondo chiuso, a prevalenza maschile, tra sogni di altre vite, racconti di chi ne è uscito e memorie del passato coloniale impresse sui corpi.

Quattro le proposte del Concorso Prospettive. Cortocircuito di Valentina Manzoni parla delle fratture emotive e di ciò che si fa per superarle; Ora sono foresta di Irene Dorigotti ritrae una generazione spossata in partenza, nata già superstite e imprigionata nel limbo dell'irresolutezza; Le Iugement di Alberto Baroni si collega alla tradizione oracolare della Grecia antica per sfiorare le paure profonde che appartengono alla nostra epoca. Infine, Riverdì – realizzato da Desirée Braida, Patrick Frunzio, Astrid Ardenti, Pietro Bellini e prodotto dalla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti – mette a confronto due generazioni: i giovani registi e l'ormai ottantenne Witige Gaddi. Uomo dai tanti mestieri, amante della vita e dei viaggi, narratore di storie leggendarie, Gaddi vive oggi in una grande casa isolata nella laguna di Grado dove continua a passare i giorni a modo suo, pescando e prendendosi cura di quell'angolo di mondo.

MERCOLEDÌ 17 NOVEMBRE
Mercoledì 17, per il Concorso Internazionale, Faya Dayi di Jessica Beshir è un ritratto della gioventù etiope fra spiritualismo sufi e allucinazioni, desiderio di fuga e speranze negate, un film ipnotico e sospeso, ritmato dalla trance indotta dal khat. La regista, newyorkese di origini etiopi, compie un viaggio alla scoperta della sua terra, in mezzo ai giovanissimi schiacciati tra una realtà che li mette ai margini e il sogno di scappare al di là del mare. Un altrove sconosciuto e costantemente invocato dall'uso massiccio del khat, un tempo erba sacra degli sciamani e oggi principale fonte di guadagno per l'intera zona.

Per Prospettive, J'ai faim di Martina Melilli racconta come il nevrotico desiderio di appagamento da cibo abbia raggiunto una nuova dimensione grazie alle piattaforme di delivery. Scorrere una galleria virtuale con le infinte proposte culinarie è come fare un giro per le vetrine, è una promessa di felicità che la merce poi difficilmente soddisfa; Nel paese delle meraviglie di Alice Re (risultato finale del corso Una città da guardare, tenuto da Mauro Santini con studenti della sezione Audiovisivi e Multimedia del Liceo artistico Mengaroni di Pesaro) mostra un mondo sottosopra come quello del personaggio di Lewis Carroll: attraverso l'obiettivo della regista le prospettive della realtà mutano, gli umani sono solo comparse nei riflessi di un vetro o di uno specchio mentre animali, fiori, piante, si animano e dialogano; L'epoca geniale di Tommaso Donati indaga il mistero del corpo come fonte di grazia e bellezza attraverso le attività di una scuola di circo. Lo sguardo del regista si sofferma sull'individualità del movimento e sugli esercizi affrontati dalle bambine e dai bambini, alla prova della fatica e delle difficoltà. 

GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE
Filmmaker giovedì 18 novembre propone i film del Concorso e di Prospettive, la retrospettiva dedicata ad Amos Vogel e la jam session un/Hook di Antonio Di Biase e Davide Perego.

Fuori Formato – Amos Vogel un secolo di sovversione, dopo il focus sul cinema dada e surrealista, presenta un secondo ciclo di proiezioni dal titolo I misteri dell'organismo. Affascinato dai film medici e ostetrici come mezzo per infrangere i tabù visivi su sesso, nascita e morte, Vogel fece conoscere agli spettatori di Cinema 16 opere sperimentali agli antipodi del sistema produttivo hollywoodiano. Tra gli autori in programma: Peter Weiss con Studie II: Hallucinationer, dodici tableaux erotici realizzati tra veglia e sonno dal famoso regista di Marat-Sade, Kenneth Anger con Fireworks, un classico degli esordi del cinema omosessuale e uno dei più famosi film americani d'avanguardia, Georges Franju con Le sang des bêtes, girato nei macelli di Parigi e considerato uno dei capolavori del cinema sovversivo.

Porta in Cina, a Wuhan, il film del Concorso Internazionale A River Runs, Turns, Erases, Replaces di Zhu Shengze, che parte nel luogo che nel nostro immaginario rappresenta l'origine della pandemia. Le prime sequenze riprese da una telecamera di sorveglianza rivelano un paesaggio ormai familiare: strade deserte, figure senza volto, luci delle ambulanze. Subito dopo appare però un'altra città, quella di "prima", con le sue abitudini, i suoi riti, il movimento della metropoli, l'incessante apparire di nuove costruzioni, il fiume su cui si riflettono le luci al neon della vita notturna. Mentre le immagini scorrono, le voci parlano alle persone care che non ci sono più e raccontano di un vuoto improvviso, del rimpianto di non essersi detti addio.

Si svolge ai giorni della pandemia anche il primo dei quattro film di Prospettive. Tutto esaurito di Emanuele Cantò (vincitore, con Io mi fermo qui, del Premio della Giuria Prospettive 2020) riprende uno speaker radiofonico mentre commenta con coinvolgimento crescente una partita di calcio di serie B. La tensione sale minuto dopo minuto ma la voce e i gesti concitati stridono con la realtà dello stadio vuoto durante il lockdown. Della stessa sezione: My Sunset Room di Virginia Garra segue due ragazzi a Milano, le loro giornate scandite da piccoli rituali, l'attesa dei lavoretti da rider, la stanza piena di appunti, disegni, schizzi in cui vivono: avere vent'anni e sognare qualcosa di diverso dalla carriera e dalla ricerca del successo; Mavkas di Vitaliia Fedorova racconta i legami tra diverse generazioni di donne, dalla bisnonna della regista a lei stessa, mettendo in luce una dimensione familiare lontana dal patriarcato; Akouchetame di Federico Francioni e Gaël de Fournas intreccia storia privata e cambiamento sociale nella vita quotidiana di Latifa, addetta alle pulizie, che per poter lavorare è costretta a trasferirsi in una città costiera del Marocco. Abbandonare il luogo di origine è una ferita che non si rimargina, una scelta obbligata che scavalca le attitudini personali.

Chiude la giornata di giovedì 18 novembre la sezione Filmmaker Over con un/Hook di Antonio Di Biase e Davide Perego, un montaggio lirico di immagini a bassa risoluzione, selezionate dall'archivio delle webcam pubbliche sparse in giro per il mondo, intorno al quale un gruppo di musicisti jazz improvvisa i suoi brani. "Un oggetto ibrido", come lo definiscono gli autori stessi, che in occasione di Filmmaker diventa un vero e proprio happening: prima della proiezione quattro musicisti suoneranno dal vivo in una jam session ispirata alle immagini che Di Biase e Perego selezioneranno dalle webcam live e proietteranno in tempo reale sullo schermo.

VENERDÌ 19 NOVEMBRE
Orso d'Argento alla Berlinale 2021 e candidato agli European Film Award come miglior documentario europeo, Mr. Bachmann and his class – Herr Bachmann und seine klasse di Maria Speth è il film in Concorso, in prima italiana, venerdì 19 novembre, con la proiezione realizzata in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand. Stadtallendorf, città industriale di immigrazione operaia, prima italiana e greca, poi turca e di molti altri Paesi. La classe del signor Bachmann rispecchia il crogiuolo di culture, religioni e conflitti della città. Come incontrarsi? Cosa insegnare?  Nel corso di un anno scolastico assistiamo alle lezioni, scopriamo i metodi di Bachmann ma soprattutto la sua capacità di costruire giorno dopo giorno con i ragazzi un sentimento di comunità che dallo spazio ristretto di quelle mura può arrivare all'esterno, nella loro realtà familiare, sociale, nel loro futuro.

Proseguono le proiezioni di Prospettive con, Fuori Concorso, The Pornographer di Beatrice Favaretto. Nato all'interno della scena postporno berlinese grazie alla collaborazione con la regista Emy Fem, sexworker e attivista trans femminista, il film racconta l'incontro/scontro tra corpi, la ricerca del piacere, la spinta ad uscire fuori da sé. Senza mai mostrare i volti dei partecipanti al raduno erotico, la macchina da presa restituisce figure dalla sessualità fluida che sembrano lottare disperatamente per ritrovare una completezza perduta… Nel 2020 The Pornographer ha vinto il Premio Artists' Film Italia Recovery Fund promosso dallo Schermo Dell'Arte ed entrerà a far parte della collezione della Gamec di Bergamo. Fuori Concorso nella sezione Prospettive anche Sacro Moderno di Lorenzo Pallotta. Ambientato nel comune montano di Intermesoli, in Abruzzo, il film riflette sul senso di comunità, su cosa significa un rapporto con i luoghi, la natura, la memoria in posti dove i giovani scelgono di fuggire e rimangono solo gli anziani

DOMENICA 21 NOVEMBRE
Dopo 10 giorni di programmazione, 71 film da 14 paesi, 22 prime mondiali e 12 prime italiane, Filmmaker chiude l'edizione n. 41 con la cerimonia di premiazione dei Concorsi Internazionale e Prospettive e, a seguire, la proiezione di L'età dell'innocenza di Enrico Maisto. Il regista milanese – già protagonista al Festival con La Convocazione (2017) – torna a confrontarsi con un momento di svolta nella vita della madre, magistrato della Corte di Assise di Milano, e tra memorie di infanzia, feste familiari e frammenti di un privatissimo presente si avventura con umorismo, autoironia e dolcezza nelle piccole e grandi lacerazioni della vita, nei cambiamenti, nella meraviglia e nella paura di ogni scoperta.

Ultimo appuntamento anche per la retrospettiva Amos Vogel un secolo di sovversione. Dopo Un'educazione sovversiva e I misteri dell'organismo, il terzo programma dal titolo Il capriccio e l'estasi si concentra sul cinema sperimentale italiano e presenta due film sopra le righe: La taranta di Gianfranco Mingozzi e Capricci di Carmelo Bene. Regista, sceneggiatore, documentarista appassionato di antropologia, Mingozzi percorre per anni le terre del Salento registrando le danze contadine in estasi religiosa e con La taranta (1962) realizza quella che è considerata la prima testimonianza video sul tarantismo. Capricci è un tour de force espressionista in cui humor nero, erotismo e azione anarchica, si mischiano in un vortice di colore e di movimento incessante.

Infine, per la sezione Filmmaker Over, Prossimamente Franco Maresco. Una conversazione audiovisiva tra racconti e fotogrammi di film a venire nel corso della quale il regista di La mafia non è più quella di una volta, insieme a Fulvio Baglivi di Fuori orario, presenta in anteprima alcuni frammenti dei sui prossimi lavori: Joe plays John dedicato al jazzista Joe Lovano e il ritratto ravvicinato dell'amico Goffredo Fofi.


FILMMAKER è realizzato con il contributo di MIC e Comune di Milano e la collaborazione di Forum Austriaco di Cultura, Goethe-Institut Mailand, Lucky Red, Naba. Filmmaker è socio fondatore del Milano Film Network.

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