Words with Gods (2014)
Words with GodsWords with Gods racconta nove storie di personaggi provenienti da culture differenti. Nelle nove culture che dialogano tra loro la fede e la tradizione hanno un ruolo centrale: spiritualità aborigena (Warwik Thorton), umbanda (Héctor Babenco), induismo (Mira Nair), buddismo (Hideo Nakata), ebraismo (Amos Gitai), cattolicesimo (Álex de la Iglesia), cristianesimo ortodosso (Emir Kusturica), islam (Bahman Gobadhi), ateismo (Guillermo Arriaga). Veri Dèi – Warwick Thornton apre il film sullo sfondo del deserto australiano; è il racconto della meditazione animista, tipica della spiritualità aborigena, che si concentra sul rapporto tra maternità, terra, discendenza e spirito. L' uomo che rubò un'anatra – Héctor Babenco dirige la storia di un marito violento che, dopo essere stato lasciato dalla moglie, vede la sua famiglia sgretolarsi. Incapace di affrontare la vita quotidiana, indigente e stordito, passa le sue giornate per le strade di São Paulo in cerca di conforto. La stanza di Dio – Mira Nair dirige la storia di una ricca famiglia indiana alle prese con il progetto del loro lussuoso appartamento a Mumbai. Improvvisamente, i membri della famiglia iniziano a discutere sull'assegnazione delle stanze della casa, soprattutto su dove collocare la stanza per venerare Dio. Sofferenze – Hideo Nakata racconta una storia di lutto e accettazione. Un pescatore giapponese perde tutta la sua famiglia durante lo tsunami del 2011. Cercando di venire a patti con il suo dolore, si interroga sul motivo della sua esistenza durante l'incontro con un monaco buddista. Il libro di Amos – Amos Gitai oppone vividamente il momento politico contemporaneo di Israele con il suo mitico passato. Soldati e civili combattono uno contro l'altro, mentre un gruppo recita brani profetici dell'antico testamento. La confessione – Álex de la Iglesia racconta l'incontro di un assassino con un tassista, cattolico devoto, che lo scambia per un sacerdote. Lo scambio di personalità porterà il destino del killer in una direzione inaspettata. La nostra vita – Emir Kusturica descrive la giornata di un prete cristiano ortodosso tra le montagne serbe. Attraverso il sacrificio inizia un viaggio spirituale che va al di là delle convenzioni. A volte alza lo sguardo – Bahman Ghobadi fa un racconto tragicomico che si snoda tra lussuria e fede. Due gemelli siamesi, uniti per la testa, devono fare i conti con le loro personalità divergenti e i loro diversi approcci alla vita e alla religione. Sangue di Dio – Guillermo Arriaga dirige l'ultima storia: un ingegnere minerario discute con suo padre, il quale afferma di aver sognato Dio. L'ingegnere, da sempre ateo, si rifiuta di credere alla sua storia e questo porterà a conseguenze impreviste. Con le animazioni di Maribel Martinez e la colonna sonora firmata da Peter Gabriel, i nove episodi – disposti in quest'ordine da Mario Vargas Llosa – presentano una fotografia dell'umanità che, attraverso uno sguardo globale, affronta le diversità e il significato delle credenze religiose nella vita di tutti gli esseri umani.
Info Tecniche e Distribuzione
Genere: DrammaticoNazione: Massico - 2014
Durata: 134 minuti
Formato: Colore
Produzione: BN Films
Note:
Presentato Fuori Concorso al Festival del Cinema di Venezia 2014.
Cast e personaggi
Regia: Guillermo Arriaga, Hector Babenco, Alex de la Iglesia, Bahman Ghobadi, Amos Gitai, Emir Kusturica, Mira Nair, Hideo Nakata, Warwick ThorntonCast Artistico e Ruoli:
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SINOSSI DEGLI EPISODI
Words with Gods racconta nove storie di personaggi provenienti da culture differenti. Nelle nove culture che dialogano tra loro la fede e la tradizione hanno un ruolo centrale: spiritualità aborigena ( Warwik Thorton), umbanda (Héctor Babenco), induismo (Mira Nair), buddismo (Hideo Nakata), ebraismo (Amos Gitai), cattolicesimo (Álex de la Iglesia), cristianesimo ortodosso (Emir Kusturica), islam (Bahman Gobadhi), ateismo (Guillermo Arriaga).
Veri Dèi – Warwick Thornton apre il film sullo sfondo del deserto australiano; è il racconto della meditazione animista, tipica della spiritualità aborigena, che si concentra sul rapporto tra maternità, terra, discendenza e spirito. L' uomo che rubò un'anatra – Héctor Babenco dirige la storia di un marito violento che, dopo essere stato lasciato dalla moglie, vede la sua famiglia sgretolarsi. Incapace di affrontare la vita quotidiana, indigente e stordito, passa le sue giornate per le strade di São Paulo in cerca di conforto.
La stanza di Dio – Mira Nair dirige la storia di una ricca famiglia indiana alle prese con il progetto del loro lussuoso appartamento a Mumbai. Improvvisamente, i membri della famiglia iniziano a discutere sull'assegnazione delle stanze della casa, soprattutto su dove collocare la stanza per venerare Dio.
Sofferenze – Hideo Nakata racconta una storia di lutto e accettazione. Un pescatore giapponese perde tutta la sua famiglia durante lo tsunami del 2011. Cercando di venire a patti con il suo dolore, si interroga sul motivo della sua esistenza durante l'incontro con un monaco buddista.
Il libro di Amos – Amos Gitai oppone vividamente il momento politico contemporaneo di Israele con il suo mitico passato. Soldati e civili combattono uno contro l'altro, mentre un gruppo recita brani profetici dell'antico testamento.
La confessione – Álex de la Iglesia racconta l'incontro di un assassino con un tassista, cattolico devoto, che lo scambia per un sacerdote. Lo scambio di personalità porterà il destino del killer in una direzione inaspettata.
La nostra vita – Emir Kusturica descrive la giornata di un prete cristiano ortodosso tra le montagne serbe. Attraverso il sacrificio inizia un viaggio spirituale che va al di là delle convenzioni.
A volte alza lo sguardo – Bahman Ghobadi fa un racconto tragicomico che si snoda tra lussuria e fede. Due gemelli siamesi, uniti per la testa, devono fare i conti con le loro personalità divergenti e i loro diversi approcci alla vita e alla religione.
Sangue di Dio – Guillermo Arriaga dirige l'ultima storia: un ingegnere minerario discute con suo padre, il quale afferma di aver sognato Dio. L'ingegnere, da sempre ateo, si rifiuta di credere alla sua storia e questo porterà a conseguenze impreviste.
Con le animazioni di Maribel Martinez e la colonna sonora firmata da Peter Gabriel, i nove episodi – disposti in quest'ordine da Mario Vargas Llosa – presentano una fotografia dell'umanità che, attraverso uno sguardo globale, affronta le diversità e il significato delle credenze religiose nella vita di tutti gli esseri umani.
Guillermo Arriaga A proposito di Words with Gods
La religione è un elemento fondamentale di aggregazione sociale, politica e culturale per tutti i popoli. Attraverso la loro relazione con Dio o con gli Dèi, gli uomini hanno trovato la loro ragione di vita con il solo sostegno della fede e dell'immaginazione. A mio avviso è importante parlare di religione quando si parla dei conflitti umani che affliggono questo secolo. La religione, da millenni, ha oltrepassato la sfera privata ed è diventata uno strumento politico. Anche in un mondo sempre più secolarizzato vi sono ancora Stati confessionali e totalitari. In quest'ultimo caso, la religione non è una scelta, ma un obbligo. È fondamentale riuscire ad instaurare un dialogo critico e rispettoso sul significato della religione e su quello di Dio o degli Dèi. Words with Gods è solo un film, ma è anche il tentativo di presentare diversi punti di vista sul ruolo che assume la religione nella storia contemporanea. Per fare questo non parliamo solo di diverse religioni, ma anche di coloro che si oppongono all'idea stessa di religione, ovvero gli atei e gli agnostici. Non solo le religioni monoteiste tradizionali, ma anche il mondo del politeismo e dell'animismo. Il nostro obiettivo era quello di produrre un lungometraggio in cui le diverse sezioni, ognuna diretta da un regista diverso, si intrecciassero tra loro per rendere il racconto coeso. Nel film si affronta una singola religione per cortometraggio, ed ogni regista si è impegnato religiosamente, socialmente e culturalmente nel descrivere la propria fede. Non doveva esserci alcun tipo di giudizio esterno nelle storie. Che il regista fosse credente o meno, non era importante, ma doveva parlare ed esprimersi secondo le norme e le credenze della sua cultura religiosa. Abbiamo cercato di avere uno sguardo molto rispettoso delle religioni trattate. Il concetto di Dio / Dèi è il fulcro centrale, non volevamo corti "manieristi", semplicemente interessati a mostrare celebrazioni religiose tradizionali. Volevamo storie che parlassero di personaggi che hanno un rapporto intimo con il loro dio, che si pongono domande, che indagano, che cercano risposte.
Mario Vargas Llosa A proposito di Words with Gods
La religione è sempre stata presente in un modo o nell'altro.
La religione ha saputo dividere.
La religione sa come escludere e mettere da parte.
L'idea di Words with Gods mi ha interessato perché si tratta di un film molto originale e innovativo. Riunisce registi e credenti di diverse religioni e fedi con chi non si identifica in nessun dogma o dottrina. Ogni regista ha esplorato liberamente e con grande autonomia il proprio tema; e così ho visto realizzarsi diverse espressioni creative, e ognuno a suo modo ha condiviso con gli altri i propri tormenti. Dagli elementi soprannaturali alla vita dopo la morte, tutti i temi affrontati hanno l'intenzione di mostrare un denominatore umano comune.
All'interno di questo sforzo creativo, il mio contributo è stato quello di riflettere e dare a questi nove segmenti un determinato ordine. Dopo aver parlato con Guillermo Arriaga e con gli amici e i registi legati al progetto di Words With Gods, abbiamo concordato di dare ai cortometraggi un ordine cronologico partendo dalle religioni arcaiche fino ad arrivare alle manifestazioni religiose contemporanee. WWG affronta diverse culture in diversi momenti storici: i registi hanno raccontato storie ancorate alla realtà ma, allo stesso tempo fugaci. Nella sua totalità, il film ha un enorme potenziale e cerca una risposta alle questioni che riguardano la nostra umanità: fede, cultura e credenze. WWG è un progetto molto ampio e ambizioso che mostra diversi approcci e riflessioni su quello che potrebbe essere la vita dopo la morte, nell'aldilà.
WWG è volutamente neutrale e tollerante. Allo stesso tempo, funge da testimonianza delle esperienze culturali e religiose narrate attraverso le identità politiche, storiche e nazionali dei registi. Anche l'ultimo corto, che affronta l'ateismo, contiene aspetti religiosi profondamente radicati dentro ognuno di noi, come il desiderio dell'esistenza di un'altra forma di vita o quello della continuità della vita oltre la morte. Ancora più affascinante è come la religione riesca a esprimere una certa cultura e a conservarne le tradizioni e rappresentarle nella poesia e nell'arte. In altre parole, la religione fornisce all'umanità gli strumenti per esistere, vivere e condividere.
Peter Gabriel A proposito di Words with Gods
DICHIARAZIONE di PETER GABRIEL Guillermo Arriaga ha passato così tanto tempo a scrivere da procurarsi dei problemi al tunnel carpale, tanto che il suo medico ad un certo punto gli ha detto: "Devi fare qualcosa di diverso per un po'". Così ha deciso di passare dall'altro lato e diventare un produttore. Ha invitato diversi registi a unirsi a lui per dirigere alcuni cortometraggi e, naturalmente, essendo messicano, ha scelto tre temi semplici: droghe, sesso e Dio. Il tema musicale che ho scritto per Words with Gods si chiama Show Yourself. Gli arrangiamenti sono semplici e mi è piaciuto molto lavorarci. La canzone parla della ricerca di Dio e, come nel film, va alla ricerca della spiritualità, in questo caso con un alto livello di dubbio.
GUILLERMO ARRIAGA – SANGUE DI DIO
Penso che la religione, qualunque religione, debba tirare fuori il meglio dalle persone. La storia ci ha dimostrato che quando s'impone una religione, quando Dio diventa una scusa per generare intolleranza e persecuzioni, la religione perde la sua essenza. La vera religione è un invito ad essere migliore, a sentire la compagnia di un essere superiore che ci osserva e che si prende cura di noi.
Io sono ateo e spesso sono stato criticato per questo. I credenti non accettano chi non crede. Molti pensano che siamo atei perché ci mancano dei valori o perché non crediamo che ci sia un occhio sempre vigile su di noi e quindi siamo fuori controllo e non ci comportiamo come dovremmo. Nulla di tutto ciò è più lontano dalla verità.
Immaginiamo che un ateo diventi umanista. Dal momento che non crediamo in qualcos'altro o in un'entità superiore, l'umanità dovrebbe diventare il centro della nostra vita. Noi non guardiamo in alto, non guardiamo giù. Guardiamo dritto negli occhi delle persone. Questa è la cosa più importante per me, che ogni ateo -nel profondo del suo cuore- sia però un umanista. – Guillermo Arriaga
WARWICK THORNTON – VERI DÉI
Quando ho iniziato a pensare al motivo per cui partecipare a Words with Gods ho cercato tra racconti folk, i miti e le leggende urbane. E nella profondità dei miei sogni ho cercato la potenza, il giusto, l'originario, ovvero il creatore. Ma lì nel buio da solo ho trovato mia madre, mia sorella e mia nonna. Questo mi ha riempito di gioia e mi ha illuminato. Ero circondato da divinità, che fanno miracoli ogni giorno, realizzano il miracolo della nascita. Per me, una persona che può dare la vita è un Dio. – Warwick Thornton
HECTOR BABENCO – L'UOMO CHE RUBÒ UN'ANATRA
Un uomo comune si ritrova a vivere nella più assoluta disperazione perché è stato abbandonato dalla moglie dopo che per anni l'ha picchiata. Preso dallo sconforto l'uomo ha lasciato piangere suo figlio fino a che non è morto. L'uomo porta sulle spalle questo dolore mentre vaga lungo le strade come un pazzo, a volte urlando e a volte mormorando. Un giorno il destino lo conduce sulle rive di un lago dove viene sedotto dal canto di un'anatra bianca che sembra rispondere ai suoi mormorii. Preso dall'entusiasmo il mendicante prende con sé l'anatra e sale su un autobus per portarla a suo figlio. Sulla via del ritorno dal cimitero, un uomo vestito di bianco si ferma e con lui c'è anche una bambina vestita di bianco. La bambina fissa il mendicante che segue la coppia all'interno di un palazzo dove si sta svolgendo una danza religiosa. Il mendicante travolto dalla musica e dalla danza comincia una catarsi e inizia un dialogo con Dio che lo trasformerà. – Héctor Babenco
MIRA NAIR – LA STANZA DI DIO
Nella maggior parte delle case dei devoti indù in India, c'è una stanza riservata a Dio e alla preghiera. Il nostro film, La stanza di Dio, si svolge a Mumbai ai giorni nostri. Una famiglia benestante si trasferisce in un appartamento di lusso con vista sul mare e sugli slums. Il simbolo di una famiglia multigenerazionale che vuole vivere sotto lo stesso tetto in armonia, si rompe poco dopo a causa di una discussione sulla disposizione delle stanze, anzi sulla disposizione della stanza per il Dio. Mentre la famiglia discute e rivela il suo lato ipocrita, solo il piccolo della famiglia vede che Dio è ovunque … che Dio è negli occhi di chi guarda. La casa di Dio è dentro di noi e non fuori. – Mira Nair
HIDEO NAKATA – SOFFERENZE
Basato su una storia vera, è il racconto di un pescatore che ha perso sua moglie e i suoi figli durante lo tsunami del
2011. Le persone che vivono a Tohoku, la zona dove lo Tsunami ha colpito di più, si stanno piano piano riprendendo, per cercare di ricominciare a vivere. Io credo nella loro forza di volontà, al modo in cui hanno accettato la realtà e alla speranza a cui si sono aggrappati nella vita quotidiana. Con questo film spero di poter dare loro conforto. Mi piacerebbe che un giorno vedessero Words with Gods. – Hideo Nakata
AMOS GITAI – IL LIBRO DI AMOS
Una volta placatosi il suo cuore, Amos dice:
. Farò tornare gli esuli del mio popolo Israele,
e ricostruiranno le città devastate e vi abiteranno;
pianteranno vigne e ne berranno il vino;
coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto.
Li pianterò nella loro terra
e non saranno mai divelti da quel suolo che io ho concesso loro,
dice il Signore tuo Dio
Il libro di Amos, 9, 14-16
A questo punto ci stiamo muovendo verso la città di Haifa, luogo di tolleranza e convivenza.
Il film fa molti riferimenti al Libro di Amos, del Vecchio Testamento. Amos fu tra i pastori di Tekoa, nei giorni di Osaiah, re di Giuda, e
Geroboamo, re d'Israele.
Amos ci presenta una visione della divinità con una forte dimensione sociale, predicando per la giustizia sociale, usando metafore tratte dalla sua esperienza di contadino e di pastore.
Camminano forse due uomini insieme senza essersi messi d'accordo?
Ruggisce forse il leone nella foresta, se non ha qualche preda?
Il leoncello manda un grido dalla sua tana se non ha preso nulla?
Cade forse l'uccello a terra,
se non gli è stata tesa un'insidia? Scatta forse la tagliola dal suolo, se non ha preso qualche cosa?
Risuona forse la tromba nella città, senza che il popolo si metta in allarme? che non sia causata dal Signore?
In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio
ai suoi servitori, i profeti.
Il libro di Amos, 3, 3-7
Il film è formato da una serie di brevi monologhi interpretati dagli attori principali di alcuni film di Amos Gitai (Kadosh, Kippur e Kedma) e ognuno di loro recita alcuni frammenti delle profezie del libro di Amos. – Amos Gitai
BAHMAN GHOBADI – A VOLTE GUARDA IN ALTO
Io vivo in una zona in cui ogni giorno sono testimone di un fratricidio causato dalle diverse ideologie religiose. Dopo tanti anni, mi sono reso conto che questi omicidi non hanno niente a che fare con la religione. Il problema è che la religione è manipolata dall'uomo. È l'uomo che utilizza la religione con lo scopo di metterci gli uni contro gli altri. Noi esseri umani ci siamo dimenticati la realtà e la bellezza della verità. Non so se credo in Dio o meno, ma sicuramente credo in questo. – Bahman Ghobadi
ALEX DE LA IGLESIA – LA CONFESSIONE
Quando sono stato chiamato per realizzare un corto per Words with Gods, ho subito immaginato un film che durasse dieci minuti e in cui il dialogo con Dio avvenisse in una lingua di cultura cattolica. In altre parole volevo creare una storia in cui un cattolico si riconoscesse, senza trasformare il racconto in una caricatura.
L'essenza della religione, a mio parere, sta nella concezione del peccato, inteso come qualcosa che appartiene all'essenza dell'essere umano, e del perdono che viene concesso dopo il pentimento sincero. Persino l'uomo più malvagio se si pente si avvicina a Dio più dell'uomo virtuoso.
A mio avviso non c'è una religione più generosa di questa. La gentilezza si scopre nel perdono. Il male regna sovrano nell'essere umano. La virtù di coloro che non compiono il male vale poco. Siamo sempre più attratti da colui che commette un errore e poi si pente – colui che costruisce la sua personalità attraverso i suoi errori – colui che riesce a rialzarsi dopo che è caduto in basso.
La confessione parla proprio di questo: racconta come il protagonista si sia fatto trascinare dal destino e come prima di morire riceva da un uomo in fin di vita la possibilità di redimersi accettando di essere anche lui, come tutti gli altri, un peccatore. – Álex de la Iglesia
EMIR KUSTURICA – LA NOSTRA VITA
Questo cortometraggio parla dell'umanità, che ha un Dio ed è considerata questa una delle migliori scoperte che ha fatto. È più di un film sul cristianesimo ortodosso; parla della storia di un uomo che per tutta la vita ha sacrificato se stesso per raggiungere il suo bene e il suo benessere spirituale. – Emir Kusturica
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