Poster Terminator Genisys

Terminator Genisys (2015)

Terminator Genisys
Locandina Terminator Genisys
Terminator Genisys è un film del 2015 prodotto in USA, di genere Azione e Avventura diretto da Alan Taylor. Il film dura circa 119 minuti. Il cast include Arnold Schwarzenegger, Jason Clarke, Emilia Clarke, Jai Courtney, J.K. Simmons, Matthew Smith, Byung-hun Lee. In Italia, esce al cinema giovedì 9 Luglio 2015 distribuito da Universal Pictures. Disponibile in homevideo in DVD da mercoledì 28 Ottobre 2015. Al Box Office italiano ha incassato circa 2785868 euro.

Quando John Connor, leader della resistenza umana, spedisce indietro nel tempo nel 1984 il Sergente Kyle Reese per proteggere Sarah Connor e salvaguardare il futuro, un evento inaspettato crea una frattura nella linea temporale. Così, il Sergente Reese si ritroverà in un passato nuovo e sconosciuto, in cui dovrà fronteggiare improbabili alleati, tra cui un nuovo terminator T-800, il Guardiano, nuovi pericolosi nemici, ed una nuova missione inaspettata: Per ripristinare il futuro.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 9 Luglio 2015
Uscita in Italia: 09/07/2015
Data di Uscita USA: mercoledì 1 Luglio 2015
Prima Uscita: 01/07/2015 (USA)
Genere: Azione, Avventura, Fantascienza, Thriller
Nazione: USA - 2015
Durata: 119 minuti
Formato: Colore
Produzione: Skydance Productions
Distribuzione: Universal Pictures
Budget: 155.000.000 dollari (stimato)
Box Office: USA: 88.496.000 dollari | Italia: 2.785.868 euro
In HomeVideo: in DVD da mercoledì 28 Ottobre 2015 [scopri DVD e Blu-ray]

SAGA Terminator

GENISYS: L'INIZIO

Nel 1984, un cyborg arriva dal futuro. Il suo nome è Terminator.
Tra i milioni di persone affascinate da questa nuova icona cinematografica ci sono i produttori David Ellison e Dana Goldberg: il futuro del loro cinema è proprio quello.

Come ricorda Ellison: "Il franchise di Terminator – così come James Cameron – sono stati determinanti per il mio coinvolgimento nell'industria cinematografica: lui, trovo che sia realmente uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Penso altresì che Terminator 2 abbia reinventato i canoni dei moderni tent pole. Quindi, per me, entrare a far parte di un franchise che mi ha letteralmente affascinato come se fossi un bambino, e che ha stimolato la mia volontà di diventare un filmmaker, rappresenta la realizzazione di un sogno".

Dana Goldberg aggiunge: "Quando è stato annunciato che i diritti per Terminator stavano per essere disponibili, eravamo ovviamente interessati -così come lo erano molti altri operatori del settore – perché è un franchise incredibile. I primi due Terminator, in particolare, sono film che sia David che io, veneriamo. Ed alla nostra azienda, la Skydance, piace fare grandi film eventi. L'idea di resettare Terminator sia per il pubblico appassionato dei film originali, che per una nuova fetta di spettatori, era un'occasione che non potevamo perdere".

Acquisiti i diritti, i due della Skydance Productions hanno cominciato a valutare gli scrittori adatti a questo gigantesco progetto, tra i quali Laeta Kalogridis e Patrick Lussier. Kalogridis ricorda: "David e Dana ci hanno contattato intorno al Natale del 2012, e la nostra prima risposta è stata 'No', così come la nostra seconda e terza risposta. Abbiamo detto no proprio per rispetto verso l'universo di James Cameron. Ho lavorato con lui per anni, trovandolo una fonte di ispirazione sia a livello personale che professionale, e quindi non volevo in nessun modo e forma fare qualcosa di non rispettoso nei confronti di una sua creatura. E' tra le più sorprendenti fiction fantascientifiche di sempre, e lui è certamente un riferimento per me, ma non solo per me: è uno dei più grandi registi viventi, forse, di sempre".

Ma Skydance ha insistito, così la Kalogridis si è consultata con Cameron stesso, che non solo ha dato il suo placet e la sua benedizione, ma ha dato vita a quella inevitabile reazione a catena di idee tipica di ogni grande fase della pre-produzione, fornendo preziosi consigli alla Kalogridis: "Assicurati di scrivere una buona parte per Arnold!". Patrick Lussier commenta: "Laeta si è lasciata condizionare dall'idea, e una volta che abbiamo iniziato a pensare alle possibili trame – guardando nuovamente i primi due film di Terminator – abbiamo intuito come adattare quel mondo e quei personaggi in un set contemporaneo… e non".

La Kalogridis continua: "Il viaggio nel tempo è insito nel DNA del materiale, e dà luogo alla possibilità di creare universi alternativi e diverse linee temporali senza influenzare affatto il materiale originale. Quelle storie esistono e continueranno ad esistere, hanno ancora successo, ma si può sempre raccontare una storia diversa che si dirama in una direzione diversa utilizzando pur sempre i personaggi che tutti noi amiamo".

La politica globale e la cinematografia degli anni 80 che hanno plasmato i film originali, sono cambiati moltissimo. Terminator ha dichiarato "I'll be back" ben cinque anni prima della caduta del muro di Berlino, e la realizzazione di tutto il potenziale dell'immaginario computerizzato era ancora lontano decenni. Gli anni luce che sono passati dalle prime avventure terrene del T-800, aprono innumerevoli vie di esplorazione per i realizzatori di Terminator Genisys.

"I film di Cameron secondo me erano film che appartenevano all'epoca della Guerra Fredda", osserva Ellison, "dove emergeva un'analogia tra ciò che era in cima alla storia e le minacce provate durante quel periodo. I progressi dell' AI ci danno la possibilità di aggiornare veramente il franchise ad oggi, a cui Skynet non può sottrarsi: stiamo realmente allineandoci perdendo la nostra privacy, la nostra libertà, e le nostre informazioni.

Siamo in fila in attesa dei progressi della tecnologia e dei software. Il canone si presta a documentare ciò che sta realmente accadendo oggi, in un modo nuovo, divertente ed emozionante – attraverso un intrattenimento strepitoso. Per me, la fantascienza raggiunge il suo apice quando fattivamente si rifà agli eventi del mondo reale inserendoli in un contesto immaginario".

Al centro di tutto ciò, i realizzatori di "Genisys" hanno posto la 'famiglia disfunzionale' – e la storia d'amore che Cameron ha messo al centro dei film – tra i Terminator; la potenziale obliterazione di tutto il genere umano e le gesta filmiche dell'illusione. Queste linee guida della storia sono le stesse che hanno ispirato il direttore del progetto, Alan Taylor.

La produttrice Ellison afferma: "Sapevamo che dovevamo trovare un regista che si occupasse dei personaggi, e dell'affetto di questa famiglia. Certo, ci sono molte scene d'azione nei film "Terminator", ed abbiamo tutte le intenzioni di far fede a questa premessa. Molti sono i professionisti in grado di girare delle grandi scene d'azione, ma solo una manciata a nostro avviso potevano cogliere ed esaltare l'essenza dei personaggi in questo contesto. Tutti noi siamo grandi estimatori della serie della HBO 'Il Trono di Spade' (Game of Thrones), ed abbiamo considerato 'Thor: The Dark World' fenomenale. E quando Alan è arrivato, ha detto che avremmo potuto discutere di come potessero apparire i Terminator, quanti fossero, le loro diverse tipologie, e come dovesse svolgersi la lotta del terzo atto, ma la storia d'amore e le relazioni dovevano rimanere intatte. Tutto ciò l'ha detto subito durante il nostro primo incontro, e abbiamo pensato: 'Bene, è la persona giusta' ".

Per Taylor, la cosa attraente della realizzazione del film è stata la sfida assoluta del suo procedimento: "E' divertente", ammette Taylor, "stavo valutando alcuni potenziali progetti, ma questo è stato il primo che fin dalla fase iniziale non sapevo esattamente come realizzare: sembrava un puzzle da risolvere, e ciò lo ha reso emozionante ed interessante. C'è così tanto di apprezzabile nella mitologia di Cameron, che speriamo di riuscire a soddisfare le aspettative del pubblico. Allo stesso tempo, la storia si muove in avanti – è più ampia e va verso nuove direzioni e, a differenza di altri sequel questo sembrava un altro paio di maniche, completamente nuovo, e volevo capire come avremmo potuto realizzarlo".

Frequente collaboratrice di Taylor (e sua futura Sarah Connor), l'attrice Emilia Clarke, ha visto la soddisfazione del regista nell'onorare il materiale originale, dandogli altresì una nuova rilevanza. Emilia Clarke osserva: "Alan è riuscito ad ottenere un bel matrimonio tra vecchio e nuovo, interpretando il tutto in maniera sensibile ed intelligente. Penso che uno degli obiettivi con questo film sia stato chiedersi cosa significasse per un essere umano essere veramente libero, e valutare le scelte relative dei personaggi in risposta a questo quesito. Credo che così facendo abbiamo mostrato grande rispetto per il Terminator che è stato antecedentemente, e che ora presentiamo al nuovo pubblico di oggi".

"Quello che abbiamo cercato di fare", dice Taylor, "è partire dalle linee temporali della mitologia che conosciamo per poi andare in nuove direzioni, in modo logico e sensato: cogliendo degli scorci del futuro dai film precedenti, per poi immergersi in un passato che a tratti già conosciamo, con l'intento pur sempre di affacciarci in ambienti nuovi del passato, senza mai contraddire i canoni della nota trama".

La produttrice Goldberg commenta: "Per me, la vera fantascienza significa molto di più delle esplosioni degli oggetti. Ricordo ancora nel guardare 'Terminator' di aver pensato col senno di poi, 'Oh, wow, questa è una storia d'amore', sebbene si trattasse sempre di un film di fantascienza dove Arnold Schwarzenegger era un robot killer: era tutto davvero fantastico. A mio avviso, la chiave era tutta nei dialoghi, 'sono andato contro il tempo per te, Sarah.' In qualche modo, Cameron aveva trovato un modo per mostrare questa storia d'amore al pubblico, sempre nell'ambito di una incredibile cornice di fantascienza.

"E in 'Terminator 2'", continua la produttrice, "uno dei miei pezzi preferiti è stata la voce fuori campo di Sarah Connor, che diceva di considerare il Terminator che tanto odiava [nel primo film], il padre perfetto per suo figlio. Non l'avrebbe mai abbandonato, né gli avrebbe fatto del male, sarebbe sempre stato presente – nei film di Cameron, al fianco delle immagini incredibili vi era il radicamento nella realtà, dove la storia emozionale era al centro di tutto".

Per iniziare il racconto di "Terminator Genisys," i realizzatori decidono di aprire il film con l'assalto finale dei superstiti umani contro le macchine, guidati da John Connor e Kyle Reese, in quello che si suppone sia il crepuscolo del genere umano. Dana Goldberg spiega: "Apriamo con Kyle Reese da bambino, descrivendo ciò che era accaduto prima della sua nascita, quando gli esseri umani erano fondamentalmente compiacenti e hanno permesso alle macchine di conquistare il mondo. Alla fine, le macchine hanno deciso che gli esseri umani erano una minaccia, prendendo il controllo dei sistemi di difesa missilistica e spazzando via tre miliardi di persone. Quello era il Giorno del Giudizio".

Alla data corrente di questo film, il 2029, la resistenza si unisce, credendo di aver conquistato Skynet, per poi scoprire che le macchine avevano truccato il gioco mandando un Terminator indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor, la madre di John, prima che potesse concepire e dare alla luce il futuro leader della resistenza umana.

I fan riconosceranno senza dubbio l'arrivo di Terminator a Los Angeles nel 1984, ma presto si renderanno conto che questa storia avrà nuove svolte.
David Ellison nota: "Il 1984 in cui si ritrovano i nostri personaggi è stato alterato dalla versione originale – dagli eventi si evince che la storia ha preso una direzione completamente diversa. Anche quei film si svolgono nel presente, non nel futuro, né nel passato. Il nostro segue lo stesso schema. E così, attraverso una serie di eventi, i nostri personaggi si trovano a viaggiare nel tempo nel 2017 nel tentativo di evitare le sorti del Giorno del Giudizio".

Dana Goldberg ammette: "Volevamo rispettare pienamente i personaggi che Gale [Anne Hurd] e James Cameron hanno creato. Così abbiamo convenuto che a prescindere qualsiasi linea temporale, quando si tratta del mondo di Terminator, ci sarà sempre una Sarah Connor, un Kyle Reese, un John Connor, un Terminator: potrebbero giusto non essere le stesse identiche persone dei film precedenti. E' con questo approccio che abbiamo iniziato, e così abbiamo proceduto anche nello sviluppo della sceneggiatura. Sono tutti presenti … anche se non esattamente come le stesse persone rappresentate nei film passati".

I realizzatori hanno dovuto scavare nel profondo delle loro conoscenze fantascientifiche del caso, per una ricostruzione abbastanza meticolosa della sequenza iniziale del viaggio di Kyle Reese nel 1984, fino al barbone nel vicolo ed il cane. Il ritorno del familiare T-1000 sarà un enorme segnale che andrà contro tutte le aspettative.

Per la Goldberg, "Reese torna indietro nel tempo come ha già fatto, e gli viene detto che Sarah Connor è una giovane indifesa che lavora come cameriera – che non sa perché, ma deve metterla in salvo, anche se lei è incredula. Quindi, non solo è accolto da un Terminator, che lo sorprende e lo confonde completamente, ma poi Sarah con modo affabile pronuncia la frase che l'ha resa famosa: 'Vieni con me se vuoi vivere' ".

I CASTING DEL FUTURO, DEL PASSATO E DEL PRESENTE

Secondo David Ellison, "'Terminator Genisys' non è un remake, non è un reboot, e non è un sequel: è davvero una rivisitazione del materiale originale di Cameron. Gli spettatori non devono necessariamente aver visto uno qualsiasi dei film precedenti, perché questo è in definitiva un film a sé stante. Ma detto ciò, per i fan dei primi due capitoli, ci saranno grandi sorprese. Seguendo la natura intrinseca del viaggio nel tempo, si segue una cronologia divergente per portare questi personaggi con i quali il pubblico ed io stesso sono cresciuto, in una direzione completamente nuova".

Il primo della lista, il personaggio del titolo stesso, viene nuovamente portato alla vita iconica da Arnold Schwarzenegger.
"Io non credo che si possa fare un film di 'Terminator' senza Arnold", sostiene Taylor. "Sicuramente non potevo immaginarlo senza di lui. C'è qualcosa di speciale nel modo in cui lui e Cameron hanno costruito quel personaggio, e poi nell'ambito dei due film emergono dei lati diversi di quel personaggio intorno al quale fondamentalmente si impostano i parametri di quel mondo – il mito che si è creato intorno al film di Terminator sarebbe davvero impensabile per me senza la sua presenza".

"Sono stato molto felice di esserne coinvolto", ammette Schwarzenegger. "Ho ricevuto una telefonata che mi diceva che David e Megan Ellison avevano acquisito i diritti e la prima cosa che ho pensato è stata: "Finalmente ne stanno facendo un altro! E finalmente sono di nuovo nel film! Inoltre, ero entusiasta della scelta dell'autrice della sceneggiatura. Mi piaceva la direzione che stava prendendo fin dall'inizio".

La sceneggiatrice Kalogridis afferma: "Ho considerato il personaggio di Arnold l'ultimo Tin Man – come può un personaggio che essenzialmente non ha cuore, essere il pilastro ed il cuore della storia? L'idea di rappresentare Arnold nel ruolo di un Terminator invecchiato era qualcosa di veramente allettante, non dovendo tra l'altro nemmeno utilizzare la magia del CG, ma seguendo il cambiamento fisico dell'attore. Terminator è sempre al passo con il suo tempo, perciò poter raccontare e rappresentare la storia adeguandola ai tempi ed all'età di Arnold … era l'obiettivo di tutti noi. La maturità si manifesta non solo fisicamente, in particolare nel tessuto organico umano che ricopre i secolari cyborg, ma anche interiormente, data la sua lunghissima esperienza a contatto con gli esseri umani per tutto questo tempo. Abbiamo pensato che sarebbe stato un argomento molto divertente da approfondire".

"E' come andare in bicicletta", sogghigna Schwarzenegger. "Si riprende subito dimestichezza. Ricordo, quando ho letto la sceneggiatura, di essermi subito calato nella parte, iniziando immediatamente a parlare come una macchina".

La produttrice Ellison fa notare: "Non si può chiamare un film 'Terminator', senza IL Terminator. In questo film Arnold interpreta un personaggio che è stato mandato indietro nel tempo,  quando Sarah Connor aveva nove anni; non riuscendo a salvare entrambi i suoi genitori, è riuscito però a salvare lei e a seguirla nella crescita. E' stato il suo protettore, il suo guerriero, il suo Guardiano. Avendo combattuto per tanto tempo, è usurato e presenta alcuni difetti. Inoltre, il suo processore di apprendimento è stato attivo tutto quel tempo, quindi nell'ambito dei viaggi temporali, ha avuto più di 30 anni per chiedersi se 'può effettivamente considerarsi un essere umano'? Come fa ad interagire con Sarah in quelle vesti? E poi una volta arrivato Kyle, come fa l'innamoramento di Kyle verso Sarah a cambiare la situazione? Ovviamente Arnold è coinvolto anche in scene d'azione sorprendenti – dopotutto è pur sempre Arnold – e penso che la gente assisterà al suo ritorno trovandolo più in forma che mai".

"Se si vuole enfatizzare la presenza di Arnold, bisogna fargli fare cose nuove", insiste Taylor. "Non si può semplicemente fargli fare sempre le stesse cose; così l'approccio a questo personaggio secondo il mio punto di vista era molto importante che fosse diverso, portandolo in una realtà che prima non avrebbe mai potuto esplorare. In fondo, è in continua evoluzione, crescita, maturazione e ciò ha portato ad una nuova versione del suo personaggio".

L'evoluzione del suo personaggio, Schwarzenegger l'ha considerata attentamente: "Io proteggo Sarah Connor da tutto ciò che le ruota intorno, o che la minaccia. Quindi per certi versi sono il Terminator, e per altri sono il Protettore. Quindi bisogna essere molto attenti a come districarsi tra i due ruoli nelle varie circostanze che si presentano. Credo che il fatto di aver avuto due figlie mi abbia aiutato – la prima è nata quando abbiamo fatto "Total Recall" girando in Messico, e ora ha 25 anni. E così quando si cresce, e quando si è padre di due figlie si impara molto, soprattutto ad essere protettivi. Credo che quest'esperienza mi abbia aiutato molto".

Il profondo gradimento di Schwarzenegger e l'essenzialità della sua presenza è stata condivisa sia dai realizzatori che dagli altri membri del cast. Jason Clarke afferma: "Ho imparato molto da Arnold, non solo durante le riprese, ma anche solo standogli accanto. Non si erge ad essere un buon insegnante, è un professionista, e ha una gioia di vivere contagiosa; è un abile conversatore, ed è pieno di interessi. Vederlo nuovamente in questo suo ruolo iconico, beh, è ​​stato grandioso. E' davvero il collante di tutta questa faccenda".

Per ritrarre la figlia de facto del Guardiano, Sarah Connor, i realizzatori hanno scelto Emilia Clarke. "Torniamo molto indietro nel tempo", sorride Taylor, chiaramente felice di tornare a lavorare con la star del suo "Trono di Spade" (Game of Thrones).
La produttrice Ellison interviene: "Siamo tutti fan de "Il Trono di Spade", in cui Emilia mostra una gran forza, ed un senso dell' onore e di nobiltà – cose che non possono essere insegnate: o si hanno o non si hanno. Penso che questi attributi siano adattissimi a Sarah Connor, che considero un'eroina femminile determinante nel cinema".

Clarke fa eco ai suoi colleghi quando dice: "Arnold è la prima cosa che viene in mente quando si parla di 'Terminator', e non si può fare a meno di lui. Probabilmente ciò che amo di più di questo script è il rapporto tra il Guardiano e Sarah. Rappresenta il cuore. È stupendo. Il suo personaggio appare sotto una splendida luce. Vegliando su di lei per tutto questo tempo si è ingentilito – ma non ammorbidito, naturalmente, verso la gente ha cercato di ucciderla. In questo senso non si è affatto ingentilito! ".

Così come la tutela di Sarah ha avuto un certo effetto sul Guardiano, anche la presenza del Guardiano stesso ha colpito Sarah. Jason Clarke conferma: "Emilia ha apportato a Sarah una forza ed una femminilità che l'ha cambiata. Non ha avuto bisogno di crescere con una forte presenza dei genitori. Penso che abbia acquisito più fiducia in sé stessa, allontanando da sé la paranoia del pensiero che qualcuno stia cercando di porre fine alla sua esistenza.
Assomiglia più ad una 'ragazza di città', cosa che penso aiuti – si vedrà il vero inizio dell'innamoramento con Reese".

La sceneggiatrice / produttrice Kalogridis si è allietata non solo a modellare queste alterate versioni dei personaggi, ma anche a creare quello che i realizzatori chiamano "callback" (o riferimenti in omaggio ai film originali). E spiega: "Nel primo film, Kyle fa salire Sarah su un' auto rubata per sfuggire ad un inseguimento, esponendosi  totalmente; ora è Sarah che si espone e si mette alla guida imbracciando i fucili. E' un omaggio al primo film, ma anche un' estensione di come sarebbe stata Sarah se la sua vita fosse stata radicalmente differente – se avesse capito chi fosse realmente e che cosa avrebbe dovuto affrontare in età molto più giovane. Come sarebbe stata al primo incontro con Kyle? Sarebbe stato tutto molto diverso, ed approfondire l'argomento è stata la parte più divertente".

La chimica tra Sarah e Reese era una priorità nella mente della produttrice Goldberg quando i realizzatori hanno cominciato a tenere le audizioni per la parte. E afferma: "Avevamo lavorato con Jai Courtney nel film 'Jack Reacher', e ci è piaciuto molto come persona oltre ad essere un bravo attore. Non eravamo sicuri che fosse adatto alla parte di Reese. E' arrivato e ha provato con Emilia, e ricordo, osservando la sua audizione , di aver mandato una e-mail scrivendo: 'Abbiamo appena trovato il nostro Kyle Reese. Era molto chiaro fin dal loro primo dialogo".

"Quando ho saputo che ci sarebbe stato un quinto capitolo di questo franchise", dice Courtney, "Non ho fatto di tutto per parteciparvi – ero impegnato in altri lavori preesistenti – invece  poi ho letto la sceneggiatura in una stanza chiusa a chiave, lontano dal telefono cellulare ed altre distrazioni: è stato allora che mi sono entusiasmato! Mi sono reso conto che le persone dietro a questo progetto avevano intenzione di realizzare qualcosa di pazzesco. In quel momento me ne sono fatto un'idea. Ottenere il ruolo è stato un processo divertente: ero in Australia a girare un film, così sono salito su un aereo il sabato mattina, e atterrato a Los Angeles sono andato dritto al provino con Alan, i produttori ed Emilia, e la notte stessa ho ripreso l'aereo e sono tornato in Australia; saltando quindi domenica, il lunedi mattina mi sono presentato al lavoro. Così, proprio a causa delle 30 ore passate in aria quel fine settimana, ero piuttosto sicuro di volere questo ruolo, pensando che ne valesse veramente la pena, e per fortuna così è stato".

La scelta per la parte di John Connor – in particolare per questo John Connor, un personaggio che va dal messianico al maniacale – era una sfida riconosciuta da tutti i realizzatori.  A partire da Dana Goldberg: "Sapevamo che John Connor sarebbe stato uno dei ruoli più difficili da selezionare, perché deve essere carismatico – inteso come colui che rappresenta la speranza per chi non ne ha e per chi è stato privato di tutto: perciò bastava che quest'uomo incitasse al combattimento, che la gente era pronta ad andare fino alla fine del mondo per lui".

David Ellison continua: "La caratteristica di John Connor è che dà un'immagine distorta di sé. Per alcuni, è un profeta, ma nel nostro film sostiene di mentire, dicendo che sua madre lo ha cresciuto e che gli ha detto tutto ciò che sarebbe accaduto. Questo è un enorme fardello, ma al contempo rende affascinane la personalità di John Connor – sarà a capo di tutti i ribelli e, in realtà, è consapevole che una gran parte di loro moriranno".

Aggiunge la Goldberg: "C'è un momento nel film in cui John augura la buona fortuna ad un soldato, che replica affermando di non aver bisogno di fortuna, perché ha John Connor. Quando l'abbiamo girato, David ed abbiamo sorriso, perché sapevamo che Jason avrebbe colmato quel momento con tutta la sua emotività – apprezzando quello che aveva detto il soldato, ma desiderando altresì che ci fosse un altro mondo in cui non dovesse ricoprire questa posizione. Siamo convinti che questo Jason Clarke sorprenderà tutti".
Clarke stesso dice: "Una delle cose che mi ha davvero invogliato a far parte di questo progetto, è stata lavorare con Alan Taylor. E' un uomo molto intelligente, conosce la storia e gli attori, e ha fatto alcuni dei programmi televisivi più famosi di sempre – 'I Soprano', 'Il Trono di Spade', 'Mad Men'. Ha una gran tenacia, alternata ad altrettanta dolcezza. Innanzi tutto, si intuisce che si tratta di un film lungo e difficile, che richiede un regista che possa supportarti e che sappia mantenere alta la concentrazione, tenendo tutto sotto controllo assicurandosi che tutto venga svolto correttamente. Infatti non si è mai mosso fino a quando non abbiamo raggiunto la perfezione, ed è stato un piacere lavorare con lui".

Nel delineare le similitudini con i primi film, ma anche discostandosi da essi, la Goldberg riconosce che è quasi impossibile trascurare alcune delle immagini originali. Ed afferma: "Nominando T-1000, salta subito in mente Robert Patrick in divisa da poliziotto. Era nostra intenzione non volerlo copiare. Sembra apparentemente semplice per la scelta per il ruolo, ma dovevamo prediligere un aspetto diverso, comunque inquietante e spaventoso allo stesso tempo. Il ruolo richiedeva fisicità, e sapevamo che Byung-hun Lee di 'GI Joe: La Vendetta' aveva i giusti connotati. Abbiamo poi scoperto che è un grande fan degli originali. Sapevamo che sarebbe stato perfetto, ma malgrado ciò ha superato tutte le nostre aspettative. Quando abbiamo girato le sue scene, le persone presenti sul set hanno iniziato a definirlo 'la virtù inquietante', perché ogni sua scena è stata virtuosa ed inquietante allo stesso tempo".

Byung-hun Lee ammette: "Sono legato a questa storia. Da adolescente mi ha molto influenzato. Quando ero al liceo, tutti mi chiamavano Terminator, perché dicevano che gli somigliassi e perché ero il campione di braccio di ferro. Perciò è stata una specie di coincidenza aver ottenuto un ruolo in questo progetto, ed è stato davvero fantastico".

Matt Smith, scelto per la parte del T-5000, ha anch'egli dei ricordi adolescenziali della serie: "Crescere negli anni '80 credo per chiunque abbia circa la mia età, questi film, i primi due in particolare, sono state pellicole seminali e d'avanguardia. Quando si è presentata l'occasione, non vedevo l'ora di esserne coinvolto".

Tagliato nel ruolo del poliziotto della San Francisco Police (poi Ispettore) O'Brien – che incontra Sarah, Reese e il Terminator nel 1984, e che poi incrocia nuovamente nel 2017 – era J.K. Simmons. Egli ricorda: "Ho ricevuto una telefonata riguardo al progetto, e ho chiesto di leggere la sceneggiatura, cosa che ho fatto, che si è rivelata essere davvero eccezionale. Mi sono informato su chi fossero gli artisti coinvolti ed i nuovi attori. Ho visto che Arnold era tornato, e ho pensato che il modo in cui hanno adattato il suo personaggio, più anziano dell'originale, è stato geniale e ho deciso di accettare la parte. Il mio personaggio ha passato gli ultimi 33 anni deriso da tutti i poliziotti, perché raccontava storie di robot e gente strana fin dal 1984. Ora le cose sono cambiate, e ha avuto modo di riscattarsi; è stato fantastico da interpretare".

"Le dinamiche di questo film sono reali, pressanti ed intime", afferma Taylor. Fortunatamente, abbiamo degli attori in grado di manifestarle. Kyle e Sarah sono interpretati da attori giovani che stanno iniziando a diventare massicciamente riconoscibili, e poi c'è la 'generazione di mezzo', il nostro John Connor interpretato da Jason Clarke, un attore magistrale, come ovviamente J.K. Simmons. E poi c'è Arnold che rappresenta quella linea di continuità, dato  che riprende sempre il suo ruolo. E' stato divertente: ogni volta che doveva girare una scena, si calava talmente tanto nel personaggio che in un certo senso costringeva tutti a fare lo stesso".

I PREPARATIVI PER IL GIORNO DEL GIUDIZIO … E OLTRE

Nelle settimane antecedenti l'inizio delle riprese di "Terminator Genisys" i talenti sono entrati nell'arena della preparazione fisica – le scene d'azione prevedevano acrobazie, combattimenti, uso di metalli pesanti e … armi.

Emilia Clarke scherza: "Sì, ogni giorno dovevamo allenarci a sparare con i fucili, con un mucchio di armi, ed un paio di pistole. Non conoscevo le armi prima di questo film, ed ora, beh, so tutto! Dato che non avevo mai fatto delle acrobazie prima d'ora, dovevo allenarmi per ottenere la giusta e necessaria fisicità. Questa Sarah è stato cresciuta da un Terminator per diventare una guerriera, così le è stato impartito lo spirito del combattimento e della sopravvivenza. Molto di ciò a cui mi sono sottoposta mi ha aiutato a sentirmi a mio agio nella parte di Sarah, a livello fisico. Ho lavorato con un consulente militare straordinario, e uno specialista di armi, oltre all'allenamento fisico vero e proprio".

"Penso che sia una testimonianza di quanto tutti abbiamo lavorato sodo", sorride Courtney, "tanto che le esigenze delle riprese hanno portato ad una situazione in cui due australiani dello stesso cast, non hanno nemmeno avuto il tempo di prendersi una birra insieme!".
Ovviamente la preparazione ad un nuovo ordine mondiale non è toccata solo a chi lavorava di fronte alla telecamera. La prop master Diana Burton ed il maestro d'armi Harry Lu, dovendo porre attenzione agli oggetti di scena ed alle scenografie, hanno lavorato assiduamente sulle macchine. Diana Burton afferma: "Fondamentale in questa storia è il fatto che se le macchine stavano progettando delle armi per loro stesse, non badavano al design. Erano più interessate alla funzionalità. Così ci siamo dovuti in un certo senso immedesimare nelle macchine, pensando a che tipo di armi avrebbero potuto creare, non considerando quindi l'estetica – ma l'utilità e la funzionalità. Così non abbiamo dovuto porre troppa attenzione al design". Il loro arsenale includeva grandi pistole al plasma realizzate dalle macchine, nonché armi artificiali modificate per sparare plasma.

Ma il film presenta tre diversi periodi di tempo così, secondo Harry Lu: "Dovevamo adattare le armi appropriate ad ogni periodo, per soddisfare gli storici e gli appassionati di armi".
La Burton aggiunge: "Abbiamo voluto rifarci al passato, ma anche apportare un po' di oggetti futuristici. Ed inoltre, Arnold ha avuto una gran voce in capitolo riguardo le armi che voleva utilizzare".

Lu e la Burton hanno accolto i suggerimenti, e sono arrivati alla creazione di un armamentario "bello e costruito senza un solo problema di funzionamento". Per le sequenze relative al 1984, il Guardiano utilizza un fucile Remington 1100, che la Burton definisce "funzionale e maneggevole". Nel 2017, invece è armato di fucili M3 e M4 Benelli – "splendidi fucili ad alta tecnologia".

Per Sarah, il team del design le ha fornito un' arma particolare che doveva soddisfare due requisiti: doveva abbattere un Terminator anche a distanza; e, come previsto dallo script, doveva far saltare in aria la porta di un camion blindato a distanza ravvicinata. "Perciò abbiamo scelto un fucile Barrett calibro .50, proprio del 1984", spiega la Burton.

La Burton e Lu hanno stimato la presenza di circa 500 armi sul set di "Terminator Genisys", incluse quelle di nuova realizzazione, quelle di plastica e le repliche, ed i pezzi d'epoca da collezione.

Nel mondo di "Terminator Genisys" però, praticamente qualsiasi cosa può diventare un' arma, compreso un grosso scuolabus giallo. In una scena chiave del film, uno scuolabus si ribalta su sé stesso, fino a cadere giù dal Golden Gate Bridge. Gli artisti coinvolti nella sequenza durante le riprese sono stati dotati di imbracature; i realizzatori hanno lavorato attentamente sulla sequenza, per renderla sicura (per gli attori) ed intensa (per il pubblico).

Alla fine, la produzione è stata in grado di realizzare la caduta dello scuolabus dal ponte utilizzando il posizionamento intelligente delle cineprese per le giuste angolazioni, oltre le manovre creative dei cablaggi – che completate con qualche magia nella post-produzione, hanno dato l'illusione finale del veicolo che ciondolava dal famoso ponte, con i personaggi all'interno aggrappati disperatamente alla vita.

Per l'attore veterano coreano Lee, non è stata la preparazione agli stunt ad esser la cosa più impegnativa. Lee afferma: "Dal punto di vista dell'azione questo per me è stato un film completamente diverso, perché non ho mai dovuto recitare da essere umano, ma come una macchina: non dovevo sbattere gli occhi, né respirare. Il più delle volte dovevo concordare con lo stunt team le mie mosse, e dal momento che non c'era in realtà un riferimento assoluto, abbiamo dovuto pianificarle ed apportare idee; ed alla fine abbiamo scelto insieme il modo di svolgerle che ritenevamo più opportuno".

Jason Clarke era soddisfatto della fisicità, delle lotte e delle gesta sovrumane che il suo personaggio è stato chiamato a svolgere. E sostiene: "Abbiamo tutti lavorato molto duramente per rimanere fedeli allo spirito della storia, e al contempo renderlo fantasioso. Ha rappresentato l'azione più divertente che abbia mai fatto – grandi mosse di combattimento, giravolte, fucilate – è stato davvero fantastico".

In alcune scene, l'azione richiesta è andata ben oltre l'esecuzione umana, impossibile anche per il più abile dei bodybuilder o stuntman esperto. In tali circostanze particolari, la produzione ha reclutato Jason Matthews della Legacy Effects (la società iniziata da Stan Winston, pioniere degli effetti speciali il cui lavoro è apparso nella saga originale di Terminator) per creare una replica in silicone del super muscoloso Schwarzenegger del 1984, provvisto di armatura in acciaio e giunti fisiologicamente veritieri, utilizzando le misure e le espressioni del film originale. La replica è stata utilizzata quando il pericolo ha impedito la partecipazione di eventuali esecutori dal vivo, e anche durante le scene in cui il vecchio Arnold incontra sé stesso più giovane, nel 1984. (È stato anche costruito un duplicato "stunt", utilizzando un materiale espanso più morbido, in modo che potesse essere sottoposto a situazioni più pericolose … e sopravvivere a ciò).
Mike Manzel della Legacy Effects insieme ad altri esperti hanno anche lavorato sulla creazione delle versioni aggiornate dell' endoscheletro del T-800 (il modello dell'originale Terminator). Con le tecniche moderne di verniciatura e le sostanze strutturali dei compositi (resine epossidiche) si sono realizzati degli scheletri meno pesanti, ottenendo un effetto sulla superficie  che sostituisce il processo di cromatura necessario al T-800 del 1984. Il risultato finale dell'eroe di endoscheletro ha impiegato circa 15 artisti per più di un mese, e vanta di oltre 260 pezzi separati, tutti scolpiti a mano. E grazie al progresso della tecnologia, come la stampante in 3D, sono stati creati dei duplicati in modo più post-millenario. Piuttosto che doverlo realizzare a mano, ogni pezzo è stato prodotto dalla stampante in 3D (per alcuni ci sono volute 48 ore per la stampa). Dopo di ché  sono stati modellati, levigati e sottoposti a lavori di finitura. "Tuttavia", Manzel aggiunge: "in realtà, continuo a pensare che ci vuole comunque molta sottigliezza per creare questi pezzi; abbiamo solo utilizzato uno strumento in più per realizzare il progetto definitivo".

INIZIA LA GENISYS

Anche se alcuni dei personaggi di "Terminator Genisys" potevano non necessitare di un particolare abbigliamento, la stragrande maggioranza delle scene richiedeva abiti ed accessori adeguati, relativi ai cambi epocali.

La costumista Susan Matheson era ansiosa di affrontare le sfide di un film di fantascienza ad alto budget: "Una delle scene più interessanti di cui mi sono occupata in questo film è stata quella della guerra finale ambientata nel futuro, conscia di dover creare questo mondo dal nulla", dice la Matheson. "In verità, il motivo per cui ho deciso di diventare costumista per il cinema è stato perché ero completamente ispirata da 'Terminator' e 'Mad Max'. Di fronte a questi due film mi son detta: 'Oh, non voglio fare la costumista per Shakespeare – piuttosto avrei scelto alcuni capi da adattare ad un film". La Matheson da giovane è stata così ispirata dalla visione di questi film, che i suoi costumi per una produzione scolastica di 'Macbeth'  includevano una maschera antigas ed una giacca di pelle da motociclista prominente.

I vari gruppi e le epoche descritti nella sceneggiatura, ha costretto la Matheson a dare autenticità ad ogni specifico personaggio e situazione. Prendiamo ad esempio gli uomini della resistenza che si preparano per l'ultimo combattimento contro le macchine: "Si presentano come un gruppo eterogeneo di persone che si ritrovano in una civiltà post-apocalittica. Scavano tra le macerie e raccolgono oggetti da riutilizzare. Così, per esempio, ci sono persone che indossano un'armatura fatta con una targa della California, e con pezzi di pneumatici riciclati sulle braccia e le spalle. Questi guerrieri hanno usato qualsiasi cosa che hanno trovato, per realizzare il proprio equipaggiamento".

La Matheson ha lavorato a stretto contatto con la Burton per creare le armature per la resistenza e, una volta realizzate, dovevano essere ricoperte di "polvere post-apocalittica". E qui sono state utilizzate delle betoniere: al loro interno sono stati fatti girare i costumi assieme a pezzi di rocce e ghiaia, "perché una volta che si getta qualcosa in una betoniera insieme ai sassi, in particolare i pezzi di gomma, cominciano a ricoprirsi di una patina". Tolti dalle betoniere, sopra i costumi è stata spruzzata della colla, dello sporco e della vernice, per far sembrare che "queste persone hanno vissuto, dormito, mangiato continuamente e senza alcun cambio, con questi abiti".

Ma sotto tutta l'armatura, la polvere e la sporcizia, la Matheson si è sforzata di creare la realtà di una Los Angeles post esplosione. E spiega: "Se ci fosse stata un'esplosione a Los Angeles negli anni '90, che aspetto avrebbe avuto la gente? In città si usa molto l'abbigliamento di squadre sportive, dei Dodgers, dei Kings, e dei Lakers. Vi è un agglomerato di molteplici culture ed etnie, e non ultima l'influenza della cultura delle bande urbane. La telecamera potrebbe non riuscire a riprendere tutto quello che abbiamo inserito, ma abbiamo fatto in modo di dare il senso della città annientata negli anni '90 – includendo anche una T-shirt di Hello Kitty richiesta da David Ellison".

La specificità del tempo e dei luoghi è riflessa anche nei costumi dei personaggi principali della storia. La cultura punk rock degli anni '80 appare nell' abbigliamento di Sarah che indossa una giacca in pelle da biker, dei pantaloni cargo e le Doctor Martens ("Così è pronta a dare calci", ride la Matheson). Reese, una volta tornato nel 1984, ruba i pantaloni ad un senzatetto, e poi si precipita in un grande magazzino, dove compra un trench militare ed un paio di scarpe da ginnastica Nike Vandal. (Matheson spiega orgogliosamente che uno dei suoi più grandi trionfi del progetto è stato quando ha sentito che la Paramount aveva persuaso la Nike a ricreare l'originale Nike Vandal del 1984 "stesso colore e chiusura in velcro!"). Due addetti sono stati mandati nei depositi dei negozi di articoli usati per cercare il trench verde, che si è rivelato essere un cappotto molto popolare in quel periodo, "e da lì è iniziata una vera e propria caccia in tutta l'America pur di trovarne uno, con la gente che lo chiamava il cappotto Kyle Reese".

Le collisioni tra passato e presente, non erano infrequenti durante le riprese. Un tale evento ha risuonato profondamente nella produttrice Dana Goldberg: "Uno dei miei momenti preferiti è stata la prima notte di riprese al Griffith Park Observatory – che segna la prima apparizione di Arnold nel film- in cui Arnold il Guardiano si imbatte con Arnold il Terminator del 1984. Osservando la troupe presente quella la notte, ho notato che ogni singola persona – maschio, femmina, dai 20 ai 60 anni – aveva lo stesso sorriso guardando l'interpretazione di Arnold… Un uomo che ha fatto un' enorme quantità di cose importanti nella sua vita, eppure era lì a svolgere la cosa per cui era nato, ed è stato fenomenale. Tutto ad un tratto, siamo tornati indietro nel tempo, ricordandoci delle audizioni passate per il T1 e il T2. Ed ora siamo qui di fronte a lui, che interpreta di nuovo questo personaggio che conosce come il palmo della sua mano. Poi, siamo rimasti tutti di stucco quando ha sparato con un fucile da caccia per quattro volte, senza mai battere ciglio. Siamo rimasti tutti profondamente colpiti dal fatto che in qualche modo, si potrebbe effettivamente sparare con un fucile da caccia a pieno carico per ben quattro volte senza mai fare una piega. Poi ci ha svelato che ha imparato a farlo nel primo film di Terminator. E non sono poi così sicuro che da allora sia stato sempre così!".

Non estranea ai grandi set ed ai grandi progetti, Emilia Clarke è rimasta comunque impressionata dall'enorme impresa delle riprese di "Terminator Genisys". L'attrice afferma: "E' assolutamente epico. Per ogni tre minuti di riprese che appaiono sullo schermo, ci sono volute qualcosa come due settimane di girato. Ogni dettaglio è stato pensato e ben eseguito. Ogni membro della squadra è incredibile, i set sono pazzeschi, i costumi sono fantastici. E' stato fatto tantissimo, e per queste scene epiche – che ricordandole penso non si potesse fare di meglio – non ci si è avvalsi di effetti speciali, ottenendo un aspetto molto più fresco, e un sacco di cose folli … e senza l'utilizzo di palline da tennis attaccate ad un bastone, ovviamente!"

UN'USCITA COL BOTTO

Il produttore David Ellison sostiene: "Questo è il più grande film 'Terminator' su larga scala che sia mai stato fatto. Ci sono grandi sequenze d'azione in Genisys, più di ogni altro film di Terminator. Si assisterà ad una guerra nel futuro completamente resa, che nessuno è mai riuscito ancora a realizzare, ed appariranno dei nuovi Terminator che si spera abbiano esattamente lo stesso impatto di quando abbiamo incontrato il T-1000 nel 1991. Abbiamo alzato di  molto gli standard, o almeno ci abbiamo provato".

Per la produttrice Dana Goldberg, la dimensione del film è direttamente proporzionale al livello di talento presente nella squadra dei realizzatori. E commenta: "E' un grande, grandissimo film. Abbiamo girato da aprile fino alla metà di agosto, lavorando spesso sei giorni su sette. Avevamo una squadra fenomenale, che si è fatta in quattro per portare questa storia sul grande schermo. Nessuno capirà mai abbastanza quanto lavoro ci sia dietro tutto ciò che appare – dal trucco alle acconciature, le acrobazie, gli effetti visivi, gli effetti speciali, le manovre, le prese, l' illuminazione, e così via. Un film di queste dimensioni è un'impresa gigantesca, e necessita di tanti membri che lavorano all'unisono per farlo bene; siamo stati fortunati ad avere una squadra che si è impegnata nel modo giusto".

"E' interessante", dice il regista Taylor. "E' come se sapessimo cosa si aspetti il pubblico da noi e poi, 'Whoosh!' [Ride] ribaltiamo tutto. E questo è qualcosa che è insito nel DNA dei film di Terminator: il primo film di Cameron utilizza il personaggio di Arnold in un modo che poi viene completamente capovolto nel secondo, in maniera inaspettata. Si esplorano nuovi territori con personaggi già conosciuti, ma vi porteranno in posti che non vi sareste mai aspettati".

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info: 09/07/2015.


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