Solo cose belle (2019)
Solo cose belleCommedia corale che racconta l'incontro tra due mondi solo apparentemente lontani: un paesino dell'entroterra romagnolo alle prese con le prossime elezioni comunali e una casa famiglia abitata da una mamma e un papà, da un richiedente asilo appena sbarcato, da un'ex-prostituta, da un giovanissimo ex carcerato, da due ragazzi con gravi disabilità, dal figlio naturale della coppia. Solo cose belle è la storia di Benedetta (Idamaria Recati), la figlia sedicenne del sindaco di un paese dell'entroterra romagnolo e del suo incontro con una casa famiglia appena arrivata in paese, in cui vivono tante persone dal passato difficile e desiderose di riscatto. A dispetto di ogni convenzione sociale, Benedetta s'innamorerà del giovane ex carcerato Kevin (Luigi Navarra) e condurrà in un viaggio all'interno della struttura. Tra sospetti, lacrime, risate e sgomberi, la ragazza scoprirà la bellezza dell'accoglienza e l'importanza della solidarietà.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: giovedì 9 Maggio 2019Uscita in Italia: 09/05/2019
Genere: Drammatico, Commedia
Nazione: Italia - 2019
Durata: N.d.
Formato: Colore
Produzione: Coffetime Film, Sunset Comunicazione, Cooperativa Comunità Papa Giovanni XXIII (in associazione con), Cooperativa La Fraternità e Il Calabrone (in associazione con)
Box Office: Italia: 164.406 euro
Note:
Primo lungometraggio di Kristian Gianfreda come regista. Presentato in anteprima il 7 maggio 2019 al Senato della Repubblica, grazie anche al supporto ricevuto dalla Presidente Elisabetta Casellati.
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Immagini
Solo cose belle nasce dalla lunga esperienza sul campo della Comunità Papa Giovanni XXIII e delle tante case famiglia dell'Associazione, che da anni lavorano per diffondere i valori dell'inclusione sociale e per combattere l'emarginazione sociale. Per questo, coerentemente con il tema del film, hanno lavorato alla pellicola, in scena o a supporto della produzione, sia attori professionisti del cinema, del teatro e della televisione, sia persone della Comunità e figure che hanno un'esperienza pregressa in case famiglia o in altri progetti sociali: ex carcerati, ex prostitute, ex tossicodipendenti ed ex senza fissa dimora, nonché alcuni ragazzi con disabilità.
NOTE DI REGIA – Kristian Gianfreda
Nella migliore tradizione della commedia all'italiana, Solo cose belle è un lungometraggio che riesce a raccontare in modo profondo l'incontro tra due mondi opposti che improvvisamente (e loro malgrado) si incrociano. E racconta di come, attraverso intrecci inaspettati, rapporti contrastati e personaggi bizzarri, finiscano per conoscersi e dialogare: da una parte un sonnacchioso e convenzionale paesino, dall'altra l'inusuale e rumoroso microcosmo di una casa famiglia, ossia quel luogo in cui gli "sbagliati" e i "superflui" di questa società trovano possibilità e occasioni. È soprattutto una commedia – continua il regista – che con il suo tono leggero arriva a chiunque abbia voglia di ascoltare, perché diverte emozionando e lo fa con delicatezza e rispetto, nonostante vengano affrontati temi difficili e attuali. Solo cose belle ci racconta che la bellezza è anche fatica, che la felicità non è sempre un regalo e che a volte passa attraverso le lacrime. Ed è per questo che le cose belle hanno un valore ancora maggiore.
LA STRUTTURA DEL FILM
Girato nella città e nella provincia di Rimini tra il 22 agosto e il 18 settembre 2018 Solo cose belle si è avvalso di una troupe di circa 40 persone e di 22 attori, tra questi anche alcuni ragazzi disabili. I ruoli delle persone con disabilità sono stati interpretati da "attori veri", accolti nelle numerose strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il film, infatti, è pensato come strumento di diffusione dei valori della cooperazione sociale che la Comunità porta avanti da oltre 50 anni in tutto il mondo, oltre che come opera artistica. La colonna sonora è dei Bevano Est e cerca di evocare un non-luogo, un posto fuori dalla realtà dove si incontrano e si scontrano diverse tipologie di essere umani.
L'io narrante è quello di Benedetta, una ragazza adolescente, e anche lo stile della regia cerca di essere in sintonia con lo sguardo dei giovani e la loro visione del mondo. Per il genere a cui appartiene, per i contenuti e per le modalità narrative adottate, Solo cose belle vuole rivolgersi a tutti, ma nasce per coinvolgere ed emozionare innanzitutto i giovani. In quest'ottica, infatti, in occasione della stesura della sceneggiatura è stato intrapreso un percorso sperimentale di laboratorio anche con i ragazzi del liceo artistico Fellini di Riccione che hanno saputo aiutare il regista ad adeguare il linguaggio dei protagonisti a quello degli adolescenti di oggi. I ragazzi sono stati coinvolti come "consulenti sul campo" anche nella preparazione delle scenografie e dei costumi.
La fotografia adottata cerca di adattarsi ai temi trattati poiché fatta di sguardi in costante movimento. Benedetta entra in punta di piedi e quasi con diffidenza nella casa famiglia, proprio come Alice nella tana del Bianconiglio. Grazie alla curiosità e alla voglia di andare contro gli schemi, tratti tipici dell'adolescenza, spezza i tabù di un intero paese. La purezza del suo sguardo consente allo spettatore di guardare il mondo della diversità e dell'emarginazione da un punto di vista originale e scevro da pregiudizi. Quelle degli abitanti della Casa sono storie particolari e a tratti drammatiche, di persone non convenzionali e ai margini della società, scampoli di una realtà che troppo spesso viene ignorata dai più. Solo cose belle è un film-racconto che, attraverso le "lenti" di Benedetta, esplora un microcosmo di persone considerate "diverse", difettose": il disabile grave, l'ex carcerato, il migrante vittima della guerra e di una mancata accoglienza, l'ex prostituta, il ragazzo autistico. La casa famiglia, dunque, diventa il palcoscenico non solo del loro divertente seppur faticoso riscatto, ma riesce anche a diventare la cornice ideale per chi, attraverso questo film, vuole iniziare a conoscere il mondo della solidarietà e del volontariato. Benedetta, infatti, prendendo per mano lo spettatore, lo conduce nella Casa, facendo sfiorare con mano ferma e lucida la realtà di chi la abita, compresa quella di due genitori resi tali non solo dalla biologia ma anche da una scelta d'amore.
La storia che viene narrata nel film è quindi un mosaico di narrazioni e ha una dimensione corale in cui è facile riconoscersi e identificarsi, nonché una pluralità di voci attraverso cui emerge con forza il ruolo sociale della casa famiglia. Vista la natura "particolare" di alcuni dei protagonisti, si è spesso lasciato durante la realizzazione del film, che ci fosse ampio spazio per l'improvvisazione, affinché le reazioni fluissero spontanee e le emozioni fossero autentiche.
LA REGIA
La regia è di Kristian Gianfreda che da oltre vent'anni realizza spot, documentari sociali e cortometraggi. Alla sua prima esperienza cinematografica, Gianfreda, avendo ricoperto per oltre vent'anni il ruolo di responsabile di alcuni dei centri di accoglienza per senza fissa dimora della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha voluto portare la diversità sul grande schermo, cercando attraverso la telecamera di dare voce e dignità a disabili, ragazze di strada, profughi e a persone senza fissa dimora. Solo cose belle, come sottolinea lo stesso regista, vive di un equilibrio delicato tra la bellezza sofferta della casa famiglia e la bellezza in evoluzione della protagonista. Ogni elemento nella storia, infatti, è organizzato ad arte per consentire alla vicenda di ingigantirsi, di esplodere e di ricomporsi, sempre "dalla parte degli ultimi".
LA PRODUZIONE
Solo cose belle è prodotto da Coffee Time Film, società di produzione cinematografica con sede a Rimini, e da Sunset Produzioni, cooperativa forlivese che ha prodotto nove film documentari tra Italia, Tunisia, Francia e Libano, valsi numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui il Premio Ilaria Alpi per la migliore produzione. Il progetto si è sviluppato grazie al forte legame con il territorio e con le istituzioni locali, con le associazioni, i comuni e le parrocchie che hanno dato un supporto importante. Il lungo lavoro compiuto sulla sceneggiatura, lo studio delle location e la pianificazione del casting sono stati realizzati in associazione con La Fraternità e Il Calabrone, Cooperative della Comunità Papa Giovanni XXIII che opera nell'ambito del sociale da oltre 50 anni. Il film ha potuto contare sul Tax Credit Produzione del MIBAC e su importanti finanziamenti provenienti sia dalla Regione Emilia-Romagna, sia da piccole e grandi imprese italiane.
IL CAST
Idamaria Recati (Benedetta). Classe1997 é cresciuta a Barberino di Mugello. Dopo la formazione classica si trasferisce a Roma per studiare al Teatro Azione. Solo cose belle è il suo primo film.
Luigi Navarra (Kevin). Al suo esordio cinematografico, Navarra, forlivese d'adozione, dimostra di avere un talento naturale per la recitazione nata in seguito a una lezione di teatro per bambini. Dopo alcuni ruoli in spettacoli amatoriali approda al ruolo di protagonista in Solo cose belle.
Giorgio Borghetti (Stefano). La sua carriera inizia come doppiatore: è sua la voce di Elliot il protagonista di E.T. L'extra-terrestre. Alla sua fortunata carriera da doppiatore presto si affianca quella da attore. Protagonista di diverse fiction tv, tra cui Incantesimo, Carabinieri e la soap opera CentroVetrine Borghetti diventa un volto noto del piccolo schermo.
Carlo Maria Rossi (Don Alberto). Volto del teatro italiano, Rossi è tra i fondatori, insieme a Piero Lenar don e Valerio Bongiorno della compagnia teatrale Filarmonica Clown che interpreta il teatro come gioco e rappresentazione.
Barbara Abbondanza (Elvira). Diplomata a Cesena nel 1987, dopo aver partecipato a numerosi seminari di canto e recitazione, frequenta stage di teatro e di mimica. Lavora nel teatro, nel cinema e per la tv: recita in Ricordati di me di Gabriele Muccino, in Indovina chi viene a cena? di Fausto Brizzi e partecipa a numerose fiction tv tra cui R.I.S., I Cesaroni e Distretto di Polizia. Dal 2005 è nel cast della Melevisione, programma per ragazzi in onda su Raitre.
Marco Berta (Marco). Nasce nel 1972 e vive a Sergnano (CR) con il fratello Pierluigi. Frequenta il Centro diurno Primavera di Camisano, della Comunità Papa Giovanni XXIII. Gli piace mangiare, leggere riviste di gossip e quotidiani, in particolare la Gazzetta dello Sport. È un gran tifoso della Juventus.
Francesco Yang (Ciccio). Nasce a Empoli, in provincia di Firenze, 14 anni fa. Di cittadinanza cinese vive in Italia grazie alla carta di soggiorno. La sua disabilità deriva da un'ipossia al momento del parto. I suoi genitori naturali inizialmente lo accettano ma, con il trascorrere del tempo, non riescono ad accudirlo ed è per questo che lo affidano a una delle famiglie della Comunità Papa Giovanni XXIII, quella di Maria Cristina Borromeo e Luca Di Tomasso.
Francesco vive in casa famiglia da circa 10 anni. Vivere in famiglia, essere benvoluto e ricevere continuamente stimoli nuovi, gli permettono di sviluppare le sue capacità fisiche e cognitive che fino a quel momento erano nulle. Nel tempo Francesco impara, seppur con difficoltà, a parlare e a mangiare. Oggi frequenta la seconda media ed è un grande appassionato di calcio e di informatica. I suoi compagni di classe gli hanno regalato un papillon per l'incontro con il Presidente Mattarella, avvenuto lo scorso dicembre.
Erica Zambelli (Diana). Classe 1982, nasce a Rovereto (TN). Nel corso della sua carriera partecipa ai film Di che segno sei, Natale da chef, Colpi di fortuna, Colpi di fulmine, nel film storico Exitus e nel programma televisivo di Virginia Raffaele Facciamo che io ero. È la protagonista della serie My Personal Hero sul canale Boing Italia. Recita nelle serie tv A un passo dal cielo 3 su Raitre e Non è stato mio figlio su Canale 5.
Caterina Gramaglia (Ivana). Tra le sue prime interpretazioni, il ruolo nel film Ma la Spagna non era cattolica? di Peter Marcias. Nel 2011 lavora poi sempre con Marcias per la realizzazione de I bambini della sua vita dove interpreta la parte di Silvia.
Patrizia Bollini (Valeria). Nata a Ravenna, studia recitazione presso la Scuola di Teatro di Bologna. Nel 1993 debutta in teatro con Sinceramente vostra accanto a Ottavia Piccolo, poi nel 1995 recita con Stefano Accorsi in Un nome ideale per i pescibanana di Salinger e nel 2000 recita con Michele Placido in Macbeth per la regia di Marco Bellocchio. Per la tv ha ruoli in Carabinieri, Padri e nella serie Diritto di difesa. Dal 2010 è impegnata per promuovere il teatro indipendente ed è tra le fondatrici di SenzaFissaDimora Teatro.
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