Arabia, 1916 Theeb (Theeb significa lupo in arabo) vive con la sua tribù beduina in un angolo sperduto dell'Impero Ottomano. Dopo aver recentemente perso il padre, spetta a suo fratello Hussein, prendersi cura di lui. Hussein cerca di insegnare a Theeb lo stile di vita beduino, ma il ragazzo è più interessato agli scherzi che alle lezioni. A cambiare le loro vite è l'arrivo di un ufficiale dell'esercito inglese e della sua guida, impegnati in una missione misteriosa. Non potendo rifiutare un aiuto ai suoi ospiti, per paura di disonorare la reputazione di suo padre, Hussein accetta di scortare la coppia a destinazione, un pozzo sul vecchio percorso di pellegrinaggio alla Mecca. Temendo di perdere suo fratello, Theeb insegue Hussein e si imbarca in un viaggio insidioso attraverso il deserto arabico. Dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, questo terreno ostile è diventato il luogo di caccia di mercenari ottomani, rivoluzionari arabi e sciacalli beduini. Se Theeb vuole sopravvivere deve crescere in fretta, imparando a distinguere tra verità e menzogna. Deve essere all'altezza al nome che suo Padre gli ha dato.
Info Tecniche e Distribuzione
Genere: Avventura, DrammaticoNazione: USA, Qatar, Jordan, UK - 2014
Durata: 100 minuti
Formato: Colore
Produzione: Noor Pictures
Note:
Presentato in Sezione Ufficiale - Orizzonti al Festival del Cinema di Venezia 2014.
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Note di Regia
In base alla legge beduina, se un forestiero arriva nella tua tenda in cerca di rifugio, hai il dovere di offrirgli protezione fin quando la minaccia non possa essere risolta pacificamente. Questa usanza è nota come legge del Dakheel ed è considerata un dovere sacro per un ospite proteggere il suo Dakheel, a prescindere dalla circostanze. È vero che esistono molte storie di ospiti che offrono protezione a stranieri per poi scoprire che costoro hanno ucciso un componente della loro famiglia. Ma sorprendentemente questi racconti non fungono da deterrente agli ospiti che continuano ad esercitare il loro dovere proteggendo gli assassini fino a quando non viene ristabilita la pace. La reputazione di un uomo viene definita in base alle scelte che compie in tali difficili circostanze. Più la situazione è impossibile, più ottiene rispetto per aver difeso la legge. Le usanze dei beduini come questa derivano dall'ambiente in cui essi vivono, il deserto. I beduini sono rinomati per la loro generosa ospitalità perché nel deserto sei costretto ad affidarti alla gentilezza degli estranei per riuscire a sopravvivere. È un ambiente troppo duro, il cibo e l'acqua sono troppo scarsi per potersi permettere un comportamento egoistico. Le persone hanno bisogno di aiutarsi per assicurarsi reciprocamente l'esistenza. È stata la combinazione tra la cultura della cooperazione per la sopravvivenza e il dilemma di tipo morale della legge del Dakheel che mi ha fornito lo spunto iniziale per Theeb. Che cosa accade quando ti trovi bloccato insieme al tuo peggior nemico e hai bisogno del suo aiuto per restare in vita? Come può evolvere un rapporto del genere? Per venir fuori da una situazione così drammatica, un individuo deve dar prova di una straordinaria forza di carattere. Nella cultura beduina, un ragazzo che sopporta e supera una traversia del genere viene chiamato Theeb [Lupo]. Se qualcuno ti dà del lupo, mostra nei tuoi confronti rispetto per il tuo coraggio e la tua astuzia e riconosce in te la capacità di conseguire grandi imprese. Il lupo è una creatura ambigua, riverita e al tempo stesso temuta, è un animale gregario, fedele al suo branco, ma anche un individuo forte, capace di sopravvivere da solo. Quindi, ricevere il nome Theeb alla nascita significa avere riposte aspettative di grandezza. Per sopravvivere il ragazzo deve mostrarsi all'altezza del nome che il padre gli ha dato. Ma la sua riuscita sarà inficiata dalla tragica perdita dell'innocenza dell'infanzia.
IL CASTING
Quando si pensa a una narrazione cinematografica epica in prima persona vengono subito in mente attori iconici come Toshiro Mifune, John Wayne e Omar Sharif. Anche noi avevamo bisogno di una personalità potente per riempire il nostro schermo. Era essenziale perché la nostra storia ruota attorno a un giovane personaggio, Theeb. L'intero film è raccontato dal suo punto di vista e la sua esperienza è talmente drammatica, le circostanze così inclementi, che avevamo bisogno di catturare un lupo vero per ritrarre il nostro lupo fittizio. La riuscita del film dipendeva dal riuscire a trovare il ragazzo giusto per interpretare sia l'uomo sia il bambino, che sapesse essere timido e un attimo dopo indomito, un lupo vestito da agnello. Abbiamo avuto l'incredibile fortuna di trovare Theeb nella fase iniziale della selezione del cast. Per reperire i fondi avevamo realizzato una moodboard da presentare ai potenziali investitori. Avevamo chiesto a Eid Suweilheen, il nostro contatto beduino, di aiutarci a trovare un ragazzo per la parte di Theeb. Eid ci mandò suo figlio Jacir per aiutarci. Era più per una questione di praticità che per un'ipotesi di ingaggio. Ma appena lo abbiamo inquadrato abbiamo capito che Jacir aveva qualcosa di speciale, una vera presenza scenica. Trovare gli interpreti per i ruoli adulti del film si è rivelato molto più difficile. Per tradizione la società beduina non ha una grande stima delle arti dello spettacolo. Ma io volevo veri attori che conoscessero la cultura beduina e assomigliassero molto ai nostri personaggi. Era importante che parlassero il dialetto beduino con accento beduino. La Giordania non ha un'industria cinematografica, tanto meno una traduzione di recitazione per il grande schermo. È pressoché impossibile trovare attori professionisti disposti a impegnarsi a vivere con i beduini e a svolgere le necessarie ricerche. Abbiamo convenuto che il modo migliore per ottenere il realismo che volevamo era formare i locali alla recitazione. Così all'inizio del 2012 abbiamo iniziato a comporre il cast, invitando tutti i beduini dei villaggi attorno al Wadi Rum a un'audizione aperta. In totale abbiamo intervistato circa 250 perone. Non potevamo fare direttamente i provini perché nella cultura beduina è considerato villano respingere un promettente attore. Quindi abbiamo condotto dei colloqui individuali per vedere se i nostri potenziali interpreti avessero un'immaginazione attiva, per valutare la loro inclinazione a condividere le emozioni e soprattutto la loro propensione a dedicarsi a una novità. Abbiamo selezionato le 20 persone più promettenti su 250 e in un weekend le abbiamo fatte partecipare a un laboratorio di recitazione per valutare le loro potenzialità. Tra queste 20, solo 11 sono state poi selezionate per partecipare agli intensivi seminari di recitazione che sono continuati per circa otto mesi fino all'inizio delle riprese nell'ottobre del 2012. Ad eccezione di Jack Fox, l'intero cast è formato da attori non professionisti. Questo lungo processo è stato cruciale perché dovevamo individuare le persone giuste per tessere i rapporti chiave di Theeb. Per il ruolo di Hussein, il fratello di Theeb, abbiamo scelto uno dei cugini di Jacir. Durante i laboratori ci siamo resi conto che era come un fratello maggiore per Jacir e quindi non dovevamo fare altro che cogliere il loro rapporto naturale. Trovare lo spietato Straniero è stato molto più complicato: doveva incutere terrore, ma al tempo doveva avere una sensibilità nascosta. Quando abbiamo incontrato Hassan siamo rimasti molto intimiditi: nei suoi occhi potevamo vedere il potenziale di una violenza terribile. Ma lavorando insieme ha iniziato ad aprirsi e a dividere con noi una storia intimamente personale che ci ha fatto quasi scoppiare in lacrime. Il personaggio dello Straniero aveva bisogno di questa dualità. La decisione di scegliere dei beduini per il cast è stata una delle più gratificanti di tutto il processo di realizzazione del film. L'autenticità che hanno dato ai loro ruoli è impressa sullo schermo.
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