The Lazarus Effect (2015)
The Lazarus EffectUn gruppo di studenti di medicina scopre un modo per riportare in vita piccoli animali morti di recente. Ma quando tentano con un soggetto umano, una studentessa del gruppo, inizialmente la procedura appare un successo, ma la squadra presto si accorge che qualcosa non va. Il team rapidamente si trova a dover affrontare una realtà raccapricciante.
Un gruppo di ricercatori, capeggiati da Frank e Zoe fanno un'incredibile scoperta: trovano il modo di riportare in vita i defunti. Dopo aver completato con successo, ma senza autorizzazione, un esperimento su un animale appena morto, il rettore della loro Università viene a sapere dei loro esperimenti sotterranei, il progetto viene improvvisamente sospeso. Tutto il team decide comunque di riprodurre il loro esperimento ma, a causa di un incidente, Zoe, viene orribilmente uccisa. Frank, pervaso dal terrore e dal dolore, li convince a fare qualcosa di impensabile: tentare di resuscitare la loro prima cavia umana. Inizialmente, la procedura si rivela un successo, ma la squadra presto si rende conto che qualcosa non va in Zoe. L'utilizzo su un essere umano porterà a pericolosi e inimmaginabili conseguenze per tutti.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 21 Maggio 2015Uscita in Italia: 21/05/2015
Data di Uscita USA: venerdì 27 Febbraio 2015
Prima Uscita: 27/02/2015 (USA)
Genere: Thriller
Nazione: USA - 2015
Durata: 83 minuti
Formato: Colore
Produzione: Blumhouse Productions
Distribuzione: Notorious Pictures
Box Office: USA: 24.928.000 dollari | Italia: 721.710 euro
In HomeVideo: in DVD da giovedì 19 Novembre 2015 [scopri DVD e Blu-ray]
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"Non hai idea di quello che hai fatto… ma te ne accorgerai"
Fin dall'antichità, gli esseri umani sono andati alla ricerca dell'unico potere che sfugge al nostro controllo: invertire l'inquietante atto finale della morte. "Quanto può rivelarsi rischioso stravolgere le fondamentali leggi di natura? A cosa si andrebbe incontro se si esplorasse il misterioso divario tra vita e morte, aprendo in tal modo la strada al male nascosto che non abbiamo mai provato? La sorprendente possibilità di stravolgere il ruolo della morte, potrebbe comportare davvero un patto con gli angoli più oscuri della psiche e l'apice della paura dell'essere umano?" Questa è la premessa del nuovo film della Blumhouse Productions, The Lazarus Effect, dai produttori di generi horror originali e di successo, divenuti dei franchise, come The Purge (La Notte Del Giudizio), Insidious e Sinister. L'avvincente storia nasce dall'idea di suscitare emozioni, e ha inizio con un gruppo di ribelli ricercatori medici che credono di aver scoperto, per caso, una sostanza, una svolta decisiva, che potrebbe un giorno far risorgere pazienti morti da poco. Tuttavia, quando un incidente di laboratorio fa morire una di loro, decidono di avventarsi sull'esperimento per riportare la ragazza in vita, attraverso uno straordinario successo medico, scatenando forze lontane che vanno oltre la loro comprensione. Per molto tempo, la rianimazione corporea ha fatto parte della mitologia, dagli zombie a Frankenstein, ma è stata anche oggetto di una lunga ricerca. La medicina d'emergenza è andata così lontano tanto che, in alcuni casi, delle persone dal tracciato piatto, sono state rianimate anche dopo diverse ore trascorse in uno stato premortale. Cosa accadrebbe, quindi, se prolungassimo quel periodo di giorni, settimane… e oltre? Nel film, il Progetto "Lazarus" mette alla prova, per un momento, quell'ardita questione, con risultati promettenti, quanto meno nei confronti di un cane di nome Rocky. Il Team, potrebbe trovarsi sul punto di dare una svolta decisiva alla biotecnologia del secolo. Tuttavia i ricercatori, persino prima di mettere insieme tutte le informazioni necessarie per procedere, sono costretti a far fronte all'impensabile: sperimentare il loro siero su un essere umano, per di più una loro cara amica. In questo momento, sanno di poter riportare in vita un essere umano dalla morte clinica. Quello che, però, non sanno è da dove lo hanno riportato, e in che modo sopravvivranno alla sua collera. Senza mai lasciare il laboratorio, The Lazarus Effect analizza il divario che intercorre tra la vita che conosciamo e ciò che viene dopo. Il regista David Gelb, che passa dal premiato film documentario Jiro Dreams of Sushi (Jiro e l'Arte del Sushi), alla paura crescente di questo nuovo film, afferma che The Lazarus Effect è un horror caratterizzato anche da elementi di thriller medico e di fantascienza. Gelb, ha dato tutto se stesso, avvalendosi di un abile cast che vede protagonisti Mark Duplass e Olivia Wilde, e si è addentrato negli ossessivi e agghiaccianti dubbi suscitati dalla prospettiva di manipolare la più ignota delle realtà umane: la morte. La storia, si basa su una misteriosa verità medica, emersa in oltre 36 casi documentati del fenomeno che prende il nome di "Sindrome di Lazzaro", un richiamo alla figura Biblica che insorge contro la morte. Tale avvenimento, si manifesta quando un paziente riprende le proprie funzioni vitali persino nel momento in cui il tentativo di rianimazione fallisce. Gli incidenti avvenuti sono stati scioccanti e macabri. Nel 2010, un impresario delle pompe funebri in Colombia scoprì che il corpo di una donna di 45 anni, dichiarata morta da tempo, iniziò a muoversi, per poco, prima della sepoltura. Nel 2013, un uomo in Ohio, risultava morto da 45 minuti e i dottori dissero al figlio che se ne era andato; nel momento in cui, però, il figlio tornò a salutarlo, un segnale debole riapparve sul monitor della macchina che controlla l'attività cardiaca, e l'uomo si rianimò all'improvviso. Da non tralasciare, inoltre, un caso recente che vede protagonista un cane soppresso due volte in un rifugio per animali nell'altopiano d'Ozark, per poi essere ritrovato la mattina seguente seduto nella sua cuccia (Il cane venne presto adottato… e chiamato Lazzaro). Mentre gli scienziati non sanno con esattezza cosa possa portare gli impulsi elettrici di un cuore fermo a riattivarsi, altri hanno indagato sul fenomeno, chiedendosi se esso potesse essere controllato dalla tecnologia medica -‐ è da qui che partiranno gli scienziati nel film The Lazarus Effect, senza considerare le terribili conseguenze a cui sarebbero andati incontro. Gelb afferma di essere affascinato dal concetto di essere riportati in vita, e ci fa riflettere sulle seguenti domande: " Cosa si prova mentre si muore? Che trasformazione si subisce una volta tornati indietro? E che esperienza potremmo trarne?" I giovani scienziati nel film, sostiene Gelb, vogliono dare delle speranze ai pazienti, ai loro cari, ma scoprono che giocare con il potere della vita può comportare delle terribili conseguenze. Appena gli eventi iniziano a svolgersi, la storia degenera trasformandosi in un viaggio completamente spaventoso in cui non si sa ciò che accadrà, chi sarà il prossimo personaggio a morire, e le paure sono piuttosto forti. L'essere umano, è stato a lungo affascinato dal concetto di tornare indietro dalla morte, motivo di ispirazione della mitologia che ha percorso molte strade, risalendo all'origine di storie tramandate. Uno dei casi più famosi è citato nella Bibbia, nel tempo in cui Lazzaro di Betania venne riportato in vita nel Vangelo di Giovanni (verso 11) contenuto nel Nuovo Testamento. Tornando ancora più indietro nella storia dell'Antica Grecia, il famoso filosofo Platone, documentò il Mito di Er -‐ un soldato greco morto in battaglia, il cui cadavere, dopo dieci giorni non era ancora decomposto e che, al ventesimo giorno è resuscitato. L'opera di Platone riproduce il racconto di Er, quello che aveva visto e gli è accaduto nell'aldilà. Oggigiorno, affiorano molte testimonianze di persone che ritornano in vita dopo essere state date per morte. Nel 2007, un uomo venezuelano dichiarato morto, si rianima proprio nel momento in cui l'autopsia stava per essere eseguita sul suo corpo. Nel 2012, si ha notizia di un uomo morto nello Yemen, il quale si svegliò di soprassalto per poi risorgere durante il suo funerale, proprio mentre lo stavano seppellendo. Più di recente, circolano dicerie e leggende metropolitane su persone morte di Ebola in Africa, e poi risorte. Ci si chiede quanto sia frequente questo fenomeno e non c'è nessuna documentazione che possa confermarlo, ma le storie continuano a diffondersi in tutto il mondo, attraversando intere generazioni.
TUO PADRE NON È FRANKESTEIN
Per il produttore Jason Blum, la cui Blumhouse Production è specializzata in innovative opere horror come Paranormal Activity, Sinister, The Purge(La Notte del Giudizio), Insidious e Oculus (Oculus-‐ Il Riflesso del Male), oltre ai premiati film drammatici Whiplash e The Normal Heart, il film horror moderno non deve avere regole. Per Blum, il tratto distintivo è rendere ogni film horror diverso dall'altro. L' interesse dei produttori è che, all'interno della storia, non ci siano cose già viste. Nel caso di The Lazarus Effect, la vicenda si armonizza con il vecchio interesse che Blum ha avuto nel ribaltare quello che forse è il più classico dei concetti di film horror: la storia di Frankenstein che racconta di un uomo che torna all'amata vita, ma al terribile costo di non essere più del tutto umano. Blum sostiene che The Lazarus Effect sia una ripetizione del mito Frankenstein. Naturalmente, in questo film il 'mostro' è una donna, ed è il ruolo che lo ha più colpito. Inoltre, Il produttore ritiene molto interessante che il film non si focalizzi, per lo più, sul problema del modo in cui riportare in vita qualcuno , ma piuttosto nell'affrontare tematiche più complesse , vale a dire chiedersi cosa succede a Zoe quando muore, quale viaggio intraprende quando se ne va, e in che modo l'ha cambiata questa esperienza. Questi argomenti hanno affascinato anche il produttore esecutivo Matt Kaplan, che iniziò a sviluppare il film alla Lionsgate, dalla stesura del copione di Luke Dawson (Shutter), prima di fondare la compagnia di produzione Chapter One Films. Dawson ha creato una squadra di brillanti, seppur anticonformisti, ricercatori medici che hanno lavorato in segreto per decifrare il codice della vita dopo la morte, un gruppo di sfrontati, esperti di tecnologia, i maggiori pionieri della biotecnologia del ventunesimo secolo, coinvolti in una delle ricerche biologiche più antiche e pericolose. Kaplan nell'affermare che la sua equipe cinematografica si è affezionata a questo racconto poiché si distingue dall'horror contemporaneo, ribadisce che il loro intento non era quello di creare un film violento o sui poltergeist, bensì basarsi più su un concetto di fantascienza, seppur carico di potenziale che suscitasse eccitanti sgomenti; inoltre, ritiene sia stato molto stimolante analizzare l'argomento su cosa si potrebbe trarre dall'esperienza di ritornare indietro dalla morte. È entrato a far parte della troupe anche Cody Zwieg, un veterano dell'horror e produttore di generi drammatici; tra i suoi film si includono i classici di Wes Craven: The Hill Have Eyes (Le Colline hanno gli occhi), The Last House on the Left (L'Ultima Casa a Sinistra) e il thriller di fantascienza Apollo 18. Zwieg sostiene che i migliori film horror non si basano solo su paura e sangue, ma conducono alle più profonde, primitive questioni all' origine della paura umana. The Lazarus Effect inizia con un concetto nel quale ci si può immedesimare perfettamente: nella vita tutti hanno subìto delle perdite, ognuno è perseguitato dai fantasmi del passato e si pone l'intrigante domanda del voler riportare in vita qualcuno. Di certo l'argomento potrebbe prendere diverse strade, ma quella scelta dal gruppo di lavoro, fra tutte, è la più spaventosa e oscura. Zwieg ha accolto con grande entusiasmo l'idea che il team conducesse una scienziata nell'aldilà, decisione che ha dato una connotazione contemporanea al mito di Frankenstein. Il produttore ha gradito l'ipotesi che una donna bellissima e geniale come Zoe, la quale incarna la coscienza del gruppo dei ricercatori, si sottoponesse ad una sconvolgente trasformazione. Lo sceneggiatore Jeremy Slater (I Fantastici Quattro) ha sviluppato simili aspetti innovativi grazie a Kaplan -‐ anche la scelta del regista David Gelb è stata piuttosto insolita; Jiro Dreams of Sushi (Jiro e L'Arte del Sushi), film d'esordio di Gelb, si è rivelato un film-‐ documentario molto acclamato, un'ode alle abilità di un uomo giapponese di 85 anni, un maestro del sushi. È un film lirico ed emozionante, ma Kaplan era sicuro che Gelb avesse la versatilità di fare qualcosa del tutto differente -‐ e che ci avrebbe messo del suo. Kaplan conferma di aver osservato David a lungo, dal momento in cui si rivelò uno studente promettente al l corso di studi cinematografici e, quando terminò di lavorare a Jiro Dreams of Sushi (Jiro e L'Arte del Sushi), i due divennero grandi amici. Secondo Kaplan, David era più adatto al genere narrativo, per cui non è un caso che il regista arrivò presto con molte idee e una presentazione del tutto visiva; aveva capito che tipo di film volessero fare Kaplan e il suo cast tecnico. Blum, inizialmente restio ad affidare un film horror ad un giovane regista che ha girato un ottimo film sul sushi, ha dato fiducia a Gelb, e afferma che la scelta di David è merito di Matt, il quale ha puntato su di lui, sostenendolo. David, oltre ad aver fatto un lavoro eccezionale ha anche contribuito ad attirare un cast prestigioso che si è avvicinato a lui come artista nuovo, conosciuto per la sua abilità di lavorare con metodi interessanti.
Per Zwieg, la scelta di Gelb è stata molto avvincente poiché ha mostrato sempre interesse per registi con una visione penetrante. Jiro Dreams of Sushi (Jiro e L'Arte del Sushi), non solo è un film geniale sul piano visivo, ma offre anche una narrazione molto incisiva. A David potrebbe sembrare una scelta insolita, ma si è presentato con idee talmente brillanti, da lasciare la sua impronta sulle cose; ha mostrato un grande interesse per la scienza riguardo il fenomeno che prende il nome di Sindrome di Lazzaro, ma anche per i personaggi portando degli influssi che vanno oltre il genere, e dando nuova vita riguardo l'entità di questo film, spingendoci verso qualcosa di più inaspettato. Dopo essere entrato a far parte del team di lavoro, Gelb si è concentrato sulla storia e ha lavorato a stretto contatto con Slater, gli ha chiesto di trasformarla dall'interno, per poter analizzare gli strati fortemente radicati del terrore psicologico che si aggira nella mente umana, suscitando curiosità per la vita nell'aldilà. Gelb, piuttosto che focalizzarsi sui fedeli demoni dell'Ade, ha chiesto a Slater di prendere in considerazione il concetto dei misteriosi e continui ricordi che abitano gli oscuri corridoi della mente umana -‐ gli incubi interiori -‐ che rappresentano l'Inferno più spaventoso. L'intenzione di David, spiega Slater, era scavare nella memoria e nei traumi dell'infanzia, per scoprire quali siano le conseguenze della morte sulla mente delle persone, specialmente se queste avevano questioni in sospeso, e infatti i demoni che Zoe riporta con sé sono quelli della sua infanzia, che ora hanno perso il controllo. David, aggiunge Slater, ha condotto le azioni verso una direzione psicologica complessa, che le ha rese più intense. Gelb e Slater investigano anche sui dilemmi morali di strappare l'anima di un defunto al suo percorso naturale. Quando Zoe ritorna in vita, tormentata dalla terrificante realtà nella quale i ricordi più spaventosi continuano a riprodursi e i suoi impulsi sono irrefrenabili, la squadra si rende conto di aver commesso un terribile errore nell'averla riportata indietro. Slater ribadisce di aver sollevato la questione del chiedersi se si ha l'obbligo morale di non trascinare via qualcuno senza permesso dal luogo in cui è andato, paradiso o inferno, anche se lo si fa per riconciliarsi con le persone che si amano. Zoe, pur rifiutando l'idea della resurrezione, tuttavia mostra i segni del profondo cambiamento. La ragazza, non solo rimane intrappolata in un ciclo di incubi terribilmente realistici, ma presenta anche gli effetti collaterali della somministrazione di un siero sperimentale che le ridà la vita: un cervello accelerato che procede ad una velocità incredibile, generando nuove reti neurali e scatenando poteri telepatici e telecinetici che non riesce a controllare. Nel frattempo, sapendo che il loro siero rappresenta una delle conquiste più straordinarie di tutti i tempi nel campo biotecnologico, i ricercatori si trovano a dover affrontare minacce terrene e, dopo la rianimazione del cane, ne rivendicano la proprietà, prima che una grande casa farmaceutica se ne impossessi, per cui, come sottolineato da Slater, il gruppo si trova ben presto ad affrontare una corsa contro il tempo. Ogni elemento della storia si mescola e spinge i personaggi verso i loro limiti personali. Mentre la nuova sceneggiatura procede, Gelb azzera tutto e crea un eclettico e divertente gruppo di scienziati senza regole: Frank, l'energico e risoluto leader del laboratorio, Zoe, la sua attenta fidanzata, che diventa vittima di un terribile incidente; Niko, il genio del computer; Clay, l'accanito fumatore di marijuana e Ava, la video operatrice che riprende l'esperimento. Accomunati dallo stesso interesse per la ricerca scientifica, ognuno dei personaggi reagisce al turbamento a modo suo, generando disaccordi nel gruppo. Gelb afferma che, all'inizio della vicenda, si parteggia per questi ricercatori, affinché possano avere successo nella loro impresa, ma, non appena le cose iniziano a svelarsi, le divisioni tra loro si fanno più intense. Frank ha dato il 100% in questo esperimento, a costo di pagarne le conseguenze morali, mentre Zoe ha una maggiore prospettiva teologica, elettrizzata dall'idea di aiutare la gente, sebbene abbia dei freni sui confini che si instaurano tra giusto e sbagliato. Quando la ragazza muore, iniziano tutti a considerare che le conseguenze dell'infrangere i limiti tra la vita e la morte vanno oltre la conoscenza scientifica. Slater sostiene che, malgrado il terrore si riversi sul gruppo, è in grado di capire il motivo per cui gli scienziati non riescono a resistere alla forte tentazione. A questo proposito, lo sceneggiatore fa una riflessione sulle persone che ha perso durante la sua vita, e ribadisce la sua volontà di avvalersi del siero per rimettere in moto il loro battito cardiaco, anche solo per trascorrere qualche minuto insieme e avere un'altra possibilità per dire loro addio. Slater aggiunge che tutte le persone che vedranno il film avranno delle storie incompiute, sperando di avere un'ultima chance per portarle a termine. Tuttavia ci fa riflettere sulla seguente domanda: "giocare con la morte, ci porterà così lontano?" Questo interrogativo ha attirato un versatile mix di stelle emergenti in The Lazarus Effect, poiché0, per rappresentare la "squadra da sogno" di pionieri scientifici indipendenti, Gelb ha cercato, allo stesso tempo, attori pieni di energia, brillanti, trovandoli nel quintetto che comprende Mark Duplass, attore comico, scrittore e co-‐autore (con il fratello) dell'elogiata serie televisiva statunitense "Togetherness" prodotta per il network HBO, in cui evidenzia un altro aspetto; Olivia Wilde, la risoluta stella emergente che ha recitato in Rush, Tron: Legacy e nella serie televisiva "House"(Dr. House – Medical Division); Donald Glover, che è arrivato a quota 180 con la serie commedia di successo "Community"; Evan Peters, conosciuta per i suoi ruoli in Kick-‐Ass, X-‐Men: Days of Future Past e l'acclamata serie drammatica per la TV "American Horror Story"; l'attrice irlandese Sarah Bolger, apparsa in The Moth Diaries, The Spiderwick Chronicles e nella la serie televisiva "Once Upon a Time"(C'Era Una Volta). Gelg ribadisce la fortuna di aver potuto contare non solo su un cast di notevole talento, ma su un gruppo che si è impegnato molto, mostrando un interesse personale per la scienza. Non è un caso , quindi, che l'equipe, sin dall'inizio, abbia diffuso, insieme agli autori Luke e Jeremy, articoli medici e di neurologia attingendo alla realtà, ma In seguito ha lavorato proprio come un gruppo di studio. Ognuno di loro ha avuto una preparazione talmente eccezionale che, una volta sul set, non hanno sbagliato una battuta.
SULLA DMT: L'"ANIMA"DELLA SOSTANZA CHIMICA
Alla base delle strane esperienze di Zoe, vi sono gli effetti della DMT (Dimeltriptamina), un composto a base di triptamina, sostanza organica di origine vegetale, presente intrinsecamente, nel corpo umano. Si tratta di un intenso allucinogeno che alimenta famose piante che crescono in Ayahuasca le quali, provocando proprio allucinazioni, sono la causa, secondo alcuni scienziati, di racconti spirituali e surreali degli esseri umani. Non a caso, Rick Strassman, medico specializzato in psichiatria, teorizzò nel 1990 che un potente rilascio di DMT da parte del cervello, potrebbe spiegare il fenomeno tipico che prende il nome di "esperienze di premorte", manifestazioni caratterizzate da elementi comuni quali bagliori intensi e visioni beate. L'abilità della DMT di plasmare la realtà fantastica ed allungare le nostre percezioni del tempo, dà ai ricercatori in The Lazarus Effect una possibile spiegazione del motivo per cui Zoe si risveglia dal suo stato di morte passeggera, credendo di rimanere intrappolata per anni all'interno di una memoria agghiacciante. Gelb spiega che il concetto che vuole trasmettere il film è quella di mostrare che la DMT pervada il cervello, mettendone in moto l'immaginazione, per cui, quando ci si trova sul punto di morte, è come andare incontro ad un viaggio turbolento in cui si vive tutta la propria vita o le paure ed emozioni più oscure. Lo sceneggiatore Jeremy Slater aggiunge di essere stato a lungo ossessionato dall'idea della presenza di DMT nel cervello dell'uomo e dall'ipotesi che, al momento della morte, il corpo sia pervaso da questa sostanza, provocando alle persone visioni intense. A questo punto è molto intrigante, secondo Slater, sapere cosa accade quando si muore. Le visioni di Zoe, tuttavia, non sono solo frutto della sua immaginazione ma provengono da un passato autentico e minaccioso, una vita precedente fondata su ardore e peccato, che sembra averla gettata in un travolgente abisso mentale. Questo processo diventa l'elemento peculiare del film che ci conduce verso la dannazione eterna. Gelb ci fa riflettere sul fatto che quando si muore, non solo si vede tutta la vita passare davanti ai propri occhi, ma si viene trasportati in un preciso ricordo, il peggiore della propria esistenza, per cui il regista e tutti il suo cast tecnico hanno iniziato a considerare questo concetto una visione personale dell'Inferno. Gelb si chiede, inoltre, se l'aldilà sia qualcosa che ognuno di noi si crea, un luogo in cui si rimane intrappolati per sempre. Slater porta avanti questo pensiero, confessando che, a suo avviso, l'idea dell'Inferno quale momento reale, un ciclo infinito che si ripete per 24 ore, è molto più spaventosa e inquietante dell'immagine del lago di fuoco. Mentre la giuria è ancora fuori strada per quanto riguarda il ruolo che gioca la DMT sulla morte -‐ e il motivo -‐ in The Lazarus Effect, la sostanza chimica prende parte ai i tentativi dei ricercatori di capire cosa sia accaduto alla loro amica quando se ne è andata. Tuttavia, nemmeno la DMT riesce a dare una spiegazione sul perché Zoe ritorna in vita in uno stato alterato, disturbato, che li spinge a soccorrerla.
L'INCONTRO CON IL TEAM DI THE LAZARUS
L'impertinente ma geniale capo del team di The Lazarus è Frank, il quale lascia prevalere le sue emozioni sulle facoltà di raziocinio nel momento in cui la sua fidanzata muore all' improvviso in un incidente, spingendolo a rianimarla senza pensare alle conseguenze che il gesto avrebbe avuto su di lei, sul gruppo e sull'umanità. È un ruolo al quale l'attore, autore e regista Mark Duplass non può resistere, malgrado si tratti di qualcosa di diverso rispetto a ciò che ha fatto in precedenza, e in generale non si definisce un gran fan dell'horror. Confessa di essere stato alquanto scettico prima di leggere il copione, e sottolinea di essere stato attratto dal fatto che il testo fosse una versione basata sulla realtà, sul modo in cui tutto sarebbe potuto accadere. Duplass parla anche del suo incontro con David Gelb, che ha diretto uno dei suoi documentari preferiti dallo scorso anno, ed ha trovato fantastico sia che il regista stesse lavorando a questo genere di film, sia al modo n cui ha portato il suo tocco umanitario al thriller. Duplass vede in Frank la versione del ventunesimo secolo dell'ossessivo medico rivoluzionario Dottor Frankenstein, sostenendo che la storia di quest'ultimo sia incentrata sulla creazione del mostro, che lui amava ma che lo avrebbe distrutto. Duplass si chiede, quindi, in che modo affrontare la situazione, riflettendo sul fatto che Frank, il suo personaggio, si trovi in una circostanza molto simile. Da un lato, cerca di fare andare bene le cose con Zoe, e dall'altro si rende sempre più conto di mettere a repentaglio la vita della ragazza, la sua e quella del suo team. Frank è molto intelligente e può essere un ottimo leader, ma è anche accecato dalla propria ambizione. Il regista confessa di aver trovato molto divertente giocare sul fatto che un maniaco del controllo come Frank diventi sfrenato. Lavorare con molti dottori veri, oltre a spingere Duplass ad immergersi nella ricerca e nel linguaggio medico, lo ha portato ad evidenziare l'abilità di Frank riguardo diverse procedure mediche, dalla RCP (rianimazione cardiopolmonare) alle iniezioni di adrenalina per usare il defibrillatore, e far sì che tutto sembrasse vero. Duplass ribadisce che, per quanto Frank possa essere intelligente, non appena Zoe crea scompiglio in laboratorio, non riesce a capire cosa le sia accaduto, e quale sia l'entità del pericolo. Frank crede nella ricerca scientifica e, quando sperimenta qualcosa nel film che va oltre la scienza, non sa proprio come cavarsela. Di certo Frank intuisce che gli eventi che fanno parte del passato di Zoe, hanno a che fare con il mondo terreno, malgrado non ci sia una spiegazione scientifica a tutto ciò. Non ci crede, ma inizia a pagarne le conseguenze. I produttori erano entusiasti dell'ampio spazio che Duplass dà a questo personaggio, e la sua abilità sta nel trasformare battute spiritose in pene travolgenti fino a portare un uomo al crollo delle certezze. David Gelb sottolinea che, all'inizio del film, Mark è molto affascinante e divertente, persino quando lo colpisce la tragedia della morte di Zoe. Duplass , con la sua grande esperienza di sceneggiatore, ha intensificato il film con questa performance, rivelatasi di grande aiuto per Gelb. Kaplan aggiunge che lo scenario della commedia di Mark è stato molto utile nei momenti di leggerezza per alleviare la tensione, ed ha portato molta allegria sul set. È anche un fantastico attore teatrale, per cui ci si commuove molto nel vedere Frank steso sulla sua amata in uno stato di angoscia, per poi radunare le sue truppe ed ottenere un supporto alla sua decisione di riportarla in vita. Cody Zwieg ritiene che Mark , rivelatosi una grande sorpresa nell'interpretare questo ruolo, ha attirato l'attenzione di tutti gli altri attori e che, con Mark e David Gelb insieme, il film è diventato un banchetto al quale tutti vorrebbero partecipare. La cassa di risonanza scientifica di Frank è la fidanzata Zoe, la sua controparte intelligente e complessa la quale, involontariamente, si chiede se gli esseri umani debbano avere delle barriere morali che interferiscano con la morte, mentre il tutto si trasforma in un contenitore in cui vengono raccolte memorie terrificanti, influenze diaboliche e poteri soprannaturali. Olivia Wilde è stata subito attratta dalla preziosa occasione di esaminare la mentalità di una scienziata, e ha trovato divertente interpretare il ruolo di una dottoressa e ricercatrice medica con idee e obiettivi grandiosi. Zoe, secondo Wilde, è un personaggio davvero inebriante e intellettuale, sebbene non lo dia molto a vedere. Poi c'è l'altro lato di lei, una sfida elettrizzante per l'attrice. Una volta che la ragazza viene riportata in vita, si manifestano tutte le sue paure più oscure. Rimane bloccata nel mondo da incubo del suo subconscio, colta di sorpresa dalle sue memorie traumatiche e incapace di capire cosa sia reale o meno. Wilde lo definisce un posto terrificante da esplorare, e aggiunge che la cosa più emozionante per lei sia stata l' interpretazione di Zoe in diversi stati mentali, paragonabile alla rappresentazione di personaggi differenti. Secondo Wilde, The Lazarus Effect ha simboleggiato, inoltre, una grande opportunità per esplorare i confini della ricerca mentale, un ambito che l'ha incuriosita per tutta la vita. Si definisce una specie di nerd della neurologia, rivendica il suo interesse verso questo campo, ama leggere i libri di Oliver Sack, ed è affascinata dal fatto che sappiamo così poco della mente. È stata attratta dall'idea del siero chiamato " Lazarus", che ha fatto esplodere un enorme quantità di reti neurali in Zoe, permettendole di entrare nella sua mente più di quanto possa fare qualsiasi persona. Generalmente usiamo solo il 10% del nostro cervello, per cui cosa succederebbe, se allo stesso tempo lo usassimo al 100% ? A cosa assomiglieremmo? Le altre persone sul set furono sorprese non solo dal fatto che Wilde fosse molto istruita in materia, ma da quanto fosse spaventosa nel momento in cui attinge alla ormai svelata celere mente illuminata di Zoe. Kaplan ribadisce che Olivia si spaventa nel rivedere la scena; è così dolce, ma dopo la morte di Zoe, perde il controllo. Jason Blum aggiunge che una delle cose più divertenti nella performance di Olivia è che, quando non interpreta il male, sembra sia un po' giù di corda. Sapeva sin dal primo momento di avere l'attrice giusta poiché era contenta di interpretare la parte della cattiva, e questo è molto importante. Se un'interpretazione è cupa e grigia, vedere il film non è affatto divertente ma Olivia rende credibile e piacevole la discesa di Zoe. Cody Zwieg afferma che l'interpretazione di Olivia rende forte il personaggio di Zoe, e la considera un'attrice eccezionale, che prende molto sul serio il suo lavoro, ma sa anche divertirsi. Gelb si ispira alla loro collaborazione e ritiene che Olivia si sia dedicata fortemente a questo ruolo. L'attrice ama l'horror, la fantascienza, e ha dato il massimo, persino quando delle fiamme vere esplodono intorno a lei sul set. Niko, il genio del computer, è molto depresso dopo l'improvvisa scomparsa di Zoe; si era preso una cotta per lei. L'attore, comico, e cantante rap Donald Glover, descrive Niko come il tipo di ragazzo che, grazie alla sua abilità informatica, riesce ad accedere illegalmente a qualunque cosa. È, senz'altro, molto più timido di un genio sfacciato come Frank, ma è altrettanto intelligente. Per Glover, il ruolo si è rivelato subito affascinante. Ribadisce il suo interesse per film come The Abyss o Alien o The Thing (La Cosa), i cui protagonisti sono un gruppo di scienziati che lavorano insieme per qualcosa di veramente incredibile, e perdono il controllo della situazione a causa della loro arroganza di spingersi oltre. Zwieg dice che Glover fin dal primo momento ha convinto i produttori, i quali sono rimasti colpiti dal suo modo di interpretare il personaggio di Niko. A Glover è piaciuto lavorare soprattutto con Wilde, perché, secondo lui , Olivia ha portato molta moralità in questo ruolo e, a prescindere dalla scena, cercava sempre il modo più autentico e originale per interpretarlo, lavorando sodo al personaggio intenso di Zoe, anche quando subisce una trasformazione. Clay, il biologo spigliato, libero, che si ribella all'autorità, è senz'altro l'esatto contrario di Niko ma i due sono grandi amici. Evan Peters dice del suo personaggio che è il ribelle del gruppo, un po'più eccentrico e non così pignolo, e secondo lui, ogni cosa accade per natura. È il tipo di persona che pensa sempre alla biologia, è la sua ossessione, ed è un suo modo di pensare innato. In alcune occasioni è un po' più stravagante e distratto. Peters aggiunge che a volte Clay si scontra con Zoe, molto più scrupolosa e precisa di lui, per cui non a caso , tra di loro, si instaura una giocosa ostilità. Clay potrebbe sembrare a primo impatto un personaggio tranquillo, ma le sue preoccupazioni sul siero "Lazarus" aumentano quando Rocky, il cane, si rianima, e mostra senz'altro segni di una personalità instabile. Clay si rende subito conto che nel cervello di Rocky si sta sviluppando un'enorme quantità di reti neurali, che vanno oltre i limiti della specie. Peter ritiene spaventoso vedere un cane, su cui non si ha nessun controllo, ed essere consapevole che il suo cervello si sta sviluppando bene, per cui Clay sa che questo processo potrebbe avere terribili conseguenze. La paura cresce in maniera esponenziale quando Zoe mostra gli stessi inquietanti segni di cambiamento. La posta in gioco aumenta, dal momento che il cervello di un uomo è molto più grande e potente di quello di un cane, sempre secondo Peters, per cui si può immaginare quanto sia più spaventoso il fatto che questo si evolva in pochi minuti invece che in milioni di anni. Clay trova raccapricciante che sia successo alla sua amica e sapere che … siano stati loro la causa di tutto ciò. Per Peters, gran parte del divertimento è stato lavorare con altri quattro attori importanti, ognuno dei quali ci ha messo del suo ed ha ritenuto fantastico creare un gruppo affiatato con un'atmosfera familiare. L'intento della troupe cinematografica, secondo l'attore, era quello di fare un film eccezionale e spaventoso su dei ricercatori che hanno lavorato insieme per anni, hanno condiviso gli stessi obiettivi e cercato di salvare i pazienti con il loro siero. Peters afferma che Cody Zwieg ha avuto una grande influenza sul gruppo, e che tutti i personaggi abbiano qualcosa di recondito da portare a galla. Il personaggio di Evan, ad esempio, potrebbe sembrare il drogato e il buffone del gruppo ma, quando iniziano ad accadere cose strane, il suo ruolo subisce una brusca rottura. Il quinto personaggio che prende parte al Progetto Lazzaro è Ava, interpretata da Sarah Bolger, la quale è stata sempre attratta da film horror che fanno riflettere. L'elemento del film che più colpisce l'attrice è la mescolanza tra scienza e thriller psicologico, con un elemento horror spaventoso, entrando nel vivo della questione sulle conseguenze che si hanno quando l'uomo vuole sostituirsi a Dio. Bolger sostiene che il ruolo di Ava è quello che le si addice di più all'interno del team di "Lazarus", dal momento che lei ha l'enorme potenziale di aiutare le persone disperate e vuole prendere parte in questa stupenda scoperta nella storia della scienza. La Bolger aggiunge che, secondo lei, ognuno dei ricercatori si è dedicato a questo progetto, per le proprie ragioni. Ava, per esempio, ha disperatamente bisogno di sapere, di nascosto, cosa vede Zoe quando muore. Quando questa ritorna in vita in uno stato scioccante, spiega Bolger, Ava inizia a realizzare quanto sia davvero pericolosa la donna che ha ammirato a lungo. Ava è una persona libera, molto sensibile, e diventa quindi una sorta di ripostiglio dei pensieri e delle visioni di Zoe quando questa ritorna. Inizia a vedere quello che vede Zoe, e viene immersa nel suo passato oscuro. Ava si rende ben presto conto che qualcosa è andato male, ma non è sicura che i suoi colleghi le crederanno. Fanno tutti finta che Zoe stia bene, rendendo la cosa persino più preoccupante. A Bolger piace soprattutto seguire i consigli di David Gelb, e sostiene che egli abbia sempre una risposta a tutto. L'attrice definisce il regista una specie di Enciclopedia vivente, e adora il suo stile del rendere le scene spaventose, pur mostrandone poco gli effetti.
IN LABORATORIO
The Lazarus Effect prende vita interamente all'interno del Laboratorio dove avviene il Progetto "Lazarus", malgrado vada oltre il mondo mortale. Per i produttori, è stato molto stimolante lavorare interamente agli effetti sonori con pochi ed essenziali set, allestiti con cura. Il produttore Matt Kaplan sostiene che trovarsi nel laboratorio, ci permette di viaggiare nella mente di Zoe e conoscere i suoi incubi. È stato un modo divertente per riprodurre la storia. In un certo senso, il laboratorio svolge la stessa funzione di una casa infestata dagli spiriti, un luogo pieno di sorprese in cui si rimane intrappolati. David Gelb ha lavorato con una equipe che include il direttore di fotografia Michael Fimognari (Oculus, Jessabelle), Melanie Paizis-‐Jones (Whiplash, The Purge), progettista di produzione, il tecnico del montaggio Michael N. Knue (serie televisiva "Sleepy Hollow"), il direttore di effetti speciali Zak Night (Whiplash), l'artista di effetti visivi Joel LeLievre (Tron: Legacy, X-‐Men Origins: Wolverine), e il truccatore di effetti speciali Michael Ezell (Insidious: Chapter 2, Apocalypto) per creare un vero laboratorio in cui la realtà viene messa in discussione. Il regista ha voluto tutti gli effetti, sia digitali che pratici, per far sembrare tutto molto naturale. La sua intenzione era quella di non far notare al pubblico né gli effetti concreti né tanto meno quelli prodotti dalla Computer Grafica, vale a dire la generazione di immagini per mezzo del computer. Generalmente si utilizzano un po' tutti e due gli effetti, dal momento che quelli pratici sono più tangibili e permettono agli attori di reagire in modo istintivo sul momento. Inoltre il regista afferma che molti incubi di Zoe sono stati creati attraverso effetti pratici, dovuti al collegamento di varie parti del set. In questo modo, è cambiato completamente lo spazio in maniera invisibile, cosa che non si può fare con il computer. Sono state, inoltre, usate la scenografia, il gioco di luci, e il make-‐up in modo entusiasmante. Le condizioni fisiche di Zoe peggiorano durante il film, di conseguenza anche il suo trucco e il suo aspetto iniziano a cambiare in modo graduale. A trasformarsi non è solo lei ma anche l'illuminazione all'interno del laboratorio. Piano piano comincia a diventare tutto più scuro e sempre più spaventoso. Cody Zwieg afferma che la progettazione è la chiave di tutto il concetto e sostiene che una storia come questa debba basarsi sull'autenticità. Il team di produzione ha fatto un lavoro incredibile, impegnandosi duramente per mettere insieme i vari tasselli della trama e mostrare tutto, da ogni angolo. Sono presenti elementi di alta tecnologia, di fantascienza, e ci si trova in un comune laboratorio della Facoltà di Scienze. L'uso dello spazio da parte di David è stato molto inventivo. Lui e la sua squadra hanno creato questo piccolo mondo, che è proprio una seconda casa per i personaggi, e lo hanno capovolto. Mark Duplass è rimasto colpito dalla progettazione del laboratorio poiché ha subito immerso il cast nell'esaltante mondo dei ricercatori. Secondo il regista è importante conferire un aspetto intenso ed elevato ad un film come questo, ed ha trovato stupendo lavorare in un contesto di personaggi d'avanguardia nel campo tecnologico. Evan Peters è rimasto colpito dal modo in cui la produzione ha reso le cose reali, e sostiene che non ci siano stati molti scherzi o battute fuori luogo nel film. Il laboratorio è diventato un po'più spento, freddo e spaventoso, e questo è dovuto al fatto che la struttura sembra talmente reale da far credere che le cose accadano veramente . A riportare il pubblico alla realtà, con tutte le sue preoccupazioni, traumi e rivelazioni terribili, è stata un'esplosione che ha coinvolto tutti. Sfruttare, inoltre, il cast e le menti del gruppo è stato molto inquietante tanto che l'idea di interferire con il potere della vita e della morte, non è più così distante dalla capacità umana. Lo sceneggiatore Slater conclude dicendo che quest'ultimo concetto potrebbe rappresentare l'ultima frontiera della ricerca scientifica e conferma che nella vita di tutti i giorni esistono gruppi di persone che stanno cercando di inventare il loro siero sperimentale "Lazarus", consapevoli delle conseguenze che tale atto potrebbe comportare.
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info: 21/05/2015.
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