Mary Portman è una psicologa infantile. La donna vive e lavora senza mai allontanarsi dalla sua casa, dove riceve a domicilio i suoi pazienti e soprattutto si occupa del figliastro diciottenne Stephen, ridotto in stato vegetativo dall'incidente stradale in cui è morto il marito Richard. Quando resta coinvolta nella misteriosa sparizione di uno dei suoi pazienti, il piccolo Tom, Mary comincia tuttavia a essere perseguitata da strani eventi che condurranno a un'agghiacciante scoperta che lascerà tutti col fiato sospeso.
Info Tecniche e Distribuzione
Uscita al Cinema in Italia: mercoledì 7 Dicembre 2016Uscita in Italia: 07/12/2016
Data di Uscita USA: venerdì 11 Novembre 2016
Prima Uscita: 11/11/2016 (USA)
Genere: Drammatico, Thriller
Nazione: Francia, Canada - 2016
Durata: 91 minuti
Formato: Colore
Produzione: Transfilm, Canal+, Ciné+, EuropaCorp, Lava Bear Films, Transfilm International
Box Office: USA: 6.036.645 dollari
In HomeVideo: in DVD da martedì 18 Aprile 2017 [scopri DVD e Blu-ray]
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LA PRODUZIONE
La sceneggiatrice Christina Hodson afferma che l'ispirazione per Shut In le è venuta quando viveva da sola in uno scricchiolante monolocale di New York. Immaginando le innumerevoli possibilità che si celavano dietro quegli inspiegabili rumori che sentiva a tarda notte, la Hodson ha scritto la sceneggiatura in sole sei settimane. Il risultato è un intenso thriller psicologico con una semplice premessa: complesse sfumature emotive e un finale inaspettato e agghiacciante.
"Volevo ribaltare i capisaldi di questo genere", dice la Hodson. "E volevo lasciare piccoli indizi lungo la strada, in modo che quando ci si renderà conto di cosa sia accaduto, sarà possibile ripercorrere l'intero percorso, e sarà molto soddisfacente."
Il produttore esecutivo e Presidente della Lava Bear Tory Metzger è stata immediatamente colpita dalla sceneggiatura, che afferma essere diversa da tutto quello che aveva letto prima. "Se fai il mio lavoro e leggi tante sceneggiature, spesso credi di sapere subito dove tutte quelle storie vanno a parare – e molto spesso hai ragione. In questo caso non avevo idea di quello che sarebbe successo. Una delle cose che mi ha colpito è stata che ci sono volute 60 pagine di sceneggiatura prima che io in realtà capissi che invece di un grande film drammatico stavo leggendo un copione di genere.
Questa non è una cosa facile da fare".
Metzger dice che lei e l'ex amministratore delegato di Lava Bear, David Linde, che è anche produttore esecutivo del film, erano entusiasti di trovare uno script con una protagonista femminile così forte. "Era un bellissimo ruolo per un'attrice", dice, "ne siamo alla continua ricerca, perché ce ne sono davvero così pochi."
Preoccupata del fatto che i sottili elementi drammatici della sceneggiatura potessero andare perduti nelle mani di un regista con l'intento di fare "solo un altro film shock-horror pieno di balzi di paura e forti boati nella notte", la Hodson dice che lei e i produttori erano desiderosi di trovare il regista giusto per questo progetto.
È qui che si inserisce Farren Blackburn, un esperto regista televisivo britannico con una forte visione minimalista per Shut In. "Ha capito il film come nessuno dei registi con cui avevamo parlato", dice Metzger. "C'erano alcuni registi molto esperti – e anche qualcuno pluripremiato – che erano interessati al progetto. Ma c'era qualcosa che legava Blackburn al film – e, in particolare, la sua visione molto minimal – che ci ha attirato verso di lui".
Blackburn dice di essere stato incuriosito da quello che ha visto essere il potenziale cinematografico del film: la storia della sceneggiatura e l'ambiente confinato. "Quando ho letto per la prima volta Shut In, ero eccitato dal fatto che si trattasse di un film di genere con un gran potenziale, se girato con abile maestria", dice. "Sono un grande fan di quei film americani minimalisti degli anni '70 che avevano un'estetica europea. In più, Shut In ha una protagonista con cui si instaura davvero un legame e che affronta un percorso interessante, quindi per me è stato un gioco da ragazzi".
UN'ATTRICE ECCEZIONALE
Per interpretare il personaggio principale del film, una professionista, una volta felicemente sposata, che si ritrova in una situazione sempre più disperata nella sua casa nelle campagne del New England, i produttori si sono rivolti alla due volte candidata all'Oscar® Naomi Watts.
"Sono un grande fan di Naomi Watts da lunghissimo tempo. Fin da Mulholland Drive, in realtà", afferma Blackburn sul ruolo da ragazza ingenua e tormentata dell'attrice nell'acclamato film drammatico di David Lynch. "Quando ho letto la sceneggiatura, è comparsa nella mia testa immediatamente. Lei è in grado di passare dallo stato di calma e normalità a quello di paura e poi di terrore in pochi secondi. Io sono un grande fan e seguace del suo lavoro".
In effetti, la Watts ha avuto una carriera impressionante, interpretando donne tormentate in diversi film, come 21 grammi di Alejandro Iñárritu, Funny Games di Michael Haneke e l'horror The Ring di Gore Verbinksi. "Mi è sempre piaciuto il genere thriller", spiega la Watts. "Tante emozioni differenti vengono con la paura, per questo mi piace interpretarla."
L'attrice inglese, la cui carriera è iniziata in Australia prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dice di essere stata attirata dalla sfida di catturare lo stato mentale disturbato di Mary. "Lei è completamente consumata dal prendersi cura di una persona, e non entra in relazione con nessuno nel mondo esterno", dice la Watts. "Credo che sia totalmente chiusa, emotivamente. E per quanto lei voglia prendersi cura di suo figlio, è davvero difficile per lei. Lei lotta con questa situazione, per questo inizia ad avere questi incubi e a vedere cose strane nella sua mente. Si insinua il risentimento su come la sua vita sia cambiata."
Una delle cose che hanno catturato l'interesse dell'acclamata attrice è stata la semplicità di una storia quasi interamente incentrata su due personaggi e il drastico cambiamento nello stato emotivo di Mary, prima e dopo l'incidente che le uccide il marito e lascia il suo figliastro in stato catatonico.
"All'inizio del film lei sembra essere felice", osserva la Watts. "Poi la ritroviamo in un mood completamente diverso pochi mesi dopo – ha perso il marito in questo terribile incidente d'auto, e il suo figliastro ora è in stato vegetativo, in una sedia a rotelle, e completamente dipendente da lei. Tutta la sua vita ruota attorno all'occuparsi dei bisogni del ragazzo."
Blackburn si è assicurato l'impegno della ricercatissima attrice per il ruolo in video-conferenza, una tecnologia che guarda caso gioca un ruolo chiave nella trama di Shut In.
"Ho avuto una bella conversazione con lui via Skype", ricorda l'attrice. "Poi ho guardato alcuni dei suoi lavori e ho pensato, wow, è bravo e molto visionario; sa molto bene come gestire questo genere. Così ho pensato, va bene, ok, ci sto!"
Blackburn ricorda la chiamata un po' diversamente. "Ero seduto nel mio appartamento cercando di prepararmi a questa conversazione con Naomi Watts, il che era una cosa strana", dice. "Sapevamo tutti che dopo la chiamata via Skype ci sarebbe stato un periodo di silenzio, poi eventualmente un rifiuto – ma ci ha colpito tutti il fatto che lei si stesse impegnando nel progetto subito. In quel breve incontro, lei è stata davvero come avevo sperato che fosse".
DUE ECCELLENTI GIOVANI ATTORI
Con la Watts a bordo per il ruolo principale, i produttori hanno iniziato a cercare i ruoli del figliastro diciottenne di Mary, Stephen, e il suo giovane paziente, Tom. Blackburn è sicuro che il pubblico rimarrà affascinato dalle performance dei due giovani attori del film – uno che interpreta un personaggio sordo, e l'altro in gran parte costretto a letto e immobile.
Quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato: "Stephen potrebbe essere un ruolo di successo per qualcuno", ricorda Blackburn. "È un personaggio così complesso, perché passa la maggior parte del film in una sedia a rotelle. Avevamo bisogno di qualcuno che potesse comunicare molto, pur facendo molto poco. Doveva concentrarsi tutto lì, negli occhi. È un ruolo difficilissimo".
Per trovare un giovane attore con quella straordinaria presenza scenica, hanno iniziato a cercare in tutto il mondo, dice il regista. "A un certo punto avevamo un direttore casting a Londra, un direttore casting a L.A., un direttore casting in Canada e anche uno Parigi. Non abbiamo davvero lasciato nulla di intentato".
Dopo la massiccia ricerca, Blackburn ha selezionato Charlie Heaton – un musicista britannico di Bridlington, città dell'East Yorkshire, che aveva pochissima esperienza recitativa in quel momento. La popolarità di Heaton però da allora è cresciuta, grazie al ruolo da protagonista nella serie soprannaturale di successo di Netflix "Stranger Things".
L'ingaggio di Heaton è stato davvero come un regalo dell'ultimo minuto per i produttori, dice Blackburn. "Eravamo a una settimana dalle riprese, e ci è arrivato il suo provino. Non sono sicuro che il suo agente apprezzi che la cosa venga raccontata, ma questa sarà una grande storia quando lui diventerà una superstar tra pochi anni. In un primo momento ci hanno mandato una registrazione difettosa – durava appena un minuto. Ma ero stato così catturato da Charlie e il suo potenziale in quel solo minuto, che ho chiamato Tory e le ho detto, 'Dobbiamo farlo arrivare subito a Montreal', dov'ero in pre-produzione."
Secondo la Hodson, il video, nonostante la sua brevità, ha avuto un forte impatto su tutti quelli che lo hanno guardato. "La prima volta che ho visto il provino di Charlie, ho pianto", dice la scrittrice. "Farren me lo ha mostrato e io ho pianto – perché era così sorprendente vedere Stephen prendere vita."
Vivere con Stephen in quell'isolamento, con persino il suo ufficio dentro casa, ha reso la vita di Mary triste e ripetitiva. L'unico raggio di luce le si presenta attraverso le visite regolari del suo giovane paziente sordo, Tom. Ma poco dopo il ragazzo svanisce.
"Tom è una persona per cui Mary si preoccupa profondamente, lo vuole guarire", dice la Watts. "Il suo interesse è anche rafforzato dalla propria necessità di affrontare il senso di colpa verso suo figlio, e il rimpianto che forse non sia stata una buona madre per Stephen. Questa è la croce che deve portare".
Il ruolo di Tom è andato a Jacob Tremblay, uno degli attori favoriti dalla critica nella stagione del 2015, grazie al ruolo di Jack, il giovane ragazzo in pericolo, in Room. L'attore di Vancouver aveva solo 8 anni quando ha girato Shut In. Anche se il film è un thriller che tocca temi molto seri, Tremblay dice che il momento più spaventoso potrebbe non essere stato catturato dalla telecamera.
"C'è questa scena che abbiamo girato, dove io ero nascosto e Naomi doveva urlare", ricorda. "Ma quando ha urlato, mi ha spaventato! Allora lei ha detto, 'Oh, mio Dio. Mi dispiace tanto!' Ci siamo messi a ridere entrambi. Lei è molto gentile e simpatica."
VIDEOTERAPIA
Terrorizzata da incubi che alla fine sconfinano nella sua vita reale, Mary si rivolge al terapeuta che le fa da supervisore, il Dr. Wilson, per essere aiutata a scindere i sogni dalla realtà.
"Molto spesso uno strizzacervelli ha uno strizzacervelli", osserva Blackburn. "Il Dr. Wilson è qualcuno con cui Mary si confida sempre di più mano a mano che la sua vita comincia a disfarsi. Ha una mente aperta, ma cerca di convincere Mary che le visioni che sta avendo sono semplicemente sogni e incubi che derivano dal suo esaurimento."
Il ruolo è interpretato da Oliver Platt, uno degli attori più richiesti di Hollywood negli ultimi tre decenni. "È fantastico", afferma Blackburn. "Sono un suo grande fan. Lake Placid è uno dei miei film preferiti. Non voglio dire altro, ma amo quel film. E io l'ho amato da quando l'ho visto in quel film."
Negli anni prima di quella commedia horror del 1999 scritta da David E. Kelley, il versatile Platt ha lavorato in decine di film e serie TV, tra cui Frost/Nixon: il duello, X-Men: le origini, West Wing: tutti gli uomini del presidente e Chicago PD.
"Oliver Platt porta una presenza reale, un carisma e una certa gravitas al ruolo", afferma Blackburn. "Ha un'incredibile evoluzione nel film, che è qualcosa che appartiene davvero solo a Oliver. Non saprei dire di cosa si tratti, ma c'è un reale climax nella seconda metà del film."
Per la maggior parte del film, il Dr. Wilson comunica con Mary attraverso Skype. Quando Wilson dà dei consigli alla sua paziente, e il suo stato mentale sembra essere ulteriormente deteriorato, i loro scambi si tingono di un palpabile senso di impotenza.
"È un espediente narrativo molto intelligente in questa storia, perché non solo dimostra che molti terapisti hanno dei supervisori, ma in questo caso, è Mary stessa che ha subito un trauma", dice Platt. "E quindi è un rapporto ancora più carico, da un punto di vista terapeutico."
Allo stesso modo, la Watts ha trovato molto potenziale drammatico nelle sessioni on-line del suo personaggio con il Dr. Wilson. "Sta rivivendo tutti i suoi demoni nei suoi incubi, e comincia anche a sentire rumori, tanto da non saper dire se sono sogni o realtà", dice. "Quando la vediamo parlare su Skype, durante la durata di tutto il film, notiamo che sta esprimendo la sua paura e il fatto che forse sta perdendo il controllo. Tutta la sua vulnerabilità viene fuori in quelle scene con il suo medico."
Platt dice che era entusiasta di lavorare con l'attrice, in particolare in un thriller psicologico, un genere per cui lei è diventata molto nota. "È il ruolo perfetto per Naomi Watts", dice. "Naomi ha una tale predisposizione meravigliosa, è diventata l'emblema della donna in pericolo dei nostri giorni. Ammiro il suo talento perché ci fa vivere sempre un'esperienza fantastica."
UNA CASA CHE HA VITA PROPRIA
Shut In è stato girato a marzo e aprile del 2015. La maggior parte dei luoghi esterni e alcuni degli interni sono stati girati durante i 12 giorni di riprese a Sutton, una delle più importanti località sciistiche dell'Eastern Townships del Quebec, a circa cento chilometri a sud-est di Montreal. I 19 giorni successivi di riprese si sono svolti in teatri di posa a Burnaby, British Columbia, alle porte di Vancouver, e nel vicino lago di Deer, location della scena culminante del film.
Data l'importanza della casa di Mary per l'ambientazione del film, il regista Farren Blackburn aveva un'idea ben precisa su come dovesse sembrare. Per realizzare la sua visione, si rivolse allo scenografo canadese Paul Austerberry.
"Quando l'intero film si svolge in una casa e le relazioni e le interazioni tra i personaggi sono così specifiche, è quasi impossibile trovare il tutto in un unico luogo", dice Austerberry. In effetti, gli interni della casa sono stati girati in diverse località nei dintorni di due città a quasi 5.000 chilometri di distanza. "Abbiamo girato le scene nel seminterrato in una casa vicino a Montreal", spiega Austerberry. "Il piano terra è stato costruito nel teatro di posa di Vancouver e il secondo piano era invece in una casa reale a Vancouver". Gli interni dell'ufficio di Mary sono stati girati nella soffitta di un'altra casa in Quebec.
"Una delle cose che mi ha attratto del film è che racconta la storia della casa di qualcuno", afferma Blackburn. "Questo è il posto che dovrebbe farci sentire al sicuro, un posto protetto e confortevole. Nel corso del film quello stesso ambiente si trasforma in qualcosa di sinistro, minaccioso e claustrofobico."
Il modo in cui i produttori pongono l'accento su questo mutamento è proprio attraverso i cambiamenti nella combinazione di colori del film. "L'apertura del film si svolge su un molo, con il caldo e il sole, ma dopo c'è un cambiamento di colore e tutto diventa delle tonalità del blu, del verde, dei toni freddi", dice Austerberry. Solo una stanza della casa ha un colore caldo, un sottile accenno ad un importante avvenimento della seconda metà del film.
Una scena chiave del film si svolge su di una scala rivestita con le fotografie di famiglia di Mary, che danno al pubblico una visione della sua vita precedente. Per creare i ritratti di famiglia, il dipartimento artistico digitale ha combinato le immagini personali della Watts con quelle di Heaton da bambino e poi ha photoshoppato la casa in secondo piano.
Forse la più grande sfida che i filmmaker hanno dovuto affrontare durante le riprese è stato il tempo freddo in Quebec, afferma Blackburn, il quale rileva che le temperature di 20 gradi sotto lo zero sono difficili anche per i professionisti di produzione più esperti. "Il tuo cervello e il tuo corpo vogliono solo spegnersi."
Eppure, con una troupe esperta guidata da un regista ben preparato, anche quest'ostacolo è stato superato, secondo la Watts. "Le condizioni non erano facili ma Farren aveva predisposto tutto alla perfezione."
Ironia della sorte, quando la troupe ha avuto 'bisogno' di tempo invernale, Madre Natura non ha collaborato. Questo è stato il caso della scena in cui il Dr. Wilson guida durante una bufera di neve per aiutare Mary. "Mentre per la maggior parte delle riprese a Montreal la temperatura era sotto lo zero e nevicava, in questo giorno particolare non è stato così", ride Blackburn. "Abbiamo dovuto portare la nostra neve".
Blackburn ha collaborato con il Direttore della Fotografia Yves Bélanger per creare un film che è di grande impatto visivo, oltre che emotivamente coinvolgente. "È un vero artista", afferma Blackburn sul pluripremiato Direttore della Fotografia franco-canadese, i cui lavori precedenti includono Dallas Buyers Club e Brooklyn.
Per aiutare a costruire la tensione e la suspense, la cinepresa di Bélanger inizia con languidi colpi grandangolari, afferma Blackburn. "Poi a poco a poco, appena il mondo di Mary inizia a frammentarsi e diventare un po' più claustrofobico, ha manipolato la profondità di campo e ha fatto sì che si abbia come l'impressione che tutto si stesse chiudendo intorno a lei, proprio per creare un senso della realtà leggermente più elevato."
Hollywood ha una storia ricca di film terrificanti girati in luoghi ristretti, dal classico Prigionieri dell'oceano di Alfred Hitchcock a Shining di Stanley Kubrick, film che giocano sulla paura di essere intrappolati in un luogo chiuso – e gli scherzi che tale confinamento può giocare sulla mente.
Dal momento che quasi tutte le scene di Shut In si svolgono in un unico contesto, la casa di Mary svolge un ruolo critico nella suspense crescente del film. "Per Mary, prendersi cura di suo figlio da sola è veramente emarginante", dice la Hodson. "Ma prendersi cura di suo figlio in questa particolare casa, totalmente isolata dal mondo esterno, è ancora più emarginante, e a sua volta terrificante, quando si ritrova in pericolo."
Ripresa dopo ripresa, quella location ha assunto una vita propria, dice la Watts. "La casa è molto più di un personaggio. Passa dall'essere una casa relativamente attraente, affascinante a qualcosa che è esattamente l'opposto."
Molto similmente a quel posto che Mary chiama a casa, Shut In è pieno di misteri dietro ogni angolo. Scoprire i misteri è parte del brivido del film.
"È un film bello e anche divertente", dice la Watts, "Con alcuni grandi colpi di paura!"
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info: 07/12/2016.
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