Locandina Sola Al Mio Matrimonio

Sola Al Mio Matrimonio (2018)

Seule à mon mariage
Locandina Sola Al Mio Matrimonio
Sola Al Mio Matrimonio (Seule à mon mariage) è un film del 2018 prodotto in Belgio, diretto da Marta Bergman. Il film dura circa 122 minuti. Il cast include Alina Șerban, Tom Vermeir, Rebeca Anghel, Marie Denarnaud, Marian Samu, Viorica Tudor, Johan Leysen, Karin Tanghe, Jonas Bloquet. In Italia, esce al cinema giovedì 1 Ottobre 2020 distribuito da Cineclub Internazionale Distribuzione.

Pamela, giovane Rom insolente, spontanea e piena di ironia, non assomiglia a nessun'altra ragazza della sua comunità. Vive con sua nonna e la sua bambina, ma sogna la libertà e mondi da esplorare. Rompendo con le tradizioni che la soffocano, parte alla volta dell'ignoto con tre sole parole di francese, un bagaglio e la speranza di un matrimonio in Belgio per cambiare il suo destino e quello di sua figlia. Per conoscere il mondo ed essere libera e indipendente.

Info Tecniche e Distribuzione

Uscita al Cinema in Italia: giovedì 1 Ottobre 2020
Uscita in Italia: 01/10/2020
Nazione: Belgio - 2018
Durata: 122 minuti
Formato: Colore
Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione

Cast e personaggi

Regia: Marta Bergman
Sceneggiatura: Marta Bergman, Laurent Brandenbourger, Boris Lojkine, Katell Quill Évéré
Musiche: Vlaicu Golceav
Fotografia: Jonathan Ricquebourg
Scenografia: Marina Obradovic, Igor Gabriel
Montaggio: Frédéric Fichefet
Costumi: Claudine Tychon

Cast Artistico e Ruoli:



Produttori:
Jean-Yves Roubin (Produttore), Cassandre Warnauts (Produttore), Caroline Bonmarchand (Coproduttore), Sophie Leclercq (Coproduttore), Asa Solomon (Produttore associato), Nadia Turincev (Produttore associato), Julie Gayet (Produttore associato)

Immagini

[Schermo Intero]

FESTIVAL E PREMI

Sola al mio matrimonio è stato presentato nella sezione ACID al Festival di Cannes, ed è stato acclamato a numerosi festival internazionali, tra cui il Rome Independent Film Festival, dove ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria e il premio alla protagonista Alina Serban come miglior attrice.
Altri festival e riconoscimenti:
Festival International du Film francophone de Tübingen und Stuttgart (Menzione speciale, Germania) / Cinedays (Miglior Film, Macedonia) / Warsaw Film Festival (Polonia) / International Women's Film Festival of Salé (Miglior attrice, Marocco) / Festa Do Cinema Frances (Portogallo) / Subtitle (Irlanda) / Goa International Film Festival (India) / Auteur Film Festival Belgrade (Serbia) / Panorama of European Cinema (Grecia) / Cairo international film festival (Egitto) / Festival du Film Saint Paul Trois Chateaux (Francia) / AKE DIKHEA? Festival of Romani (Premio del pubblico, Germania).

INTERVISTA CON LA REGISTA MARTA BERGMAN

L'ispirazione
Sola al mio matrimonio è in continuità con i film documentari che ho realizzato in Romania e con   alcuni personaggi che avevo raccontato e mi avevano colpito molto. Alla fine di "Clejani stories…", girato nel villaggio di Taraf des Haidouks (gruppo musicale), una ragazza gitana prepara la valigia sotto lo sguardo indifferente dei genitori per andare in Germania a "far bere gli uomini nei bar". La stessa sera, due altre giovani ragazze vanno a cercarla, a bordo di una macchina scura che parte nella notte…

La finzione
Questa immagine finale mi ha dato il desiderio di scrivere la storia di una giovane donna che sogna di partire e cambiare il suo destino. Volevo che la mia storia prendesse la sua forza e la sua verità dal reale ma non volevo fare un film appiattito sulla realtà dei fatti. Inoltre volevo rendere omaggio a una comunità complessa, indecifrabile, ricca di persone piene di talento e umorismo. Da tutte queste cose è nato il personaggio di Pamela.

Le ricerche
I sopralluoghi mi hanno portato in diversi villaggi, in Transilvania e nei dintorni di Bucarest. Lì ho incontrato delle ragazze e dei ragazzi tra i 16 e i 20 anni. Ho domandato alle ragazze

quali fossero i loro sogni e desideri più grandi e la maggior parte mi hanno risposto: studiare. Questo perché a 16 anni spesso le ragazze devono smettere di andare a scuola per rimanere a casa a occuparsi dei fratellini o nelle comunità rom più tradizionali, per sposarsi a 14 anni….L'altro desiderio ricorrente è partire alla scoperta del mondo! E poi non sposare un uomo che venga dalle loro parti. Questi incontri preziosi sono stati decisivi per delineare la traiettoria di Pamela.

Pamela
Pamela sogna, si proietta in qualcosa di più grande, in un altrove. È ciò che la distingue dalle altre ragazze del villaggio. Tracciando il suo percorso, scopre l'amore che nutre per sua figlia e trova in sé stessa le risorse per allevarla da sola. Volevo un personaggio che lo spettatore amasse per la sua audacia, la sua gioia di vivere e il suo desiderio di imparare. Inoltre ho voluto che il film trovasse la sua coerenza nel legame forte, che prosegue nonostante l'assenza, tra madre e figlia. Così come sua madre, Bébé fa parte di una tradizione di personaggi femminili che in diverse generazioni, fanno sentire con forza le loro voci. Il loro destino è alla base della storia che racconto.

Una storia attuale
La storia del film si inscrive nel contesto contemporaneo. L'Occidente e i suoi miraggi di una vita da sogno; nel villaggio di Pamela in ogni casupola c'è un'antenna parabolica aperta sul mondo. Le informazioni televisive che testimoniano della crisi economica del mondo occidentale e delle espulsioni dei migranti non cambiano la loro percezione. Non volevo però fare un film pietista e che bloccasse i personaggi in stereotipi.

L'incontro con gli attori
Abbiamo lavorato con gli attori per evitare che cadessero nella trappola del cliché. Appena Alina Șerban è entrata nella stanza per fare il provino, non avevo dubbi che sarebbe stata Pamela. Indipendente, istintiva, esuberante, generosa, ha reso il personaggio pieno di sfumature e complessità. Lo stesso sentimento mi ha spinto a voler lavorare con Tom Vermeir, un attore molto interessante, che ha dato molto al personaggio di Bruno.

La cultura Rom
Per me era molto importante rendere omaggio alla cultura Rom, una vera ricchezza dell'Europa. Abbiamo lavorato molto in questo senso, a livello della messa in scena, delle lingue parlate nel film (romeno, francese, romanì), dell'immagine (Jonathan Ricquebourg), del montaggio (Frédéric Fichefet) e della musica (Vlaicu Golcea).

INTERVISTA CON LA PROTAGONISTA ALINA ȘERBAN (Pamela)

Si tratta del suo primo ruolo in un lungometraggio. Come l'ha vissuto?
È stata un'esperienza appassionante, come stare sulle montagne russe. Sono cresciuta tantissimo dal momento del provino all'ultima scena, e ho scoperto delle capacità che non credevo di avere, grazie al supporto dell'equipe del film, che mi ha aiutato ad avere confidenza  in  me  e  nel  fatto  che  potevo  dar  vita  a  Pamela.  Girare  il  film  è  stata

un'esperienza incredibile e piena di gioia. Ci sono stati dei momenti in cui avevo paura di star esagerando o di non star facendo abbastanza, ma ho avuto la fortuna di avere la squadra accanto a me a sostenermi!

Quali sono le cose in cui Pamela è vicina o distante da lei?
Mi sento molto vicina a Pamela. Prima di tutto viene dallo stesso villaggio di mia madre e per me significa tantissimo cominciare la carriera con una storia così universale. Mettendomi nei panni di Pamela,  ho cominciato a capire le sue decisioni e le sue azioni. Se avessi avuto la sua infanzia, non credo sarei riuscita ad essere così forte ed idealista. Dando vita a Pamela, ho scoperto nuovi aspetti di me. Quando si cerca di entrare in empatia con le persone per capire le loro condizioni di vita, si comprendono con più facilità i motivi delle loro azioni e perché cercano di avere una vita migliore. Spero davvero che il film apra il cuore degli spettatori e li porti a capire meglio gli altri.

Qual è il ricordo più bello del set?
Si tratta di una scena di notte in Romania in cui c'erano 22 gradi sotto zero. C'era tanta gente dell'equipe nella stanza dove giravamo e io dovevo riuscire a far addormentare Rebeca, che aveva 2 anni, e sua madre mi aveva detto che sarebbe stato impossibile. La piccolina era su di me e mentre cercavo di coccolarla e farle dimenticare il mondo attorno, lei continuava a fissare il microfonista. Alla fine, non so come, sono riuscita a farla addormentare, ed è stato un momento magico.

INTERVISTA CON L'ATTORE TOM VERMIER (Bruno)

Si tratta del suo primo film in francese. In cosa questa è stata un'esperienza particolare?
Questo film è stato diverso da tutti quelli a cui avevo lavorato da ogni punto di vista. Bruno è molto lontano dal personaggio che avevo interpretato in Belgica. Sola al mio matrimonio è un progetto diverso in termini di budget, di approccio e di regia. Per quanto riguarda la lingua, ho cercato di avvicinarmi alla realtà e fare in modo che aderisse ai sentimenti. È stata   un'esperienza   estremamente   arricchente   lavorare   con   un'equipe   di   gente straordinaria e spero vivamente che non sia il mio ultimo film in francese

Come ha lavorato sul ruolo di Bruno?
Amo le trasformazioni e questo aspetto viene dalla mia esperienza teatrale. Una modifica fisica visibile aiuta un attore a distanziarsi da sé stesso e fare delle cose che non farebbe naturalmente  e  questo  è  sempre  sorprendente  per  un  attore.    I mesi prima del set intervisto persone, guardo film stimolanti, e cerco di assumere la postura del personaggio anche nella vita vera. Per il ruolo di Bruno ho preso 25 kg perché pensavo che potessero accentuare la sua mancanza di fiducia, la sua fragilità e timidezza. E alla fine anche io stesso, durante le riprese, ero in difficoltà dentro questo corpo che non sentivo mio.

Come è stato collaborare con Alina Șerban?
È stato subito immediato e bello collaborare insieme. Abbiamo lo stesso background teatrale ed eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. È una donna e un'artista impegnata, oltre che un'attrice talentuosa.

LE PAROLE DI MARIE DUMORA (regista e membro dell'ACID) SUL FILM

Pamela, con il suo abito a fiori gialli, la borsa fucsia al braccio e una determinazione febbrile, decide di abbandonare la vita rude del suo villaggio innevato della Romania e tutti i suoi cari, alla ricerca della tinta di capelli e dei vestiti appropriati ma soprattutto dell'uomo giusto; quello che abiterà in una bella casa in un paese benestante. Dovrà imparare con grazia le regole del gioco di un nuovo mondo che da sempre chiude le porte a lei e alla sua comunità.

Seguendo la sua eroina – l'incandescente Alina Șerban, rivelazione del film – il film non si lascia incasellare facilmente, ribaltando i codici narrativi. Le inquadrature rigorose accompagnano la foga di Pamela nel suo tentativo di entrare, giustamente, in un nuovo modo di vivere. Cambiare contesto, è proprio questo di cui si tratta. Ma Pamela fuoriesce da ogni inquadratura e traccia in autonomia il proprio percorso. E il film la segue senza cedere alla tentazione dell'esotismo o alla tensione prevedibile dei rapporti di classe e dell'economia della coppia. Il film prende corpo osservando con finezza e discrezione i suoi personaggi.

In questa storia di formazione dove, come nei film di Jean Renoir "ognuno ha le sue ragioni", il film, di una generosità sottile, dona a ogni personaggio la possibilità di trovare il proprio percorso e di crescere, ribaltando ogni etichetta.

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